Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: CHOU    09/09/2014    2 recensioni
Sono passati sei anni dal Nogitsune. Le loro vite erano andate avanti e ora Stiles si ritrovava a compiere uno dei passi più importanti della sua vita: lasciare Beacon Hills.
“Non è facile. Domani lascio tutto. Cioè, amico, tutto! Certo Scott partirà anche lui alla volta di New York. New York e Banff distano tremilacentoventitré chilometri! Ti rendi conto?! Il massimo di distanza che abbiamo mai avuto io e Scott sono i metri che separano le nostre case! Dio Derek, non ci saranno più riunioni di branco. Niente più bighellonaggi in giro e… mio padre! – iniziò a gesticolare furiosamente camminando su e già per la lunghezza della camera- Morirà di colesterolo nemmeno una settimana che sarò via!”
“Puoi sempre rimanere”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La pioggia continuava a cadere da qualche giorno ma Stiles non ne era disturbato. Stava fermo a osservare le gocce di pioggia rincorrersi sul vetro della finestra della sua stanza disegnando intricati percorsi. Al piano di sotto suo padre stava guardando una partita alla televisione, il volume talmente alto che Stiles poteva sentire gli echi della voce dei telecronisti.
Quello sarebbe stato il suo ultimo giorno come abitante di Beacon Hills. L’università era finita e l’indomani avrebbe caricato la macchina e avrebbe guidato fino a Banff dove lo aspettava la sua nuova vita. Aveva sempre creduto che avrebbe seguito le orme del padre e reclamato il posto di sceriffo della sua città. Ci si vedeva bene ad andare in giro a risolvere casini con il distintivo appuntato sul petto. Ma dopo anni di lotte, morte e indagini sovrannaturali era stanco. Profondamente. Aveva visto cose di inimmaginabile violenza, conosciuto i peggiori assassini. Gli sembrava che la sua vita da sedicenne sempre pronto a nuove avventure fosse lontana mille secoli e non gli effettivi sei anni che erano trascorsi. Non c’era stato un periodo di quiete, un momento in cui fingere di essere un normale adolescente con normali problemi e normali amici. Aveva rischiato la vita innumerevoli volte, suo padre, i suoi amici… li aveva visti in preda al dolore più sordo e alla paura più grande. Aveva dovuto convivere anni con la sensazione di non essere mai abbastanza: mai abbastanza forte, mai abbastanza intelligente. Ma aveva voluto rimanere ancorato alla sua umanità con tutta la convinzione che possedeva. Aveva bisogno di un punto fermo in tutto quel caos, quel vorticare di sovrannaturale.
Era stanco e ora voleva solo riposare. Chiudere gli occhi senza aver paura di riaprirli. Non si illudeva di poter vivere un’esistenza normale, aveva visto troppo per dimenticare, per rimanere cieco al sovrannaturale. E poi c’era Scott. E tutti gli altri.
Stiles accennò un sorriso divertito: non poteva certo dire di aver vissuto una tranquilla e noiosa adolescenza! E, in tutta onestà, non poteva in tutta sincerità dire che non avrebbe rifatto tutto da capo.
Ne avevano passate tante ed erano sopravvissuti.
Non tutti però.
Quel pensiero lo attraversò improvvisamente, facendolo gelare dentro.
Anche se erano passati cinque anni il ricordo era doloroso. Come dolorosa era la vista della sua cicatrice. Una sottile linea che partiva dalla clavicola sinistra fino al pettorale. In procinto del cuore.
Era anche a causa di quello che Stiles aveva deciso di lasciarsi tutto alle spalle.
Un lieve bussare alla finestra lo distolse dai suoi pensieri. Spaventato si girò di scatto verso il rumore.
“Ma che accidenti…” di corsa aprì la finestra rabbrividendo per il freddo che l’aveva investito all’improvviso.
“Ho una porta, sai? Una bella porta. Una grande bella e socievole porta che è da sei anni che vorrebbe fare la tua conoscenza. Ma tu n-”
“Stiles!”
“E non ti mangia se bussi. Inoltre stai invecchiando” concluse serafico.
A quelle frase Derek ringhiò.
“Hai finito? Sono bagnato e di cattivo umore, quindi chiudi quella bocca e dimmi se è tutto pronto o no.”
“Tutto pronto Sourwolf, e mi sto chiedendo perché ti sia disturbato a venir fin qui.”
Derek lo guardò a lungo per poi togliersi la giacca fradicia. Aveva le sopracciglia accigliate come al solito e lo sguardo attento.
“Fai odore di tristezza.” Replicò serio il lupo.
Stiles serrò le labbra e mise su un’aria vagamente colpevole.
“Non è facile. Domani lascio tutto. Cioè, amico, tutto! Certo Scott partirà anche lui alla volta di New York. New York e Banff distano tremilacentoventitré chilometri! Ti rendi conto?! Il massimo di distanza che abbiamo mai avuto io e Scott sono i metri che separano le nostre case! Dio Derek, non ci saranno più riunioni di branco. Niente più bighellonaggi in giro e… mio padre! – iniziò a gesticolare furiosamente camminando su e già per la lunghezza della camera- Morirà di colesterolo nemmeno una settimana che sarò via!”
“Puoi sempre rimanere”
La voce di Derek non aveva inflessioni, gli occhi puntati in quelli più grandi e dolci dell’umano. Il viso alzato in segno inconscio di sfida.
“Mai.”
I due ragazzi rimasero a fissarsi per qualche secondo in completo silenzio mentre la risposta secca e decisa di Stiles risuonava ancora nell’aria.
Derek annuì velocemente per poi girarsi e sparire fuori dalla finestra.
“Bhè, buonanotte anche a te!” borbottò l’umano prima di sedersi pesantemente sul letto.
“Uff ha pure dimenticato la giaccia”
Allungò una mano per afferrare la giacca di pelle del lupo. La guardò attentamente, rigirandosela fra le mani. La prima volta che aveva visto Derek indossava una giacca simile. Derek indossava sempre giacche simili. Al pensiero gli venne da sorridere. Erano passati anni ma Derek non era cambiato poi molto su certi aspetti. Per altri, invece, era completamente un’altra persona. Dopo il Nogitsune era stato rapito e quando l’avevano trovato era diventato nuovamente un Alpha. E aveva deciso di andarsene. Aveva fatto le valigie ed era partito con Cora. Nessuno sapeva se l’avrebbero rivisto.
Poi era tornato.
Una sera uguale alle altre Stiles aveva trovato la finestra aperta e Derek seduto alla sua scrivania. Aveva un nuovo caso da sottoporgli, una nuova ricerca. E così, senza bene capire come, Stiles Stilinski era stato di nuovo catapultato in quel mondo fatto di zanne e artigli.
Per un primo periodo Scott era stato in disparte, troppo occupato per non morire dal dolore per la perdita di Allison. Era stato un brutto periodo, per tutti. Lydia appena finita la scuola era volata oltreoceano, distrutta dal dolore. Poco importava se avesse ritrovato un equilibrio, quella piccola città le aveva tolto più di quanto le avesse mai dato. Lui, Malia, Kira, Scott e Isaac erano rimasti.
Malia era entrata nel branco di Scott e Kira aveva preso pian piano il posto di Allison nel cuore del ragazzo.
Lui aveva provato ad andare avanti, senza pensare che, in realtà, Allison e Aidan erano morti per colpa sua. Che aveva le mani bagnate del loro sangue. Aveva tirato dritto, senza permettersi di cedere. Aveva anche iniziato una relazione con Malia ma non sentiva più nulla dentro di lui. Era come se si fosse spezzato qualcosa, un dettaglio troppo importante per permettere al suo corpo di funzionare normalmente.
Si era trovato bene con lei. Era una po’ strana alle volte….ma che vuoi farci, passare gran parte della propria da coyote non è poi un grande affare per la sanità mentale di una persona! Aveva trascorso dei momenti in cui era spensierato, in cui per la prima volta poteva sperimentare cosa volesse dire essere un adolescente. E il sesso. Oh il sesso! Dopo una vita di astinenza e rifiuti, per la prima volta aveva una ragazza e, bhe, poteva fare quello che si presume una ragazza e un ragazzo facciano nel bel mezzo di una tempesta ormonale tipica dei diciassette anni.
Era stato sereno, sereno sul serio. Era sereno ma mai veramente felice.
Poi Derek era tornato.
 
Non aveva detto a nessuno dove fosse stato o come avesse fatto a tornare Alpha. Aveva deciso di non formare un nuovo branco, aveva deciso di stare da solo, completamente. Cora era rimasta a New York a iniziare una vita normale mentre lui era tornato a Bacon Hill.
Un trillo di telefono fece sobbalzare Stiles per la seconda volta in pochi minuti.
“Scott!”
“Stiles! Non posso crederci! Ce ne stiamo andando!” la voce emozionata dell’amico fece sorridere l’umano.
“Già…lo stiamo facendo per davvero.”
“Isaac e Malia mi raggiungeranno tra qualche settimana, quando avrò trovato il posto adatto”
Scott si era laureato in scienze motorie e aveva deciso di aprire una palestra con l’aiuto dei suoi beta. Isaac – diventato psicologo – aveva subito accettato entusiasta l’idea di trasferirsi in una grande città.
“ Scott – la voce di Stiles si affievolì - …ti mancherà? Tutto questo ti mancherà?”
Ci fu silenzio per qualche secondo, tanto che Stiles pensò che fosse caduta la linea.
“Si. Mi mancherà. Sono contento di appendere al chiodo la mia carriera da supereroe e cercare di vivere una vita normale, ma mi mancherà tutto questo. Qui è dove sono cresciuto. Dove ho conosciuto Allison – la voce gli si incrinò – Sono successe tante cose, ma ora voglio girare pagina. Poi non è mica come se non ci vedessimo più! E a te?”.
“Mi mancherà tutto.”
“Stiles… ci pensi? Sei anni fa non avrei mai pensato che sarei diventato licantropo. E che sarei sopravvissuto!”
“E io di dover essere l’amico figo che vi tirava fuori dai guai. Aaahh cosa avreste fatto senza il mio fine cervello? Sono stato così magnanimo a starti vicino in una situazione come quella. Ritieniti molto fortunato di avere il sottoscritto come amico!”
Uno sbuffo scappò a Scott.
“Come se anche tu non ci avessi guadagnato qualcosa” lo prese in giro Scott.
“Si! Mi sono guadagnato che mi si è accorciata la vita con tutti gli spaventi che mi hai fatto passare!”
“Io non ci credo ancora!”
“A cosa? Non credi che il mio fragile cuore ne abbia risentito? Che il mio fegato sia quello di un ottantenne che-”
“Che vai a convivere con Derek Hale!”
Le orecchie dell’umano si tinsero violentemente di rosso.
“Scott!! Non dire così… suona così…così… così!”
“Ma è la verità”
“Dì che condividiamo la stessa casa” rettificò Stiles.
“ E lo stesso letto”.
“Ok! Questa conversazione è chiusa.”
“State assieme da quattro anni e ancora ti vergogni a parlarne. Eppure non mi sembravi poi troppo imbarazzato quella volta che vi abbiamo scoperti a-”
“Ciao Scott!!”
Stiles pigiò con forza il tasto rosso nascondendo il viso tra le mani. Dio. Era più che sicuro che Scott gli avrebbe ricordato quell’incidente anche in punto di morte.
Convivere con Derek Hale.
Quelle parole gli tornarono in mente prepotentemente. Convivere con Derek Hale. Stiles Stilinski che andava a convivere con Derek Hale!
Ancora stentava a crederci. Se solo gli avessero detto che quell’inquietante, scorbutico e scostante Alpha sarebbe diventato tutto il suo mondo, avrebbe sicuramente sputato in un occhio a qualcuno. Prima di tutto lui non era gay, grazie tante, e poi si detestavano. Senza togliere che Stiles era seriamente spaventato lui.
Certo, dopo qualche mese di conoscenze le cose erano andate meglio. Derek ascoltava di più Stiles e Stiles non aveva più paura di vedersi staccare una mano con i denti solo perché aveva osato sfiorarlo. Cioè, non aveva quasi più paura.
Le cose avevano cominciato a cambiare dopo il ritorno d Derek. Stiles era ancora emotivamente distrutto dagli avvenimenti del Nogitsune. Scott non era messo meglio. Tiravano avanti facendo finta che non fosse successo nulla, ignorando la stretta al petto, la voglia di urlare. Perché se uno avesse ceduto, tutti gli altri gli sarebbero andati dietro. Come un triste domino.
Derek non aveva detto nulla su dove fosse stato o come fosse tornato un Alpha. Era rimasto chiuso nel mutismo. Passava le giornate chiuso nel loft a dormire e ad allenarsi.
Quasi per caso Stiles era piombato nella sua ruotine. Una sera, dopo una lunga riunione per decidere cosa fare contro il cattivo di turno, Stiles era crollato addormentato sul divano di Derek e il lupo l’aveva semplicemente lasciato lì. Quando, nel mezzo della notte, il ragazzo si era svegliato urlando, Derek si era limitato a sistemarsi anche lui sul divano, tirandosi addosso Stiles e posandogli una mano sugli occhi.
“Dormi.” Aveva ringhiato quasi con fastidio.
Da quella sera ogni volta che Stiles veniva svegliato da un incubo chiamava Derek. Il licantropo si presentava una decina di minuti dopo in camera sua e poco gentilmente gli ringhiava contro di dormire mentre si posizionava alla ben e meglio sul letto.
Non sapevano perché ma la reciproca vicinanza li tranquillizzava. Per Derek, Stiles, rappresentava un debole umano. Troppo debole per ferirlo e allo stesso tempo troppo fidato per tenere la guardia alzata. Vicino a lui poteva dormire tranquillo con la sensazione di vicinanza, di contatto che la figura di Stiles emanava.
Stiles, di suo canto, vedeva in Derek un punto fermo. Era riuscito sempre a salvarlo per cui poteva illudersi che finché gli era vicino poteva sopravvivere a tutto.
 
La prima volta che si erano baciati era stato per sbaglio. Uno sbaglio di Derek. L’Alpha stava strattonando come al solito Stiles ma, complice l’instabilità del ragazzo, aveva impresso troppa forza. I loro nasi avevano cozzato dolorosamente assieme e Stiles, cercando di spostarsi, aveva finito per far collidere anche le loro bocche. Era stato un momento imbarazzante. E inopportuno. Tutti i loro amici li avevano guardati sogghignando e Derek aveva finito per mandare via tutti per poi chiudersi in un ostinato eremitaggio per le successive due settimane.
Stiles, invece, era rimasto imbambolato. Non era un vero bacio, era a malapena definibile tale, ma, per la prima volta dopo mesi, aveva sentito una sensazione di calore scorrergli nelle vene.
Qualche giorno dopo aveva rotto con Malia.
I rapporti con Derek avevano ripreso come al solito, passavano insieme quasi tutte le notti – anche se da quell’incidente il lupo manteneva sempre una certa distanza e una rigidità nella posizione – senza praticamente mai parlare ma usandosi come reciproci tranquillanti.
Le cose avevano iniziato a mutare quando, durante un attacco di Kate Argent, Stiles si era frapposto tra lei e Derek. E si era ferito. Gravemente.
Aveva passato un periodo in coma e un mese in intero in ospedale. Come ricordo, una bella cicatrice.
Derek non aveva abbandonato il suo capezzale nemmeno per un momento per tutto il tempo che era stato ricoverato. Ricordava ancora la perplessità dello sceriffo nel trovare sempre la sedia vicino al letto di Stiles occupata dal lupo.
I giorni passavano veloci e si ritrovarono sempre più vicini e complici senza rendersene conto.
Derek chiedeva sempre più spesso il parere di Stiles e si lasciava scappare piccole confessioni. Piccoli frammenti del suo passato, dei suoi pensieri. Poi, semplicemente, ‘io’ era stato sostituito con ‘noi’.
Tutti si erano accorti che l’atmosfera tra i due era cambiata: più tranquilla e rilassata. Peter stesso si era arreso alla presenza di Stiles al loft, giudicando più sicuro avere in giro un petulante ragazzino che un Alpha con la luna storta. Perché, benché rimanesse schivo e rude, Derek aveva iniziato a cambiare. O più precisamente, aveva mutato il suo comportamento quando l’umano era nei paraggi.
Spesso capitava che il licantropo si alterasse e senza rendersene conto gli spuntassero zanne e artigli ma, invece di ritirarli subito passato il momento di rabbia, non se ne curava e continuava a parlare con Stiles come se nulla fosse. E l’umano, di suo canto, sembrava non farci caso. Oppure, quando Stiles gli scombinava per scherzo i capelli o gli dava una pacca sulla spalla e Derek emetteva un suono particolare, di gola.
Sembrava che il licantropo non cercasse più di trattenere la sua vera natura ma che si comportasse istintivamente, come solo un nato licantropo poteva fare.
 
Poi, un giorno come un altro, Derek l’aveva baciato. Un bacio vero, questa volta.
Da lì fu tutto in salita. Derek non riusciva a fidarsi e Stiles ad accettare che, non sapeva bene come, aveva finito di innamorarsi di lui. Avevano passato mesi a scrutarsi da lontano finché l’umano non aveva fatto un passo.
Un passo davvero stupido e sconsiderato. Ma aveva colpito Derek.
“Mordimi. Fammi diventare un licantropo, un tuo beta.”
Derek aveva alzato gli occhi al cielo.
“Stiles, che st-”
“Sono serio”
Il lupo l’aveva guardato attentamente, negli occhi una muta domanda. Perché?
“Pensavo di ricordare che preferissi il genere umano”
“E lo preferisco. Non voglio essere un licantropo, sinceramente non mi ci vedo. Certo, avresti tutto da guadagnarci con un tipo brillante come me in squadra e-”
“Stiles!”
“Ed è l’unico modo in cui tu potrai fidarti di me. Come tuo beta non potrò disubbidirti, non potrò ferirti. Non lo farei neanche da umano ma così…così tu non ti fidi. Senti, facciamolo veloce.”
“Stiles…”
L’umano alzò lo sguardo speranzoso in quello del lupo.
“Vai a casa”.
 
Da quella sera non si erano più visti per quasi un mese finché Derek non si era presentato in casa sua. Passando per una porta. E trasformato per metà in licantropo.
“Ti fidi di me?” gli aveva chiesto, mettendo ben in mostra le zanne.
Stiles aveva avuto l’irresistibile voglia di prenderlo a pugni.
“Mi sembra di avertelo già dimostrato.”
“Ti fidi di me?” ripeté il lupo.
“Si, si Derek, mi fido di te…e tanto per la cronaca, questa conversazione mi fa tanto sembrare il protagonista di un film Disney”  soffiò fuori esasperato.
“Se tu ti fidi di me, allora, io mi fiderò di te.” Rispose Derek reimpostando una frase che aveva già usato con lui tempo prima.
Gli occhi di Stiles si illuminarono e gli si avventò al collo per baciarlo – zanne comprese.
Era stato quello il loro vero primo inizio.
Non erano una coppia particolarmente dolce, non si dicevano spesso di amarsi – ad essere sinceri l’avevano fatto solo una volta – ma i loro occhi non smettevano di cercarsi. Litigavano quasi per ogni cosa. Ma nessuno dei due riusciva a stare più di qualche ora senza l’altro. Avevano sviluppato una dipendenza che aveva dell’incredibile per Stiles – almeno finché Deaton gli aveva rivelato che era successo perché Derek, il lupo di Derek, l’aveva scelto come compagno e li aveva legati in maniera indissolubile. Stiles aveva avuto un mezzo attacco di panico a sentirlo. Aveva appena fatto i diciotto anni ed era praticamente sposato. Fantastico. Chissà come l’avrebbe presa suo padre…
 
La mente di Stiles tornò al presente, e alla valigia che giaceva ai piedi del letto.
Poche ore e lui e Derek sarebbero partiti. Avevano scelto Banff per stare vicino a Cora, che dopo che aveva finito gli studi a New York si era trasferita a Calgary – a circa due ore da Banff – e perché lì le attività paranormali rasentavano – stranamente – lo zero. Certo, era desolata come zona e non era una grande città come Calgary (anche se la natura circostante era da togliere il fiato), però era quello di cui avevano bisogno al momento. Di stare soli, tra loro, di risanare una volta per tutte le ferite che si portavano dentro. Di dare tempo al loro amore di guarire davvero tutto. Poi, poi sarebbero tornati. Perché sapeva che non sarebbe durato in eterno, del tempo prezioso prima di ritrovarsi tutti a New York e ricostruire un branco…una grande famiglia.
Non era stata un’idea di Derek. Era stato lui a scorgere negli occhi del lupo malinconia e dolore ogni volta che sentiva al telefono la sorella.  Era stato lui a capire che, battaglia dopo battaglia, Derek era sempre più stanco, più terrorizzato all’idea di perderlo. E anche lui era stanco di stare con il cuore in gola ogni volta che Derek veniva ferito.
Così aveva proposto di andarsene. Derek aveva accettato, con un piccolo sorriso. Poi, però, qualche giorno dopo era tornato sui suoi passi. Non voleva strappare Stiles alla sua vita.
Derek non era mai stato capace di essere egoista, aveva sempre affrontato il dolore che la vita gli aveva riversato addosso a testa alta e aveva cercato di prendersi anche quello degli altri. Lui era forte, era un Alpha. Poteva sopportare. Ma Stiles…Stiles era disposto a lasciare tutto per lui. Per concedergli una vita tranquilla, una parentesi di quiete.E lui voleva essere più che sicuro che era quello che il ragazzo voleva veramente per sé.
Stiles poteva immaginarsi facilmente come sarebbe stata la loro vita da ora in poi. Si vedeva lui e Derek in un villino, vicino al margine della città circondato da infiniti boschi– così Derek avrebbe potuto scorrazzarci quando c’era la luna piena. Si immaginava a tornare a casa dal lavoro e trovare Derek a casa intendo a leggere. Si immaginava i pomeriggi che avrebbero passato a bighellonare per i percorsi di montagna. Si immaginava le improvvisate di Scott e gli altri, i pic-nic che avrebbero organizzato. E si immaginava lamentarsi perché lì non c’era nulla da fare, solo alberi e vecchi, intimamente felice di trovarsi fuori dal mondo con Derek.. Sorridendo, Stiles prese il cellulare e compose un numero.
“Ehi, Sourwolf!”
“Cosa c’è Stiles, ci hai ripensato?”
“No, mi ero dimenticato di dirti una cosa.”
“Ed è così fondamentale che io la sappia alle due di notte?” il tono era insieme contrariato e divertito.
“Oh si!”
“Vuoi un invito in carta bollata o mi dici quello che mi devi dire e mi lasci dormire?” Ora il tono era decisamente contrariato. Stiles rise. Da quando stavano insieme Sourwolf aveva migliorato e di molto la sua dialettica. Prese un respiro.
“Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata.”
 
 
 
Fine.


Questa è la mia prima Sterek...speriamo bene XD Io li adoro, dico davvero! Trovo che siano una coppia stupenda. A prescindere da quello che succederà nella telefilm, trovo che Derek e Stiles siano dei persoanggi complessi e affascinanti e, in un contesto di coppia, perfetti l'uno per l'altro! Per questo, dopo aver divorato molte fanfic su di loro, ho voluto provare a scrivere qualcosa. So bene che sono molto difficili da maneggiare senza snaturarli, per cui spero di aver fatto un lavoro quantomeno decente XD Aspetto le vostre impressioni, grazie ancora a chi leggerà :)
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: CHOU