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Autore: Kikyo90    28/09/2008    1 recensioni
SEQUEL A CAPITOLI DI "UNA PARTE DI TE". -Kagome Higurashi, oggi 15 gennaio, si compirà la profezia della venerabile Kaede. -C-come prego? La donna era sconcertata. Chi era mai quello strano uomo?
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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IL POZZO E LA RINASCITA DI UN AMORE

Il tempo lenisce tutte le ferite. O, almeno, così si dice.
In realtà, il tempo passa inesorabile. Scivola via, lento e veloce, come la sabbia che scivola dalle dita.
Anche Kagome Higurashi é della stessa opinione e, a suo parere, con gli anni le ferite si accentuano e fanno sempre più male.
Ormai, lei ha 31 anni; ma non passa giorno che lei non pensi al suo Inuyasha.
Quel giorno, aveva chiesto delle ferie per riuscire ad organizzare un piccola festa per suo figlio Iroshi. Il ragazzo avrebbe compiuto 15 anni, proprio come quando lei era caduta nel pozzo per la prima volta.
Aveva sempre proibito al ragazzo di avvicinarsi, né aveva mai spiegato al ragazzo cosa quel in realtà quel pozzo fosse. Quello perché temeva che se fosse venuto a conoscenza dell'era Sengoku, sarebbe voluto andarci. E lei, proprio non se la sentiva di tornarci.
“Bene, qui é tutto pronto Manca solo Iroshi, che dovrebbe arrivare...”
DLIN DLON!
“... adesso. Che frana, come al solito ha scordato la chiave. Eh, se non ci fossi io...”
Arrivo!
Kagome aprì la porta, ma chi vide non fu suo figlio.
Davanti a lei si trovava un uomo magro, coperto da una tunica nera. Ai piedi portava degli stranissimi sandali.
- Salve, posso esserle utile?
Quello alzò di poco la testa.
- Kagome Higurashi, oggi 15 gennaio, si compirà la profezia della venerabile Kaede.
- C-come, prego?
La donna era sconcertata. Che era quello strano tipo?
- Chi sei?
- Non é importante chi sono io. Alla prima luna nuova dell'anno nuovo, si compirà la profezia e tuo figlio sarà colui che la farà avverare.
- Ti sbagli, mio figlio non farà nulla di ciò che...
Il suono del telefono la distrasse, facendola girare. Quando voltò nuovamente la testa, quell'uomo era sparito.
Ci mise un po' a rendersi conto che il telefono stava ancora suonando e a correre verso di esso.
- Pronto, qui casa Higurashi. Parla Kagome.
- Tesoro, sono io.
- Mamma! Come sono felice di sentirti! Scusa se non sono più venuta a trovarti, ma ho lavorato molto in questo periodo...
La signora Aruka aveva insistito per andare in una casa di riposo, sebbene Kagome avesse insistito perché lei e il nonno restassero  a casa.
- Oh, non fa nulla, cara.
- E il nonno, come sta?
- Lui é sempre in forma. Tu, piuttosto, come stai?
- Io bene, e anche Iroshi.
- Ho chiamato proprio per fargli gli auguri. É già tornato?
- No, non ancora. In effetti, é un po' in ritardo.
- Non fa niente. Glieli farò un'altra volta, adesso devo andare.
- Ciao mamma.
La donna posò il telefono e guardò apprensiva la porta. Perché Iroshi non arrivava? E se fosse andato al pozzo?
Mosse appena un passo per andare a controllare, quando il ragazzo varcò la soglia di casa.
- Mamma, sono a casa!
Kagome uscì dalla cucina, cercando di sorridere per non far trasparire tutta la sua preoccupazione.
- Iroshi, sei in ritardo.
- Si, scusa. Mi sono fermato a parlare con alcuni amici. Mi hanno fatto gli auguri per il mio compleanno e mi hanno fatto un regalo. Guarda...
Il ragazzo tirò fuori dallo zaino dei piccoli portachiavi con dei simboli tribali.
- Va bene, va bene. Adesso andiamo in cucina, che c'é una bella torta che ti aspetta.
“Cerchiamo di non pensarci. Io mi sono immaginata tutto; nessun uomo é mai stato qui, e non c'é assolutamente nessuna profezia su mio figlio.”
- Mamma, ti vedo pensierosa. Cos'hai?
I due stavano mangiando una fetta di torta, dopo che Kagome ebbe cantato “tanti auguri a te” e che Iroshi ebbe spento le candeline.
- Niente, figliolo.
La donna sospirò.
- Iroshi, sai che ti voglio bene, vero?
- Si, certo. Ma cosa vuoi dire?
- Che non devi avvicinarti al pozzo, per nessun motivo. É l'unica cosa che io ti abbia mai proibito, fin da piccolo. Ora, ti prego di continuare a non avvicinartici, specialmente stasera.
- Perché?
Kagome scosse la testa.
-Non chiedermi spiegazioni, per favore. É così e basta.
-Va bene.
Madre e figlio si alzarono dal tavolo.
-Lascia, faccio io, mamma.
-Ma no, Iroshi. Vai di là, dai...
-Ho detto che faccio io. Tu sei stanca, vai a sederti..
Kagome sorrise.
-Allora vado di là a prendere il tuo regalo.
Kagome uscì, mentre Iroshi si diresse al lavandino per lavare i due piatti che avevano usato.
Era curioso di vedere cosa gli avesse regalato sua madre.
Asciugò i piatti e mise tutto in ordine. Iroshi era solito aiutare la mamma, visto che erano soli.
Il ragazzo pensava spesso a suo padre, ma ogni volta che chiedeva sue notizie, riceveva sempre la solita laconica risposta.
-Iroshi, vieni fuori!
-Arrivo!
Il brutto episodio di poche ore prima era già stato dimenticato.
-Mamma, ma é bellissima!
Kagome aveva regalato a suo figlio una bellissima bicicletta rosso fiammante.
-Sono felice che ti piaccia, caro.
Iroshi abbracciò sua madre.
-Grazie, é il più bel regalo che tu potessi farmi.
Kagome si fece seria.
-A dire il vero, c'é un motivo preciso per cui ho deciso di regalarti questa. Dopodomani, devo partire per lavoro e starò via tutta la settimana.
Andrai a scuola con questa, visto che é troppo lontano per andarci a piedi.
Kagome faceva la segretaria e a volte capitava che dovesse partire, ma mai per una settimana.
-Oh, va bene. Me la caverò, tranquilla.
-Guarda che non parto adesso, parto lunedì. Ormai é tardi, ma domani che ne dici se andiamo a farci un pic-nic a “Falt Lake”?
-Ottima idea. Portiamo anche l'Oden?
-Golosone.. no, l'Oden é troppo lungo da preparare.
-E dai!
Iroshi adorava l'Oden, ma odiava la frittata. Proprio come Inuyasha...
I due andarono a dormire.
La giornata era trascorsa velocemente, e tutti e due erano molto stanchi.
Iroshi si trovava a letto, ma un fastidioso mal di denti non lo lasciava dormire.
Si alzò per dirigersi in bagno a fare degli sciacqui.
Accese la luce e andò a prendere il liquido verde simile al collutorio ma, quando si vide allo specchio, cacciò un urlo che fece sobbalzare Kagome.
La donna si precipitò in bagno, e ciò che vide la fece raggelare. Ad Iroshi erano spuntate delle “simpatiche” orecchie da cane e gli si erano allungati i canini. Inoltre, i suoi capelli (dal nero corvino abituale) erano diventati di un bel colore argenteo.
-Mamma, che mi succede?Aiutami, ti prego...
-Oh, Iroshi...
Gli si avvicinò e lo abbracciò. Adesso doveva dirglielo per forza, non poteva aspettare oltre.
Lo portò in cucina e gli preparò un té.
-Iroshi, é arrivato il momento che tu sappia di tuo padre e delle tue origini. Non hai idea di quanto sia difficile parlarne, per me, ma... non posso più aspettare.
Tuo papà, Inuyasha, ecco... non era di qui. Lui... Dio, com'é complicato!
-Non preoccuparti. Dopo quello che ho visto, posso credere a tutto.
-Si, hai ragione. Allora, dicevo, tuo padre era di un'altra epoca. Io non ti ho mai permesso di avvicinarti al pozzo perché quello é un passaggio temporale per l'epoca Sengoku.
Io avevo 15 anni quando lo scoprì. Ricordo che zio Sota ed io stavamo cercando Bujo, il nostro gatto. Sono inciampata e sono caduta nel pozzo. Quando ne sono uscita, ho scoperto che non ero più a casa mia, bensì nell'epoca Sengoku. Riconobbi il Goshinboku e mi ci avvicinai. Inuyasha era sigillato all'albero da una freccia e io lo liberai. All'inizio non ci sopportavamo, ma piano piano ci innamorammo. Purtroppo, fu ucciso molto prima che tu nascessi. Lui era un mezzo demone, e nelle notti di luna nuova diventava uno splendido umano coi capelli neri e senza zanne; tu, invece, sei nato umano e a quanto pare nelle notti di luna nuova diventi un mezzo demone con zanne e orecchie da cane.
Kagome raccontò quasi tutto, omettendo il piccolo particolare della Sfera dei Quattro Spiriti.
Iroshi ascoltò tutto il discorso a bocca aperta. Se non fosse stato per il suo attuale aspetto fisico, non avrebbe creduto ad una sola parola di quello che la madre gli stava dicendo.
-Perciò, Iroshi, adesso più di ogni altro momento devi stare lontano dal pozzo. Capito?
-Si, ma perché?
-Come sarebbe a dire “perché”? L'epoca Sengoku é piena di pericoli e non voglio che tu ci vada. Devo forse disdire la partenza?
-No, non preoccuparti. Farò come dici, mamma. Dopotutto, non ti ho mai dato motivo di dubitare di me. Giusto?
-Ma certo, é naturale. Forza, andiamo a dormire.
Stavolta, si coricarono per davvero.
Il mattino dopo, Kagome si alzò di buon ora per preparare delle polpette di riso.
Per colazione, bevve del caffé.
Poco dopo, si alzò anche Iroshi, che ormai era tornato umano.
-'Giorno mamma.
-Ciao Iroshi. Ti sei svegliato?
-Si.
Il ragazzo sbadigliò.
-Forza, fai colazione e vestiti, che poi partiamo.
Lui mangiò dei cereali col latte e, dopo aver lavato la tazza che aveva usato, andò di sopra a vestirsi. Scelse dei pantaloni verdi e un maglioncino con lo scollo a V, dello stesso colore.
Partirono per la loro destinazione, Kagome al volante e Iroshi seduto a fianco a lei.
Il tempo era soleggiato e si preannunciava un bel pic-nic.
“Falt Lake” era una piccola area verde con un piccolo laghetto e, poco distante da questo, una stalla con dei cavalli su cui era possibile fare un giro. Insomma, un piccolo paradiso terrestre.
Si sedettero in riva al lago per mangiare.
-Mamma, dove devi andare domani?
-Devo andare a Kyoto.
-Oh...
Iroshi avrebbe tanto voluto parlare della sera prima, ma aveva paura. Avrebbe voluto sapere altro su suo padre, ma non osava.
“Beh, tentar non nuoce.”
-Mamma, che tipo era papà?
Kagome sorrise. Era un sorriso carico di malinconia, che ancora la assaliva se solo osava portare i suoi pensieri su di lui.
-Era un brontolone. Non gli andava bene nulla, ma era anche tanto dolce. Quando mi chiese di sposarlo ero la ragazza più felice dell'universo, ma poi...
Kagome non riusciva più a continuare e una lacrima furtiva le rigava il volto.
-Scusami, mamma, scusami.
Dopo aver mangiato, andarono a fare un giro sui cavalli.
Iroshi se la cavò abbastanza bene, ma Kagome, quando tentò di salire, cadde dando una micidiale sederata per terra.
Il figlio prese a ridere e, per un attimo, fu tentata di mandarlo “a cuccia”.
Si riprese subito, ricordandosi che per quanto gli potesse somigliare lui non era Inuyasha.
Così, prese a ridere amabilmente anche lei.
La giornata trascorse così fino alle sei di sera, finché non fu ora di tornare a casa.
-Mamma, scusa. Non volevo farti piangere.
-Non é niente. É giusto che tu voglia sapere di tuo papà.
La donna mise in moto l'auto e partirono.
-Iroshi, metti tu in ordine?- chiese Kagome una volta arrivati a casa- Io devo cercare una cosa...
Salì le scale e andò in camera sua. Aveva sempre la stessa cameretta e il ragazzo dormiva nella camera di Sota.
Aprì il primo cassetto della sua cassettiera e sollevò le magliette. Ne estrasse una foto che ritraeva lei e Inuyasha.
-Iroshi, hai finito?
-Si, mamma.
-Allora vieni in salotto. Ho una cosa da mostrarti.
Il ragazzo si avvicinò e le si sedette accanto.
-Figliolo, questo col kimono rosso é tuo padre. Lui é Inuyasha e questa accanto a lui sono io a 15 anni.
-E questo in fondo chi é?
-Oh, lui é Sesshomaru, ed é il fratello di Inuyasha. Qui si erano appena riappacificati...
-Quindi ho un altro zio!
-Si, ma ricordi cosa ti ho detto oggi?
-Riguardo al pozzo?
-Si.
-Hai detto che non mi ci devo avvicinare per nessun motivo.
-Bravo, e ora fila a letto.
Kagome andò a prepararsi la valigia e Iroshi si infilò sotto le coperte e si addormentò.


Allora, ecco pronto il sequel a capitoli di “una parte di te”.
Lo so che il capitolo é un po' cortino, ma a me sembra (spero!) ben fatto. Detto questo, vi lascio ai commenti.
Kiss kiss,
Kikyo90

Vi stuzzica l'idea di un  contest su Inuyasha? Vi andrebbe di partecipare? Allora, non dovete fare altro che cliccare sul link qui sotto per darci un'occhiata. Mi farebbe molto piacere avere nuovi partecipanti ^__^


http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8080671

  
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