Una goccia. Piccole gocce d’acqua cominciano ad infrangersi contro il vetro della finestra. Non ci fa caso. l’acqua che sta cadendo dal cielo, non sarà mai tanta come quella che i suoi occhi cerulei sta versando. Se ne sta così. Seduta al centro del suo  enorme letto, che mai come in quel momento le sembra vuoto e un po’ più grande di quanto già sia. Le gambe strette al petto, il viso poggiato sulle ginocchia. Alza per un secondo lo sguardo, fissando un punto imprecisato nella stanza. Cosa avrà trovato di così interessante in quella parete dall’intonaco bianco … continua a fissare il muro, ripetendo continuamente il suo nome, quasi come una supplica. “Vegeta, Vegeta …” l’angosciante nenia continua, così come le lacrime continuano a rigarle il perfetto volto di porcellana. Non ha capito molto di quello che è successo. Sa solo una cosa: Vegeta se ne è andato. L’ha lasciata sola, con un bambino in grembo, con suo figlio non ancora nato, il frutto non voluto di un amore tanto straziante quanto bello.
Due, tre gocce.
Comincia a piovere un po’ di più, ma non se ne cura ancora. Chiusa lì dentro vuole solo piangere, crogiolandosi nei brevi ma intensi ricordi delle notti d’amore con il suo Principe che di nobile ha solo il titolo. “Complimenti Principe. L’hai abbandonata con un bambino in grembo, un gesto davvero nobile per un reale come te.” Pensa Bulma, sorridendo amaramente.
Cento, duecento gocce.
Finalmente per la prima volta in quello straziante pomeriggio d’inverno, si concede di guardare la finestra. Miriadi di goccioline si infrangono contro il vetro, scivolando poi verso il basso, come la sua vita. Ma poi si ravvede. Lei ha sempre odiato la pioggia. Lei ama il sole, il cielo azzurro come i suoi occhi e come i suoi assurdi capelli. Lei ora ha un figlio da crescere. E vuole che cresca nel sole, non nella pioggia. Si asciuga le lacrime, il suo sguardo si fa deciso. Ha finito di piangere. Adesso, lascerà le lacrime solo al cielo, al temporale che infuria là fuori. Dentro di lei, non c’è posto per la pioggia. Solo per suo figlio e per quel Sayan che le ha rubato il cuore. Sorride amaramente, guardando il cielo nuvoloso e carico d’acqua. “Buffo”, pensa. “Lui adora la pioggia.”

Nota autrice:
Ehm, niente da fare, la pioggia mi ispira troppo e considerato che qui da me sta diluviando, ho buttato giù questa cosetta. Niente di che, il tema è stato usato e usato talmente tante volte che ho paura di aver inconsciamente scritto le stesse cose di qualche altro autore. Ciò che ho scritto è completamente frutto della mia testolina incantata dalle gocce di pioggia sul vetro della finestra e dal meraviglioso sottofondo della pioggia scrosciante, perciò se per caso ho plagiato qualcuno, chiedo perdono già da ora. E niente, vi lascio a questa cosa che spero apprezzerete!
Alla prossima!
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P:S: Se non si era capito, io adoro la pioggia! :)