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Autore: RossoCannella    11/09/2014    2 recensioni
"Tu sei bellissima, lo sai questo?"
Quinn mi guardò con quei suoi occhioni verdi che fin dal primo momento mi avevano fatto impazzire. Quei bellissimi occhi che mi osservavano, quei bellissimi occhi che mi penetravano dentro l'anima.
"Ma nonostante tu sia bellissima, dovrò ucciderti" mi disse guardando con un espressione cattiva e maligna, tipica di una creatura del diavolo.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I fall in love with the Devil


"Tu sei bellissima, lo sai questo?"
Quinn mi guardò con quei suoi occhioni verdi che fin dal primo momento mi avevano fatto impazzire. Quei bellissimi occhi che mi osservavano, quei bellissimi occhi che mi penetravano dentro l'anima.
 
L'avevo capito sin dal primo momento. Era troppo bella per essere vera. E ora lei mi guardava terrorizzata. Non sapeva che fare. Il suo segreto era stato rivelato.
Quinn non era umana. Quinn aveva l'aspetto di un essere umano, ma non lo era. Quinn era un vampiro e non avremmo potuto stare insieme.

Dovevamo cenare da me, era quasi mezzanotte e lei non si era ancora fatta vedere, così presi le chiavi dell'auto e andai a casa sua. Continuavo a suonare imperterrita, ma nessuno si degnava di aprire. Non ero intenzionata ad andar via, la luce della sua stanza e la luce in cucina erano accese, non poteva non essere in casa. Mi feci un po' indietro, mi guardai attorno. Uno strano sasso nascosto tra gli altri attirò la mia attenzione: Quinn per quanto potesse essere brillante, affascinante e intelligente, era pur sempre americana e come tutti i bravi americani fanno, anche lei lasciava la sua chiave di riserva nascosta tra le piante in un finto sasso. Strinsi la chiave tra le mani e mi avvicinai di nuovo alla porta. La infilai nella serratura e girai in fretta.
Avevo un sacco di pensieri per la testa, poteva esserle successo di tutto. Poteva essere in pericolo, addirittura poteva esser morta. Poteva esser a letto con qualcun'altra, il solo pensiero mi nauseava.
Spalancai la porta e cominciai a guardarmi attorno. Non sentivo nessun rumore. Camminai per il corridoio, entrai in ogni stanza e niente. Non c'era traccia di Quinn in nessuna di queste. Ad un certo punto però, sentii un urlo di dolore e proveniva dall'armadio. Lo aprii immediatamente. Quinn era lì.
I capelli biondi scompigliati che le ricadevano sul viso sudato e livido, le labbra violacee avevano perso il loro solito rossore, gli occhi verdi di cui mi sono innamorata, spenti, pieni di lacrime e pieni di dolore.
Le sue mani insanguinate erano impalate contro il fondo dell'armadio, infilzate da due paletti di legno affilati.
I suoi vestiti strappati e pieni di sangue lasciavano vedere l'enorme ferita che Quinn aveva sull'addome, procurata da un altro di quei paletti che - esattamente come gli altri due - era ancora dentro il corpo della mia amata.
"Aiutami, Santana!" queste furono le uniche parole che pronunciò prima di perdere conoscenza.
Non sapevo che fare, la paura mi stava divorando. Non volevo perdere quella ragazza, non volevo passare un solo secondo della mia vita senza averla intorno. Non potevo rinunciare al suo sorriso, alle sue labbra e soprattutto ai suoi occhi.
La prima cosa che mi venne in mente fu quella di chiamare il 911, ma avevo paura che non sarebbero arrivati in tempo.
Cominciai a togliere il primo paletto, quello conficcato nella mano destra, le mantenni la spalla mentre le toglievo quello che aveva nella mano sinistra. Subito dopo, mentre lasciavo che il suo corpo si appoggiasse al mio, misi entrambe le mani sul terzo paletto e lo estrassi usando tutta la forza che avevo in corpo.
Quinn ancora non si riprendeva, emetteva solo gemiti di dolore.
Era straziante, non potevo continuare a starmene ferma e a guardarla morire. La presi tra le mie braccia e corsi fuori casa.
Non so dove trovai tutta quella forza, ma in quel momento poco mi interessava. Il mio unico pensiero era quello di salvare Quinn.
Aprì lo sportello del passeggero e l'adagiai su quello, in fretta poi le misi la cintura di sicurezza e lo richiusi, entrai in macchina e cominciai a guidare verso l'ospedale che distava una decina di minuti da casa sua.
Ma mentre ero ferma ad un semaforo, mi girai a controllarla e vidi la ferita sull'addome cominciare a rimarginarsi.
Ero confusa, non riuscivo a capire. Le presi le mani. Non c'era una cicatrice, non c'era un graffio, niente di niente. Sembrava che non le fosse successo niente. Anche i lividi sul volto erano spariti.
Ma che diavolo stava succedendo? Accostai la macchina quando sentii chiamare il mio nome.
La ragazza al mio fianco si stava risvegliando. Scesi in fretta e aprii lo sportello. Lei mi guardava dispiaciuta.
"Che sta succedendo, Quinn? Tu eri ferita mortalmente! L'ho visto, ho visto il sangue, ho visto le ferite, ho visto i paletti conficcati nelle tue mani e anche sull'addome. Che sta succedendo? Cosa diavolo sei tu?"
Lei si tolse in fretta la cintura e scese dall'auto. Io ero seduta sul marciapiedi, senza prole. Le lacrime cominciavano a scivolarmi sulle guance e non riuscivo a fermarle.
Quinn si sedette accanto a me e mi prese la mano. Cercava il mio sguardo, ma in quel momento non riuscivo a guardarla.
"Guardami negli occhi, Santana!" disse e girò il mio viso verso di lei. "Non la farò lunga, sai che mi piace arrivare subito al punto, perciò: io non sono come te, sono un vampiro."
"I vampiri non esistono, Quinn!" dissi mentre le lacrime continuavano a bagnarmi il volto.
"Santana devi credermi - mi prese la mano, cominciando ad accarezzarmela - sono un vampiro, mi hai visto guarire da ferite mortali per qualunque essere umano"
"Perché diavolo eri ridotta così?" domandai confusa e spaventata. Ero davvero terrorizzata, ma non volevo darlo a vedere.
"Perché noi vampiri non possiamo stare con gli umani, ma io sono innamorata di te, Santana. Io ti amo ed è strano perché non dovremmo avere emozioni, ma quando sono con te, mi sento viva. Non mi sono mai sentita così, nemmeno quando ero davvero viva. Santana devi credermi, io ti amo e non voglio rinunciare a te"
Mi alzai e la guardai, non sapevo cosa dire, non sapevo cosa fare. Amavo quella ragazza, la amavo davvero, ma ero terrorizzata. Avevo un sacco di confusione in testa. Tornai alla macchina e andai via, lasciando Quinn lì, da sola. 


Amavo quella ragazza come non ho mai amato nessuno. Desideravo quella ragazza come non avevo mai desiderato nessuno.

"Ma nonostante tu sia bellissima, dovrò ucciderti" mi disse guardando con un espressione cattiva e maligna, tipica di una creatura del diavolo.
Non avrei mai pensato che avrebbe fatto una cosa del genere a me.
Lei diceva di amarmi, lei diceva di sentirsi viva con me, allora perché mi stava facendo questo? Perché stava ponendo fine alla mia vita?
"Se io non posso averti, nessun altro ti avrà. Santana, tu sei mia."
"Perché mi fai questo? avevi detto di amarmi!"
"Ma io ti amo. Dopo averti detto chi ero veramente, sei sparita. Io non posso sopportare tutto questo, non senza di te. È una continua agonia, non posso continuare a vivere senza di te e il pensiero che tu sia viva, che il tuo cuore batta per qualcun altra, che tu dia il tuo amore a qualcun altra mi uccide! Non so dirti quanto mi uccide. Tutto ciò che volevo era stare con te. Non posso continuare a sopravvivere sapendo che tu sei in questo posto, da qualche parte ad amare una persona che non sono io, per questo, solo per questo devo metter fine alla tua vita"
Le lacrime cadevano a raffica dai suoi occhioni verdi. Io ero sotto di lei, bloccata dalle sua forza sovrumana, sull'asfalto bagnato dalla pioggia autunnale.
"Mi dispiace amore mio" disse. Con una sola mano teneva entrambe le mie mani ferme, con l'altra mi trafisse lo stomaco con qualcosa. Si chinò su di me, mi baciò, deglutì, sentì un sapore metallico in bocca, sapeva di sangue, probabilmente stavo avendo una emorragia e poi più niente. Buio. Vuoto. Nulla.

Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato morire.

Mi risvegliai a casa mia, nel mio letto. Ero morta? Era questa l'illusione della mia morte? Era questo che mi aspettava per tutta l'eternità? L'illusione di una vita stroncata troppo presto, una vita che avrei potuto continuare se non fosse stato per Quinn?
La porta della mia stanza si aprì e Quinn entrò. Aveva il volto basso, preoccupato e colpevole. Mi spaventai, cercai di alzarmi in fretta, volevo fuggire da quella stanza. Come poteva essere anche lì? Ero terrorizzata.
"Sta lontana da me!" esclamai.
"Santana, ascoltami, ti prego!"
"Sei un mostro!" continuai.
"Ti prego Santana ascoltami"
"Sono appena morta, mi hai ucciso tu, perché dovrei ascoltarti?"
"Non sei morta, Santana!" la guardai con aria confusa.
"Ma io, tu. Tu mi hai infilzata con qualcosa io l'ho sentito e ho sentito il dolore"
"Santana tecnicamente sei morta, ma non sei morta, io ti ho trasformata."
Un sorriso innocente apparve su quel volto.
"Tu hai fatto cosa?" chiesi, la rabbia aveva ormai preso il posto della paura.
"Ti ho trasformata in un vampiro, ma solo perché voglio passare il resto della mia esistenza con te. Adesso niente si potrà mettere tra di noi"
"Quinn ma sei impazzita? Mi hai appena ucciso e trasformato in un mostro e vuoi che apprezzi il tuo gesto d'amore? Non esiste. Non ti voglio mai più vedere!"
"No! Questo non è vero! Tu mi ami Santana, tu mi ami!"
Era vero, io l'amavo. Ma ero arrabbiata con lei. Non potevo perdonarla per questo, ma in fondo riuscivo a capire perché l'avesse fatto.
Si avvicinò a me e mi prese le mani. Mi guardò negli occhi. I suoi erano lucidi, era ferita dalle mie parole glielo leggevo chiaramente in faccia.
"Santana ti prometto che l'affronteremo insieme, ma non negare i sentimenti che provi per me. Ti prego, non rinnegare tutto quanto. Tu mi ami Santana, non è così?"
E io l'amavo. E dovevo dirglielo. Quella ragazza era la mia criptonite. Non riuscivo a pensare ad una vita senza di lei. Mi aveva regalato l'eternità e la giovinezza, ma soprattutto mi aveva regalato l'amore infinito. Poteva aver utilizzato i mezzi sbagliati, ma non potevo pensare all'eternità senza lei al mio fianco. Così dissi la verità.
"È così, io ti amo" un sorriso enorme le comparve sul viso.
"Lo sapevo!" esclamò attirandomi a lei e abbracciandomi. Mi tenne stretta a sé e mi baciò senza mai sciogliere l'abbraccio. Appoggiò la sua fronte sulla mia.
"Di qui all'eternità sarai mia, Santana Lopez!"

 
   
 
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