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Autore: SmartieMiz    12/09/2014    2 recensioni
Spoiler! 2x11
Dunque, mi sono sempre immischiato in affari che non mi riguardavano?
Tu non mi riguardavi, Haru?
Posso sentirle sulla mia pelle ancora una volta, le tue parole.

[Makoto POV | Angst/Introspettivo/Triste]
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Makoto Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Posso sentirle sulla mia pelle
Rating: verde
Genere: angst/introspettivo/triste
POV: Makoto Tachibana

Spoiler! 2x11

 

Note: Eccomi con questa cosina. E' il POV di un Makoto arrabbiato, deluso e terrorizzato subito dopo gli avvenimenti della 2x11. Buona lettura.


 

Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

~  Posso sentirle sulla mia pelle

(le parole, le lacrime. Te).

 

                              



Incurante dei richiami di Nagisa e Rei, corro nell’esatta direzione in cui pochi minuti prima sei sfrecciato via.
Haru.
Fa male pensare al tuo nome. Quel nome che per tanti anni è stato motivo di gioia, un motivo per andare avanti, un motivo per sorridere.
Haru. Ho sempre pensato al tuo nome con estrema dolcezza. Adesso pensare al tuo nome, ai tuoi capelli, ai tuoi occhi, a te… mi spezza in due.
Le mie gambe sono a pezzi, incapaci di compiere un altro passo, esattamente come il mio cuore. Anch’esso è a pezzi e incapace di fare la prossima mossa.
Mi lascio andare sul selciato di una via isolata. Non reggo più.
Ho come l’impressione di avvertire un male al petto, appesantito da una valanga di rabbia mista a delusione e terrore.
Ben presto capisco che il dolore è reale, assolutamente tangibile. Non si limita ad essere interno, ma si propaga per tutto il mio corpo. Si fa sentire sulla pelle perché è sempre stato così: ho sempre accolto ogni tua parola nel mio cuore, per poi sentirmela addosso.
Posso sentirle sulla mia pelle, le tue parole.
Ma questa volta mi hanno trafitto, lacerando la mia pelle in ferite invisibili ma non per questo meno dolorose.
Voglio urlare, ma quel che mi rimane in gola è soltanto un rantolo di morte. Abbiamo urlato anche abbastanza, questa sera.
Sono in cerca di ossigeno, ma inspiro soltanto ulteriore veleno.
Posso sentirle sulle mie guance, le lacrime.
Com’è potuto accadere?
Voglio che tu abbia un sogno, Haru, qualcosa per cui vale la pena lottare, vivere.
Non intendevo mica offenderti.
Non volevo immischiarmi. Non volevo ficcare il naso nei tuoi affari.
Non volevo nascondermi dietro al tuo futuro per camuffare le mie scelte, le mie decisioni, le mie paure.
Perché non lo capisci che voglio soltanto il tuo bene?
Voglio vederti felice, Haru. È la cosa che mi preme di più.
E se la tua felicità non è accanto a me, ben venga. Imparerò a farmene una ragione – ci proverò, a Tokyo. Non ne uscirò mai vincitore ma ci proverò. –
Ma tu devi essere felice. È questo l’importante.
Il tuo futuro non sarà in una piscina di fronte a centinaia di spettatori. Il tuo futuro non sarà proiettato sullo schermo di un televisore. Il tuo futuro non sarà una serie di medaglie e di coppe.
Non m’importa, Haru. Qualsiasi cosa farai, non dirò niente.
Ma sii felice. Sii libero.
Non vuoi essere felice? Non vuoi essere libero?
Forse è sciocco pensarlo, ma tu hai sempre nuotato stile libero. Hai sempre aspirato alla libertà, in tutti sensi.
Non è quello che vuoi?
Io ho sempre voluto vederti libero. Ho sempre pensato che se fossi libero, saresti felice.
Ma non importa ciò che voglio io o meglio, non so nemmeno più cosa voglio.
Forse io ti opprimo.
Davvero è questo quello che pensi di me?
Ci conosciamo da un’eternità e mi è sempre importato di te. Fa parte di me prendermi cura degli altri, non è una costrizione ma è semplicemente una legge che parte dal mio cuore. Se poi ci sei tu di mezzo, Haru… non posso ignorare ciò che il cuore mi suggerisce.
Dunque, mi sono sempre immischiato in affari che non mi riguardavano?
Tu non mi riguardavi, Haru?
Posso sentirle sulla mia pelle ancora una volta, le tue parole.
Non so più cosa fare. Sono furioso e non solo con te, ma anche con me stesso.
Oramai non so più chi sono.
Sono soltanto un residuo di quel ragazzo che era Makoto Tachibana.
 
Qualcuno ha posato una mano sulla mia spalla.
Posso sentire le voci di Nagisa e Rei.
Sono preoccupati, sono sconvolti. Mi stanno dicendo di fare qualcosa, di reagire, di correre da te, di non mollare.
Ma non ce la faccio più, Haru.
Non è il mio cuore a sussurrarmi basta. Lui mi suggerisce di seguirti in capo al mondo.
È l’ultima briciola di me stesso a dirmi basta.
 
Confido negli altri.
Forse qualcun altro può salvarti come non sono stato in grado di fare io.


 

~

   
 
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