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Autore: Kagedumb    08/09/2014    1 recensioni
Un ritorno al passato; diciassette anni fa, diversi avvenimenti riuscirono a scuotere e a portare via la tranquillità e la pace di Burbank, una cittadina ben lontana dall'industrializzazione di LA. Adam Lambert, oggi giovane ventiduenne, è stato protagonista di molte delle stranezze e decide di raccogliere in un diario tutte le sue esperienze, tentando di trovare risposte agli accaduti più inspiegabili.
[Attenzione! Storia ideata dopo un'intera serata passata a leggere e raccontare storie horror! Alcune parti sono un po' creepy, per questo vi consiglio di valutare bene se andare avanti con la lettura o meno! Niente di troppo traumatizzante, ma non vorrei che qualcosa vi facesse gelare il sangue! Tutto nelle vostre mani!]
Genere: Angst, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Altri, Tommy Joe Ratliff
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Fui costretto a tapparmi la bocca con le mani per non urlare. Soffocai un unico lamento sofferente mentre tiravo su col naso. Tommy era scioccato, incapace di darsi una mossa, con gli occhi sgranati sull'amico che aveva appena ucciso.
Sperai solamente che Lupo non avesse sofferto mentre la lama gli trapassava il cervello.
Mi alzai dal letto tentando di ingoiare le lacrime. Tremavo tutto e mi mancavano le parole. 



 
How could you be so Dr. Evil?
You're bringin' out a side of me that I don't know
I decided we wasn't going speak so,
how could you be so heartless?
How cold you be so heartless?
 

Tentai di avvicinarmi, perchè lui era rimasto lì immobile, con Lupo ormai sdraiato sulle sue gambe, senza vita.
Ricordo ancora lo sguardo spaventato e mortificato che mi rivolse, e il modo in cui si coprì il viso con le braccia. Sapeva bene di aver fatto una cosa terribile. Riuscivo ad immaginare quanto si sentisse dannatamente in colpa. - A-Adam... Adam, io... - iniziò a piangere. Se un attimo prima credevo che Thomas fosse una persona davvero forte, coraggiosa, sicura di sé...  Beh, in quel momento dovetti ricredermi. Deglutendo, gli passai la scatola di fiammiferi. - Mia madre non deve saperlo. - fu l'unica cosa che riuscii a dire. Afferrò la scatolina e accese uno zolfino per fare altra luce. I suoi occhi nocciola, in quel momento lucidi come due gemme preziose, sembrarono affogare nei miei per qualche istante. Non disse nient'altro, mentre col fiammifero riaccendeva la candela sul comodino.

Con molta cura, spostò da sè quella creatura ormai esanime. Ebbi il piacere di vedere nei suoi gesti il rispetto e l'attenzione che ebbe nel fare con gentilezza quelle movenze, come se il gattone fosse fragile e prezioso come la porcellana. Strinsi i denti per trattenere l'ennesimo pianto che sarebbe scoppiato da lì a poco. Sii forte Adam, sii fortissimo. Ce la puoi fare. Non riuscii a trattenermi e altre lacrime vennero giù, senza che io potessi fermarle.

Tommy fece per rimuovere il coltello dalla testa dell'animale, ma lo trattenni bloccandolo per il polso. - No. Sgorgherebbe sangue a fiotti.
Sollevai Lupo tra le mie braccia mentre facevo segno a Tommy di aprire la finestra. Sarei uscito da lì e avrei portato il mio amico al sicuro, lontano da tutto quello che era appena successo.


Quando ci calammo nel cortile, i rumori sinistri si erano interrotti di nuovo. I passi non erano più udibili, e non c'era un anima. Era notte fonda e il freddo di febbraio penetrò fin dentro le nostre ossa, ma non mi importò troppo. Uscimmo in pigiama. - Dobbiamo fare in modo che mia madre non lo scopra mai. - spiegai a Thomas, mentre avanzavo verso l'uscita del cortile. Ci saremmo diretti al boschetto vicino casa, lì dove c'era il pino che da bambino avevo tanto adorato scalare.

- Cosa vuoi fare, Adam? - sembrava confuso. I suoi occhioni ancora rossi per il pianto mi perforarono l'anima. Sentii il buio divorarmi la mente e il cuore. Il dolore era immenso, e iniziai a chiedermi quando e se avessi potuto superare un lutto così grande. Lo guardai per un istante prima di procedere tra le frasche. - Seppellirlo. Lupo non merita di venire dimenticato così.
Il cenno che mi fece mi diede la forza necessaria per procedere. Sentirmi capito mi incoraggiò e non mi fermai.


Trovammo un posticino adatto tra gli alberi, dove in passato andavo sempre a giocare. Lì vicino c'era il lago e di notte era tutto estremamente inquietante e spaventoso, ma di prestarmi alla paura e ai mostri del buio in quel momento non mi importava. L'atmosfera cupa e i versi degli animali notturni rendevano quel bosco più terrificante di quanto già non fosse, ma nessuno di noi due parlò. Tommy non spiccicò parola.
Scegliemmo un albero maestoso dalle radici estremamente grandi dove appoggiare Lupo per il suo sonno eterno. Il magone che avevo in gola non riusciva a scendere giù. Gli stavo dicendo addio, per sempre.

Nel poggiarlo sull'erba umidiccia, dei tremori mi scossero completamente. L'ennesima lacrima che scivolò dalle mie guance, gli bagnò il pelo grigio, lucente e soffice, mentre con una mano gli chiudevo le palpebre e poi tiravo fuori dal suo cranio la lama. Fu un movimento veloce, come se temessi che rigirarlo lentamente nella carne potesse provocargli altro dolore, nonostante fosse già morto.
Il sangue schizzò dalla ferita e iniziò a sgorgare come mai avevo visto, neppure nei film d'azione.

Non ce la feci. Non fui forte abbastanza.
Iniziai a piangere più forte, accarezzando il mio piccolo Lupo.


 

This day's ending is the proof of time killing all the faith I know,
knowing that faith is all I hold.


Thomas si inginocchiò accanto a me, prima prendendo il suo coltellino, e poi  toccandomi la spalla per confortarmi. Sapevo che stesse piangendo anche lui, potevo sentire l'irregolarità del suo respiro e la voce che gli tremava. - E' giusto così, Ad... Adesso è in un posto migliore... - si fece il segno della croce ed io con lui. Riuscii a dargli ragione: mi consolò il pensiero che Lupo fosse in un posto migliore.

Gli fece una carezza mentre si chinava maggiormente sul corpo del mio gattone. - Perdonami, piccolo - lo abbracciò a sè piangendo più di quanto non stessi già piangendo io. In qualche modo tentai di assecondare quel comportamento e provai a comprendere. Tommy non avrebbe mai fatto del male a Lupo, non di proposito. Tommy non l'aveva ucciso con cattiveria, non l'avrebbe mai fatto... Era stato un errore. Un errore dettato dalla paura, dal panico che cresceva, da quei rumori che sembravano sempre più vicini a noi. Dannazione, i rumori.

- Perdonami Adam, non volev-... - gli sfiorai un braccio mentre mi facevo coraggio per entrambi. La sua frase si interruppe a metà. Chissà quante scuse mi avrebbe ancora rivolto, quante suppliche in ginocchio, quante lacrime avrebbe ancora versato per me.

- Lasciamolo riposare -, bisbigliai, mentre mi rialzavo e mi ripulivo i pantaloni all'altezza delle ginocchia, adesso sporchi di terriccio. Tirò su col naso e si asciugò tutte le lacrime. Mi accorsi che avevamo entrambi un'espressione eternamente addolorata, e se ci ripenso ancora oggi, non riesco proprio a cancellare dalla mente l'immagine di Tommy Joe che prova con tutte le sue forze ad acquistare un po' di coraggio, per il bene di entrambi. Quando si rialzò e raggiunse la mia altezza, mi prese la mano in segno di solidarietà. - Buonanotte piccolo Lupo, ti vogliamo bene - pregò per entrambi, ancora una volta. Tentò di sorridermi ma non ricambiai, mentre ci dirigevamo nuovamente a casa.


Allontanandoci, potrei giurare che avevo ascoltato di nuovo quel rumore metallico e quei passi provenire dagli arbusti alle nostre spalle. E sono sicuro che anche Tommy, li aveva sentiti ancora una volta. Mi perseguitavano, non erano più solo roba proveniente dalla cantina. Era qualcosa di incessante, qualcosa che mi assillava, qualcosa che mi seguiva.
Avrei dovuto prevenire da allora e immaginare che prima o poi quei passi sarebbero arrivati a me, ma non prevenii, non immaginai, non ci pensai.

Fu l'errore più grande.

 
***

Il mattino seguente, quando mia madre si svegliò e si dimostrò terribilmente preoccupata per Lupo e la sua scomparsa, fingemmo di essere sorpresi e preoccupati almeno quanto lei. Tentò di rassicurarmi che i gatti a volte si allontanano ma che poi tornano a casa e da chi li ha voluti bene... Ma io sapevo che Lupo non sarebbe mai tornato. E lo sapeva anche Tommy.


Tutta via, fingemmo di credere anche a quelle parole.

Non le svelai mai il segreto e tutto quello che era successo la sera precedente. Sentivo di aver fatto qualcosa di sbagliato, e così mi cucii la bocca. A volte mi chiedo se mia madre ancora pensi che Lupo semplicemente si fosse allontanato di casa per poi perdersi e non tornare mai più.
Non riesco mai a trovare il coraggio per dirle la verità.


 
***


Tommy andò via prima dell'ora di pranzo, perchè mia madre quel pomeriggio avrebbe dovuto lavorare e non poteva restare a casa a badare a noi, così aveva preferito non prendersi responsabilità troppo grandi e telefonare ai genitori di TJ affinchè passassero a prenderlo prima del dovuto. Era mortificata perchè il suo Thomas non potesse passare il pomeriggio con noi, ma purtroppo fu obbligata dalle circostanze.


L'occhiata piena di rammarico che mi rivolse sulla porta mentre portava via con sè i suoi adorati romanzi e le sue cose, mi provocò un grande dispiacere. Avevo perso tutti. Stava andando via anche Thomas, e presto sarei rimasto con la mia solitudine, probabilmente a riattaccare vecchie cards sugli album delle figurine. Sentivo già la mancanza di Lupo.

Mentre TJ andava via, dalla macchina mi fece un cenno col capo e lo vidi farsi il cenno della croce, come la sera precedente nel bosco. Lo ringraziai con un sorriso che di vera felicità non ne sapeva niente, ma lo ringraziai.


 
***
 

Quando tornai in camera mia nascosi sotto al mio letto tutti i giocattolini di Lupo, come se non volessi più averci a che fare. Ero terrorizzato che mi portassero altra nostalgia, e non volevo essere ancora più triste di quanto già non fossi.

Mi misi a guardare fuori dalla finestra e un soffio di vento gelido mi portò sul davanzale un pezzetto di carta.
Erano passati cinque anni dall'ultima volta che avevo trovato qualcosa alla finestra della mia stanza. Un flashback mi fece sorridere.

Ma quando guardai cosa fosse quel dannato pezzetto di carta, la mia espressione cambiò.
Non sorridevo, non più. Ero inorridito.


L'ennesimo pezzetto di carta che ritraeva un angolo della mia stanza. Il secondo.
Ma era.. diverso. Come se non appartenesse alla stessa foto di cui avevo già collezionato un pezzo.

Corsi ad aprire l'armadio dove conservavo con cura tutti gli oggettini importanti, o le cose a cui tenevo particolarmente. Devo dire che nonostante fossero tutte cosucce di poco valore, le custodivo con molta gelosia e cura. Passavano gli anni, ed io ero sempre attento a conservarle senza rovinarle.
Volevo essere sicuro di non sbagliarmi, volevo constatare che davvero le due foto fossero uguali, ma.. diverse.


Quando trovai il pezzetto di foto più vecchio, iniziai a confrontarlo con quello che avevo appena afferrato sul davanzale della mia finestra.
Ritraevano entrambi due angoli di camera mia, ma avevo ragione.
Era come se entrambe le foto fossero state scattate dalla stessa angolazione, ma in momenti differenti.
La foto aveva una qualità diversa, e la carta stessa era diversa.
Moderna, ecco.

- Ma che diamine? - riuscii a sibilare.
In quel momento mia madre mi chiamò dalla cucina con un tono visibilmente preoccupato. Accorsi immediatamente e la trovai che aveva la cornetta del telefono premuta sull'orecchio. Mormorava cose incomprensibili e sembrò che stesse cercando di respirare in una stanza dove mancava l'aria. Era sbiancata.
Sul tavolo c'era la posta.

- Mamma, che succede?

Non mi rispose, e iniziò freneticamente a camminare nel corridoio, urlando al telefono cose che non riuscii capire. Sapevo che in qualche modo fosse tutto collegato al contenuto delle buste, così andai a controllare cosa ci fosse di tanto disarmante lì dentro. 

Bollette. Solo inutili bollette.
Sfogliai altre buste come a voler trovare il pelo nell'uovo, e vidi subito un biglietto. Era scritto con una penna rossa, e la scrittura era visibilmente distorta. La penna aveva sbavato sul foglio ed era quasi illegibile.


"where is
the cat?"



Passai un polpastrello sulla scrittura. Non riuscii a misurare il panico che si precipitò da me in quell'istante.
Non era stato scritto con una penna rossa.
Ma col sangue.

- Adam, sto chiamando la polizia, tesoro! - si prese una pausa prima di urlare di nuovo - E' terribile!

Il cuore sembrava voler uscire fuori dal mio petto. Che significava "where is the cat"? Qualcuno cercava Lupo?  Avrebbero voluto fargli del male? Avremmo dovuto avere paura? Iniziai a sudare freddo e tentando di basarmi sull'autocontrollo che mi restava, continuai a cercare tra le buste.
C'è n'era una aperta, stracciata probabilmente da mia madre, ma che non presentava il timbro postale. Qualcuno l'aveva consegnata a mano. Inquietante.
Infilai la mano nella busta e ci trovai altri inutili pezzi di carta, e poi... delle foto.

Le guardai con attenzione, una ad una.

In ogni foto c'ero io. Sullo sfondo. Come se fossi un secondo piano.
Ma c'ero.
Erano tutte foto che ritraevano i miei momenti; di quando ero nel bosco a giocare, o fuori in cortile con il mio Lupo, una addirittura mentre dormivo, scattata dall'esterno della casa.. E come se non bastasse, c'era una foto che ritraeva quando a sei anni ero caduto dall'albero.
In quella foto c'era anche mia madre.

Mi spiegai il rumore metallico che sentii quel giorno tra le frasche, quando mi ruppi un braccio.
C'era qualcuno che scattava delle foto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 ANGOLO AUTORE!

Bene bene, questo è il capitolo che charisce alcuni punti che purtroppo restavano ancora dei segreti nei precedenti!
Perdonatemi se è più corto degli altri ma non potevo andare oltre e svelare tutto in un solo capitolo :P spero mi perdonerete se a volte sono così cattivo. Buahahah.
Inutile dire che mentre scrivevo il pezzo dell'addio a Lupo mi piangeva il cuore çWç.. anche perchè oggi ho preso il mio nuovo coniglietto e so bene in prima persona cosa significa perdere un animaletto tanto caro. (spero che con questo cucciolotto le cose mi vadano meglio)

Scusatemi se ci ho messo tempo ad aggiornare ma gli impegni della real life mi hanno risucchiato!
Ringrazio tutte le persone che mi seguono e mi recensiscono attivamente, siete dolcissimi ~ ♥

Lars ~
  
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