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Autore: Oplomacus    11/09/2014    0 recensioni
I Clone Trooper sono stati creati, educati e cresciuti per la guerra. Tuttavia, nonostante il condizionamento mentale e le inibizioni degli istinti, il risultato non è identico per tutti.
Il soldato clone Garrett dimostrerà che i cloni non sono solo macchine di morte, ma anche esseri pensanti dai sentimenti profondamente umani
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Kamino, cinque mesi dopo la battaglia di Geonosis

La pioggia cadeva incessante e violenta su Kamino, come accadeva da milioni, forse miliardi di anni, ma i più di diecimila cloni soldato schierati sull'attenti di fronte alle navi che li avrebbero imbarcati non potevano percepirla, chiusi com'erano nelle loro armature bianche.
Il soldato semplice Epsilon G27, immobile in seconda fila, il cui volto era reso imperscrutabile dal casco come quello di tutti i suoi compagni, si chiese cosa si provasse a sentire le microscopiche gocce d'acqua al contatto con la pelle.
Per un istante, desiderò togliersi l'elmo per assaggiarle.
Fin dal primo vagito che aveva emesso appena nato, Epsilon G27 era stato educato alla guerra e al combattimento, ogni ora di ogni giorno della sua vita.
Simulazioni teoriche, esercitazioni tattiche, addestramento al corpo a corpo e tiro al bersaglio con il fucile blaster avevano costituito il fulcro della sua esistenza, ma, dopo più di dieci anni, le cose stavano per cambiare.
La guerra, il conflitto totale tanto atteso per cui lui e i suoi fratelli erano stati creati, era finalmente scoppiata e divampava in tutta la Galassia.
Prima di comunicare a Epsilon G27 e a tutti gli altri cloni della sua generazione che il tempo della preparazione fosse finito e che ben presto si sarebbero trovati nel bel mezzo della vera azione, i kaminoani, su iniziativa del Consiglio dei Jedi, avevano suggerito loro di scegliersi un soprannome che li identificasse.
Garrett, così aveva deciso di farsi chiamare Epsilon G27, ne aveva dedotto che la guerra non si stesse rivelando breve, semplice e schematica come gli era sempre apparsa nel simulatore.
Evidentemente, i generali Jedi avevano ritenuto opportuno che i cloni fraternizzassero tra loro e che non si sentissero meri strumenti di morte come i loro nemici droidi, ma Garrett non aveva mai esposto i suoi pensieri agli altri cloni. In un certo senso, si sentiva diverso, ma aveva paura a pensarlo. Era nato per combattere, non per pensare, si ripeteva in ogni momento, eppure dubbi e riflessioni continuavano ad affiorare nella sua mente.
Non riusciva a dimenticare, ad esempio, il momento in cui i primi battaglioni di soldati avevano lasciato Kamino per attaccare la roccaforte separatista di Geonosis, l'ansia che gli aveva attanagliato la gola, la consapevolezza che non avrebbe mai più rivisto i suoi fratelli.
Cinque mesi dopo, terminate le ultime fasi dell'addestramento, la guerra era entrata nel vivo. Adesso toccava a lui.
Da una delle decine di cannoniere LA-AT posizionate sulla piattaforma d'atterraggio antistante al piazzale dove si trovava il battaglione di Garrett scesero tre cloni.
Due indossavano un'armatura completa con decorazioni nere identiche a quelle delle reclute che avevano di fronte e costituivano indiscutibilmente la scorta di quello al centro, che non portava il casco ed aveva il volto mandaloriano sfigurato da un'impressionante cicatrice sotto l'occhio destro.
Non ci fu alcun bisogno di presentazioni. Le voci, i racconti e perfino le illustrazioni didattiche ufficiali delle prime battaglie della guerra erano state troppo chiare negli ultimi cinque mesi per non far riconoscere a tutti i presenti il Comandante Arnaud.
"Soldati!" esordì quest'ultimo, urlando per sovrastare la pioggia battente.
"Benvenuti nella Legione 178, le Aquile Nere della Repubblica! Non serve che vi spieghi niente, perché sapete benissimo a cosa stiate andando incontro. Negli ultimi dieci anni siete stati addestrati a combattere e a compiere il vostro dovere, quindi ricordatevi bene cosa avete imparato, perché i nemici che affronterete non vi permetteranno di pensare a nient'altro che a quello. Tenete a mente ciò che avete appreso, eseguite gli ordini dei vostri ufficiali e tutto andrà bene. Gli occhi di miliardi di esseri viventi sono su di voi, tutti i cittadini della Repubblica, a partire dal nostro Supremo Cancelliere, hanno riposto nelle vostre armi la speranza di non ritrovarsi sotto il tacco metallico dei Separatisti, perciò non deludeteli. Siamo nati per combattere questa guerra e per riportare la pace nella Galassia, nient'altro ha importanza.
Ufficiali, iniziate le procedure di imbarco! Il Generale Ki-Adi-Mundi ci vuole operativi entro due giorni!".
Mentre si metteva in marcia insieme ai suoi fratelli, Garrett non riusciva a smettere di pensare alla cicatrice sotto l'occhio destro del Comandante Arnaud...


Cardooine, Orlo Esterno, cinque mesi dopo la battaglia di Geonosis

Dopo che l'ultimo incrociatore separatista fu crivellato di colpi turbolaser e cominciò a precipitare nell'atmosfera di Cardooine, dagli Star Destroyer classe Venator della Flotta Repubblicana fuoriuscirono migliaia di cannoniere LA-AT, le quali iniziarono immediatamente la discesa verso l'unico continente abitato del pianeta, venendo accolte da un nutrito fuoco contraereo.
Quest'ultimo era un mondo completamente disabitato, ricoperto da oceani molto profondi e con un solo continente abitabile, ma lo Stato Maggiore della Repubblica aveva deciso ugualmente di inviarvi tempestivamente la Legione 178 di Ki-Adi-Mundi;
i fondali oceanici di Cardooine, infatti, erano ricchi di un'ampia varietà di minerali, in particolare di metalli utili per la riparazione delle navi da guerra e per la costruzione di sistemi elettronici di iperguida, e il Consiglio Separatista, spinto dalla cupidigia del Viceré Gunray della Federazione dei Mercanti, non aveva esitato a mandare sul posto un'armata di droidi da battaglia.
Garrett era stato assegnato, insieme ad altre tre reclute, alla Squadra Verde del sergente Axel, un'unità composta quasi esclusivamente da veterani.
"Ve lo dico io quale di quei porci ucciderei volentieri a mani nude. Poggle il Minore, l'Arciduca di Geonosis. E' piccolo, viscido, sporco, e parla con quegli orrendi suoni gutturali. E' di gran lunga il peggiore".
A parlare era stato il tiratore scelto della squadra, in prima linea fin da Geonosis.
A tutti i soldati della Repubblica erano state mostrate delle immagini recenti dei capi separatisti, così da renderne più facile l'identificazione e la cattura in caso di bisogno, così anche gli altri membri dell'unità si unirono alla discussione.
Garrett non se la sentiva, anzi, a dirla tutta non riusciva a comprendere quel bizzarro modo di sdrammatizzare la tensione.
"Ti sbagli, Woden" ribatté Axel "il peggiore non è Poggle, ma Rune Haako, il braccio destro di Gunray. Sempre così ossequioso e falso, stilla codardia da tutti i pori. Io ucciderei lui"
"Per me, invece, è Tambor, quell'assurdo cyborg della Tecno-Unione, vi giuro che..."
L'intervento dell'altro soldato venne bruscamente interrotto da una comunicazione olografica del Comandante Arnaud.
A giudicare dalla sua posizione, l'ufficiale si trovava su una cannoniera come loro.
"A tutte le unità, i separatisti hanno allestito degli impianti minerari nell'oceano di Cardooine, ma a quelli penserà l'aviazione con i suoi bombardieri. Il vostro compito è ripulire l'area terrestre dai droidi, che pare siano in gran numero e ben fortificati. Fino al momento in cui stabilirete una testa di ponte sarete senza la copertura dell'artiglieria, quindi sbrigatevi! Per il Cancelliere, e che la Forza sia con voi!".
L'immagine di Arnaud tremò per poi sparire, ma Axel si era già avvicinato al portellone d'uscita.
"Per voi nuovi" disse "Tenete bene a mente il simulatore e ricordate che i superdroidi hanno una placca rinforzata sul petto, dunque mirate all'attaccatura delle gambe e segateli in due con i vostri blaster. Se vedete un droideka, gettatevi a terra e lanciate un detonatore termico, ma l'ideale è colpirlo prima che attivi lo scudo. Quanto ai droidi ragno, caricateli e saltategli in testa, quindi sparate sui sensori di movimento. State attenti a non farvi immobilizzare dalle zampe, perché è stato uno di quegli affari a sfregiare il Comandante Arnaud su Hypori.
Forza e coraggio, perché adesso tocca a noi!".
La cannoniera toccò terra e Garrett si ritrovò sotto un diluvio di colpi laser. Il continente di Cardooine non era altro che una pianura brulla intervallata da gruppi di alberi, non esattamente il posto migliore in cui cercare un riparo.
Il soldato alla sua destra venne centrato in pieno da un colpo laser, seguito a ruota da altri due, mentre il grosso della fanteria della Repubblica continuava a sbarcare.
"Avanti, avanti!" ruggì Axel.
Spronato dal suo comandante, Garrett si abbassò più che poté ed iniziò ad avanzare con il blaster spianato. I droidi non erano altro che piccole figure in lontananza, ma grazie al mirino iniziò a mietere le prime vittime.
Colpì in rapida successione due droidi da battaglia, quindi prese di mira un superdroide, riuscendo solo a scalfire la sua placca protettiva.
La sua mente obbediva ai riflessi allenati dal simulatore, l'unica azione di cui era capace era muovere i piedi e sparare, mentre intorno a lui i cloni cadevano a decine.
Finalmente, le distanze si accorciarono e i colpi cominciarono ad essere più precisi.
Colpì alla giuntura delle gambe un superdroide che lo aveva preso di mira, quindi incenerì un'intera squadra di droidi da battaglia con una granata.
"Ben fatto!" gli gridò da qualche metro di distanza Woden, il tiratore scelto, senza smettere di sparare.
Garrett lo vide decapitare un'intero plotone di droidi con un singolo colpo per ciascuno e pensò che, nel suo campo, fosse proprio un artista.
La voce di un ufficiale che non si qualificò lo assordò nel casco:
"Squadra Verde, convergete a destra! I droidi stanno sfondando".
Obbedendo ad un riflesso meccanico, il soldato si accodò ad Axel e ai suoi commilitoni, non prima di aver distrutto un altro superdroide.
Effettivamente, sul settore destro dello schieramento repubblicano, i cloni stavano retrocedendo a causa dell'irruzione sul campo di battaglia di un folto gruppo di droideka, i cui blaster pesanti binati facevano strage nei densi reparti della Legione 178. Woden ne distrusse subito uno privo di scudo, ma gli altri si voltarono ed aprirono immediatamente il fuoco su di loro.
Garrett si gettò a terra e ne distrusse uno, quindi lanciò una granata contro un altro e, una volta constatato l'abbassamento del suo deflettore, lo incenerì con due colpi secchi.
Si era appena rialzato, quando un velocissimo droideka rotolò per una ventina di metri e si aprì proprio di fronte a lui.
Garrett tentò di mettersi in ginocchio e di puntare ancora il blaster, ma sapeva di essere morto.
Istintivamente, chiuse gli occhi, ma, quando li riaprì, il droideka non c'era più, spezzato in due da una figura materializzatasi all'improvviso.
L'essere si sbarazzò di un'altra decina di droidi in pochissimi secondi, maneggiando con grande perizia la sua spada laser blu.
"Generale Adi-Mundi!" urlò Garrett, rimettendosi in piedi.
Il Maestro Jedi cereano, sentendosi chiamato, si voltò verso il clone e, incurante dei numerosi colpi di blaster che gli piovevano addosso, disse:
"Buona fortuna, soldato!".
Quindi, come era apparso, sparì in mezzo alla battaglia.
Infervorato per lo scampato pericolo e per la vista del Jedi, Garrett spianò nuovamente la sua arma e si affiancò al sergente Axel.


Cinque ore più tardi, la battaglia era vinta. Dopo una strenua resistenza, l'esercito separatista era stato sbaragliato e Ki-Adi-Mundi in persona aveva arrestato un vicepresidente dell'Alleanza Corporativa, mentre gli impianti estrattivi erano stati messi in sicurezza e riattivati a beneficio dello sforzo bellico repubblicano.
Nell'accampamento della Legione 178, Garrett, che godeva di alcune ore di riposo concesse dagli ufficiali in seguito alla vittoria, prese una decisione, era troppo inquieto per tacere.
Senza dire una parola, abbandonò il conciliabolo di commilitoni in cui si trovava e, toltosi il casco, si presentò a rapporto dal Comandante Arnaud.
Garrett si irrigidì sull'attenti e, constatata la presenza del sergente Axel nel centro di comando, attese che il proprio superiore gli concedesse la parola.
"Entra, entra pure, soldato! Il sergente Axel, qui, dice che ti sei battuto bene. Non male, per un novellino! Chissà, magari la prossima volta ti ritroverai promosso a caporale"
"Ho solo fatto il mio dovere, signore"
"Certamente, soldato, e questo ti fa onore. Come mai mi hai chiesto di parlarmi? Vuoi essere trasferito a un'altra unità? Alla divisione esplorativa?"
"Signorno, signore. Il fatto è che..."
Garrett esitò, temette di osare troppo con il proprio comandante.
"Si?"
"Che non me la sento, signore. L'Ordine 66, proprio non riesco a immaginare di doverlo compiere. Il generale Adi-Mundi e gli altri Jedi combattono e muoiono al nostro fianco, come possiamo fare loro questo? E' un pensiero che mi tormenta e non so davvero come gestirlo".
Sconsolato, Garrett crollò sulla sedia di fronte ad Arnaud.
Il Comandante e Axel si guardarono intensamente negli occhi identici, quindi risposero in coro:
"Non so di cosa tu stia parlando, soldato"
  
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