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Autore: Engel_Aranel    11/09/2014    0 recensioni
Mi appoggio contro il muro e mi lascio scivolare giù, finchè non mi ritrovo seduta. Recupero il pacchetto, prendendo poi una sigaretta e portandola direttamente alle labbra. Riporto lo sguardo sulla finestra davanti a me, mentre cerco a tentoni l'accendino accanto a me.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel rumore continua, prosegue incessante da ventidue minuti. È snervante. Possibile che nessuno si lamenti? Oramai è l'una di notte, possibile che non lo senta nessuno?

Sto guardando un film sul computer e quel battere continuo m'impedisce di seguire le battute. Che odio. Perchè non può andare sul fondo del mare a suonare quella fottutissima batteria?

Appoggio la testa al muro ed è come se ogni colpo rimbombasse nella mia testa, diventa sempre più forte, man mano che la mia concentrazione passa involontariamente dallo schermo a quel rumore. Oramai non ci capirò nulla di questo stupido film, spengo tutto ed esco sul balcone. Nella casa accanto, la finestra di fronte alla mia, mostra una luce accesa e un'ombra che si muove leggermente. Lo fisso per qualche istante mentre lascio cadere il pacchetto di sigarette e l'accendino che tengo in mano. Mi appoggio contro il muro e mi lascio scivolare giù, finchè non mi ritrovo seduta. Recupero il pacchetto, prendendo poi una sigaretta e portandola direttamente alle labbra. Riporto lo sguardo sulla finestra davanti a me, mentre cerco a tentoni l'accendino accanto a me. La luce si spegne per qualche istante, lasciando che si accenda quella della finestra accanto. Giro la rotella dell'accendino con il pollice e la fiamma compare immediatamente, l'avvicino al cilindro tra le mie labbra e lascio che la carta inizi a bruciare insieme al tabacco mentre tiro leggermente. Ormai fumo da un paio d'anni, ma non spesso, non ne sono completamente dipendente. Ne ho semplicemente bisogno nei momenti in cui non mi posso sfogare in altro modo, oppure quando la solitudine torna a farsi sentire prepotente. Non sono esattamente il tipo di persona “popolare”. Detesto che la gente mi stia intorno più del dovuto. Preferisco restare da sola, piuttosto che ricevere mille belle parole dette solo per compiacermi o per secondi fini. Preferisco la mia compagnia a quella di qualsiasi ipocrita, eppure, ogni tanto, la solitudine si fa sentire con forza e senza chiedere permesso. In quei momenti la compagnia di un po' di fumo mi rilassa, mi aiuta a non cedere, a non crollare.

La luce davanti a me si spegne per tornare ad illuminare la finestra precedente per qualche minuto, poi buio. Non mi sono neanche accorta che quei tamburi assordanti hanno smesso di suonare. Porto lo sguardo in alto, osservo il cielo e ammiro le stelle, poi un rumore cattura la mia attenzione e torno a fissare la finestra. Un'ombra, mezza illuminata da una lucetta chiara, esce sul balcone e si avvicina alla ringhiera. Noto tra le mani il cellulare, che grazie alla sua luce mi permette di vedere i lineamenti della figura, mentre il ragazzo si appoggia con gli avambracci sul parapetto che circonda il balcone. Muove le dita velocemente sullo schermo del telefono, non accorgendosi di me che lo fisso immobile nel buio. Appoggio la testa al muro e alzo lo sguardo per osservare se anche le stelle ci stessero guardando, mentre tiro un'altra boccata di fumo dalla sigaretta che pian piano si sta consumando da sola. Sento il telefono suonare in camera, ma non ho voglia di alzarmi, chiunque sia aspetterà. Chiudo gli occhi e questa volta prendo quanta più aria riescano a contenere i miei polmoni, lasciandola poi uscire lentamente. Stiamo entrando nell'autunno e l'aria inizia a farsi fredda a quest'ora, eppure l'effetto che mi provoca mentre la sento passare per tutto il corpo è qualcosa che non mi stancherà mai, anzi. Il telefono suona di nuovo e la mia mano si chiude istintivamente a pugno. Chi può rompere i coglioni a quest'ora? Porto la sigaretta alle labbra ancora una volta, permettendo alla mano di distendere il pugno. Apro gli occhi lentamente e la figura è ancora sul balcone di fronte. Il cellulare più vicino al volto mi permette di vederlo e noto che i suoi occhi puntano nella mia direzione, anche se non credo possa vedermi bene. Sorride e quel sorriso mi entra dentro come la boccata d'aria fresca che ho preso prima. Faccio un ultimo tiro mentre mi alzo e vedo l'ombra rientrare nella casa. Spengo il mozzicone sul bordo del balcone, poi lo lancio di sotto e rientro in camera. Recupero il cellulare e vedo due messaggi.

Fa frescolino stasera, non credi?” e “Non ti sembra che il cielo sia stupendo?”

Non ho il tempo di posare il telefono che suona nuovamente.

Aprimi”

Che cosa vuol dire?

Un rumore improvviso mi fa sobbalzare dallo spavento e quando mi giro istintivamente vedo la figura dalla mia finestra. Lo fisso per qualche istante, poi mi avvicino aprendo.

«Ash, ma che caz...» Non riesco a finire. Lui è sulle mie labbra e mi spinge delicatamente nella stanza. Sorride non appena si stacca da me e io mi blocco come paralizzata.

«Questo non è meglio della tua sigaretta?» Chiede mantenendo un sorriso divertito. Io non rispondo, non ne ho la forza. Cosa ci fa qui? Perchè ha fatto questo? Cosa vuole?

«Lo sai che non si spiano i vicini?» Domanda ancora.

«Tu lo sai che non si fa casino a notte fonda?» replico senza accorgermene, ma complimentandomi da sola non appena capisco ciò che ho fatto. «I tuoi tamburi non hanno proprio un bel suono...» Aggiungo.

«Non hai risposto alle mie domande» Dice. «E quella che suono è una batteria, non dei semplici “tamburi”...» Aggiunge poi colpito nell'orgoglio.

«Non m'interessa» Affermo decisa.

Lui mi osserva per un po', poi si allontana sedendosi sulla sedia dalla scrivania. Sulle labbra ho ancora il suo sapore, ma non lascerò che si accorga che mi piace.

«Sai, non ti può non piacere la batteria... senza essa non esisterebbe nulla. È la spina dorsale di ogni gruppo, è quello che da il ritmo da seguire, è ciò che ti entra dentro scandendo i battiti del tuo cuore e sincronizzandoli con la musica, non c'è niente di più bello che sapere che migliaia di cuori stanno battendo al ritmo che scandisci tu...» spiega assorto. È preso da ciò che dice, il suo amore verso ciò che fa è immenso e quando ne parla non si può far altro che notarlo. I suoi occhi brillano orgogliosi e il suo sguardo è perso fuori dalla finestra mentre il sorriso non accenna ad abbandonare quel viso stupendo.

«Siamo abituati al suono dolce del violino, a quello fluido della chitarra o a quello rilassante del piano, ma mai nessuno nota la potenza di ciò che c'è dietro ad un gruppo. Quella scarica d'energia che regala una batteria sia a chi la suona, sia a chi l'ascolta...» Prosegue.

Parla come se stesse raccontando del suo amore più grande e forse è proprio così.

«Cosa facevi sul balcone?» Domanda poi voltando lo sguardo su di me.

«Qualcuno m'impediva di sentire il film che stavo guardando, così ho deciso di uscire per osservare il cielo e fumarmi una sigaretta prima di andare a dormire...» Spiego, anche se non capisco perchè gli sto raccontando i fatti miei.

«Non fa bene fumare...» Commenta in un sussurro.

«Mi serve a scaricare i nervi e poi tanto moriremo tutti, quindi chissene frega!» Rispondo mentre poso il pacchetto e l'accendino sul comodino accanto al letto.

«Non credi di poter trovare un altro modo?» Chiede.

«Questo è quello più semplice.».

«E quello che ti ho mostrato prima?».

«Non mi succede spesso, quindi no, non è facile».

«Vieni!» Esclama porgendomi una mano e recuperando il plaid ai piedi del mio letto.

«Cosa vuoi fare?».

«Tu seguimi e basta» Mi sorride e questa volta compaiono delle dolci fossette a lato delle sue labbra. Sbuffo, ma lo seguo. Esce sul balcone e lancia la coperta di sotto. Scavalca la ringhiera e velocemente scende nel cortile. Porta lo sguardo su di me e mi fa cenno di scendere.

«Tu sei pazzo! Esiste la porta!» Esclamo stupita.

«Finiscila di pensare e fallo! Ci sono io a prenderti...» Replica. Sbuffo per la seconda volta, poi cautamente scavalco il parapetto e molto goffamente mi lascio scivolare finchè i miei piedi non toccano terra. Sento le mani di Ashton che si appoggiano sui miei fianchi, aiutandomi a scendere. Per fortuna sono al primo piano!

«Visto? Non era difficile!» ride mentre mi prende per mano e mi spinge a seguirlo chissà dove. Usciamo dal mio giardino e passiamo su una stradina non molto distante che porta in mezzo ai campi di grano. Fortunatamente non abitiamo in mezzo al caos della città e neanche in mezzo alla triste campagna, ma per raggiungerla non ci vuole molto. Camminiamo per qualche minuto accompagnati dal suo allegro fischiettare. All'improvviso si blocca per pochi istanti e poi decide di uscire dalla stradina sterrata per entrare in un campo dall'erba tagliata. Si posiziona esattamente al centro, distende la coperta e ci si siede sopra, indicandomi di fare lo stesso. Mi siedo accanto a lui e poco dopo ci stendiamo per ammirare il magnifico spettacolo che ci offre il cielo. Lontano dalle luci artificiali, il cielo si riempie di miliardi di stelle. Uno spettacolo stupendo e romantico, con un pizzico di adrenalina dovuta al buio che ci circonda.

La mano di Ash cerca la mia e quando l'afferra il mio cuore perde un battito. La stringe dolcemente.

«Conosci qualcosa di stelle?» Chiede con voce calma.

«Qualcosina...» Rispondo. «Vedi quella stella laggiù?» Domando cercando di indicare una stella precisa in mezzo alle altre.

«Credo di sì...» Dice scrutando attentamente il cielo.

«Ecco, partendo da quella, scendi nelle tre sotto...» Comincio a spiegare senza smettere di indicare, anche se so che non serve a molto. Lui annuisce quando finisco di spiegargli il disegno immaginario da creare. «Ecco, quella è la costellazione del cancro...» Affermo sentendolo sorridere subito dopo.

 

Un brivido di freddo mi risveglia dal mio sonno leggero. Rabbrividisco un paio di volte, prima di capire che non mi trovo in camera mia. Provo a muovermi, ma qualcosa me lo impedisce. Non appena metto a fuoco davanti a me, noto che c'è Ash. Le sue braccia mi stringono stretta, come a proteggermi dal freddo mattino che inizia a colorarsi. Mugugna qualcosa un paio di volte, poi il suo viso comincia a creare delle buffe smorfie prima che i suoi occhi permettano al mondo di osservarli. Li punta dentro i miei per qualche istante, sbadiglia per poi tornare a fissarmi. Le sue labbra si piegano in un sorriso leggero e gli angoli della sua bocca vengono decorati da dolci fossette. La sua mano scivola sul mio fianco leggermente.

«Buongiorno Ash...» Sussurro sorridendo.

Lui avvicina velocemente il suo viso al mio e lascia che le nostre labbra s'incontrino.

«Buongiorno Amore!».




 

 

ECCOMI QUI!
Una veloce One Shot dedicata ad Ashton! :)
Spero vi piaccia ♥
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Baci ♥

 

 


 
   
 
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