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Autore: Ellie_x3    09/09/2014    4 recensioni
"Aya, hai davanti a te un uomo che ha disperatamente bisogno di capire l'amore. Non posso cantarlo ignorando che cosa significhi e temo, ormai, che senza aiuto non ci riuscirò più."
[Dal Primo Capitolo]
Tomoyui Aya ha ventotto anni, un gatto, un lavoro da impiegata e due amiche in cui crede fermamente. Vive a Tokyo, ma non ha mai capito come questo dovrebbe implicare per forza una vita avventurosa.
Ryosotsukoi Yuu sa quali opportunità può offrire la capitale: con lui è stata più che generosa. All'alba dei trent'anni è il frontman della band più famosa del momento anche se spesso, per non dire sempre, i suoi problemi urlano più forte del successo.
Potrebbero piacersi, se non ci fosse solo un piccolo problema: tutti sanno che la vita non è un manga per ragazze.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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V

Una volta, io e Yuu siamo andati al Karaoke.
Credo che se lo ricordi anche lui, anche se sono passati davvero tanti anni:

io, comunque, non ho aperto bocca.
Ho detto che mi vergognavo, ma la realtà è che non vedevo
l'ora di sentirlo cantare qualcosa per me.”

-Aya

 

 

“Riiko!”
Aya era scesa al modesto konbini di quartiere per una rifornita d'emergenza al frigo, che languiva vuoto a causa di tutto il tempo che la ragazza aveva passato con Yuu nell'ultimo periodo, ma non si sarebbe mai aspettata di vedere una certa persona ferma alle casse. Per la precisione, non si sarebbe aspettata di vedere l'amica da nessuna parte: era periodo di consegne per la giovane donna, il che significava reclusione, stress e lavoro incessante per almeno una settimana.
Riiko si voltò con uno scatto, come se fosse abitata ad essere chiamata solo in caso di rimproveri, ma si aprì in un sorriso un po' stralunato quando notò da dove provenisse il saluto.
Una volta di più, non vedendola oramai da quasi un mese a causa del lavoro, Aya si stupì di quanto l'amica potesse spiccare tra la folla di casalinghe emaciate e mamme drago: bassa e un po' tondetta, con lo stesso viso delicato di una bambina, portava i capelli in un caschetto ordinato e del color della pece.
Anche se solitamente era elegante, quel giorno indossava vestiti logori e spaiati.
Aya le sorrise, sventolando una mano ed andandole incontro.
"Oh, tu guarda. Che sorpresa." mormorò Riiko, priva di qualsiasi entusiasmo con una strana luce negli occhi. Aveva le pupille dilatate e la mano che sosteneva il cestino tremava leggermente.
Non serviva certo un genio per rendersi conto di quanto la donna fosse esausta.
"Stavo per dirti la stessa cosa."
Aya notò che stava pagando solo una vaschetta di gelato al rum e una confezione famiglia di marmellata di azuki super compatta e non potè fare a meno di rimanerne colpita: i racconti della non-vita di Riiko sotto scadenze erano leggenda, ma vederli personificati in cibo spazzatura, sindrome da carenza di caffeina e occhiaie era tutt'altra cosa.
“Compri solo questa roba?” le domandò, sollevando un sopracciglio.
"Ed è anche tanto, credimi” fu la risposta, accompagnata da una scrollata di spalle "Sono uscita per necessità perchè avevo solo mezzo limone, in frigo, ma mi scombina la tabella di marcia."
Ecco, appunto.
"E mangeresti solo...quello?" fu l'inevitabile domanda successiva, accompagnata dall'inarcarsi di un sopracciglio in direzione di quella misera spesa.
Riiko scosse le spalle.
"Non ho tempo di mangiare".
Aya non tentò neanche di convincerla del contrario, poichè probabilmente era la pura verità.
"Chiama un corriere, o'baka. È per gente reclusa come te che li hanno inventati."
"Non credere che non l'abbia fatto." rispose lei, con aria lugubre "ma oggi non effettuano consegne e rivolgersi ad un altro supermarket sarebbe troppo caro. Senza contare che-”
Riiko esitò, come se si vergognasse, ma subito dopo si sciolse in un sorriso trasognato.
Un sorriso che Aya, suo malgrado, conosceva sin troppo bene: era quell'aria da eroina romantica che aveva fatto di Riiko, insieme ad una buona mano e tanto esercizio, una delle promesse del panorama fumettistico tokyota. Le si poteva rimproverare tutto, ma lei per prima si innamorava di quei principi e re che disegnava, riempiendoli d'attenzione e cura.
“Che?” la incalzò, incuriosita da tutto quel mistero.
“E' che volevo anche comprare il poster di Yuu-sama."
Aya si sentì gelare.
“Oh.” mormorò, senza sapere cos'altro dire e dolorosamente consapevole d'essere impallidita.
Riiko era la prima ad aver ascoltato i To Bara; andava ai concerti, comprava le magliette, twittava e seguiva ciascuno di loro e registrava i programmi.
Mentre Mirai scaricava la musica, Riiko aveva un'intera mensola per la discografia che, però, rimaneva da collezione: solitamente usava Spotify per non rimanere mai priva di quella che chiamava la sua 'linfa vitale'. Non badava a spese, senza prestare ascolto a chi le rimproverava una certa ossessione.
Oltretutto, Riiko professava da sempre di essere innamorata di Yuu.
Aya sin dal primo momento aveva lasciato all'amica il frontman e aveva rivolto le proprie preferenze a Rei senza pensarci troppo su perchè, dopotutto, stavano solo parlando di cantanti; era come mettersi a litigare per un vestito che nessuna si sarebbe mai potuta permettere, stupido e un po' infantile.
Ma ora che si trovava ad uscire proprio con quella persona che aveva lasciato a Riiko, quasi per paura di invadere quello che aveva sempre visto come un sogno altrui, Aya si sentiva una traditrice.
Naturalmente, capiva anche da sola che sentirsi male non aveva alcun senso.
Yuu era simpatico e disponibile, ben diverso dall'idea fantasma che si erano fatte di lui le ammiratrici, e poi Riiko non era affatto innamorata di lui.
Non aveva motivo di sentirsi in colpa nei confronti di Riiko; anzi, con un po' di fortuna le avrebbe anche potuto presentare il suo idolo e, magari, la sua amica ne sarebbe stata felice.
Certo, nel caso fosse riuscita a farle dimenticare che le aveva mentito.

Con un orribile peso sullo stomaco Aya deglutí a fatica, sentendosi la gola riarsa.
"Aya?”
"Ah, scusami. Il poster...l'hai trovato?"
"Stai bene?" domandò Riiko, scoccandole un'occhiata preoccupata.
Lei scosse la testa, ancora frastornata.
"Sì. Sì, un colpo di caldo."
"Ma c'è l'aria condizionata-"
"Insomma, Riiko, ti ho detto che sto bene! L'hai trovato o no?"
La ragazza indietreggiò come se l'altra l'avesse schiaffeggiata; Aya non ricordava neanche l'ultima volta che era sbottata così con qualcuno e, di certo, mai l'aveva fatto con una delle sue amiche.
La fila alla cassa si era ristretta e ormai era quasi il loro turno, ma nessuna delle due ci voleva far caso: una si manghiucchiava le unghie, l'altra la fissava senza spiegarsi una tale reazione.
"Sì..." bisbigliò Riiko, con gli occhi spalancati. Era chiaro che volesse indagare, ma non si azzardò a chiedere nulla e, dopotutto, pensò che fosse saggio soprassedere. "È nella borsa. Volevo quello promozionale del tour dell'anno scorso, ma alla fine ho preso quello dell'album."
Aya annuì, facendo attenzione ad evitare i gesti bruschi; si sentiva tremendamente sotto pressione.
"È bello, scommetto."
"È di Yuu-sama che parliamo, no?" le rispose Riiko, senza esitazioni "Ovviamente è bello."
Aya si morse le labbra e si impose di non fare commenti a riguardo.
Perché lei aveva sempre pensato che Rei fosse più bello, ma aveva cominciato a cambiare idea.

 

Ripensandoci, Aya si era sentita talmente in colpa per aver urlato contro Riiko da decidere di chiamare Yuu.
Aveva bisogno di un consiglio e doveva sentire il suo parere. Non ricordava quando aveva cominciato a chiamare lui per avere un consiglio, piuttosto che Mirai, ma dopotutto era anche colpa di quello scemo di un frontman se doveva nascondere le novità alle sue migliori amiche.
Poteva anche aiutarla, per una volta.

"Vorresti presentarmi alle tue amiche?" le rispose lui, dopo un lungo silenzio, e dalla voce era palese che non stesse prendo sul serio la cosa. Aya non capiva se le stesse ridendo dietro perché la trovava fastidiosa oppure carina ma, in fondo, le importava davvero poco. "E il prossimo passo quale sarà? Diventare ufficiali su Facebook?"
Aya sbuffò sonoramente, ancora innervosita dall'incontro.
"Idiota."
"Perdonami, cara." scherzò l'altro. In sottofondo c'erano rumori che, ancora una volta, Aya non riusciva a carpire con precisione: si chiese se Yuu fosse sempre costretto a stare in luoghi affollati, in quanto celebrità, o se non si curasse di appartarsi per parlarle.Ma davvero credo che non dovremmo affrettare le cose, in questo momento."
Aya si concesse un lungo sospiro.
Capiva benissimo il motivo di quel rifiuto, tanto che quasi se lo aspettava, ma non poteva dire di non averci sperato.
"Sì, capisco..."
Pausa, per un secondo.
"Ma magari quando la situazione si sarà stabilizzata potremmo... sì, potresti decidere di volermi presentare a chi vuoi." allora sì che lei se lo immaginò in piedi, magari appoggiato alla stecca della microfono, con quel sorrisetto di sfida che gli si dipingeva in viso prima di sparare qualche spacconata. Sempre il solito, pensò. "Se ti fidi"
"Perché non dovrei?"
"Perché, ci sei?, sono una celebrità."
Aya si lasciò sfuggire uno sbuffo stizzito, gesticolando come per scacciare un oggetto fastidioso. Se solo avesse potuto vederla, Yuu si sarebbe convinto di quello che già il tono lasciava trapelare.
"Solo perché Riiko si tappezza la camera di poster con la tua faccia? Su, Yuu, ho una maggior considerazione delle mie amiche. Fidati."
"Alle volte la fama è più forte della fiducia."
Ok, verissimo, ma Aya si aspettava un certo tipo di reazione dalle persone che si era scelta come amiche: mandare a monte più d'un decennio insieme per gelosia non era fra le cose che si sarebbe aspettata. Certo, per amore forse. Ma per la fama non ne valeva la pena.
Aveva paura di ferire Mirai e Riiko, non che loro le rubassero il palcoscenico.
Yuu forse non lo vedeva perché era accecato da tutte quelle fan adoranti, ma prima o poi si sarebbe certo accorto di non poter avere tutto fischiando: neanche per lui era così semplice.
"Oh, nemmeno fossi un superuomo. Capirai."
"Insomma, Aya!" ora sembrava un bimbo stizzito, dispiaciuto "Non ti capisco: all'inizio eri timida, poi hai preso la rincorsa e non mi tratti come...beh, come Yuu-Sama."
Lei si morse le labbra, accarezzando distrattamente Ringo, ben felice che non potesse vederla mentre soppesava in silenzio quelle parole infantili, ma incapace di capire come doveva comportarsi.
Incapace di capire Yuu, per quanto si sforzasse.
Non era stato lui a voler abbattare le barriere formali? Non aveva detto che sarebbe stata una tragedia se lei si fosse rivelata una di quella fan reverenti e tutte attenzioni?
Non capiva proprio cosa diavolo volesse adesso da lei.
Alla fine, quando fu sicura che il frontman si era chiuso nel più ostinato dei silenzi perchè si aspettava una risposta, prese coraggio.
"Ed è un male?"
Ci volle un po' per la risposta, che fu tutto fuorché sicura.
“Non lo so” disse, ed ogni sillaba era pronunciata con la stessa attenzione di un passo su un lago ghiacciato. “Credo sia una bella novità, nonostante tutto.”
Aya sospirò, sollevata.
Era ovvio anche alla più ingenua delle ragazze che Yuu fosse arrogante e viziato, ma non aveva ancora perso del tutto di vista le persone attorno a sè; quelle formiche che gli si affannavano attorno, ballando ad ogni schiocco delle sue dita, avevano ancora significato per lui.
Aya si chiese se non fosse quella la differenza tra uscire con una celebrità e con un coglione egocentrico.
"Vedi di abituartici." replicò lei, giocherellando con una penna. Era nervosa. "Tra le altre cose, stavo pensando al Karaoke. Ti ricordi quando ci siamo andati, no?
“Beh, non è che sia successo tre secoli fa, Aya. Certo che me lo ricordo.”
“Quindi, signor saccente, sono arrivata alla conclusione che mi è piaciuto. Possiamo andarci di nuovo."
Yuu annuì al telefono.
"E ti ci sono volute due settimane per realizzarlo? Allora posso sperare che prenderai in mano il microfono tra un paio d'anni."
"Hm...non credo proprio. Sei bravo a sufficienza per entrambi, puoi risparmiarmi la figuraccia. E poi sei carino quando imiti Plum e Melody: se ti va male così puoi fare la Idol."
Ok, avrebbe voluto ritirare quelle parole nell'esatto momento in cui la sua stupida bocca le aveva pronunciate: non era certa che Yuu, così fiero della propria carriera, non si potesse offendere davanti ad una tale allusione.
La carriera di idol, simile a una meteora nel firmamento musicale, non era esattamente la massima aspirazione di una band Visual. Sarebbe stata una fortuna se Yuu non se la fosse presa sul personale e per questo Aya accolse la risposta con un altro, tacito, sospiro di sollievo:
"Sì, sarei pieno di soldi."
"Perché ora naturalmente sei povero, vero?"
Una risata, dall'altra parte della cornetta, e ancora una volta le diede i brividi.
"Talmente povero che mando Go a esibirsi in Maji 1000% Love agli angoli delle strade." scherzò Yuu, per tutta risposta. Lei si vide bene dal confessargli che l'avrebbe trovato un bello spettacolo, più che altro perchè era sicura che Yuu si sarebbe precipitato ad esibirsi in Cosplay ad Harajuku, giusto per avere un po' d'adorazione dalle folle e per provare che era meglio di Go anche nelle canzoni da anime. Al pensiero, un sorriso le sfiorò inevitabilmente le labbra. "Quando ti vedrò?"
Aya ci pensò su un momento.
"Sabato?" propose, conteggiando gli impegni e ricordando a se stessa che quel giorno era mercoledì.
Yuu esitò.
"Solo a cena, allora." mormorò, come se ci avesse ragionato a lungo. Sembrava si volesse scusare d'essere impegnato, mentre Aya si disse che era un'altra delle cose che avrebbe dovuto prevedere: non stava certo parlando con un impiegato che passava il weekend in un solitario limbo di manga porno a basso costo e ramen precotto. "A mezzanotte abbiamo un party e ti porterei, davvero, ma quegli squali dei miei manager si fionderebbero, per non parlare dei giornalisti..."
"Yuu, va bene. Davvero. Abbiamo appena deciso di tenere un basso profilo, no?"
"Si, ma ci sono giorni più vicini. Potremmo uscire prima di sabato e vederci per più tempo."
Aya scosse la testa, sinceramente dispiaciuta.
"Ho degli impegni, mi dispiace." si scusò. Erano già troppe le cose che aveva trascurato negli ultimi giorni in favore di Yuu, ma sentiva di non poter lasciare la presa sulla propria vita in favore di quella cosa che non sapeva nemmeno se chiamare relazione.
Sarebbe stato ingiusto.
Sapeva che Yuu avrebbe compreso e, quando lo sentì mormorare un 'hm-hm' di comprensione, tirò un tacito sospiro di sollievo.
"Allora va bene, ti passo a prendere per cena? Direi otto?"
La ragazza sentì d'essere davvero fortunata, ma pensarlo per la prima volta le diede una strana sensazione di calore. Stava conoscendo Yuu e non poté non chiedersi se non fosse la proverbiale 'buona volta'; magari il per sempre felici e contenti esisteva anche per lei, da qualche parte, e il segreto era solo lasciarsi andare.
"Ti aspetto" assicurò.
Stava già rimpiangendo di non aver mandato a monte tutti gli impegni e scelto una data più vicina.

 

 

“Va tutto bene?”
“Non potrei volere di meglio.”
Mirai inarcò la schiena, sognante, dando l'impressione di essere una gatta più che un essere umano. Recuperò le lenzuola di seta blu prima che scivolassero giù dal letto, ma non fece in tempo a muoversi che già una mano dal tocco caldo, familiare, la trattenne.
Mye, con i suoi occhi neri profondi come pozzi, la guardava e sembrava che la vedesse per la prima volta. Le piaceva quel suo modo di studiarla come se non fosse mai sazio, con l'atteggiamento reverente di un pittore che scopre la propria musa; se non fosse stata ormai troppo grande per certe cose, Mirai avrebbe parlato di amore.

“Sai, ancora non mi sembra vero. Tutto è così diverso, qui a Tokyo. Tu sei diversa.”
La ragazza sorrise, soffocando uno sbadiglio ma senza essere realmente stanca. Soddisfatta, sì. Stanca...no, non ancora.
Avrebbe potuto essere sveglia per sempre, in notti come quella.
Entrambi avevano lo sguardo annebbiato dalla soddisfazione e le membra pesanti, ma Mirai non si era mai sentita al sicuro come in quel letto.
Sapeva di non doverci cascare, ma più se lo ripeteva più si rendeva conto di esserci già cascata.
Ed una sera, dopo il turno all'hostess club dove lavorare, era stato semplicemente naturale accettare un drink per chiudere la sera: per natura si fidava troppo degli uomini, ma sapeva distinguere una brava persona da chi si voleva solo approfittare di lei.
Myeong Sun, per quanto ne dicesse Aya, era dolce e gentile: la chiamava e le faceva recapitare dei fiori al club e a casa. Pareva le volesse bene, eppure la conosceva da appena qualche settimana.
“Il Giappone è un bel posto dove scegliere di vivere, honey.” commentò, con sincerità “E Tokyo è nella mia lista di città da sogno. Sembra che tutto sia possibile, qui.”
“Concordo.” le sussurrò lui, baciandole la tempia “Se vuoi saperlo, oggi avevo una riunione molto importante per entrare nel vivo della città dei sogni.”
Mirai, sinceramente interessata, si rigirò nell'abbraccio dell'uomo.
“Ah sì?” domandò, guardandolo in viso per cercare indizi su cosa facesse. Avevano parlato di tutto, dallo sport ai libri preferiti, ma mai di lavoro. Ed era assurdo che lei sapesse che Mye amava la letteratura rivoluzionaria, da Keruak e Allen Ginsberg a Wang Shuo, ma non cosa facesse nella vita.
Prima dall'ora non era mai sembrato importante e anche adesso lui le sorrideva, pronto a far luce anche su quella piccola parte della sua realtà che ancora le era oscura.
“Eh, sì.”
“E com'è andato?”
“Meravigliosamente.” di nuovo, si chinò per baciarla. La punta del naso, questa volta, e la fronte. Con delicatezza, come se troppa pressione potesse rompere quella che era poco più di una ragazza, con il viso a cuore e le labbra sottili, quasi invisibili. “Era una specie di compendio per i dipendenti storici dell'Avex Group. Sai, personale specializzato. Nel mio caso si trattava di pubblicità, ma non voglio annoiarti-”
“No! No, continua. Mi fa piacere.”
Mye, sfiorandole la fronte con la propria, ridacchiò appena. Il suo tocco era leggero e profumava di sapone al mughetto, dopo la doccia che avevano condiviso. Anche le lenzuola pulite avevano addosso lo spettro del profumo usato da Mye, lo stesso che ormai caratterizzava i suoi vestiti.
“Ma guardati, sei arrossita.”
“Beh, io...”
“Sei così carina, Mirai-chan. Sei sicura che non ti annoio, parlando di lavoro?”
Lei, per tutta risposta, scosse la testa.
“Vorrei sapere tutto di te.” rispose con sincerità, ma sentendosi ugualmente un po' ridicola per il tono serio che aveva usato. Era sempre così: se riteneva che qualcosa fosse importante, importante davvero, finiva per esagerare. A lungo andare la gente se ne stancava e le rimproverava d'essere strana e infantile, senza capire mai perchè lei trattasse con tanta serietà discussioni stupide.
Ma, per Mye, era ancora presto e la trovava carina.
“Ecco, suppongo che tu conosca i To Bara, no? E' un gruppo abbastanza famoso.”
Mirai annuì, senza poter fare a meno di sorridere.
“Ovviamente. Beh, a Riiko in particolare, ma a me e alle mie amiche piacciono tantissimo. Ti ho parlato di Riiko, no?”
Mye, con una risata, asserì.
“La tua amica mangaka?”
“Sì, proprio lei. Ecco, lei ha la camera tappezzata di poster. Insomma, li adora. E, dicevi? Non volevo interromperti. Continua pure.”
“Vedi, ho iniziato a collaborare per l'Avex quando ancora cercava nuovi addetti stampa e pubblicitari in specifico per l'attuale band di punta. Io ho avuto la fortuna di lavorare, in passato, per l'ambiente pop coreano e quindi mi hanno chiesto di gestire i contatti per il tour nazionale.”
Mirai sbattè le palpebre, inclinando il viso leggermente di lato.
“E' fantastico, Mye. Davvero.” mormorò, stringendogli le braccia attorno ai fianchi. Esile com'era, e considerato il fisico ben piantato di Mye, non avrebbe potuto fargli male neanche volendo. “Ma tour nazionale? Non sapevo ne programmassero uno.”
“Beh, sai tenere un segreto?” domandò lui, facendo l'occhiolino. “Dopo questa rivelazione, sarò costretto a ucciderti. O tu a frequentarmi per sempre.”
“Non mi dispiacerebbe.” confessò Mirai, con tutta la sincerità del mondo. Lui le piaceva troppo per lasciarselo scappare, segreto o non segreto.
Non era facile, nel suo lavoro, trovare uomini così gentili -e il modo in cui le sue guance avevano assunto una tonalità ciliegia alle parole della ragazza, beh, era adorabile. "Ma qual è questo segreto di stato? Sono curiosa."
“Ah, ecco. Sì. E' un tour a sorpresa, con tappe ancora da definire. E' già deciso, sebbene non sia ancora ufficiale, che passeranno alla Sony. Sai, il grande salto per il successo mondiale.” Mye scosse le spalle, chiudendo gli occhi. Improvvisamente sembrava stanco, molto stanco. “Forse vogliono dire arrivederci prima di trasferirsi in America, non lo so. Fatto sta che abbiamo un lavoro stimolante e questo è bene.”
Mirai annuì, elettrizzata dalla notizia.
Un nuovo tour a così poco tempo dal precedente significava concerto, e concerto al Tokyo Dome voleva dire festa tra ragazze: un party d'addio per lei, Aya e Riiko, perchè è di dovere festeggiare insieme i successi dei propri idoli.
Appoggiò la testa sul petto dell'uomo, sorridendo fra sé e sé.
“Meraviglioso. Sono felice per te.”
“Grazie. E ora, la tua scelta? Morire o stare con me? Scegli bene, tesoro, potresti pentirtene.”
La ragazza, ridendo di cuore, lo abbracciò senza dir nulla.

Dormire per l'ennesima notte di fila in quel letto, fra quelle bracia, doveva per forza essere la tacita riposta alla loro domanda da un milione di dollari.




@Note

Bonsoir, mie care creaturine! 
Questo ritardo non è stato voluto, purtroppo, ma la settimana scorsa mi sono trovata ad affrontare un lutto che non mi aspettavo affatto e capirete bene perchè non avevo alcuna voglia di mettermi al pc e revisionare. Se stare su Facebook e recensire vuol dire svagarsi e non pensare, per me scrivere è come liberare tutti quei pensieri che non so come smaltire altrimenti. Capite perchè, insomma, sono stata per un po' lontana dalla tastiera. 
Questo, ovviamente, non è un buon motivo per giustificare la qualità (a mio parere bassa) del capitolo. L'ho riscritto due o tre volte, ma non vuole venir fuori come lo vorrei. A fine storia lo sistemerò, probabilmente. 
Detto questo, per chi non seguisse Uta No Prince-Sama, Maji 1000% Love è una (lollosissima e imbarazzante come poche cose) opening e vi lascio il link qui nel caso vi interessasse. Fidatevi che potevo fare di peggio, potevo far cantare Yuu vestito da donna -sì, il mondo degli anime è grande e pericoloso xD
Con l'inizio degli esami spero di essere più puntuale, non temete!
Vi voglio bene!

Ellie

   
 
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