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Autore: Martha_Herondale    09/09/2014    7 recensioni
Salve, bella gente! Questa è la seconda fanfiction che scrivo su Death Note e avrà per protagonista un personaggio non molto popolare (io lo amo invece), ovvero Near. La storia ruota attorno al suo rapporto con una certa ragazza (nuovo personaggio) e ad un nuovo intricato caso. La fan fiction è divisa in due parti: i primi capitoli sono sulla loro infanzia alla Wammy's House, mentre per il resto indagano sul caso.
"Si era sempre chiesta, come possono due cuori di ghiaccio scaldarsi a vicenda? Ma in realtà, i loro cuori si erano scontrati con un tale violenza, da andare in frantumi, sciogliendosi quindi con facilità."
Genere: Dark, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era notte fonda, l'intero istituto era immerso nell'oscurità e l'unica luce era quella pallida e spettrale della luna che filtrava attraverso le finestre. Lyem svoltò nell'ennesimo corridoio deserto, sospirò per l'ennesima volta e proseguì con passo strascicato. Era passato un quarto d'ora buono, da quando aveva lasciato la sua camera (di cui non ricordava più il numero), eppure non era ancora riuscita a trovare quella di Near. A causa della sonnolenza e della semi-oscurità, si era persa così bene, che neanche volendo, sarebbe potuta ritornare indietro alla sua stanza.
Si lasciò sfuggire un grugnito rabbioso e fece per tirare un calcio al muro, ma si bloccò. Alla fine del corridoio, appollaiato sul davanzale di una delle finestre, c'era un'ombra scura.
Lyem accelerò, mantenendo però il suo passo felpato. Man mano che si avvicinava, i tratti della figura si facevano più distinti. Era un ragazzino dai capelli rossi, molto simili ai suoi, indossava un pigiama a righe che lo faceva sembrare un carcerato, ed era intento a trafficare con qualcosa che teneva in bilico sulle ginocchia, e che gli illuminava il volto, rendendo quasi fluorescenti gli occhi verde smeraldo.
 - Matt? - disse esitante Lyem. Ormai era arrivata al davanzale, ma molto probabilmente, se non avesse parlato, lui non si sarebbe neppure accorto della sua presenza, tanto era impegnato a giocare con la PSP.
 - T-tu?! - sobbalzò quest'ultimo, abbassando lo sguardo sulla bambina in camicia da notte. - Cosa ci fai tu qui?!
 - Potrei farti la stessa domanda! - esclamò Emily indignata, rispondendogli per le rime.
 - Sshh! - sibilò Matt, che con un balzo scese dal davanzale e le tappò la bocca con una mano. - Se continuiamo a gridare così, sveglieremo tutti. - le spiegò sottovoce.
Lyem si limitò a mugolare stizzita e ad alzare gli occhi al cielo, ma in realtà apprezzava il fatto che avesse usato il plurale, assumendosi così le sue responsabilità per aver alzato anche lui la voce.
Matt tolse la mano, prima che fosse l'altra a farlo in modo brusco.
 - Allora, mi vuoi dire perché stavi gironzolando per l'istituto a un'ora così tarda della notte? Di sicuro, se Roger ti scoprisse, non ne sarebbe felice...
 - Questo lo so benissimo. - replicò sgarbata Lyem. - Ma se vuoi sapere il motivo della mia passeggiata notturna, prima dovrai dirmi cosa stavi facendo tu, piuttosto.
 - Stavo giocando ai videogames. - rispose Matt tranquillamente, facendo spallucce e mostrandole la consolle con il gioco in pausa.
 - Cioè, questo potevi farlo anche nella tua stanza, perché sei uscito fuori? - insisté lei.
 - Avevo voglia di una boccata d'aria, e inoltre, soffro d’insonnia.
Lyem storse la bocca, poco convinta.
 - È la verità! - mormorò Matt. - Adesso dimmi di te.
 - Be', anch'io soffro d’insonnia. - rispose Emily senza la minima esitazione.
Le bugie migliori nascondono sempre un fondo di verità, d'altra parte, era vero che neanche lei riusciva a prender sonno.
 - Capisco... - disse pensieroso l'altro, risalendo sul davanzale e ricominciando a giocare.
Lyem fece per voltarsi e andarsene, ma non si mosse di un passo, rendendosi finalmente conto di non potergli mentire, se voleva avere qualche possibilità di raggiungere la camera di Near.
Sospirò, e contemporaneamente le labbra di Matt s’incresparono in un sorrisetto soddisfatto.
 - In realtà... - mormorò Lyem, girandosi verso di lui. - stavo andando da Near.
 - Che?! - esclamò Matt, senza tuttavia smettere di giocare. Sapeva che gli aveva mentito riguardo all’insonnia, ma non avrebbe mai immaginato che la verità fosse proprio quella.
 - Stavo andando da N-e-a-r. - ripeté lei, schioccando scocciata la lingua. - Quale parte della frase non ti è chiara?
 - Tralasciando il fatto che è tardissimo e che starà dormendo sicuramente, tralasciando anche che la sua camera si trova dall'altra parte dell'istituto, Near ti ha dato forse il permesso di andarlo a disturbare nel cuore della notte senza un valido motivo? Non sta bene per niente. - spiegò Matt, rimproverandola.
Lyem sbuffò indignata: eccone un altro che la trattava come una mocciosa!
 - Perché prima non provi a insegnare un po' di buona educazione a quello psicopatico del tuo amico biondo effeminato?! E poi il mio motivo è valido.
 - Credimi, Mello è un caso perso, è da cinque anni che ci provo. - ribatté affranto Matt, ignorando quel “biondo effeminato” piuttosto esilarante.
 - Allora se sai dove si trova la stanza di Near, mi potresti spiegare la strada da fare? - chiese Lyem, il più gentilmente possibile.
 - No.
La risposta di Matt riecheggiò secca e terribile nell’aria.
 - Quindi neanche tu sai di preciso dov'è... Be', non puoi essermi d'aiuto, perciò ti saluto. - concluse Emily, voltandosi nuovamente e incamminandosi verso l'ennesimo corridoio.
 - Hai frainteso. - disse Matt poco dopo, bloccandola. - Io so esattamente dove si trova la stanza di Near e il percorso da fare per raggiungerla, solo che... non te lo dirò, finché tu non mi spiegherai nei dettagli il motivo di questa visita notturna.
Lyem rimase immobile per un po', dandogli le spalle e fissando l'oscurità. Che fare? Passare la notte insonne a vagare per l'istituto come una povera idiota, o rivelare un segreto così personale a un perfetto sconosciuto?
Sospiro di rassegnazione.
 - So bene, che non sono nelle condizioni di dettare regole, - iniziò a dire, incamminandosi nella sua direzione. - quindi te lo chiederò come favore personale... Potresti evitare di andare a raccontare in giro questo cosa, per piacere? – domandò, appoggiandosi al davanzale.
Lo disse con l'espressione più supplichevole, dolce e indifesa che possedeva, sperando di riuscire a ottenere un qualche effetto su quel ragazzino.
Matt, dal canto suo, quando abbassò lo sguardo sulla bambina, non poté fare a meno di sentirsi confuso e imbarazzato, nel vederla con quella faccia. Lyem giurò che fosse addirittura arrossito un po'.
 - Mi piacciono i favori. - rispose Matt, cercando di ristabilire una qualche connessione con il cervello. – Ricordati però, che ogni tanto vanno ricambiati.
 - Certo. – annuì Lyem, ritornando seria.
 - Vieni. – disse lui con un sorriso, invitandola a salire sul davanzale.
All’inizio Lyem provò ad arrampicarsi da sola, ignorando la mano tesa dell’altro, ma quel davanzale era troppo alto per lei, così alla fine si arrese e gli afferrò la mano. Per tutta risposta, Matt si chinò su di lei, prendendola saldamente per i fianchi e issandola sul davanzale, gesto che, ovviamente, la lasciò senza fiato.
“Come si permette a prendersi tante confidenze?!” pensò Lyem, arricciando il naso. “E poi mi fa discorsi sulla buona educazione…”
“Credevi davvero di essere l’unica a poter mettere in imbarazzo le persone?” pensò invece Matt. “Ecco, così siamo pari.”
Lyem si sistemò in un angolino, il più lontano possibile dall’altro, e lasciò dondolare distrattamente i piedi nel vuoto; gettò un’occhiata al cielo stellato alle sue spalle, prese un bel respiro e iniziò a parlare.
 - Da quando sono morti i miei genitori, non riesco più a dormire, gli incubi mi tormentano, mi tengono sveglia. Ieri notte sono stata costretta a dividere il letto con Near, e siccome stavo singhiozzando, lui non riusciva a dormire, così per farmi smettere, mi ha abbracciata… ha funzionato. Entrambi abbiamo dormito profondamente e tranquillamente, forse perché l’abbraccio era… come dire… - sussurrò Lyem, cercando la parola adatta.
L’imbarazzo e l’ansia che aveva provato prima di iniziare a parlare, si erano persi nel corso della storia.
 - … piacevole...  - concluse Matt al posto suo.
Lyem si voltò a guardarlo, e quando incontrò i suoi occhi, capì che era davvero sbalordito, senza parole, sotto shock…
“Near?! Quel pezzo di ghiaccio l-l’ha abbracciata sul serio? M-ma chi è questa tizia?! Deve possedere qualche potere sovrannaturale per riuscire ad avere contatti fisici con Near… o è lui che è impazzito, diventando una persona normale?”
Ecco, questo era il casino che si stava scatenando al momento nella testa di Matt, mentre la bambina dai poteri sovrannaturali lo fissava interrogativa, senza capire.
 - Quasi tutti gli abbracci sono piacevoli, no? Quindi perché ti stupisce tanto la cosa? – domandò Lyem. – Ah! Forse è perché di solito non gli piace essere toccato dalle altre persone?
 - Non so chi tu sia… - iniziò a dire Matt, guardandola sconvolto.
 - Io sono Lyem. – lo interruppe quest’ultima. – Scusa, non mi ero ancora presentata.
 - … ma se sei capace di fare una cosa del genere in così poco tempo, allora sarà meglio che ti porti immediatamente da Near. – continuò lui, ignorandola e afferrandola per un braccio. – Andiamo!
Lyem si lasciò trascinare di qua e di là senza opporre resistenza, seppure ancora abbastanza confusa.
Dopo quelli che avrebbero potuto essere minuti o ore, Matt si fermò di colpò davanti a una porta, e Lyem, che era ancora con la testa fra le nuvole, andò a sbattere dritta dritta alla sua schiena, soffocando fra le pieghe del suo pigiama troppo grande.
 - Siamo arrivati. – disse Matt a bassa voce. – Questa è la porta della camera di Near.
 - Era ora! Comunque grazie. Se manterrai il segreto, ti restituirò il prima possibile il favore, ma se dovessi andare a spifferarlo in giro… - rispose Lyem minacciosa.
 - Mi pesteresti per bene, sì lo so. – ribatté sbrigativo l’altro. – Adesso va’ a letto, buonanotte.
Detto questo, girò sui tacchi e si avviò verso la sua camera, ancora troppo sconvolto per aggiungere altro.
 - Buonanotte… - mormorò Lyem, non appena fu sparito alla vista.
Poggiò esitante la mano sul pomello della porta e girò delicatamente in senso antiorario, aprendone appena uno spiraglio. Scivolò silenziosamente dentro, lasciando che questa si richiudesse alle sue spalle.
La stanza sarebbe stata completamente buia, se non fosse stato per la flebile luce della luna e delle stelle; il silenzio era interrotto soltanto dal respiro calmo e regolare di Near, segno che stava dormendo davvero, e anche profondamente.
Si fece strada a tentoni nell'oscurità, inciampando più e più volte nei giocattoli sparsi per terra, finché non andò a sbattere dolorosamente al letto, lasciandosi sfuggire un gemito, ma Near continuò a dormire indisturbato. Aveva sul serio un sonno così pesante?
Aguzzando la vista, riuscì a distinguerlo meglio: era messo in posizione fetale, con le coperte che gli arrivavano fin sopra al naso.
Senza far rumore, Lyem s’inginocchiò sul freddo pavimento e si appoggiò al bordo del letto.
 - Near... ? - sussurrò dolcemente.
Provò più volte a svegliarlo, chiamandolo, ma niente. In fin dei conti, non era necessario che fosse sveglio, non aveva bisogno del permesso di nessuno.
Lentamente sollevò le coperte, rivelando così il pinguino di peluche che Near stava stringendo al petto. Aveva la bocca appena dischiusa, i lineamenti rilassati dal sonno e una mano ancora infilata fra i capelli; non poté fare a meno di soffermarsi un attimo a osservarlo, lasciandosi sfuggire un sorriso, perché era davvero adorabile e infantile in quella posizione.
S’infilò sotto le coperte, spingendolo con delicatezza contro il muro, mentre gettava via il peluche per prendere il suo posto fra le braccia di Near. Soltanto allora, quest'ultimo si decise finalmente ad aprire gli occhi.
 - Cosa... - mormorò confuso, con voce impastata dal sonno. - Lyem? Che ci fai tu qui?
 - Non riuscivo a dormire a causa degli incubi, perciò sono venuta da te. Sinceramente non me ne frega niente, se sei d'accordo oppure no, tanto non riusciresti comunque a mandarmi via. - rispose Lyem con fermezza.
Un sospiro le fece rizzare i peli sulla nuca.
 - Non c'è problema. - biascicò Near, stringendola a sé, prima di volare nuovamente fra le braccia di Morfeo.
Dopo pochi minuti, anche Lyem sprofondò in un sonno tranquillo e privo di incubi, con il sorriso sulle labbra.
 
 - Svegliati, Lyem. Adesso. - la chiamò Near, pizzicandole dolorosamente una guancia.
 - Ahi. - mugugnò l'altra, aprendo con fatica gli occhi.
Near era chino su di lei e occupava tutta la sua visuale, i loro visi a pochi centimetri di distanza. In una posizione talmente strana, Lyem non poté fare a meno di arrossire, mentre Near mantenne la sua solita espressione neutra.
Il bambino scese dal letto e sollevò bruscamente le coperte, mentre il freddo dell'aria penetrava nella pelle di Lyem.
 - Che modi! - protestò questa.
 - Sbrigati ad alzarti e ad andartene. - disse per tutta risposta l'altro.
 - Andarmene? - domandò Lyem confusa.
Le ci volle un po', per ricordarsi della nuova camera che le era stata assegnata e di come era sgattaiolata via la scorsa notte.
 - Ah, ora ricordo! - esclamò infatti, stropicciandosi gli occhi.
 - Allora vai, prima che inizino le lezioni. - insistette Near, indicandole la porta. - Se Roger dovesse passare dalla tua camera e trovarla vuota, potresti avere dei problemi.
 - Ecco, c'è una cosa che non ti ho detto riguardo ieri sera... - disse incerta Lyem, gettando un'occhiata alla sveglia che segnava le otto meno qualche minuto. L'ora di alzarsi era passata da un pezzo, quindi si chiese come avesse potuto non sentirla suonare.
 - Mi ero persa. Ho girato a vuoto per un quarto d'ora, finché non ho incontrato Matt, che mi ha accompagnato qua... - concluse imbarazzata Lyem.
Era sicuramente meglio sorvolare quella specie di patto che lei e il rosso avevano fatto, poiché questo avrebbe implicato di raccontare a Near tutto ciò che si erano detti quella notte, ed era abbastanza certa che non avrebbe apprezzato.
 - E così non hai il minimo senso dell'orientamento... E la tua memoria equivale a quella di un pesce rosso, cioè 30 secondi. - commentò Near, con lo stesso tono che avrebbe potuto avere uno scienziato nel constatare il risultato di un esperimento. Dopotutto, non era forse così che vedeva le persone, come degli esperimenti?
 - Non è colpa mia, se sono nata così. - gli fece notare Lyem, facendo spallucce.
 - Ti riaccompagno io, ma dobbiamo fare in fretta, alle 8:15 devo essere in classe. - rispose Near, aprendo la porta e uscendo.
Lyem balzò giù dal letto e in un lampo lo raggiunse nel corridoio. Adesso non era più deserto, anzi, pullulava di bambini e ragazzi, che chiacchieravano e scherzavano fra loro, che si precipitavano a fare colazione in ritardo o che, in tutta calma, si dirigevano verso le rispettive aule.
Come al solito, suo malgrado, non passarono inosservanti, mentre gli occhi di tutti si puntavano su di loro e i primi bisbigli cominciavano a circolare.
 - Vieni. - disse secco Near, cominciando a camminare con passo spedito.
Lyem lo seguì obbediente in silenzio. Certe volte avrebbe davvero voluto essere inespressiva e insensibile come lui, estraniandosi completamente dal mondo, incurante degli altri.
 - Un attimo... tu come fai a sapere dove si trova la mia camera?! - sussultò Lyem, rendendosi conto solo ora dell'assurdità della cosa.
 - Perché so dov'è la stanza numero 42, ovvero la tua.
 - Ah, già. - disse l'altra. Effettivamente era presente anche lui, quando Roger gliene aveva parlato.
 - Ieri sera non ti è venuto in mente di seguire i numeri delle camere, invece di perderti? - chiese Near, interrompendo i suoi pensieri. - Ma forse non ti sei neppure accorta che erano numerate.
 - Non sono cieca... - brontolò Lyem. - Solo non mi ricordavo il numero della tua.
“E neppure della mia.” aggiunse mentalmente.
 - 17. Tienilo a mente d'ora in poi.
 
Angolo autrice
Saaalve, albini! ^.^ Gridiamo al miracolo: quasi mezzanotte e sono ancora cosciente delle mie azioni! Inoltre, altre 5 pagine di Word!!! Hip hip, urrà! Hip hip, urrà! Hip hip, urrà! xD Ho sclerato abbastanza? :) Come al solito, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e che recensiate in tanti come sempre (stavolta ci tengo a sapere cosa pensate del rapporto Lyem/Matt u.u). Ho deciso di svelarvi un piccolo segreto imbarazzante sui peluche di Near, o meglio, su di me... Posseggo i suoi stessi peluche... Sì, sono abbastanza infantile (non fatevi strane idee sulla mie età però, sono un adolescente dopotutto :3)
Tanto love per i miei fedeli lettori <3
A prestoooo ;)
   
 
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