11/09/2014
4 recensioniStay here
Quando Oliver entrò nel seminterrato, non si sarebbe di certo aspettato di trovarsi davanti una scena tanto buffa: Felicity era seduta nella sua sedia, aveva la testa posata nella scrivania e dormiva beatamente. Sembrava una bambina, dolce e innocente.
Oliver si ritrovò a fissarla per chissà quanto tempo.
Poi si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla. «Felicity.» la chiamò delicatamente.
La ragazza mugolò parole incomprensibili, ma non sembrò accennare ad aprire gli occhi.
«Felicity, se stai così ti verrà il torcicollo.» fece Oliver, stavolta muovendola con più decisione.
Quel metodo sembrò funzionare, perché la ragazza aprì gli occhi di scatto. Quando mise a fuoco Oliver si alzò velocemente dalla sedia e sorrise imbarazzata.
«Oliver.» disse, sistemandosi un po'.
Alcune ciocche bionde erano uscite dalla coda sempre perfetta e le ricadevano sulle spalle. Gli occhiali erano storti sul naso e le avevano lasciato un segno nella guancia per come ci si era appoggiata sopra. Felicity si lisciò il vestito e controllò di non aver sbavato mentre dormiva.
«Cosa ci fai ancora qui? Sono le due di notte.» l'ammonì Oliver, più preoccupato che arrabbiato.
Felicity fece spallucce. «Stavo cercando qualcosa che potesse aiutarci con quel criminale di ieri. Devo essermi addormentata perché sono giorni che non chiudo occhio. Beh, in effetti non ho proprio il tempo di chiudere occhio visto quanto lavoriamo. Ma con questo non voglio dire che sono sottopagata, anche perché non mi paghi affatto, quindi...» biascicò, con il suo usuale parlare a macchinetta.
Oliver sorrise, divertito e intenerito al contempo. «Puoi restare a dormire qui, vista l'ora. Sistemati nella brandina.» consigliò, indicando il letto improvvisato che il ragazzo adoperava per non tornare a casa.
«No, non è il caso. Insomma, non posso di certo lasciarti dormire per terra. E non possiamo dormire insieme, non perché mi dispiacerebbe, anzi, ma sarebbe imbarazzante...» Felicity si fermò, accorgendosi delle sue parole.
Si diede della stupida e si morse la lingua. Avrebbe dovuto imparare a stare un po' più zitta e a dire meno cose imbarazzanti.
Oliver sembrò non soppesare le sue parole – anche se, in fondo, ne rimase piacevolmente colpito – e si avvicinò alla ragazza.
Felicity gli sorrise, le guance rosee e le braccia abbandonate lungo i fianchi. Era il ritratto della tenerezza.
Oliver le accarezzò il braccio. «Resti a dormire qui. Non accetterò un no come risposta!» disse infine, categorico, guidandola verso la brandina.
Felicity sospirò e si sedette nel letto. «Sei un dittatore.» lo canzonò scherzosamente per nascondere l'imbarazzo.
Oliver rise e si sedette accanto a lei.
Si coricarono uno accanto all'altra, le spalle appena affiancate e i respiri sincronizzati. Stettero ore e ore svegli, senza farsi vedere dall'altro.
Quando il mattino dopo si svegliarono, erano stretti in un abbraccio che sapeva di quiete e casa.
Felicity si accoccolò a Oliver e lui la strinse più forte a sé.
SPAZIO ALIS: Una piccola cosina Olicity che è uscita per caso dalle mie manine e dalla mia testolina in trepidante periodo di ispirazione.
Quindi, appena mi è passato l'incipit per la testa, l'ho colto al volo.
Non ho nulla da dire, se non, recensite in tanti perché mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate :3
Alla prossima,
Alis
SPAZIO ALIS: Una piccola cosina Olicity che è uscita per caso dalle mie manine e dalla mia testolina in trepidante periodo di ispirazione.
Quindi, appena mi è passato l'incipit per la testa, l'ho colto al volo.
Non ho nulla da dire, se non, recensite in tanti perché mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate :3
Alla prossima,
Alis