–
Madre… tu lo sapevi, non è vero? Sapevi che Alana
era una rosa nera… –
La
voce di Katya era ridotta ad un sussurro nel mentre che attorno a lei
la folla
tratteneva il respiro come in un innaturale silenzio.
L’anziana madre che aveva preso posto accanto
a lei, seduta su di uno sgabello rotto poiché le vecchie
gambe non riuscivano
più a sorreggerla in piedi rispetto alla figlia e alle
nipoti, si limitò a
darle una occhiata fugace prima di tornarsene ad osservare un incontro
che
stava diventando decisamente pesante oltre che teso.
–
Vuoi sapere se tua nipote mi ha detto di essere diventata una
inquisitrice? Si,
me lo ha detto anche se avrebbe dovuto mantenere il segreto
professionale… tzk,
è sempre stata una ragazza ribelle – di certo non
aveva mai amato granché
l’anziana matriarca, altrimenti non sarebbe mai partita con
Katya alla ricerca
di mondi inesplorati – sempre a fare di testa sua e mai ad
ascoltare i miei
consigli o assaggiare la mia torta di rape rosse! Sapere che era una
inquisitrice ti cambia forse la giornata?! –
–
N-no, ma sono comunque preoccupata per lei…–
–
E chissenefrega di Ally al momento! – sbottò
all’improvviso una visibilmente
preoccupata Eiko – non ho la più pallida idea di
dove sia mia figlia e se
diciamo qualcosa di sbagliato possono farci lo scalpo! –
La
preoccupazione della giovane donna era comprensibile, aveva lasciato la
pupetta
alle cure della tata ma non aveva la più pallida idea del
suo fato. Senza
contare che chi si era premurato di difendere gli ospiti da un
eventuale
attacco ora giaceva a terra gambizzato e/o catturato… come
nel caso di
Neptuneman, il padre di sua figlia con cui aveva brevemente conversato
poco
prima della cerimonia e a cui aveva fatto vedere per la prima volta la
figlia
di appena tre mesi. Fu davvero strano, per Eiko, vedere un uomo tanto
spavaldo
prendere in braccio la propria piccola come se avesse il terrore di
poterla
rompere se non fosse stato abbastanza delicato.
Neptuneman
era una montagna di muscoli e arroganza, costantemente in bilico tra il
servire
la Muscle League oppure se stesso, e la ragazza fu quasi sicura di
intravedere,
nonostante possedesse una maschera a coprirgli parzialmente il volto,
un
barlume di commozione nei suoi occhi verdi. Qualcosa di molto dolce in
effetti,
e tuttavia adesso si trovava con una cortigiana che gli premeva con un
piede la
faccia sull’erba tagliata di fresco.
Una
situazione decisamente atipica per molti lottatori che ora stavano
rimpiangendo
di non aver fatto determinate cose in vita come l’essere
ancora abbastanza
forti da bloccare quelle terroriste fredde come il ghiaccio e spietate
come
predatori. Neptuneman si era sempre ritenuto inadatto al ruolo di
padre, e
continuava a ritenersi tutt’ora “troppo
giovane” per essere genitore, eppure la
sola idea che potessero fare del male al sangue del suo sangue lo
faceva
ribollire di puro odio.
E
chissà come doveva sentirsi al momento un Robin Mask
decisamente coinvolto in
tutta quella sporca faccenda, perché sapeva del casino in
cui si era ritrovato
il figlio ma aveva preferito tacere sia per una questione
d’orgoglio che per
pura convenienza, adesso che aveva assunto un’aria
decisamente più composta ed
osservava lo scontro in atto con la schiena dritta e le braccia
incrociate in
petto.
Aveva
un aspetto fiero nonostante un filo di sangue gli scendesse sottile sul
collo,
a prova che era stato colpito alla testa durante l’attacco,
ed osservava quello
scontro quasi sleale confidando unicamente nelle capacità
del proprio
primogenito. Alya non era più al suo fianco, non era bene
per lei sopportare la
vista anche di quell’ulteriore violenza dato il suo stato
interessante, e
l’aveva lasciata poco più indietro alle amorevoli
cure della madre. Nonostante
la tensione la giovane dottoressa era riuscita, con la forza della
disperazione, ad individuare il padre malconcio nel mezzo di quella
folla
spaventata, e sebbene fosse decisamente devastato da una sleale lotta
poteva
comunque vedere che era vivo e lucido.
Poi
quella fugace visione sparì, nel momento in cui la folla si
agitò vedendo
quell’orrido abominio formarsi, e alla Deva non rimase altro
che deglutire
pregando in silenzio che i due giovani lottatori riuscissero nel loro
intento.
–
Aah… q-quello decisamente non è un buon segno!
Povero figlio mio…–
Ad
affiancare Robin Mask ci pensò un visibilmente teso King
Muscle che, per ovvie
ragioni, era piuttosto preoccupato per il proprio bambino oltre che per
le
proprie mutande non ancora imbrattate dalla paura. L’ex
lottatore vestito con
un kilt scozzese tuttavia, non gli dette molto retta ben deciso a
togliersi di
dosso ogni preoccupazione.
–
Kevin non è più un bambino, Suguru… e
nemmeno il tuo lo è – con la coda
dell’occhio notò il re dei kinniku iniziare a
protestare, ma fu pronto a
chiudergli la bocca – mio figlio sa perfettamente di aver
alzato un polverone
che non gli appartiene, e sa anche che, se non vuole che il nome dei
Mask venga
ancora una volta infangato di ignominia, dovrà battersi
all’ultimo sangue per
riscattarsi da uomo d’onore
qual è –
Era
un commento un po’ troppo freddo secondo il parere
dell’ex campione del mondo e
ora re di un intero pianeta, ma d’altro canto stava parlando
con un inglese, e
tuttavia ignorava che lo stesso Kevin Mask non sarebbe stato tanto
contrariato
da quello che il padre aveva appena detto. Certo, infastidito lo
sarebbe stato
perché quelle parole erano uscite nientemeno che dalla sua
bocca, ma
fondamentalmente non aveva detto una cosa sbagliata.
Kevin
aveva imparato a prendersi la responsabilità dei propri
gesti e delle proprie
azioni fin da quando era scappato di casa in tenera età,
senza mai voltarsi e
senza rimpiangere minimamente la scelta intrapresa nonostante questo
decretò un
periodo piuttosto buio della propria esistenza, e sebbene fosse
cosciente di
non aver mai commesso nessun reato di cui le inquisitrici lo accusavano
era
comunque pronto a mettere le cose in chiaro.
Pertanto,
lo stesso Suguru si ritrovò a deglutire e a stringere i
pugni in silenzio,
conscio che il proprio figlio non necessitava di preoccupazioni al
momento
futili. Quando voleva sapeva essere piuttosto serio, e solo adesso si
rendeva
conto che preoccuparsi di procurare delle mutande pulite a Kid era il
bisogno
minore. L’unico modo per liberarsi di tutta quella spiacevole
situazione era
combattendo, perché che gli piacesse o meno suo figlio era
pur sempre un
kinnikku con innate capacità combattive… e
l’unica cosa che poteva, e doveva,
fare era di credere nelle sue capacità.
“fatti
forza figliolo” pensò l’anziano re
vedendo che il combattimento aveva preso una
brutta piega con l’apparizione di quel mostro inquietante
“bagnerò io le
mutande al posto tuo!”
E
Kid difatti fece uno sforzo immenso a rimanere concentrato per non
farsela
addosso, nel mentre che schivò velocemente un colpo di
“coda” del nuovo
avversario. Lo stesso Kevin si scansò di lato, dalla parte
opposta dove il
principe dei kinniku era atterrato, constatando amaramente che non si
trattava
solo di un abominio lento e goffo, ma di una creatura che aveva
assimilato le
parti migliori delle due precedenti lottatrici non lasciando scampo ai
due
avversari che erano dunque costretti a schivare gli attacchi.
–
Waahhh! Ora è peggio di primaaah!! Che diavolo faccio
Meaat?!! –
Kid
Muscle era decisamente in difficoltà e il suo allenatore non
poteva che
impallidire di fronte a quella creatura massiccia e al tempo stesso
serpentina.
Il giovanotto ce la stava mettendo tutta saltando da una parte
all’altra mentre
quella creatura lo inseguiva colpendo
il suolo con poderosi pugni e sferzando l’aria con tentacoli
grandi come pali
della luce.
Urlando
quasi disperato mentre un tentacolo andò a graffiargli lo
stomaco scoperto, il
giovane principe dovette piegarsi di novanta gradi in corsa evitando
così di
finire impalato a mezz’aria, ma nel mentre che si disperava
non si poteva non
notare con quanto ardore riusciva ad attaccare il nemico andando
addirittura a
calciargli la faccia una volta che fu, accidentalmente, abbastanza
vicino da
poterlo fare.
Il
colpo fu abbastanza forte da far ruggire la belva oltre che…
farla innervosire
di più iniziando ad attaccare con più ferocia di
prima.
–
C-che cosa dovresti fare ora…? – il piccolo
allenatore guardò per un momento il
proprio pupillo con fare perplesso, prima di mordersi il labbro
inferiore e
rispondergli con grande tensione – potresti allearti con
Kevin ad esempio!
Ormai è chiaro che gli attacchi basilari non funzionano!!
Kid! Ragazzo stai all’ert…
Woah!! –
Sembrava
quasi che quell’abominio fatto di tenebra non avesse
più facoltà intellettive
sufficienti da capire che i civili era il caso di lasciarli fuori, ma
in realtà
le cose non stavano esattamente così poiché
semplicemente a quella creatura non
importava un fico secco di creare danni al di fuori del ring ormai
martoriato.
Fu
con un pugno piuttosto potente, ai danni di un Kevin Mask che lo
evitò
all’ultimo riuscendo comunque ad effettuare una manovra
evasiva, che Meat e
molti altri ospiti si ritrovarono a gambe all’aria a causa
dell’onda d’urto che
quel colpo generò deformando le travi in legno come se
fossero state fatte di
creta lanciandole addirittura lontano. Al lottatore inglese poco
importò che
quei pericolosi detriti stavano andando incontro ad una folla
spaventata che,
ignorando gli ammonimenti delle cortigiane, tentava di fuggire per
evitare di
essere colpiti, poiché con un balzo felino era riuscito ad
approfittare di quel
colpo a terra per potersi arrampicare lungo il braccio della creatura
puntando
dritto alla sua estremità superiore. La testa.
–
Tzk, anche se siete due corpi fusi in uno la testa rimane il vostro
punto
debole – la colpì difatti con una raffica di pugni
che andarono a calcarsi ben
bene in quella carne nera e vischiosa – lo ammetto,
è stata una mossa
interessante… ma purtroppo finisce qui… Uargh!!
–
Nonostante
il mostro subisse gli attacchi del lottatore inglese, a quanto pare non
era
sufficientemente distratto per non iniziare ad attaccare anche
lui… e ciò che
fece fu a dir poco devastante.
Quattro
tentacoli si staccarono da sotto il collo della bestia e, irrigidendosi
come
lance, colpirono il coraggioso ragazzo sugli avambracci e le spalle,
andando a
colpire nientemeno che le ossa. Kevin vide letteralmente le stelle dal
dolore
che provò, perché quelle cose nere gli
trapassarono le membra da una parte
all’altra, ma l’orgoglio gli impedì di
urlare per dare ulteriore soddisfazione
ad una creatura che già se la rideva con una voce a dir poco
disumana. Uscita
direttamente dai suoi incubi peggiori.
–
Ooh… cos’era quel rumore? Le ossa che si
spezzavano oppure il tuo effimero
orgoglio che va in frantumi? –
affondò
maggiormente i tentacoli nelle carni della vittima, e Kevin si
lasciò scappare
un guaito mentre del sangue schiumoso gli fuoriusciva da sotto
l’elmo – quanto
ti devo piegare affinchè tu capisca che hai fallito
già in partenza?!! –
La
scena spaventò parecchi nobiluomini e nobildonne e lo stesso
Robin Mask avvertì
una ondata di gelo attraversargli la schiena senza però
darlo a vedere,
limitandosi a stringere le dita nelle carni degli avambracci
sopprimendo una
istintiva paura nel vedere il proprio figlio colpito così
duramente. Non era
decisamente un bello spettacolo, perché era sempre di suo
figlio che si parlava
nonostante gli attriti che tra i due correvano, e persino King Muscle
si
ritrovò a deglutire rimembrandosi che quello stesso dolore
alle ossa le aveva
provate pure lui a suo tempo. Ma si risollevò quando vide
un’ombra veloce
scattare verso un sole splendente e lasciando stupiti più di
un’ospite che in
un primo momento fece fatica a riconoscere quello scaltro aggressore.
–
Forse dovresti essere tu a piegare qualcosa… la cresta!
–
A
colpire la belva alle spalle ci pensò un Kid Muscle deciso
ad approfittare di
quel momento di distrazione del nemico oltre che decisamente indisposto
a
tollerare un simile trattamento per un collega che non se lo meritava.
Kevin
Mask non era suo amico e francamente parlando gli faceva davvero paura
l’idea
di doverlo un giorno affrontare in combattimento durante la Corona
Chojin, ma
un comportamento così sadico era contro ogni forma di
decenza e si trasformava
in vigliaccheria bella e buona.
Non
dette dunque il tempo all’abominio “MaSanta”
di voltarsi a sua volta e colpirlo con i propri tentacoli, e con un
urlo di
guerra furioso piantò entrambe le ginocchia proprio dritto
nel collo
dell’avversario, piegandolo come se fosse stato un ramo
spezzato.
L’abominio
ululò con un urlo così agghiacciante che molti
ospiti sbiancarono, e la stessa
Alya dovette tapparsi le orecchie per non poterlo udire e tentare
dunque di
reggere altro stress, mentre Howard Lancaster abbandonò
momentaneamente la
freddezza che fino a quel momento lo aveva caratterizzato e strinse a
se moglie
figlia piuttosto sconcertate per tutto quello che era successo fino a
quel
momento.
–
F-forse… forse siamo ad una svolta… si
– addirittura Ikimon MacMadd fuoriuscì
dal proprio nascondiglio e si avvicinò quatto quatto allo
sorella
imperturbabile – che ne dici sorellina…? Forse
è il caso di suonare il gong
della fine… –
–
Falla finita idiota!! –
Ikimon
come tutti li in mezzo non vedeva l’ora di ritornarsene a
casa e dimenticare
tutta quella spiacevole giornata, ma un risentito calcio alla testa da
parte
della sorella gli fece amaramente pentire di azzardare un finale
accelerato
come in molti si aspettavano.
Non
con Jacqueline nel pieno della sua carica sadica, perché
secondo le regole
della Muscle League poteva già iniziare il conteggio, e non
con un abominio che
finse solo una caduta a terra giusto per dare una falsa speranza agli
invitati
presenti.
Miss
MacMadd non era l’unica creatura sadica li in mezzo, e
l’abominio decisamente
la superava con quella sua amabile finta gustandosi appieno
l’espressione di
vittoria di Kid Muscle.
Una
espressione che si tramutò in dolore e sconcerto quando
dalla carcassa
dell’animale non si levarono altri di quei tentacoli, e li
per li rimase
addirittura sconvolto pensando di averli distrutti tutti, che andarono
a
conficcarsi nelle sue gambe devastando volutamente le ossa al loro
passaggio.
Mai come in quel momento Kid Muscle aveva provato tanto dolore, e quasi
gli
sembrò che oltre ad impalarlo gli stessero pure segando le
ossa, tanto da
ritrovarsi a gridare quasi preso dal panico sentendosi bruscamente
lanciare in
aria per poi essere sbattuto a terra sulle assi scheggiate.
–
Ooh ma che scena romantica – ridacchiò divertita
una Nuala che unì i
polpastrelli di un paio delle sue braccia a mò di
contemplazione – non
gongolavo così dal finale de “l’impero
colpisce ancora”… o era alla morte di quel
folletto verde? Ah, non ha importanza visto e considerato visto che a
breve c’è
il mio show preferito e io non voglio assolutamente
perdermelo… capisci quello
che intendi, si?! –
–
Mi è scappata la cannuccia –
Guardò
di sottecchi e con un velo di perfidia una Alana che in quel momento,
molto
probabilmente, non si ricordava più che la ex collega
intendeva dire che ora i
due giovani lottatori sarebbero stati fatti a pezzi sotto gli occhi di
tutti, e
tale fu lo sgomento di Nuala nel vedere il suo totale disinteressamento
che a
momenti non cadde dalla sedia. In realtà la sua
disattenzione doveva essere per
forza di cose una cosa ben voluta, come ipotizzò un Zachary
Connors poco
concentrato sul combattimento a suo dire noioso e più sul
cibo oltre che verso
quella Deva con sei arti piuttosto interessante, che vide chiaramente
quella
cannuccia scivolare dalle dita della sua proprietaria con una
fluidità tipica
del lanciatore di coltelli.
Per
questo, fu abbastanza scaltro da avvisare il pubblico che quel lancio
era
assolutamente casuale nonostante
fosse fin troppo palese che l’avesse deliberatamente
lanciata, sullo stile
della MacMadd nell’annunciare tutto quel ghiaccio sulla pista
da ballo.
–
Perdinci! Ad una delle giudici è appena caduta una
cannuccia! – leggasi:
lanciata in direzione del mostro, e lo disse gustandosi appieno un
hotdog
farcito da lui stesso – certo che è davvero una
brutta cannuccia… –
E
questo perché in effetti era uno di quei manufatti stile
anni ’70 colorata con
colori psichedelici e dalla forma contorta, ma un signore anziano alla
sua
sinistra sbuffò sarcastico nel mentre che si tagliava con
cura un filetto di
manzo comodamente seduto sulla propria sedia a rotelle.
–
Tzk, e quella la consideri una cannuccia brutta, ragazzo? Quelle che
confezionavano
i nipponici… quelle si che erano orrende! –
Lo
disse con una nota di stizza nel mentre che tagliava la carne nel
proprio
piatto, segno che anche al signor MacNeal poco importava di quel
combattimento
pompato. Oh, se avesse avuto anche solo venti anni di meno gliele
avrebbe fatte
vedere a quelle due streghe, poiché in quanto ex wrestler
non aveva smesso di
menare pugni neppure dopo che i giapponesi gli avevano sparato alla
schiena
durante l’ultima Grande Guerra, ovviamente con le sue
limitazioni e giusto per
difendere le infermiere dai pazienti troppo
“focosi”, ma a parte una certa
tensione iniziale ora stava subentrando una insolita monotonia per un
veterano
come lui.
Sperò
solo che la povera Janice Lancaster si riprendesse il prima possibile
da quella
brutta esperienza.
La
cannuccia orrenda comunque era arrivata sino al ring e aveva nientemeno
che
colpito il mostro alla gamba destra. Un gesto piuttosto insolito e
quasi
inutile, che l’abominio calcolò appena
strappandosela via di dosso senza accusare
nessun tipo di dolore.
–
Tzk… la tua disattenzione mi
“sconcerta”, Alana…–
Lo
disse con ovvio tono sarcastico poiché
all’abominio fu ben chiaro che quella Deva
dagli occhi storti, che per un momento furono perfettamente dritti,
aveva
effettuato un lancio da manuale sperando di attirare, anche solo per
poco, la
sua attenzione.
Una
disattenzione, la sua, che dette però i suoi frutti nel
mentre che osservava
una ex collega che ora si stava bevendo un semplice martini. Con le
gambe che
ancora gli funzionavano perfettamente, Kevin Mask riuscì a
scivolare accanto ad
un Kid Muscle con le gambe conciate veramente molto male.
–
Ehi, pivello… pensi di poter ancora combattere?! –
–
Nrr… le mie gambe… non me le sento più
– si mise a sedere sfruttando i gomiti,
notando tra l’altro che avevano poco tempo prima che il
mostro si accorgesse di
loro – e tu invece? –
–
Le mie braccia sono andate – e lo disse con un certo
rammarico – mi secca
doverlo dire ma credo che dovremmo collaborare in modo
stretto… se comprendi
cosa intendo –
A
Kevin Mask seccava per davvero dover collaborare con un totale idiota
che
vinceva unicamente, secondo il suo parere, per botta di culo. Ma quelli
erano momenti
difficili, e se non escogitavano subito un piano allora il disonore
sarebbe
stato l’ultima delle loro preoccupazioni. Per sua fortuna
quel giorno il
principe dei kinnikku era abbastanza sveglio da arrivare anche lui alla
conclusione del lottatore inglese, ricordandosi tra l’altro
le parole di un
Meat che ora lo stava guardando con una certa apprensione, e sgranando
gli
occhi si ritrovò a fare due più due appena prima
che la creatura tornasse alle
loro attenzioni.
E
ciò che vide l’abominio una volta che si
girò, lo lasciò sufficientemente
interdetto da non sapere se mettersi a ridere o lodare la loro
iniziativa.
Oppure trovarla come il gesto di due persone disperate.
Incredibile,
signore e signori… Kevin Mask e Kid Muscle si sono
trasformati in una… una
specie di torretta mobile! –
Ciò
che una allibita Jacqueline cercava di dire ad un altrettanto
scombussolato
pubblico era che adesso, i due lottatori malconci, si erano mesi uno
sopra
l’altro in modo da eguagliare l’abominio in fatto
di forza.
Kid
Muscle, le cui braccia funzionavano ancora, era seduto sulle spalle di
un Kevin
Mask piuttosto determinato capace di mantenere un perfetto equilibrio
nonostante la zavorra umana che aveva addosso. Una combinazione
perfetta forse
dettata dalla pura disperazione, ma che fece ben sperare Meat e i
regnanti
kinnikku, oltre che, intimamente, uno stoico Robin Mask.
–
Ah! Ma che simpatici… State cercando di impedire
l’inevitabile oppure la vostra
è solo una imitazione tarocca? –
L’arrogante
battuta del mostro parve non sortire effetto sul secondo
“titano” che si era
formato quel giorno, e lo sguardo deciso dei due lottatori raccontava
di una
determinazione unica e puntata unicamente a vincere quella battaglia
persa in
partenza.
–
Io invece sono dell’idea che tu abbia fatto male a
sottovalutarci – le parole
di Kid Muscle ricalcavano un po’ quelle del suo collega, ma
la furia nei suoi
occhi era reale – e comunque la nostra è un
“agganciamento amico!” –
–
Tzk, devi per forza sparare stupidaggini anche adesso…?!
–
Kevin
Mask glielo sibilò senza reale nervosismo, poiché
troppo impegnato a schivare e
saltare i tentacoli neri che sferzavano l’aria con una
ferocia inaudita, oltre
che cercare di tenersi un kinnikku sulle spalle piuttosto preso, a sua
volta, a
non perdere equilibrio e a menar pugni cercando di avvicinarsi il
più possibile
alla testa.
La
situazione era instabile e l’abominio ora stava usando sia i
pugni che gli
stessi tentacoli, e i due giovani lottatori stavano facendo del loro
meglio per
schivare quegli attacchi furiosi nonostante riuscisse davvero difficile
a
discapito della loro determinazione ritrovata.
Non
si poteva sapere cosa stesse pensando la creatura, se avesse timore o
meno di
quella trovata, ma una cosa era sicura… le due donne erano
assai furiose per
non essere ancora riuscite a mettere K.O quei due buffoni.
Poi
il pubblico sussultò, quando un tentacolo acuminato
andò a perforare il fianco
destro di Kevin Mask, portandolo a sbilanciarsi paurosamente e portando
l’intero
pubblico, oltre che i familiari dello stesso giovane, a sussultare
terrorizzato.
–
Kevin! Cerca di rimanere più su! – la richiesta
del principe dei kinnikku era
quasi disperata, ma trapelava comunque una certa preoccupazione per il
compagno
– c-così non stiamo facendo molti
progressi… è difficile andargli vicino!
–
–
Nnrr… lo so, dobbiamo cercare di effettuare una doppia
mossa, se capisci cosa
intendo! –
Li
per lì il giovane lottatore parve alquanto confuso, poi
dovette per forza di
cose tornare a ragionare quando altri tentacoli grossi come pali non
piovvero
su di loro come una cascata di frecce. Il giovanotto gridò a
più non posso
mentre il suo compagno inglese si rimetteva in piedi per scattare da
una parte
all’altra, e senza neppure accorgersene riuscì a
sfruttare quei grossi pali
come “liane” per potersi avvicinare di
più al corpo principale.
–
Ahh… forse ho capito! Vuoi utilizzare la tua Big Ben Edge
combinata con la mia
Kinniku Buster… ma perché?! –
–
Non è ovvio? Sarà anche un mostro ora, ma
è pur sempre formato da due corpi
distinti – ignorò il dolore al fianco e con un
colpo di reni evitò una frustata
atta a farlo inciampare – colpiamole nuovamente con queste
due mosse combinate
e dovremmo essere a buon punto… se si sono unite in un solo
essere è perché
sono sfiancate pure loro –
–
Eww… spero tu abbia ragione! –
Alla
stessa conclusione ci era arrivato pure Howard Lancaster, che
nell’osservare la
tattica dei due campioni aveva intuito cosa intendessero fare con il
nemico, ma
tenne quella considerazione per se per non dare il via ad inutili
allarmismi e,
soprattutto, per non farlo capire anche al mostro nel caso non ci fosse
arrivato.
Il
marchese tra l’altro si era allontanato quel tanto che
bastava per evitare che
detriti di ogni sorta crollassero su di lui o sulle due donne che aveva
appresso, ma non sapeva che i sensori ottici di Warsman erano riusciti
a
localizzarlo. L’ex lottatore aveva tentato di proteggere
Emerald come meglio
poteva, e si maledì per non essere in grado di chiamarla per
dirle che era
quantomeno sano e salvo visto il danno alla gola, ma a quanto pare
visto i
danni subiti non era riuscito a fare granché e questo fu
abbastanza per
distrarlo dalla battaglia in corso. A dir la verità se la
ragazza se l’era
cavata con poche contusioni era solo grazie al suo intervento,
altrimenti si
sarebbe ritrovata per il resto dei suoi giorni a bere da una cannuccia
visto
che Hammy aveva provato a rispondere alle poco confortevoli
“premure” delle
cortigiane. Ma quasi sicuramente, conoscendo il suo
“adorato” padre, mister
Lancaster non avrebbe tenuto conto di questo suo gesto rammaricandosi
probabilmente di una sua mancata dipartita.
Poi
l’attenzione del russo venne nuovamente focalizzata sulla
battaglia, poiché
successe qualcosa di a dir poco paradossale. Con un gancio destro Kid
Muscle
era riuscito a far sbilanciare il mostro quel tanto che bastava per
farlo
indietreggiare in un punto ben specifico. Tutti li in mezzo, dagli
spettatori
ai chojin catturati, si erano scordati che il ghiaccio che era stato
lanciato
non si era ancora sciolto del tutto… e quando la creatura
andò a pestarlo
accidentalmente, brividi oscuri la attraversarono in un fastidioso
dejà vu con
le serpi nere come la pece che iniziavano a ribellarsi e a scomporsi
lungo i
piedi.
Un
piccolo cenno di vulnerabilità che venne prontamente colto
da un Kevin Mask
pronto a scattare in avanti.
–
Kid! ORA!! –
Lo
gridò a praticamente pochi centimetri da un abominio ancora
allibito per la
presenza di tutto quel ghiaccio, e il principe dei kinnikku rispose con
un
ringhio selvaggio volendo colpire la creatura sotto il mento
per… fallire
miseramente venendo bloccato da una presa ferrea.
Il
giovane kinnikku guaì sentendo le ossa dei polsi spezzarsi a
quella presa
ferrea, mentre Kevin dovette sopportare in silenzio il dolore di
sentire un
altro tentacolo perforargli il fianco sinistro facendo avanti e
indietro per
tormentarlo in una lenta agonia. Poi la creatura rise, di una risata
agghiacciante e disumana, portando uno sconforto tale nel pubblico
presente che
persino lo stesso Meat aveva quasi le lacrime agli occhi incapace di
dire una
sola parola proprio come Suguru e Robin Mask.
–
Provaci finché vuoi ragazzino… urla e scalcia da
bravo moccioso viziato –
strinse ancora di più e Kid si trovò a piegare la
testa di lato per non gridare
– ma per quanto tu possa vantarti per ogni tua effimera
vittoria… io
rappresenterò sempre la tua sconfitta! –
Un
avatar nero che rappresentava ogni più recondita paura di un
lottatore, sia
buono che malvagio, e che rappresentava ciò che in un futuro
forse lontano
oppure troppo vicino avrebbe incontrato sia il principe dei kinnikku
che il
primogenito della dinastia Mask. Ma non quel giorno, e con una
determinazione
che superava di gran lunga il dolore fisico, Kid Muscle
riuscì a dare una
testata così forte al mostro tanto da farlo sbilanciare e
gridare sorpreso. Il
gesto irruento del lottatore portò il mostro anche a
liberare Kevin dal proprio
tentacolo, e questi rispose deciso dando un calcio sullo stomaco della
creatura
con tale violenza da lanciarla in aria.
Un
lungo attimo di silenzio si divulgò tra le schiere di poveri
spettatori
malconci oltre che sullo spalto dedicato alla giuria, e lo sgomento si
impossessò di Nuala nel vedere quel che stavano facendo quei
terrestri allo
stremo delle forze. Arrivò addirittura ad alzarsi in piedi
borbottando un “non
è possibile”, mentre quei due stavano
già effettuando la loro mossa combinata
verso una creatura ormai provata dagli elementi della natura.
–
Forse arriverà il giorno della sconfitta…
–
Tuonò
un Kid che si apprestò a prendere la parte superiore della
bestia per eseguire
la Kinnikku Buster, mentre un Kevin Mask allo stremo delle forze
riuscì ad
eseguire nuovamente sulla parte posteriore della nemica la Big Ben Edge
finendo
il discorso del collega.
–
…Ma quel giorno non è oggi! –
Fu
complicato tenere fermo l’abominio mentre precipitavano al
suolo come un
fulmine a ciel sereno, perché nonostante le serpi stessero
abbandonando le due
Deva rimanevano comunque avvinghiate
alla loro determinazione di non cedere, ed eseguire una
tale tecnica
combinata li prosciugò sempre più delle loro
energie fino a farsi avvolgere dal
fuoco stesso della pura energia.
Fu
come osservare una cometa rovente che cadeva sul suolo martoriato,
sempre più
veloce anche se sembrò a tutti che il tempo fosse
incredibilmente rallentato, e
l’impatto col suolo fu così devastante da creare
un cratere ove prima vi era
una comunissima pista da ballo. I detriti volarono sulla folla
spaventata, e il
fumo denso che si levò quando le fiamme si spensero
portarono la conduttrice di
quello scontro non ufficiale a tossire prima di osservare quella nebbia
acre
diradarsi e vedere due figure che a stento si tenevano in piedi a
vicenda.
Kid
Muscle e Kevin Mask si sorreggevano a stento pur di dare inizio al
conteggio
definitivo per la vittoria, osservando le loro nemiche ancora a terra,
e ora
tornate ad un aspetto normale, ma già intente a rimettersi
in piedi seppur
debolmente e conciate male.
Jacqueline
constatò che ora era il caso di iniziare a contare, spronata
anche da padre e
fratello, ma venne bloccata con una mano poco prima di portarsi il
microfono
alle labbra.
–
Ferma così, dolcezza… lo spettacolo è
durato abbastanza –a parlare era stata
quella Deva dalle sei braccia e dalla voce maschile, e le aveva
bloccato il
polso sinistro con un tovagliolo pulito per non “prendersi
troppi germi”, ed il
suo sguardo era piuttosto serio così come quello di miss
Alana ( ancora
impegnata a bere e stavolta in compagnia di un giovanotto piuttosto
strambo
pure lui ) – Bene… avete combattuto, e avete
perso… che disdetta! – nel suo
tono sembrava esserci una punta di cinismo nei confronti di Uriel, nel
mentre
si avvicinava a lei e all’altra silenziosa lottatrice
– da quanto tempo è che
non ricevevi così tante legnate…? Da quando Alana
ti ha reclutato? Hm, può
essere… –
Uriel
Truce de Santa si limitò ad emettere un basso ringhio irato,
e i suoi stessi
occhi scuri brillavano di una furia a dir poco folle, nel mentre che
lentamente
si rimetteva in piedi ignorando le ferite e il sangue che quasi le
oscurava la
vista. Sia Kevin che Kid digrignarono i denti e fecero un passo
indietro, e i
loro rispettivi genitori ebbero un sobbalzo al cuore credendo che la
sfida non
fosse ancora finita, nel vedere quanto coriacea fosse quella tizia e la
sua
gigantesca compagna.
–
Credete che sia così semplice…
vincere…? – zoppicò un poco ma il suo
volto
parlava di un rancore eterno – credete che una semplice
cintura sudicia vi
renda realizzati? Guardate, vi dico questo: la vita è come
la forza di gravità…tutto
ciò che sale, irrimediabilmente cade! Pendejo!
Il giorno in cui capirete che vincere è una cosa assolutamente impossibile allora capirete
di aver sbagliato
mestiere!–
Fermò
la sua avanzata solo quando una grande mano di Masada si
posò con decisione
sulla sua spalla destra, e lo sguardo dell’imponente Deva
malridotta era fiero
e al tempo stesso deciso. Tanto da inquietare la stessa Uriel giusto
per una
manciata di secondi, Nuala invece si limitò a massaggiarsi
la tempia seccata
visto che per lei si era già perso troppo tempo, prima di
vederla deglutire in
modo impercettibile.
Chinò
momentaneamente lo sguardo verso il basso, lasciando stupiti entrambi i
giovani
avversari, prima di alzare gli occhi su di loro con uno sguardo
decisamente
meno folle.
–
Molto bene terrestri… avete vinto questo scontro, di poco
vero, ma lo avete
vinto. Tenetevi dunque la vostra ridicola indulgenza…
– e qui scattò in avanti
con la velocità di un serpente, spaventando a morte il
principe dei kinnikku e
irrigidendo il nobile Mask – perché credetemi, la
prossima volta non saremo
così indulgenti! –
Terminò
il tutto con una sorta di sibilo, prima di dar loro le spalle ed
incamminarsi
lontano da quel luogo con tutta calma, seguita dalle sue compagne e poi
dalle
soldatesse che rilasciarono sgarbatamente i prigionieri dalle loro
catene,
passando quasi con sfida vicino ad Alana senza però che
questa facesse alcun’ché
. I suoi occhi non si incrociarono mai con la sua ex allieva e le sue
vecchie
compagne, ma ciononostante ne riuscì a percepire
l’astio e un recondito dolore
per la sua mancanza nel gruppo.
Un
gruppo che non era più unito ormai da tempo, al contrario
della Muscle League
con Buffaloman che si rialzò in piedi per primo per
ricordare a tutti i
presenti un concetto fondamentale.
–
Hanno vinto la sfida! – nella sua voce stentorea
c’era stupore vero in barba
alle brutte ferite ricevute – sono riusciti dove noi abbiamo
fallito… hanno
salvato tutti! –
E
quel punto, proprio come se si fosse acceso un campanello interiore, il
pubblico esplose in un boato di festa elogiando a gran voce le due
stremate
promesse della Muscle League.
La
folla iniziò a raggiungerli applaudendo e incitando i loro
nomi avvolti nella
commozione, arrivando addirittura a spintonare i regnanti kinnikku pure
loro
desiderosi di raggiungere il loro figlio malconcio, senza
però riuscire a
festeggiare con loro degnamente poiché i due lottatori,
forse colti dall’emozione
improvvisa o dal dolore delle ferite, crollarono a terra privi di sensi.
(
… )
–
Oh… bene, sembra essere finita! Allora in questo caso
è il caso di andarcene
con discrezione –
due
secondi prima che la folla scoppiasse in un boato di festa, Howard
Lancaster
aveva ben pensato di levare le tende per non ricordare al pubblico
presente che
lui era coinvolto, anche se in maniera comunque indiretta, in un
traffico di
sostanza dopanti che stava per costare la vita a molti. Si ripromise
mentalmente di staccare parecchi assegni per riaggiustare danni
materiali,
fisici e morali per i vari ospiti presenti, lui decisamente poteva
permetterselo di farlo, e perché no anche qualcosina per
l’ex miss Alya giusto
per non incappare nelle possibilissime ire del dottor MacNeal.
Ciò
che lo sorprese, nel mentre che trascinava via moglie e figlia in mezzo
a
quella folla esultante, era che la sua Hammy si guardava piuttosto
preoccupata
alle spalle come spaventata che le potesse succedere ancora qualcosa,
oppure…
come se stesse cercando disperatamente qualcuno
–
–
Stai tranquilla, principessa – sussurrò un Howard
deciso a proteggerla senza
sapere il reale motivo di quella sua preoccupazione –
andrà tutto bene adesso,
ci penserò io a sistemare tutto… Connors!
–
Alzando
moderatamente la voce riuscì a farsi sentire dal suo braccio
destro Michael,
che lo raggiunse trascinando via da un amichevole dottor Alistar un
fratello
piuttosto preso da una discussione interessante, ed una volta che i
Connors e i
Lancaster furono un gruppo compatto decisero saggiamente di dileguarsi
da li.
(
… )
–
Kevin… c-come stai? Riesci a sentirmi?! –
–
Niamh… sei… tu? –
Come
ridestato dal canto degli angeli, il giovane Mask fu in principio
sorpreso di
essere ancora vivo e di avere al suo capezzale una Niamh decisamente
preoccupata. Subito dopo che era stata decretata la vittoria le persone
all’interno
della stanza antipanico erano uscite fiuori di gran corsa, ma la
giovane quasi
si spezzò il cuore nel vedere il giovane lottatore conciato
così male.
Il
suo udito tornò un poco per volta a funzionare,
così
come la vista, e si accorse di essere ancora accasciato a
terra mentre tutt’attorno a lui la gente festeggiava la
vittoria.
Kid
Muscle, il primo ad essersi ripreso e a quanto pare completamente
entusiasta
per accorgersi del dolore, veniva sorretto sulle spalle da un esultante
re
Suguru decantando tutte le qualità del riso col manzo e di
altre scemenze che
francamente parlando l’inglese non aveva voglia di ascoltare.
Poi, piegando
ancora un po’ lo sguardo vide i primi soccorritori, chiamati
dallo stesso
Howard prima che si desse alla fuga e provenienti nientemeno che dalle
sue
cliniche private, che prestavano le cure ai chojin feriti ( e tra loro
vide
pure Warsman abbastanza malconcio ) oltre che… suo padre che
stava parlando con
la famiglia della sua giovane sposa oltre che rassicurare una zia
Elizabeth
incredibilmente in lacrime dopo tutto quello spiacevole
“incidente”.
–
P-papà… –
–
Tuo padre sta bene, ed è fiero di te Kevin. Si è
appena allontanato per
rassicurare tua zia che i suoi figli stanno bene, ma fino a due minuti
fa era
qui a sorreggerti la testa –
A
parlare non era stata la giovane irlandese sul punto di scoppiare a
piangere,
ma la sua giovane “matrigna” che gli stava
prestando le prime cure. Alya Mask
mostrava le occhiaie dovute ad una intensa giornata stressante, ma era
ancora
in forza per potergli medicare le ferite e rassicurarlo su un fattore
per lui
tanto importante quanto spinoso. Segno ormai che lo conosceva bene.
Gli
faceva uno strano effetto, e a tratti quasi lo infastidiva
istintivamente, che
il suo vecchio aveva avuto l’ardire di sporcarsi le mani del
suo sangue nel
mentre che lo aiutava a riprendere i sensi. E in un certo senso, era
una cosa
che stranamente gli scaldava il cuore.
A
distrarlo dai suoi stessi pensieri ci pensò la ragazza di
cui era innamorato,
che decisamente stravolta e troppo felice di saperlo in vita si era
messa a
piangere come una fontana.
–
Ehe… non piangere, dai – allungò
debolmente la mano destra verso la sua
guancia, accarezzandogliela dolcemente – ci vuole ben altro
per convincermi a
perdere… dovresti saperlo, no? –
Si,
lo sapeva.ò e forse quando la corona Chojin sarebbe
ripartita con molta
probabilità non lo avrebbero più considerato un
ex lottatore della d.m.p, ma
semplicemente uno dei due lottatori a cui molte persone dovevano la
vita.
Eee…
ce l’ho fatta a scrivere l’ultimo capitolo! Mio Dio
non credevo di riuscirci, e
spero che il combattimento non sia stato troppo noioso, ma quasi sono
commossa
per aver messo praticamente fine a questa storia. E ora non resta che
l’epilogo,
per veder chiarite ogni singole questioni…