Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Erule    08/09/2014    4 recensioni
- Guardami bene, Stiles. Ti sembro uno che ha voglia di scherzare? - disse Scott facendo un movimento circolare con il dito di fronte al proprio viso, con gli occhi assottigliati.
Stiles deglutì.
- Non direi, amico. -
- Bene. - replicò Scott, flettendo il busto in avanti. - L’ultima fetta di pizza è mia! -
Scott si sporse per afferrarla, ma Stiles si buttò sul tavolo nello stesso momento, con il risultato di ritrovarsi entrambi con le teste che dolevano. Melissa scese le scale con un cesto di panni sporchi fra le mani e scosse la testa, senza nemmeno parlare. Ormai aveva capito che con quei due era completamente inutile. Stiles prese la fetta di pizza e la tagliò a metà, porgendone un pezzo a Scott.
- Offerta di pace. Prendere o lasciare. - disse.
Scott alzò un sopracciglio, poi scrollò le spalle ed accettò.
- Giuro che la prossima volta comprerò una pizza più grande. -
- Lo dici ogni volta. Il problema è che non ci ricordiamo mai se prendiamo quella extra large o quella extra extra large. -
- Questa era decisamente una medium, comunque. - fece Scott, sparecchiando la tavola.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Derek Hale, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 photo Likeaphoenix2copia_zps4f2a0266.jpg

Capitolo 5
Like a phoenix
 
Stiles si passò le mani sul viso, non sapendo cosa fare. Non credeva che sarebbe mai arrivato a quel punto, un punto di rottura, inevitabile ed incontrovertibile, dove sembrava che tutte le linee convergessero dentro, creando un’unica piramide di fili rossi. I suoi casi. Le sue questioni irrisolte. Ed una di queste era Lydia. Quello che provava per lei era stato un sentimento unico ed irripetibile. Si sforzò di parlarne al passato, ma Malia aveva distrutto il suo castello di bugie e le mura gli erano crollate tutt’intorno. Era finita. Doveva solo dirle le verità, in fondo. Non voleva più ingannare nessuno, né Malia, né Lydia, né se stesso.
<< Come l’hai capito? >> chiese, la bocca asciutta.
<< Da come la guardi. >> rispose Malia, con un paio di occhi tristi. Stiles si sentì un verme.
<< Non ti ho mai ingannata. >>
<< Lo so. >> replicò lei, sedendosi accanto a lui. << Ma so anche che non provi per me quello che dovresti provare. Quei film che mi hai fatto vedere quest’estate facevano davvero schifo. >> disse. Stiles rise. Malia lo guardò sorridendo. Si chiese se avrebbe più sentito la sua risata come la sentiva ora, fresca e cristallina attraverso le vene, ma calda e roca a contatto con la pelle. << Eppure, ho capito la lezione che volevi impartirmi. Si dice così, giusto? Be’, tu non ti sai spiegare, ma ho capito lo stesso. Volevi che io imparassi che puoi amare senza essere ricambiato. E per quanto ti faccia provare dolore, è quello che ti rende più umano. E ne vale la pena. >>
Stiles avvertì gli occhi riempirsi di lacrime, ma non pianse. Abbracciò Malia, accarezzandole la schiena. Avrebbe voluto dirle che non l’avrebbe mai lasciata sola, che la fine di qualcosa è anche l’inizio di un’altra, ma le parole gli si bloccarono in gola. Malia lo allontanò piano da sé, come per fargli capire che l’aveva apprezzato, ma anche che quel gesto non era ancora nelle sue corde.
<< Malia, senti, mi disp… >>
<< Non dire niente, okay? È già… >> lo interruppe Malia, cercando le parole. Doloroso? Stupido? Sdolcinato? << …imbarazzante così. >>
Stiles annuì, passandosi una mano sulla nuca.
<< Oh, giusto. Sì, be’, rimaniamo comunque amici. >>
Malia alzò un sopracciglio. Era la solita frase che dicevano nei film. Stiles avrebbe voluto tirarsi un pugno in faccia da solo. Che tatto.
<< Stiles, se non sai cosa dire, conta fino a dieci e poi morditi la lingua. >>
Be’, il suo ragionamento non faceva una grinza.
 
Parrish chiuse la porta dell’ufficio a chiave. Lo sceriffo stava allineando alcune carte sulla scrivania – fotografie -, mentre Stiles stava affiggendo in bacheca altri fogli ed anche delle freccette, in modo che bloccassero i fili rossi. Intorno al tavolo, stavano seduti Allison, Scott, Lydia e Malia, mentre in piedi c’erano Chris, Deaton e Peter. Derek era ancora fuori dalla stanza, accanto alla macchinetta del caffè, che cercava di convincere Paige ad entrare per raccontare la sua versione dei fatti. Jordan si sentiva esaltato. Insomma, era un po’ come entrare nel vivo di un poliziesco!
<< Allora, cominciamo dall’inizio. >> esordì lo sceriffo. << Tutto è cominciato con Allison. È tornata in vita in qualche modo e sappiamo solo di un foglietto lasciato sul bancone di Deaton. La calligrafia sembra femminile, ma probabilmente è contraffatta. Poi sappiamo che Paige è stata aggredita due volte da un paio di lupi mannari, un tempo avanzi di galera. E non ultimo, il padre di un ragazzo è stato trovato morto per lesioni dovute ad artigli molto affilati. >> disse. Peter si rigirò una delle freccette di Stiles fra le mani. Sembrava che non stesse dando molta attenzione a quello che stava dicendo lo sceriffo. Gli altri invece erano concentrati al massimo. << Kevin Mayers. Dannis Colton. Jonathan Homb. E pensiamo che l’ultimo possa essere Stuart Fulton, evaso ieri dal carcere di massima protezione. Potrebbe essere il più pericoloso dei tre. >> disse. Peter non doveva capire che lo avevano scoperto.
<< Ma come mai il padre di Darren non ha aggredito Paige? Perché è morto prima di tutto questo? >> chiese Scott.
<< Ancora non lo abbiamo capito, purtroppo. >> rispose l’uomo, con aria grave.
<< Io credo di saperlo, in verità. >> ribatté Deaton, avvicinandosi al tavolo. << Quando gli uomini cercano di andare contro la natura, devono pagare un tributo. Ci sono degli equilibri che non possono essere distorti a lungo. E la resurrezione - chiamiamola in questo modo - di Allison è uno di questi. >>
Allison si guardò le mani premute contro le cosce bianche, imbarazzata. Scott la guardò a lungo, indugiando contro il suo volere sulla sua bocca rossa e sui suoi occhi brillanti. Non avrebbe dovuto guardarla così, lo sapeva, ma gli era mancata così tanto… Ogni volta che la poteva guardare, toccare o accarezzare di nuovo era come respirare. Non voleva pressarla, non avrebbe mai preteso niente da lei, ma le parole premevano sui denti per uscire fuori, sulla lingua e sulle labbra, per dirle che l’amava ancora, che il loro addio era solo servito a fargli capire che non poteva fare a meno di lei, che era la sua ancora perenne, ma poi, una vocina nella sua testa fermava l’stinto di lupo e lo zittiva. Sospirò, pensando a quanto fosse bella in quel vestito a fiori.
<< Stai dicendo che… quell’uomo… è stato sacrificato per riportare indietro mia figlia? >> chiese Chris, mettendo le mani sulle spalle di Allison. Lei non sbatté le palpebre, non sembrò sentirsi in colpa, ma trattenne il respiro aspettando la risposta di Deaton.
<< Temo proprio di sì, Chris. >>
Lydia trasalì. Stiles si voltò per guardare gli altri. Allison deglutì, Scott si muoveva irrequieto sulla sedia, Malia guardava fuori dalla finestra e Lydia era bianca come un lenzuolo. Stette per muoversi verso di lei, ma un sibilo passò vicinissimo al suo orecchio e si immobilizzò.
<< Quindi? >> chiese Peter, andando al centro della stanza con nonchalance. << Cos’abbiamo capito? Solo che uno stupido idiota che si è fatto prendere dalla polizia è morto al posto di Allison. E allora? L’avete riavuta indietro, perché vi importa tanto il come? >>
<< Hanno ucciso un uomo per riportarmi in vita, Peter. >> replicò Allison, alzandosi. Sembrava furiosa. << Tu sei solo un cinico senza cuore, ma a me importa. >>
<< Ma sei viva! >>
<< Non l’ho chiesto io! >>
<< Ehi, calmatevi. >> disse Chris, frapponendosi tra i due. << Non ha senso litigare fra di noi. >>
<< Scott, avevi detto che ci potevamo fidare di lui. >> disse Malia, alludendo a Peter.
<< Possiamo. >> replicò Scott deciso, alzandosi. << Sentite, tutto quello che sappiamo è che dietro tutto questo c’è Kate. Allison e suo padre hanno scoperto il suo nascondiglio, >> spiegò e Lydia capì il motivo della scomparsa di Allison per quell’intera giornata, << ma non hanno trovato niente. >>
<< E come facciamo a capire che era di Kate? >> chiese Peter, levando la freccetta che aveva quasi colpito Stiles dalla bacheca. Stiles gli fece la linguaccia appena Peter si fu voltato. Scott represse una risata. << Tiriamo ad indovinare o abbiamo una qualche specie di Oracolo da consultare? >>
<< Abbiamo impronte, pistole scariche, vestiti in brandelli e soprattutto, >> rispose Allison, rivolgendosi a Peter con un sorrisetto ironico, << un po’ di tirapiedi con il petto squarciato da artigli. Ti basta come spiegazione, Peter? O forse vuoi che Scott ti dia una dimostrazione? >>
Scott si schierò al fianco di Allison, sorridendo. Peter assottigliò gli occhi, ma non disse nulla. Continuavano a prenderlo in giro, anche dopo tutto quello che avevano passato. Incredibile. Non sarebbe durato molto.
<< Non mi serve, grazie. >> rispose freddamente.
Peter prese la chiave sul tavolo, aprì la porta e la lasciò sbattere dietro di sé.
<< Faceva molto prima donna, vero? >> chiese Stiles, alzando un sopracciglio.
Lydia alzò gli occhi al cielo. Malia invece si strinse vicino a lui e Scott notò che Lydia aveva cambiato leggermente espressione. Sembrava più… fredda.
<< Qual è la nostra prossima mossa? >> chiese Chris, rivolgendosi al padre di Stiles.
Lo sceriffo deglutì, poi prese la pistola in mano e la caricò.
<< Direi andare al covo di Kate. >>
 
***
 
<< Ditemi perché facciamo le missioni peggiori sempre quando cala il sole. C’è qualcosa di malsano, in tutto questo. >> si lamentò Stiles, alla soglia del covo di Kate.
Scott alzò le spalle.
<< È più divertente. >>
Scott entrò nel rifugio abbandonato seguito da Stiles che borbottava qualcosa come Se per te la parola divertente significa essere sbranato da un giaguaro, accomodati pure. Io proprio non capisco i lupi. Proprio no.
Il posto era desolato e si trovava in periferia. Era una vecchia fabbrica di lana che aveva chiuso una decina d’anni prima. Tutto quello che avrebbe potuto riportare a Kate era stato tolto o portato via. Più che altro perché non sarebbe stato proprio bello fare una ricognizione attorniati da cadaveri. Dentro c’erano alcuni tavoli e qualche macchinario, ma più che altro teli di plastica e stanze piene di ragnatele. Era tutto grigio e spettrale. Da un paio di finestre con i vetri spaccati filtrava una bella luce, rossa ed arancione, per via del sole che stava tramontando. Allison aveva l’arco puntato, pronta per colpire. Lydia passeggiava con i suoi soliti tacchi alti accanto a Jordan. Lo sceriffo era occupato a parlare con il padre di Scott alla stazione di polizia, che lo stava interrogando su cosa stavano facendo. Stiles sperò che non si fosse lasciato sfuggire nulla. Dopo che Allison era tornata in vita, ovviamente avevano dovuto raccontare ai genitori tutta la verità. Avevano omesso qualche particolare, come Sai mamma, sono quasi morta o Sono stato posseduto da un essere molto malvagio. Non tutti lo avevano accettato bene fin da subito (la madre di Lydia era svenuta per diversi minuti), ma alla fine li avevano supportati. Anche se il padre di Scott voleva che smettesse di ficcarsi nei guai per quella Allison, ma da quando Melissa gli aveva risposto per le rime, lui aveva smesso di dirglielo. Tutti gli altri, invece, avevano ricevuto una spiegazione fasulla. Peter non aveva detto loro cosa si era inventato, ma Chris si era lasciato sfuggire qualcosa come Era partita per una vacanza senza avvisare o Si era finta morta perché stava facendo un’audizione per un horror. Stiles aveva preferito non indagare oltre. Comunque, nessuno aveva porto loro più di tante domande ed andava bene così.
<< Lydia, ehi. >> mormorò, spostandosi verso la ragazza. << Tutto okay? >>
<< Tutto bene. >>
<< Riguardo a quello che ti ho detto alla festa… non ero serio. Insomma, puoi anche dimenticarti di quello che ti ho detto. >>
Lydia si fermò e lo guardò negli occhi. Stiles si sentì quasi intimorito da quello sguardo. Di solito Lydia lo rivolgeva ai nemici o all’estetista quando sbagliava a farle la manicure e non era affatto un buon segno. Forse stava prevedendo la sua morte e neanche quello andava bene. Di sicuro era furiosa con lui.
<< Dopo quello che hai avuto il coraggio di dirmi? >> chiese, con voce lievemente acuta. Stiles deglutì. << Stai scherzando, spero. >>
<< Lydia, io… >>
<< NON C’È NIENTE! >> urlò Derek, spazientito. << Stiamo perdendo tempo inutilmente. Kate è andata via da un bel pezzo. Stiamo solo cercando cadaveri. La gente continua a morire e noi non riusciamo a trovare quella dannata… >>
<< Derek, calmati. >> lo interruppe Chris, mettendogli una mano sulla spalla. Dopo il ritorno di Allison, sembrava essere diventato un padre comprensivo anche nei confronti degli altri. << La troveremo. >>
Paige guardò Derek preoccupata, tormentandosi le dita. Scott lo notò.
<< Anche se la trovassimo, tu non avresti il coraggio di ucciderla. >>
Chris si inumidì le labbra, pallido.
<< Farò tutto quello che sarà necessario. >> replicò. << Te lo prometto. >>
<< Ehi ragazzi, guardate cos’ho trovato! >> esclamò Scott, accanto ad Allison.
Si avvicinarono tutti e videro delle impronte. Sembravano grandi e calcate, sicuramente di un uomo. Allison non avrebbe saputo dire di quanti anni, ma probabilmente non era giovane. Davanti a sé, la tenda cominciò a muoversi.
<< Impronte fresche. >> disse Chris.
Allison preparò l’arco.
<< State pronti. >>
La tenda continuò a muoversi, la plastica produceva un rumore strano. Il vento le solleticò il collo, sfiorandole i capelli. Sentì il cuore battere forte, quasi frenetico nel petto. Aveva una rabbia famelica che le ribolliva dentro. Perché Kate l’aveva riportata in vita? Dopo quello che era diventata, non credeva che fosse rimasta una parte ancora umana in lei. Di sicuro c’era dietro qualcosa. Non sentiva più niente, non un briciolo d’amore per lei, solo rabbia. O forse, se proprio doveva essere sincera, solo malinconia. Gli occhi asciutti sembrarono bruciare. La freccia incoccata le stava graffiando le dita. Sentì un grido, probabilmente quello di Paige e lanciò.
La tenda volò via e dietro… si rivelò solo una finestra dai vetro infranti. Si voltò nella direzione dell’urlo e capì che era stata concentrata troppo a lungo sulla tenda. Di fronte a lei, sull’uscio della porta, c’erano due enormi Berserker che li stavano fissando. Avvertì un formicolio al braccio. Paura. Non poteva permettersi di avere paura. Gli altri erano tutti in fila ai suoi lati pronti ad attaccare. Derek spinse Paige verso una stanza lì accanto e lei sparì, inghiottita dal cemento. Aveva fatto delle ricerche in base a quello che qualche informatore aveva detto loro su Kate e sui suoi, quindi sapeva che c’era solo da scappare. Il problema era che la porta era sbarrata.
Scott si slanciò per primo contro di loro, seguito a ruota da Derek. Chris cominciò a sparare con una pistola, ma i proiettili finirono in fretta, così dovette cambiare arma: una mitragliatrice. Allison usò un paio di frecce, ma si accorse quasi subito che erano inutili. Stiles aveva la sua amata mazza da baseball, ma non sarebbe servita a molto. Prese Lydia per mano e cercò di portarla al sicuro. E d’un tratto, Scott veniva scagliato contro il muro dietro di lei. Forse aveva strillato, ma non era molto sicura. Aveva le orecchie piene del rumore dei Berserker che si muovevano e distruggevano tutto. Corse verso Scott e si inginocchiò alla sua destra.
<< Scott, sei sveglio? Riesci ad alzarti? >> chiese, cercando di non far trasparire il panico nella voce.
Scott prese a tossire furiosamente.
<< Sì, sto bene. >> rispose, provando a rialzarsi. Crollò di nuovo sul pavimento.
<< Scott, ti prego! >> esclamò, Allison con voce strozzata. << Ho bisogno di te. >>
Scott la guardò a fatica. Vedeva tutto sfocato e pieno di polvere. Si fece forza e si costrinse a tirarsi su. Fece leva sulle braccia e sulle gambe, poi si rialzò. Allison lo guardò come se fosse stato un malato terminale che all’improvviso rinsaviva.
<< Posso farcela. >> disse, interpretando il suo sguardo. << Sto bene. >>
Allison deglutì, annuendo. Lo vide sfrecciare di nuovo verso i nemici, ributtandosi nella mischia. Suo padre stava facendo fatica e tenergli testa: stava finendo i colpi. Derek era a terra. Uno dei due bestioni lo tirò su in malo modo, graffiandosi la pelle e la maglia. Aveva il viso ridotto male e molti tagli. Quando i suoi piedi si allontanarono dal terreno, Allison non ci vide più. Elaborò un piano per uscire di lì. Le serviva solo un diversivo. Scoccò una freccia verso la mano del Berserker, che la fissò e lasciò Derek.
<< Stiles! Porta via Lydia quando te lo dico! >> gridò.
Scoccò un’altra freccia e l’altro Berserker prese ad avanzare verso di lei. Chris si gettò contro il muro, cercando di scansarlo. Scott era terrorizzato.
<< Allison, è un piano suicida! Smettila! >> esclamò.
<< So quello che sto facendo! Posso prendermi cura di me! >> rispose. << Papà, appena te lo dico, lancia quella granata! >>
I Berserker le si avvicinarono. Uno dei due cercò di colpirla, quello più vicino, ma Allison si scansò in tempo.
<< Allison, no! >> urlò Scott.
<< Stiles, ORA! >>
Stiles uscì dal nascondiglio insieme a Lydia, correndo a più non posso verso l’uscita. Scott si morse l’interno della guancia, imprecando sottovoce, poi si slanciò verso Derek e lo aiutò ad alzarsi.
<< Paige… >> mormorò Derek, con gli occhi mezzi aperti. << Paige… >>
<< Ci penso io, voi uscite! >> disse Chris, andando a prendere Paige.
Uno dei due Berserker cercò di artigliare Allison. Lo scansò, saltellando come un coniglio. Aveva solo un’ultima freccia, ma non poteva sprecarla.
<< EHI, BRUTTI BESTIONI! >> urlò Paige dietro di loro, cercando di non sembrare terrorizzata. Allison strabuzzò gli occhi. I due si voltarono.
<< Paige, corri! >>
<< Sbrigati, Allison! Signor Argent, vada via! >>
Chris lanciò la piccola bomba a mano ancora con la sicura ad Allison, poi corse via titubante. Paige indietreggiò, mettendo le braccia davanti al viso. Uno dei due bestioni alzò un braccio per ghermirla, ma Allison sfrecciò nello spazio fra i due, scivolò verso Paige, le prese una mano e corse fuori, mentre lanciava la granata nella fabbrica.
 
Rotolarono fuori con il cielo già dipinto di blu scuro.
Allison buttò fuori l’aria, ma non ci fu molto tempo per rimanere sdraiati. Scott l’aiutò ad alzarsi, mentre Stiles pensava a Paige ed andarono lontano da lì. Si fermarono dietro la jeep di Stiles, parcheggiata poco lontano da lì, ma abbastanza da non esplodere assieme all’edificio. Derek sembrava uno straccio, ma per fortuna il fisico stava già cominciando a curarsi da solo. Paige si sedette accanto a lui, spalla contro spalla. Non era sicura che fosse sveglio, ma il suo respiro regolare era veloce, quindi probabilmente era cosciente. Lydia si guardò intorno, aspettandosi di vedere Parrish spuntare da qualche parte, ma non lo vedeva. Era scomparso quasi subito e non era riuscita a capirne il motivo. Forse aveva seguito quelle impronte fuori dal prefabbricato.
<< Ci hai salvati tutti, Allison. >> disse Scott, sorridendo. Allison alzò le spalle.
<< Così sembra. >> rispose. << Chissà se sono morti o… >>
Allison si bloccò. Di fronte a loro, una manciata di cenere prese volare in cerchio come un tornado. I granelli si inseguivano fra di loro. Lydia si alzò e tese la mano verso di loro, guardandoli come se avesse finalmente capito ogni cosa. Parrish non era morto o lo avrebbe sentito. E non era morto, perché non era umano.
La sua mano sfiorò l’uniforme della polizia. Si ritrovò a guardare Jordan senza capire. Gli altri si alzarono in fretta, fissando il ragazzo davanti a loro, rinato dalla cenere. Aveva un grosso squarcio all’altezza del petto pieno di sangue raffermo. Scott vide che i pantaloni erano bruciacchiati. Allison si portò le mani alla bocca.
<< Credo di dovervi delle spiegazioni. >> disse, imbarazzato.
<< Non servono. >> replicò Paige, facendosi largo fra gli altri. << Tu sei una fenice. >>
 
Melissa cercò di non curarsi di quella conversazione, ma una parte di lei non riusciva davvero a resistere a tutta quella sorpresa. Continuò a fasciare il braccio di Derek, ma con le orecchie ascoltava tutto quello che si stavano dicendo nel suo salotto.
<< Sono saltato dalla finestra e ho inseguito quell’uomo. Si è trasformato in un lupo e abbiamo lottato, finché lui non mi ha ferito. Sapevo che non sarei riuscito a tenergli testa ancora a lungo, così mi sono trasformato. Le fenici si rigenerano di continuo. Se arrivi al momento prima in cui stai per morire, puoi tornare cenere e poi rinascere. Non sono immortale, ma posso salvarmi in più occasioni, diciamo così. >> spiegò Jordan, guardando prima l’uno, poi l’altro fra i partecipanti alla riunione.
Lydia cercò di guardare dall’altra parte. Stiles continuava ad annuire come in trance. Scott si grattò la nuca, confuso.
<< Jordan, senti, credo che tu abbia ancora delle cose da spiegarci. >>
<< Tipo perché sei qui. >> disse Stiles.
Jordan sospirò.
<< Siete sicuri di reggere anche questo? D’accordo, parlerò. Ero nell’esercito, anni fa e successe. Tutti i miei compagni erano morti ed io stavo per soccombere, ma mi trasformai al colpo mortale. Non avevo motivo per farlo, se non uno solo. E cioè venire qui. Dovevo proteggere una persona. >> rispose. Lydia alzò lentamente lo sguardo verso di lui. E Jordan seppe che aveva capito. << Allora avevo ventiquattro anni e sono il fratello maggiore di Isaac. Il mio vero nome è Jordan Lahey. >>
Melissa sgranò gli occhi. Neanche nelle telenovele spagnole più ridicole saltava fuori una trama simile. Derek si alzò dalla poltrona e tornò in salotto.
<< Perché non ce l’avevi mai detto? Isaac lo sa? >> chiese Derek.
<< No, lui non ne sa niente. Non sono riuscito a dirglielo. Mi sono sentito così in colpa… Nostro padre gli ha fatto troppo male. E io non c’ero. >>
<< Dovrebbe saperlo. >> disse Scott. << Allison gli ha detto di essere viva. >> continuò, quasi in modo amaro. Allison lo guardò a lungo.
<< Scusate se ve lo dico solo ora. Comunque, dovete sapere che Stuart Fulton è scomparso. Sono riuscito a strappargli poco e niente. Ci aveva seguito fin lì e voleva Paige. Non so altro. Mi dispiace. Vorrei potervi aiutare di più. >>
<< Grazie, Jordan. >> disse Melissa. << Se vuoi, puoi riposarti qui stanotte. >>
<< No, sto bene. Dov’è il bagno? >>
<< Al piano di sopra. >>
<< Grazie. >>
Jordan andò di sopra. Chris disse ad Allison che era ora di andare. Salutarono tutti ed uscirono. Stiles e Scott presero un po’ di gelato e si infilarono in cucina, mentre Melissa andava via per fare il turno di notte. Derek riaccompagnò Paige a casa.
<< Che ne pensi? >> chiese Stiles a Scott, prendendo i cucchiaini dal cassetto.
<< Non lo so. Adesso sono troppo stanco per pensare. >> rispose. << Se fossi nei panni di Isaac, credo che vorrei sapere di avere un fratello maggiore, ma allo stesso tempo ne sarei spaventato. Recuperare il tempo perduto è molto difficile. >>
Stiles annuì, riempiendosi la bocca di gelato alla vaniglia.
<< Giusto, fratello. >> replicò, mandando giù. Scosse la testa, infreddolito.
<< Stiles, non mangiare come un porco. >> lo redarguì Scott sorridendo, poi prese una bella cucchiaiata anche lui. << Ehi, dov’è Lydia? >>
<< Vado a chiederle se vuole un po’ di gelato. >> si offrì Stiles, alzandosi.
 
<< Sei qui perché era la stanza di Isaac? >> chiese Lydia, appoggiandosi con la spalla allo stipite della porta.
Jordan si voltò, sorpreso.
<< Perché sei qui? >>
<< Rispondi prima alla mia domanda. >>
<< Sì, è così. >> rispose, guardandola con circospezione. << Questo guantone da baseball era suo, non se ne separava mai. >> disse, mostrandole quello che aveva in mano.
<< Puoi fidarti di me. Ecco perché sono qui. >>
<< Sono dalla vostra parte. >> replicò Jordan, mettendo via il guantone. Si avvicinò verso di lei. << Sono sempre stato dalla vostra parte, Lydia. Sto cercando di proteggervi tutti. >>
<< Per Isaac? >> chiese Lydia, con il fiato corto. Le sembrava all’improvviso di non avere più aria nei polmoni.
Jordan la guardò negli occhi. La guardava come nessuno l’aveva mai guardata. Era come se nascondesse tutto e niente, come se potesse tradirla ma dolcemente, forse anche accoltellarla sul posto e lei l’avrebbe amato comunque. Si sentiva completamente rapita da come la guardava, da come muoveva il petto quando respirava, da come la linea della sua clavicola fosse morbida alla pari di una pennellata d’inchiostro, sotto le vesti smembrate.
<< Non solo per Isaac. >> rispose, mentre il cuore di Lydia minacciava di esplodere. Non erano distanti, loro erano uguali. Lo aveva capito davvero solo quando lui aveva confessato.
Probabilmente non avrebbe dovuto farlo. Non avrebbe dovuto tirarlo a sé per il colletto e baciarlo, sentirsi bruciare dentro come una fenice che sta morendo e nascendo allo stesso tempo, avvertire i piedi incollati al pavimento, ma lo fece. Non avrebbe dovuto sentirsi in colpa, ma fu così. Non avrebbe dovuto pensare agli occhi di Stiles mentre le diceva tutto, tutto quello che non le aveva mai detto prima, ma lo fece. E, soprattutto, non avrebbe dovuto chiedergli di rimanere con lei, quella notte.
Ma lo fece.
 
<< Grazie per avermi riaccompagnata a casa. >> disse Paige, scendendo dall’auto. Derek la imitò.
<< Mi sento più sicuro se ti riaccompagno io. >>
Paige sorrise.
<< Ti sei accorto di quello che hai appena detto? >> chiese.
<< Paige, posso salvarti. >> replicò Derek. << Il morso di un lupo mannaro… >>
<< No. >> lo interruppe Paige. << Grazie, ma no. Non voglio diventarlo. >>
<< Può salvarti la vita. >>
Paige sospirò, guardandolo dolcemente.
<< Hai presente quando sai che dovresti davvero mangiare la verdura perché fa bene, ma non lo fai perché non ti piace? Be’, per me è così. Non voglio diventare un lupo mannaro. Posso scegliere e scelgo di morire da mortale. >>
Derek era disperato.
<< Per favore, voglio salvarti. Oggi sei stata davvero coraggiosa e sei viva per miracolo! Mi è già successo e… non voglio dover dire di nuovo addio a qualcuno che conosco. >>
Paige gli rivolse un sorriso amaro, scrutandolo con quei suoi profondi occhi blu.
<< Ti voglio bene, Derek. Non dovrai assistere anche a questo. >> disse, sfiorandogli una guancia con la mano. << Farò in modo che non accada, quando la malattia peggiorerà. Buonanotte. >>
Derek la lasciò andare, impotente. La vide aprire la porta del palazzo, entrare e salire le scale con passo lento e misurato. Aveva imparato a riconoscerlo con i suoi sensi di lupo, ormai. Avrebbe dovuto lasciarla morire di sua volontà, ma non ci riusciva. Perché quando si tratta di lasciare andare le persone che ami, è sempre più difficile che perderle.
Così, si slanciò verso il palazzo corse da lei, la prese per un polso e la baciò. Si sentì attraversare da una scarica elettrica lungo la spina dorsale, ma si sentì anche dannatamente libero.
 
<< Sei un idiota, Fulton. >> disse Kate a denti stretti, poi gli tirò un calcio. Stuart Fulton si contorse di nuovo dal dolore, urlando. << Non ci si può mai fidare di nessuno. >>
<< Nemmeno di me? >> chiese una voce dietro di lei. Sorrise d’istinto, flettendo la schiena come un gatto.
<< Bentornato. >> disse, girandosi.
Peter si inumidì le labbra.
<< Ha fallito anche lui, eh? >>
<< Già. A quanto pare mi rimani solo tu. >> replicò, andandogli incontro. Gli ticchettò le mani sul petto, guardandolo famelica. I suoi occhi si illuminarono come un paio di fari accesi nel buio. << Non fallirai, vero? >>
Peter la prese per le spalle con leggerezza.
<< Affatto. Sai che non fallisco mai. >>
Kate gli sorrise. Fulton gridò di nuovo.
<< Odio quando non chiudono la bocca. >>
Caricò la pistola, non si voltò nemmeno e sparò.
Le grida si spensero nell’eco dell’acqua che correva lungo i tubi delle fogne.








Angolo autrice:
Happy Moonday a tutti! Ma vi rendete conto che questo sarà l'ultimo? ç_ç
D'accordo, a parte questo... Cosa ne pensate del capitolo? Devo dire che ci sono parecchi colpi di scena è.é
Dunque: abbiamo Lydia e Parrish insieme, ma anche i favolosi Derek e Paige *_*
E poi quel simpaticone di Peter che collabora con Kate. Lo avevate capito?
E poi certo, la rivelazione di Parrish. L'idea veramente viene dai vari spoiler su internet, ma non so se nella serie tv alla fine sarà così. Be', qui Jordan è il fratello di Isaac ed anche una fenice u.u
La scena della fabbrica mi è piaciuta molto, anche perché c'è Allison che ha un'idea geniale e mi mancava ç_ç (spero che non sembri troppo inverosimile).
Devo dire che mi dispiace molto per Malia, mi piace come personaggio, ma Stiles non prova dei sentimenti abbastanza forti per lei e così decide di lasciarla, invece di illuderla. E poi be', non si sa ancora cosa si sono detti lui e Lydia alla festa xD.
Potrei aggiornare ogni lunedì, ma non prometto niente.   
Sappiate che il prossimo capitolo sarà più lungo e ricco di sorprese!
Grazie a tutti quelli che recensiscono o mettono la storia fra le preferite/seguite/ricordate ed anche ai lettori silenziosi. Grazie, grazie, grazie!
Ciao :)
Erule   
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Erule