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Autore: Goten87 e LORIGETA    29/09/2008    6 recensioni
Goten fa il barista e gestisce un piccolo locale in centro città : Il Banana Daiquiri...
Bra è inviperita con il mondo, il suo ragazzo l'ha profondamente delusa. Cosa succederà? Casini in vista XD
Dedicata a Gin Ichimaru...grazie per le tue mail offensive, come vedi ci hanno spronato a continuare la storia.
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goten
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Banana Daiquiri

 

 

Capitolo 1 di Giacomo ^^ovvero Goten

 

 

 

Mettevo a posto i bicchieri dopo averli asciugati con una salvietta; era molto tardi e stavo per chiudere, il locale era deserto.

Cominciai a contare i soldi nella cassa, a dividere le banconote da cento e da cinquanta zeni da quelle di piccolo taglio, e alla fine mi resi conto che anche quel giorno avevo incassato una miseria.

Che cazzo di vita! Dissi intristendo lo sguardo, ma perché mi era venuta l’idea di rilevare quel bar? Ma perché cavolo facevo il barista, io, Son Goten?

Pensai a tutto quello che avevo da pagare, alle scadenze con i fornitori e all’affitto. Mi accesi una sigaretta, non era vita quella: era un inferno, rimpiangevo la tranquillità dei monti Paoz, avrei voluto tornarci.

Spensi le luci sopra il bancone e staccai la presa della macchina del caffè, quindi tolsi il grembiule macchiato e lo gettai a terra.

Un rumore, un cigolio; la porta si era aperta facendo entrare una folata di aria fredda.

“E’ chiuso!” Eh no. Non mi andava di rimanere lì chissà per quanto ancora per qualche rompiballe. Volevo andare a casa, farmi una doccia e mettermi comodo in pigiama davanti alla tele.

“Scusa Goten, posso?” sbattei le palpebre, forse avevo bevuto troppo quel giorno. E' vero, mi facevo un goccetto ogni tanto tra un aperitivo e l’altro, ma non poteva essere lei. Non poteva essere Bra!

“Certo, ma… cosa ci fai qui a quest’ora?” il vestito rosso che aveva addosso le fasciava il corpo e stentavo a credere che quella bella ragazza che avevo avanti fosse la monella che tante volte mi aveva fatto saltare i nervi.

“Non vorrei disturbare…” era entrata ed io stavo lì a guardarla con la sigaretta tra le dita. La guardavo attentamente per cercare di capire il motivo che l’aveva spinta a cercami e, quando mi soffermai sul suo viso, mi resi conto che piangeva.

“Ehi, che succede piccola?” mi calai nei panni del fratello maggiore: era questo che dovevo essere per lei, solo un fratello, un amico, nessun’altra idea mi era mai passata in testa.

Ci tenevo alla pellaccia, eh!

“Mi ha lasciata, il mio ragazzo... un’altra.” eccola, era scoppiata in singhiozzi ed io l’avevo stretta. Piangeva e mi bagnava la camicia, che tenerezza mi faceva.

“Basta! Non devi piangere, quello è un pazzo. Come si fa a lasciare una ragazza come te? Sei bella e hai mille altre qualità, se ne pentirà quel coso, vedrai.” cercavo di consolarla come meglio potevo, ma non ero molto esperto in certe cose, anche perché io stesso avevo spezzato centinaia di cuori.

“Il fatto, Goten, è che lo amo e non posso stare senza di lui.” si era soffiata il naso con un fazzoletto di carta, mentre la invitavo a sedere a un tavolino e dicevo addio alla serata tranquilla davanti alla tele.

Rimasi lì di fronte a lei a sorbirmi i suoi tormenti per ore. Mi raccontò per filo e per segno la relazione con quel compagno di liceo.

Un vero idiota, pensai ad un certo punto. Un bugiardo, uno che se lo incontri come minimo gli frantumi la mascella.

Quando ebbe finito mi sorrise e la cosa mi fece un immenso piacere, perché vederla sorridere era come essere all’aria aperta in una giornata di primavera: mi dava lo stesso benessere.

“Ti accompagno a casa, i tuoi saranno in pena.” mi alzai e andai a prendere la giacca. Nella tasca avevo le chiavi della moto, occorreva una mezz’ora per arrivare alla C.C.

“No, non ci torno a casa: ho litigato con papà e anche con mamma. Ho detto che dormo da un'amica.” 

Oddio, no. No! Mi guardava speranzosa, ma cosa voleva, eh? Voleva che la ospitassi nel mio appartamento? E poi? Cosa avrei dovuto fare? Cullarla e darle il bacio della buonanotte? No. 

Era impensabile, quel corpicino che girava per la mia camera da letto era una tentazione che non potevo permettermi, se volevo arrivare alla pensione

“Per favore, per favore Goten.” insisteva, ma cosa aveva in mente? Aveva detto ai suoi che dormiva da un amica, ero io l’amica? Ma mi aveva guardato bene? Avevo tutto fuorché l’aspetto di un'amica.

“Non è il caso, insomma… non capisco il motivo della tua testardaggine. Cosa risolvi a dormire a casa mia?” mi andò la saliva per traverso, mi era saltata addosso, mi stringeva e mi implorava.

Ti prego, ti prego. ti prego.

Basta! Era martellante, insopportabile: era peggio di suo padre quando insisteva perché mi battessi con lui.

Cedetti.   

"Va bene, ma solo per stanotte e vedi di non darmi noia".

"Grazie!" mi scoccò un bacio sulla guancia e si voltò di scatto. La vidi correre fuori e poi rientrare: non capii a cosa stesse pensando, quali strane idee avesse per la testa, presi la giacca e me la infilai, pensando che mi stavo cacciando in un grosso guaio.

 

 

continua…  

Vi garba ?   ^_-

 

 

 

  
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