Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: Bitter_Inside    13/09/2014    0 recensioni
La vita di Hilde Bauer, tedesca residente in Italia, non ha subito grandi sconvolgimenti per più di vent'anni, proseguendo nel tranquillo paese di Acquechiare.
Tuttavia, una chiamata inaspettata e l'arrivo della figlia a casa sua potrebbero cambiare le cose...
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

《Mamma...》
Il tono di voce di Margret, quasi sempre allegro e squillante, era ridotto ad un flebile sussurro.
Hilde capì immediatamente che qualcosa non andava, ma mentre stava per chiedere spiegazioni alla figlia, preoccupata per lei, questa la travolse con un fiume di parole.
《Mamma, l'ha fatto di nuovo... Sono quasi ad Acquechiare, ho i bambini con me, sono scappata e non sapevo dove andare così ho pensato a te, mi trattengo per qualche giorno se non ti dispiace...》
Hilde deglutì, mentre una rabbia incontenibile si faceva strada nella sua anima.
《Quell'animale... Ti aspetto.》disse semplicemente, mentre la figlia riattaccava, con forte accento tedesco.
Nonostante gli anni passati in Italia, Hilde non aveva mai perso il suo accento, così come non aveva mai perso l'irrefrenabile voglia di strozzare suo genero.

Margret si era sposata, qualche anno prima, con un uomo all'apparenza rispettabile, dolce e premuroso, che però si era ben presto rivelato per la bestia che era: un piccolo delinquente rude e violento, uno di quelli che la polizia non arresta mai per riuscire ad arrivare ai "pesci grossi", come vengono definiti.
Più volte l'uomo era rincasato ubriaco e più volte aveva lasciato dei segni sul corpo e sul volto di Margret e dei figli, per non parlare dei segni indelebili nelle loro menti.
Allo stesso modo, più e più volte Hilde aveva consigliato alla figlia di denunciarlo, di scappare via, ma lei non le aveva mai prestato ascolto, un po' perché, illudendosi che l'uomo potesse cambiare, aveva creduto alle sue scuse del giorno dopo, un altro po', invece, perché, sebbene non amasse ammetterlo, ne aveva una gran paura.
Quella volta, evidentemente, si era spinto parecchio oltre, o forse semplicemente Margret ne aveva avuto abbastanza: Hilde non lo sapeva, ma non desiderava altro che abbracciare la sua adorata figlia ed i due nipotini, tenendoli al sicuro.
Per strozzare suo genero, invece, avrebbe avuto tempo.
Liberò il tavolo della cucina da tutti gli oggetti a cui stava lavorando, apparecchiando febbrilmente la tavola, per poi controllare lo stato delle due camere da letto, assicurandosi che fossero in ordine per l'arrivo della figlia e dei nipoti.

Da quando Antonio era scomparso, lei aveva passato tutto il suo tempo a fissare il mare dalla finestra, aspettando il suo ritorno, nonostante fosse consapevole dell'improbabilità di un suo ritorno per mare piuttosto che per terra, così aveva un po' lasciato andare la sua casa, che prima era sempre impeccabilmente pulita ed ordinata.
Dopo aver controllato più e più volte, con crescente ansia, lo stato della sua stanze e della cena sui fornelli, Hilde si accasciò sul suo splendido e confortevole divano, lasciando vagare lo sguardo intorno ed accarezzando distrattamente il gatto, che le si era steso in grembo.

Per essere una casa al mare, la sua era stata arredata con gusto e con mobili classici; non aveva voluto rinunciare ad un arredamento di un certo tipo, sebbene i divani in pelle, con un gatto in giro (anche se piuttosto disciplinato), e con il mare a pochi metri non fossero esattamente l'ideale.
L'ambiente in cui si trovava era piuttosto ampio e luminoso, una finestra dava sul mare, mentre l'altra, sulla parete opposta, dava sul giardino, curato e ben tenuto. I mobili, tutti di un bel legno chiaro, erano stati disposti con attenzione e non rendevano la stanza soffocante, piuttosto le conferivano un'aria accogliente e familiare.
Alle pareti, la donna aveva appeso svariati quadri, tutti con soggetti marini, alcuni dei quali dipinti da lei stessa, quando era più giovane.

Mentre il suo sguardo indugiava su uno di questi, che rappresentava un suggestivo tramonto sul mare di Acquechiare, creato su suggerimento del marito Antonio, Hilde venne riportata alla realtà da una frenetica ed impaziente serie di colpi alla porta.
La donna scattò in piedi e, terrorizzando il povero Wolff, che le si era addormentato addosso, corse ad accogliere la figlia, abbracciandola a lungo insieme ai nipoti. Dopo un lungo abbraccio, che sembrò durare troppo poco, per i gusti di Margret, la madre le prese il viso tra le mani, osservando con espressione sofferente l'occhio nero e gli ematomi che il marito le aveva provocato.
Hilde controllò anche i bambini ma, a parte lo spavento e la fame, non sembrava che il padre avesse fatto loro del male; cercò di mostrarsi allegra con loro, tranquillizzandoli il più possibile, riempiendoli di baci e di attenzioni fino a che, stanchi ed assonnati, non crollarono entrambi nei loro letti, cullati dal suono delle voci delle due donne che parlottavano tra loro in cucina, attutito dalla porta chiusa.

《Cosa hai intenzione di fare, a riguardo?!》 chiese Hilde, mantenendo un tono di voce basso nonostante l'agitazione.
《Non lo so, non... io non ci ho pensato》 Margret, seduta al tavolo della cucina di sua madre, si prese la testa tra le mani, piangendo sommessamente. Era un pianto rabbioso, dettato dalla frustrazione, da anni di abusi e da un'orribile sensazione di impotenza.
《Ho fallito, mamma.》continuò, il volto ancora tra le mani e la voce rotta 《non sono riuscita a proteggerli, non sono riuscita a reagire, ho fallito come madre...》.
Hilde la interruppe, scostandole le mani dal viso e costringendola a guardarla negli occhi , per poi parlare:《No, Margret. Non hai fallito. I tuoi figli stanno bene, sono vivi ed ora sono in salvo. Avresti dovuto ascoltarmi molto tempo fa, ma... com'è che dicono? Meglio tardi che dopo?》.
《Meglio tardi che mai》disse Margret piano, divertita dall'errore della madre.

Nonostante la sua cadenza e l'accento avrebbero potuto far credere, ad un estraneo che l'avesse ascoltata per la prima volta, che Hilde non avesse imparato a parlare correttamente Italiano, in realtà la donna ne aveva un'ottima padronanza e non commetteva mai alcun tipo di errore.
Stranamente, però, non era mai riuscita a memorizzare quel modo di dire e così continuava imperterrita ad usarlo, sbagliando e facendo ridere la figlia come quando era bambina.

Hilde accarezzò delicatamente il braccio della figlia, porgendole poi, con garbo, una scatola di Kleenex.
Margret si soffiò rumorosamente il naso, per poi torturarsi le mani.
《E se venisse a cercarmi?》 chiese, angosciata.
《Non ti troverà. Ed io non ho paura di lui.》 Hilde aveva assunto un'aria determinata, nei suoi occhi, azzurro chiaro, brillava una luce che la figlia non aveva visto dalla scomparsa di suo padre in mare. 《Tuo padre aveva acquistato in piccolo appartamento fuori paese, sulla montagna, ricordi? Potresti andare lì, per un po'. È piuttosto isolato.... E se quella bestia venisse qui, ci penserei io》adesso, negli occhi di Hilde, ardeva una vera e propria fiamma e Margret non osò contraddirla, ricordandole che aveva sessant'anni ed una massa muscolare nettamente inferiore al marito.

In ogni caso, annuì, grata per il supporto di sua madre e per l'idea che aveva avuto.
Aveva completamente dimenticato l'esistenza di quel piccolo appartamento e non avrebbe assolutamente preso in considerazione la possibilità di restare a casa della madre, mettendola in pericolo. 《Gut!》esclamò, dandole una lieve pacca sulla spalla.
《Adesso bevi un bicchiere di latte e vai a dormire, ja?》
Ogni tanto, quando parlava con sua figlia, che conosceva bene sia l'italiano che il tedesco, tendeva a mischiare le due lingue, anche se mostrava una preferenza indubbia per l'italiano; perfino quando c'erano soltanto loro due, Hilde si era sempre sforzata di parlare in italiano, piuttosto che nella sua lingua.

La figlia obbedì, meccanicamente.
Abbracciò ancora sua madre e le diede la buonanotte, percorrendo silenziosamente il buio corridoio che portava alla sua camera da letto, giusto davanti quella dei figli. Hilde, invece, rimase alzata per un altro po', riflettendo sul da farsi.
Cercò di scusarsi con Wolff per averlo spaventato ed ottenne il suo perdono corrompendolo con una scatoletta di tonno.
Osservando, quasi ipnotizzata, il movimento della sua lunga coda, per un attimo, Hilde si illuse che tutto si sarebbe risolto facilmente... Ma fu soltanto un attimo.

Non aveva assolutamente idea di ciò che sarebbe successo di lì a pochi giorni, né si immaginava di poter avvertire un ingombrante dubbio oscurare la sua esistenza e le sue certezze.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Bitter_Inside