Non è giusto che una creatura così bella muoia. È tutto quello che Aragorn riesce a pensare mentre guarda Legolas.
Lui è a terra, immobile. Aragorn gli sposta la testa delicatamente, poi fa passare un braccio sotto le sue spalle e lo solleva lentamente, fino ad avere la testa dell'Elfo appoggiata contro il suo petto.
Legolas respira ancora, lentamente e faticosamente e Aragorn non ricorda di aver mai sentito il respiro dell'elfo prima di quel momento; lo stringe un po' di più, vuole godere della vicinanza dell'amico il più a lungo possibile, tuttavia non cerca di fermare il sangue che esce copioso dalle ferite sul petto.
Non ferma neanche l'odio per la creatura mostruosa che ha fatto questo, non si capacita del perché quell'essere si sia accanito in maniera così orribile su Legolas, colpendolo più volte senza ucciderlo. Pensa sia il sadismo ciò che ha mosso la mano dell'orco, la voglia di godere della sofferenza di un altro essere vivente, la necessità di vedere una vita spegnersi lentamente e di percepire gli sforzi della vittima per restare in vita.
L'orco non aveva fatto i conti con l'arrivo di Aragorn, che lo ha deliberatamente privato di questo piacere. Ora però Aragorn si domanda se non avrebbe causato meno dolore a se stesso risparmiandosi di assistere alla morte di Legolas senza poter fare nulla per evitarla. Si chiede per quanto andrà avanti questa scena penosa e l'esperienza gli suggerisce che non durerà ancora molto. Più volte in quei pochi minuti ha la tentazione di provare a salvarlo, ma non si muove. Anche ora la speranza che attraversa il cuore di Aragorn viene soffocata dal pensiero razionale che abita la sua mente: Legolas non ce la farà, per quanto sia forte, anche lui non può sopravvire a tutto.
I ricordi lo assalgono mentre ascolta per la prima volta il respiro di Legolas, mentre sente il battito del cuore dell'Elfo sempre più debole sotto la sua mano. È la prima volta che vede Legolas più come un essere umano che come una creatura superiore; è cresciuto fra gli Elfi e ha imparato che sono pochi i gesti umani che queste creature sagge e immortali compiono, sa che sono pochi i sentimenti umani che li animano e sa che l'affetto sincero che Legolas nutre per lui è uno di questi.
È alla loro amicizia che Aragorn si aggrappa in quei pochi minuti, a quei momenti semplici fatti gesti spontantei e di sorrisi sinceri, vi si aggrappa per non cedere al dolore, per non lasciarsi morire insieme a Legolas.
Quando il cuore sotto la sua mano si ferma, Aragorn esce dall'angolo sicuro nel quale si trovava e torna nel mezzo della battaglia lasciando lì l'amico. Sa che tornerà per recuperare il suo corpo e dargli una sepoltura degna o per morire accanto a lui.
Se vivrà lo ricorderà per sempre come l'Elfo che ha combattuto con lui e con gli Uomini e che come un Uomo normale è morto tra il fango e la polvere.
Angolo dell'autrice
State per uccidermi? Penso di si, perchè non si può comparire su un Fandom e scrivere una cosa del genere.
Premetto che sono di natura pessimista, quindi pensavo che una cosa del genere Tolkien l'avrebbe fatta non solo con Boromir, ma a quanto pare lui era meno cattivo di me (e scriveva decisamente meglio). Oggi, presa dalla disperazione per la quantità di compiti di matematica che devo ancora fare, ho deciso che dovevo scrivere qualcosa di un po' triste.... Spero di non aver esagerato e che Tolkien mi perdoni.
Grazie in anticipo a che lascerà un commento alla mia storia, fa sempre piacere!
Chicca