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Autore: Lely_1324    13/09/2014    3 recensioni
Sarà il loro più grande segreto, che li porterà a vivere una straziante storia d'amore. Dovranno confrontarsi con la clandestinità e la passione ...Ma nella città dell'amore tutto è possibile!
JENNIFER MORRISON- COLIN O'DONOGHUE
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L.A 9 Giugno, 4:00 PM

Girava già da un’ora in sella alla sua moto, senza una destinazione precisa: l’asfalto era rovente e lui si sentiva stordito dal caldo, tuttavia non si decideva ancora a tornarsene a casa. Quel giorno si era svegliato tardi, di malumore, e dopo pranzo aveva cominciato a provare una sensazione di fastidio che non aveva mai sperimentato da quando era in America: incredibilmente, si sentiva annoiato. Nei weekend di riposo in genere si lasciava andare ad una salutare stanchezza, rilassava corpo e mente sul suo divano ascoltando buona musica o provando a suonare qualcosa. Qualche volta si sentiva invadere dalla nostalgia per Dublino, per la sua casa e allora ritornavano puntuali i sensi di colpa. Ma mai aveva avuto il privilegio di annoiarsi. Oggi però era successo, probabilmente perché i ritmi di lavoro rallentati non lo stancavano abbastanza. Così, si era affidato alla sua amata Triumph e si era lasciato portare in giro su quelle enormi corsie californiane, sperando che una corsa in moto potesse raddrizzargli la giornata. Era arrivato dalle parti di Universal City quasi senza accorgersene. La zona gli era familiare perché c’era stato una sera con i suoi colleghi : ovviamente, c’era anche lei, anzi, era stata proprio lei a trascinarli lì, perché la sorella lavorava come cantante e cameriera da Miceli’s, un locale alla moda che si trovava in quei paraggi. Aveva continuato a pensare a Jen da quel sabato sera in cui si erano chiariti. Non l’aveva mai sentita così vicina come in quei pochi minuti del loro lentissimo ballo, quando lei si era affidata a lui così teneramente da mostrargli perfino le proprie lacrime. Lui no, non ce l’aveva fatta a lasciarsi andare alla commozione insieme a lei, perché non si fidava di se stesso, specialmente quando si trattava di Jennifer. Si erano riavvicinati quanto bastava per continuare a lavorare fianco a fianco, ma non abbastanza da confondere o compromettere le proprie posizioni: lui era un marito fedele, lei una fidanzata fedele in procinto di sposarsi.
Si era fermato sul ciglio della strada e si era tolto un momento il casco, per godersi un venticello refrigerante che si era alzato in quel momento e dare un’occhiata alle indicazioni stradali. Sentì presto una voce chiamarlo da dietro:
“Colin..Colin sei tu?"
Accidenti! Ci mancavano solo i fans! Si girò di malavoglia, con un sorriso forzato. Una bella ragazza bionda gli si avvicinò: “Ti ricordi di me?” Anche se l’aveva incontrata una volta soltanto, non sarebbe riuscito a scordarsela: quella giovane donna somigliava molto a quell’altra che ultimamente era spesso nei suoi pensieri.
Colin: “Julia! Che piacere incontrarti di nuovo!”
Julia: “Anche per me! Che ci fai qui?”
Colin: “Assolutamente niente. Solo un giro in moto. Lavori sempre in quel locale?”
Julia: “Si, vengo via adesso da là. Sono passata a concordare i brani che canterò stasera.”
Colin  ricordava che aveva davvero una bella voce.
Julia: “Come stai? Jen mi ha detto che lavori nientemeno che con Keanu Reeves! Da adolescente avevo un suo poster in camera!”
Colin: “Si, è lui il protagonista. Abbiamo legato molto bene, è un ragazzo alla mano, sempre molto disponibile. Mi trovo davvero a mio agio su questo set.”
Julia: “Bhè spero che ti trovi a tuo agio anche sul set di Once upon a Time! Questo telefilm è eccezionale..“
"Troppo gentile.” replicò Colin con un sorriso.
Julia: “Senti…perché non passi al locale stasera? Non voglio assolutamente chiederti di suonare..così, se sei libero, mi piacerebbe fare due chiacchiere tra una pausa e l’altra..non sarò l’unica a cantare, ci sono altre due colleghe..ad essere sincera non avrei dovuto neppure lavorare, vado solo a dare una mano dato che siamo a corto di personale stasera...”
Gentile e generosa. Non si era sbagliato nella prima impressione che si era fatto di lei. Perché non accettare? Quel giorno la propria solitudine gli sembrava insopportabile..era strano ma aveva davvero voglia di compagnia.
Colin: “vengo per le 21?”
Julia: “perfetto! Mi fa davvero piacere, Colin.”
Colin: “No, sono io che ti ringrazio. È un bel posto, si mangia bene, e tu canti meravigliosamente.”
“Con tutti questi complimenti somigli tanto a Hook... solo sei meno... come potrei definirlo? Spavaldo.” esclamò Julia con una risata.
Colin: “Solo perché mi sono tagliato la barba. Quando ricresce, ormai lo divento  senza accorgermene!"

Aveva passato una bella serata. Era stato bene in compagnia di quella ragazza. Paradossalmente, aveva pensato a Jen meno del solito. Julia le somigliava nell’aspetto, nell’atteggiamento aggraziato e dolce. Ma il carattere era diverso. Jen era decisamente più volitiva, più allegra, più sbarazzina..sempre che qualcosa non la turbasse. Anche lei si trovava benissimo con quell’uomo. Parlavano di musica, si scambiavano opinione su questo o quel brano. Così, si erano rivisti più di una volta nei giorni seguenti, e una sera Colin aveva perfino preso il posto del suo chitarrista, mandando il pubblico in visibilio.

L.A. 22 Giugno, 8:30 p.m.

Guidava esausta ma sorridente al volante della sua BMW, diretta a Universal City. Era tornata quel pomeriggio stesso da Parigi, dopo settimane di estenuanti riprese. Si era rilassata un paio d’ore a casa sua, poi Sebastian aveva raggiunto il suo manager per una cena di lavoro e lei aveva deciso di fare una sorpresa alla sorella, raggiungendola da Miceli’s. Non l’aveva avvisata del proprio arrivo, aveva deciso di concedersi quel weekend a casa solo il giorno prima, durante una pausa sul set. Domenica avrebbe ripreso un volo per la Francia. Svoltò l’angolo e rallentò in prossimità del locale. Improvvisamente si fermò di colpo e accostò, spegnendo il motore. Vide Julia appena fuori dal parcheggio, che parlava con un uomo, il quale si trovava in sella a una moto di grossa cilindrata. Avrebbe riconosciuto quell’uomo e quella Triumph in mezzo a una folla di motociclisti. I due ridevano amabilmente, poi sua sorella gli appoggiò una mano sulla spalla e lo baciò su una guancia. Lui allora si infilò il casco e partì, salutandola con la mano.
Jennifer stringeva con forza il volante, pietrificata dallo stupore. Non ricordava di averlo mai visto ridere così insieme a lei. E non avrebbe mai e poi mai immaginato di vederlo un giorno ridere in quel modo insieme a sua sorella. Julia, che si trovava ancora di fuori, la vide immediatamente e le corse incontro, incredula:
“Jenny! Tesoro, sei tornata!”
Lei uscì dalla macchina, e le parlò con voce gelida: “Non mi hai detto che ti vedevi con Colin.”
Julia: “S-si..cioè, ci vediamo da poco..lo hai visto andar via?”
Jen non rispose, continuando a fissarla con le labbra serrate.
Julia: “Tesoro, non starai mica pensando che..”
Jen: “Perché non mi hai detto che uscivate insieme? Perché lui non me l’ha detto?!”
Julia: “Perché ci stiamo vedendo solo da pochi giorni, se tu non fossi stata in Europa lo avresti saputo.”
Jen: “Cosa Julia, cosa avrei dovuto sapere??!!! Che adesso hai delle  relazioni con  uomini sposati?!”
Julia: “Jennifer, ma cosa..”
Jen: “Vi ho visti prima. Sinceramente, mi sembrate un po’ troppo intimi per due che si conoscono da così poco tempo.”
Julia cominciava a spazientirsi: “Stai esagerando..sarà colpa del fuso orario, ma non ti permetto assolutamente..”
Jen: “è sposato, capisci? SPOSATO!!!”
Julia: “Stai equivocando tutto, vieni dentro e...”
Ma Jen non la ascoltava più. Si rimise al volante e andò via senza dire una parola.


Quella sera Julia era l’unica a dover cantare, e sarebbe stata impegnata più del solito. Aveva deciso perciò di passare solo per un aperitivo veloce, e poi era ritornato al suo appartamento. Era sul terrazzo a fumarsi una sigaretta quando vide un’auto inchiodare davanti al residence. Una ragazza scese velocemente, dirigendosi spedita alla portineria.
Colin inghiottì il fumo, spense velocemente la sigaretta e andò ad aprire la porta, allarmato.
Jen uscì dall’ascensore come una furia, colpendolo con le mani in pieno petto:
“Vi state prendendo gioco di me!”
Colin: “Che è successo ancora?! Credevo avessimo chiarito..”
“Vi ho visti prima! Tu e mia sorella!” urlò Jen.
Colin vide Jim, il portinaio, sbirciare preoccupato dalla rampa delle scale. La prese per un polso: “Entra, se continui a urlare così finiremo sui giornali!” La condusse con fermezza nel proprio appartamento, e richiuse la porta.
Colin: “Ma che ti è preso?! Io e tua sorella non facciamo nulla di male!”
Jen: “Ah sì?! Vediamo..vi siete visti un’unica volta più di un anno fa, quando c’eravamo tutti..poi, GUARDA CASO, la incontri nuovamente mentre io sono in Europa, vi vedete pochissime volte ma tu ti prendi la briga di andare a trovarla prima che cominci a lavorare, e vi salutate amorevolmente fuori dal locale come una coppia qualsiasi…aggiungiamo poi che lei è una splendida ragazza single e tu l’uomo più desiderato di Los Angeles, con una moglie dall’altra parte del pianeta..ma certo, sicuramente non fate niente di male, sono io quella paranoica, giusto?”
 “Si, sei di nuovo paranoica.” le rispose sopirando e sorridendo suo malgrado
“E tu sei solo un ipocrita che recita la parte del marito devoto ma non vede l’ora di portarsi a letto una bella donna" 
Non potè aggiungere altro, perché due labbra le coprirono violentemente la bocca. Jen lo spinse via, scioccata: " Lasciami, non voglio avere altro accheffare con te.."
Colin, respirando affannosamente per la rabbia: “Hai ragione. Ho una gran voglia di portarmi a letto una bellissima donna. Ma non si tratta di Julia.”
Gli occhi di Jen divennero più ampi, più scuri: “ Sai bene che sto per soposarmi..." la sua era più una consatatazione che una protesta. 
Colin: “..è la seconda volta che vieni a casa mia urlandomi addosso, senza che io ti abbia fatto niente..a che gioco stai giocando Jen?” le si avvicinò di nuovo pericolosamente, e le sfiorò le labbra con le sue. Un tocco delicato e nient'altro.  Lei rimase rigida, poi si rilassò contro il suo corpo, stringendo saldamento il tessuto della sua camicia tra le mani, bisognosa del suo calore, delle sue attenzioni.  Quando accorse che aveva iniziato rispondere con veemenza al bacio, intrecciando la sua lingua con quella di lui, pose fine a quell'assalto e gli morsicò rabbiosamente un labbro. Colin sussultò, portandosi una mando alla bocca. 
 Lei lo guardò come un felino pronto a difendersi e poi scappò via, mentre Colin si puliva con il dorso della mano il labbro sanguinante.

L.A. 23 Giugno  1:30 a.m.

Buttato sul divano come un sacco di stracci e un labbro che gli pulsava ancora, Colin  fissava il soffitto, inerte, incapace di muoversi e di organizzare un pensiero coerente. Gli occhi, statici e traslucidi, lasciavano filtrare appena l’intensità delle emozioni che lo stavano attraversando. Sentì il cellulare suonare e lo aprì meccanicamente, con il vago timore che potesse essere lei. “Si”
“Colin sono Julia. È successa una cosa.” rispose una voce incrinata.
Lui sospirò pesantemente: “Jennifer?”
“S-si..è..è lì con te?” domandò Julia, con un certo stupore.
“ No. Non più. È stata qui prima. Crede che siamo amanti..almeno, lo credeva..comunque, è convinta che le abbiamo nascosto qualcosa. Era molto arrabbiata.”
Julia: “Ci ha visti fuori dal locale stasera, e ha frainteso tutto. Ho provato a chiamarla più volte, ma ha il cellulare spento. Non mi va di chiamare Sebastian..ma sono un po’ preoccupata, non ho mai visto Jen perdere il controllo in quel modo.”
A lui tornò in mente lo sguardo fiero che gli aveva lanciato prima di lasciare l’appartamento: “Tranquilla, credo sia tornata padrona di sé. Adesso sarà sicuramente a casa..con Sebastian.”
Julia rimase in silenzio per un po’, infine si fece coraggio e gli parlò apertamente: “Tu mi piaci Colin. Ma non ho mai equivocato la nostra situazione..avevo sperato di coltivare una bella amicizia con te, ma dentro di me sapevo che Jen avrebbe reagito male.”
Lui non disse niente.
Julia: “Io e mia sorella siamo molto legate, sono sicura che ci chiariremo. Ora, siete tu e lei a dover chiarire..per il bene di entrambi.”
Colin: “Purtroppo credo che la situazione si sia ulteriormente complicata, fra noi due.”
Julia intuì vagamente quello che poteva essere successo: “Dovete risolvere questa..questa cosa.."  quella ragazza aveva pienamente ragione. 
 Colin: “D’accordo. Proverò a parlarle nei prossimi giorni..e lascerò Sebastian  fuori da tutto questo.”
Julia sospirò : “Domenica ripartirà per Parigi, e Sebastian non la lascerà sola un istante prima del decollo..dovrai aspettare.”
Colin serrò la mascella, infastidito. Ma, riflettendoci un momento, capì che forse era meglio così: il ricordo della sua bocca lo avrebbe tormentato ancora per parecchi giorni, e non era il caso andare a cercarla in quelle condizioni.
  
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