Serie TV > Star Trek
Segui la storia  |       
Autore: queenseptienna    09/09/2014    1 recensioni
Crossover Star Trek/Pacific Rim/Fallout
Per difendersi dai Kajiu, la Terra scatena un attacco nucleare alla faglia che interrompe il flusso alieno, ma che porta alla semi distruzione del pianeta.
Dopo 200 anni, i Kajiu si ripresentano dopo aver distrutto Vulcano. Toccherà a Jim Kirk e a Spock guidare il jaeger Enterprise nella disperata lotta contro il tempo per impedire ai kajiu di ritornare, chiudendo definitivamente la faglia.
Ma l’unione mentale ha i suoi problemi.
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Christopher Pike, James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Jim non riusciva a dormire. Nonostante la stanchezza e la quantità di cibo non radioattivo ingurgitata la sera prima nella mensa della Confraternita, la sua mente non gli voleva dare pace. Il motivo per cui era lì gli era chiaro e cristallino: doveva mettere in moto Enterprise per il bene di tutti e soprattutto della Terra. Il problema era Spock.
Durante la cena, Pike lo aveva brevemente informato che il giorno successivo avrebbero controllato il suo grado di interfaccia neurale con il vulcaniano, in modo da garantire la perfetta coordinazione delle due menti e pilotare il jaeger in sincrono.
Tutto perfetto, finché Spock non era intervenuto specificando che le probabilità che la loro fusione mentale avesse successo erano molto basse, in quanto era altamente improbabile che una mente come quella di Kirk sarebbe stata in grado di reggere. Jim non la prese molto bene, il suo viso era passato dal solito colorito dorato a un viola molto carico, con Bones che gli passava il tricoder in faccia a ogni scambio di parole.
Pike aveva tentato di placare gli animi, ma non poteva mettere d’accordo un carattere riottoso come quello di Jim e uno disperatamente logico e pungente come quello di Spock.
La serata si era conclusa con Jim che si era lanciato oltre il tavolo urlando come un ossesso circa il mestiere esercitato dalla madre dell’altro e Spock che lo aveva pubblicamente quasi strangolato contro il bordo del tavolo. Direttamente nel piatto di suo padre Sarek.
Jim sbuffò, divertito e irritato allo stesso tempo. Per essere un maniaco del controllo, il goblin non ne aveva fatto molto sfoggio.

 

 

Il giorno dopo Jim si presentò nel Laboratorio e si soffermò a guardare Enterprise: era un jaeger stupendo, in un mondo alternativo sarebbe stato sicuramente un’astronave magnifica. Avrebbe voluto toccarlo, ma c’erano due metri di vuoto tra la sua mano e il metallo del robot.
«Assolutamente meraviglioso…» sussurrò, come si pronunciano parole a un amante.
«Trovo il vostro attaccamento a Enterprise… illogico» disse una voce alle sue spalle.
Jim si voltò di scatto, trovandosi di fronte a Spock. «Mi hai fatto prendere un colpo.»
«Non ti ho certo colpito» fu la pronta risposta. Spock sembrava molto diverso dalla sera prima, aveva ripreso possesso di tutte le sue facoltà mentali, probabilmente dopo ore di meditazione, e indossava una tuta da scriba azzurra e nera. «Dobbiamo procedere all’interfaccia neurale tra dieci minuti.»
«Ci vediamo là.» Jim fece un cenno del capo e anche l’altro lo fece. Se l’umano si aspettava delle scuse, ne era rimasto amaramente deluso: i vulcaniani non si scusano. Beh, nemmeno Jim Kirk si sarebbe scusato.

 

Dodici minuti più tardi, Jim Kirk si ritrovò con almeno una trentina di elettrodi attaccati al corpo e bloccato su una poltrona, mentre Spock era seduto davanti a lui, apparentemente libero da ogni forma di costrizione tranne per un lungo cavo collegato a un braccio. Be’, all’inferno, non era mica giusto. «Perché io devo avere tutta questa roba attaccata alla testa e lui no?» si lamentò.
«Perché è lui il telepatico» gli rispose McCoy, sistemando l’ennesima piastra all’altezza del cuore dell’amico. «Voglio monitorare la risposta del tuo corpo a questo tipo di pressione ed essere sicuro che non ti accada niente di male.»
Spock non disse nulla. Non lo rassicurò. Jim era convinto che lo facesse apposta, che fosse arrabbiato con lui. O forse era solo convinto che non ce l’avrebbe fatta. «Non mi succederà niente. Ora muoviamoci.»
Pike fece un cenno a Scotty, che monitorava tutti gli output del cavo di Spock e degli elettrodi di Jim. Erano collegati a Enterprise, che in caso di successo avrebbe risposto accendendosi. «Signor Spock, quando vuole.»
Il vulcaniano annuì e con espressione neutra alzò una mano. «La mia mente per la tua mente…» Tre semplici tocchi di dita in altrettanti punti PSI di Jim, a lato della fronte. «…i miei pensieri per i tuoi pensieri.»
Jim era sicuramente impreparato a tutto ciò che avvenne un istante dopo: si sentì proiettare in una visione bizzarra, un’enorme stanza bianca, luminosa, infinita. Nel suo centro stava Spock, vestito di nero e con la testa inclinata. «Vieni qui, James. Ammetto che non mi aspettavo che la tua mente fosse così ben ordinata.»
«A quanto pare sono destinato a stupirti» rispose con la mente. Quando provò ad avvicinarsi a Spock fu come galleggiare. O camminare sulla Luna. «E la tua mente?»
Spock gli indicò le pareti bianche. «Fusa con la tua. Un risultato inaspettato. Ora seguimi per favore e non perderti. Se vedi un coniglio bianco, non seguirlo assolutamente.»
«Siamo nel paese delle meraviglie?» Kirk rise e la risata riverberò nell’aria, investendo il vulcaniano, che rispose con un impercettibile sollevamento delle labbra.
«No, James. È la figura che è stata concordata per i piloti di Jeager come anatema. Rappresenta le nostre paure più forti e vili, se ti perdi in essi, potrei non essere in grado di tirarti fuori.» La voce di Spock non era piatta come al solito. Jim riusciva ad avvertirne le sfumature, i sentimenti. Dentro la mente, il vulcaniano non era l’invincibile essere privo di emozioni che tanto ostentava di essere. «Per di qua.»

 

Intorno a loro, Bones si agitava saltellando da uno all’altro come una ballerina di danza classica, agitando il tricoder per misurare i loro segni vitali. «Sembra andare tutto bene.»
«Lo spero» mormorò Pike, passandosi una mano sul volto stanco. «Se non funziona, non avremo più santi a cui appellarci.»
Passarono alcuni minuti nel silenzio più assoluto, fino a quando il bip intermittente del tricoder di McCoy non iniziò a suonare furiosamente. «Merda!»
«Che succede? È Jim?» domandò il Priore, avvicinandosi al medico, che scosse energicamente la testa. «No, è Spock.»

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Star Trek / Vai alla pagina dell'autore: queenseptienna