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Autore: malecseal    13/09/2014    6 recensioni
Ai nostri semidei serve un po' di normalità e monotonia... e cosa c'è di più monotono della scuola? Nico, il suo ragazzo Percy Jackson e gli altri semidei della profezia su consiglio di Annabeth decidono di iscriversi in un liceo, ma i loro poteri possono risultare problematici tra le quattro mura di un'aula... (AVVERTIMENTI:PERNICO)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Percy?"
"Mh?"
"Stai sbavando."
Percy aprì gli occhi di botto e tentò imbarazzato di pulirsi la bocca con le lenzuola.
"Sei incorreggibile" ridacchiò Nico, porgendogli un fazzoletto.
Lui sbuffò e si asciugò.
Erano tutti addormentati.  Il giorno dopo sarebbe cominciata la scuola mortale: dopo la sconfitta di Gea i sette della profezia e Nico avevano sentito un ovvio bisogno di essere più normali possibile, come se gli otto semidei più potenti in circolazione potessero passare come ragazzi comuni.

Comunque, Annabeth aveva tirato in ballo la questione scuola, ovvero la cosa che più di tutte dava la sensazione di normalità e monotonia.

"Basta con la scuola!" Aveva sbuffato Percy. "Sono arrivato a 16 anni sballottato da una scuola all'altra, e ora che me ne sono liberato tu fai queste proposte indecenti!"

 Nico aveva scosso la testa. "Annabeth!" Aveva protestato. "Non vado a scuola da quando avevo 10 anni! Non posso piombare in un liceo senza la licenza media!"

 "Slip di Atena, Nico!" Aveva brontolato lei. "Sei un SEMIDIO! Se non riesci tu a procurarti un documento falso, chi può riuscirci?"

Vista la determinazione di Annabeth, Nico aveva lanciato un'occhiata rassegnata al suo ragazzo, che fece un ultimo disperato tentativo di convincerla.

"No, Percy!" Aveva detto lei, entusiasta. "Sarà una grande idea!"

Vedendo tutte le proprie obiezioni respinte una per una, tutti quanti avevano accettato e si erano iscritti nello stesso istituto, Hazel in terza media e tutti gli altri al liceo ("Vuol dire che ci rimedio un esame extra?" Aveva brontolato la figlia di Plutone).

 Quella notte era l'ultima prima del primo giorno di scuola, e i ragazzi avevano deciso di passarla insieme nel salotto di casa Jackson, tra cuscini, lenzuola e sacchi a pelo.

 Nico si era raggomitolato come un gatto tra le braccia di Percy, per poi svegliarsi quando la saliva del suo ragazzo gli aveva inondato la fronte.
"Possibile che devi sempre sbavare quando dormi!?" Lo rimproverò piccato, asciugandosi.
"Scusami Nico" disse Percy piano, per non svegliare gli altri.
Poi si era sdraiato e aveva fatto appoggiare la testa del più piccolo sul suo petto.
"Sei nervoso per domani?" Gli chiese.
Nico alzò la testa e lo guardò come se fosse ricoperto di alghe e molluschi.
"Abbiamo sconfitto Gea un mese fa, se non ti ricordi. Dovrei essere preoccupato per la scuola??"
Percy lo fece mettere a sedere e lo seguì, poi gli prese il viso tra le mani e si avvicinò serio serio, portando i loro naso a toccarsi.
Nico ormai era totalmente convinto che fosse impazzito.
"Guarda che la scuola è un posto pericolosissimo!" Lo avvertì. "Soprattutto il liceo. Preferirei affrontare un titano!"
"Come no, Jackson! Beh, me la so cavare!" Ridacchiò Nico.
"Guarda che rischi grosso ragazzino! Senza me a proteggerti..."
"Sicuro! E chi ti protegge ora? Ghignò il più piccolo con aria maliziosa.
Il figlio di Poseidone fece una faccia sinceramente stupita. "E da cosa?"
"Da questo! Esclamò Nico, improvvisando un assalto alle labbra di Percy.

Lui si mise a ridere e rispose con più foga al bacio, capovolgendo le posizioni con un movimento fulmineo.

"E adesso?" Stava per dire Percy, dopo averlo immobilizzato, ma venne colpito alla testa da una ciabatta scagliata con forza.

"E fateci dormire, scostumati!" Brontolò Frank, rigirandosi nel sacco a pelo dopo il lancio e continuando a russare.
"Oh beh, forse è il caso di fare silenzio." Concluse Percy sorridendo, facendo sistemare Nico nel suo abbraccio e accarezzandolo fino a che non si addormentò.


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"Muovetevi!" Ruggì Annabeth, già pronta e con la cartella fatta. "Siamo in ritardo!"

Lei, Piper e Jason erano già pronti, Hazel si stava finendo di pettinare e Nico si stava infilando i jeans.

Frank si era messo a sedere sul sacco a pelo borbottando placidamente, meditando sull'orario e sullo scopo di tutto ciò.

 Percy si rigirava nervosamente sul divano che aveva condiviso con Nico, sveglio ma che non accettava l'idea di alzarsi.

Leo invece russava.

La sveglia che Annabeth gli aveva tenuto per dieci volte attaccata all'orecchio non aveva funzionato.

Alla fine Piper aveva preso la sua Cornucopia e lo aveva bersagliato con melanzane e cetrioli (lei in realtà stava pensando a deliziosi dolci per la colazione) e lui si era svegliato talmente irritato da incenerire tutti gli ortaggi.
"Percy!"urlò Nico all'orecchio del ragazzo. "Muffin blu per colazione, ripeto, muffin blu!"

 Lui scattò in piedi all'istante come se Nico avesse dato un allarme incendio.

In un modo o nell'altro, riuscirono a uscire da casa Jackson tutti interi.

Arrivarono a scuola in ritardo, tanto per cominciare bene.
Nico andò a presentarsi in segreteria.
"Sì... Di angelo, Nico." Sorrise la segretaria. "Vada pure in primo D! Al secondo piano a destra."

 Lui ringraziò a mezza bocca e si avviò.

Salutò Leo, diretto verso il secondo A fischiettando con le mani in tasca, Jason, Piper e Frank, al terzo anno ma in sezioni diverse, e Percy e Annabeth, che invece erano diretti entrambi in quarto B.

Appena entrò nell'aula, ventidue paia di occhi lo guardarono come se avessero visto un mostro.

 Chissà, forse per i pantaloni tutti strappati e logori, forse per la maglietta col teschio che aveva visto giorni migliori, o per i capelli lunghi aggrovigliati e le occhiaie, magari per il colorito spettrale e le braccia spaventosamente magre o la catena come cinta... Fortuna che su consiglio di Annabeth aveva lasciato la spada a casa!
La professoressa si schiarì la voce.
"Bene è arrivato anche l'ultimo di noi... Tu sei... -controllò il registro con la coda dell'occhio- ah, Nico! Bene caro, siediti in quel posto vuoto!"

Nico obbedì in silenzio, sedendosi vicino ad una ragazzina con le braccia cariche di braccialetti.
Si accorse che le ragazze dei banchi vicini avevano cominciato a confabulare e ridacchiare . Che oche... Drew a confronto sarebbe sembrata una secchiona con la faccia innocentina!
"Molto bene!" Sorrise l'insegnante.
"Io sono la professoressa Williams, e vi insegnerò Greco antico ed epica."
Wow, pensò Nico. Non andrò così male.
"Ora... Vedete, il greco non è una materia facile, ma se vi applicate vedrete che non troverete molte difficoltà... Innanzitutto per facilitare l'approccio vi mostrerò la struttura della frase..."

Disse, scrivendo una frase in greco alla lavagna.
Tutti i ragazzi risero pensando che  la professoressa stesse facendo degli scarabocchi per prenderli in giro, ma Nico lesse benissimo cosa c'era scritto. E non andava bene.

"Quella frase è sbagliata." Disse tranquillamente ad alta voce, senza un "scusi professoressa" o senza alzare semplicemente la mano.
"Come scusa?" Chiese la professoressa, aggrottando le sopracciglia.
" È sbagliata. La cosa che lei ha appena scritto. La struttura è grammaticalmente corretta, ma quelle parole non hanno alcun senso così."

Per la seconda volta venne guardato come un fantasma.

La Williams fece un sorriso nervoso, e andò a controllare le parole sul dizionario. Sgranò gli occhi quando vide che effettivamente quel ragazzino aveva ragione.

Uhm… Bravo Nico, hai ragione tu… vuoi venire a scrivere la forma corretta?”

Lui si alzò con calma e in un attimo riscrisse la frase, tornandosene al suo posto senza che nessuno dicesse una parola.

Ehm… bene, vedo che il vostro compagno ha già studiato greco da qualche parte! Vedrete che in poco tempo diventerete bravi come lui. Adesso…
L’insegnante si lanciò in un lungo elogio della cultura antica, che Nico trovò talmente noioso da smettere persino di fingere interesse.

Si accorse  da come lo guardavano i compagni che non aveva fatto una mossa molto buona per iniziare rapporti sociali, quindi decise di evitare di fare il saputello per non attirare altri sguardi omicidi.

Dovette fare un grande sforzo di volontà quando la Williams cominciò a parlare di mitologia greca, arrivando a descrivere Crono come un dio assolutamente delizioso e Ade come una specie di bruto che maltrattava la povera Persefone, tenuta a forza negli inferi. A lui a volte sembrava che il padre preferisse andare in giro vestito da clown piuttosto che fare qualcosa che facesse adirare Persefone.

Comunque, in un modo o nell’altro, arrivò vivo fino alla campanella della ricreazione.

Pensò di andare subito a cercare Percy per raccontargli che grande cavolata fosse il liceo, ma venne accerchiato da un gruppo di ragazzi della classe.

La professoressa era uscita un attimo, quindi nessuno impedì a quei tizi di avvicinarsi con un ghigno minaccioso.

“Beh?” chiese il figlio di Ade, con le mani in tasca.

“Ehi, secchione!” lo prese in giro il più grosso di loro. “Trovi più interessante passare le vacanze a studiare una lingua morta piuttosto che uscire con gli amici, vero?”

“Che sfigato!” Sghignazzò un altro. “Neanche ce li avrà gli amici!”

“Come hai passato l’estate? A ripetere le declinazioni alla mammina?”

Tutti i ragazzi risero.

“Scusate.” Sbuffò Nico, seccato, cercando di passare. Annabeth aveva raccomandato a tutti e sette qualunque cosa succeda, non perdete la pazienza.

Evidentemente la sapientona non aveva calcolato certa gente.

I ragazzi non lo fecero passare, anzi, uno tentò di allungargli un pugno.

Nico lo bloccò immediatamente, e a quel punto fece quello che non poteva assolutamente fare. Perse la pazienza.

L’aula si rabbuiò e la scuola fu scossa da un terremoto. Volarono fogli e materiali appesi alle pareti per tutta l’aula (compresa la lavagna.)

Il figlio di Ade si accorse di aver esagerato quando tutti corsero via e l’insegnante entrò con gli occhi sbarrati.

“Che succede qui???”

Tutti indicarono lui.

“Di Angelo!” urlò l’insegnante. “In presidenza! Ora!”

 

 

Quando Nico arrivò nella saletta d’aspetto della presidenza, trovò le sei sedie già occupate.

“Leo! Percy! Jason! Piper! Frank! Hazel! Che ci fate qui??”

Ehm…” cominciò Percy.

“Vedi, il primo giorno di scuola non è andato così bene…” spiegò Hazel imbarazzata.

Beh…” fece Piper. “Io volevo prepararmi una merendina, quindi ho tirato fuori la cornucopia ma…

“Ma stanno ancora cercando di liberare la sua classe dai brownie e la professoressa dispersa nel cioccolato fuso.” Concluse Jason al posto suo.

Lei arrossì. “Dai su..” la consolò il figlio di Giove. “Pensa che io ho fulminato il mio professore… o che Leo ha mandato a fuoco il laboratorio di chimica!”

“Succede quando sei un tipo focoso come me!” commentò lui scrollando le spalle.

“Tu cosa hai fatto Hazel?” Chiese Nico alla sorella.

“La mia classe è al piano terra.” Disse lei mortificata. “E c’erano un sacco di cose preziose nel sottosuolo. È venuto su tutto insieme e si è persino staccato il dente d’oro alla professoressa e mi è finito in mano!”

Frank arrossì e raccontò che durante l’ora di ginnastica si era trasformato improvvisamente in un cane e aveva distrutto la palestra  per inseguire un piccione. La professoressa era ancora sotto shock.

“E tu, Percy?” chiese Nico al suo ragazzo.

“Beh.. in classe abbiamo un acquario gigante e il mio banco era lì vicino, così ho parlato con i pesci e ho scoperto che erano molto tristi … Senza volerlo ho fatto esplodere l’acquario  e per non far finire l’acqua addosso alla prof l’ho deviata, solo che ho colpito tutte le apparecchiature elettroniche.”

“E c’è stato un bel cortocircuito. La parete è esplosa!” commentò Annabeth furiosa, entrando.

“Possibile che non vi si può portare in un posto normale?”

Nessuno poté rispondere perché la porta della presidenza si aprì e il preside cominciò a chiamarli uno per uno.

 

 

Beh…” commentò Leo mentre tornavano verso casa. “È  stato breve ma intenso.”

“Penso che non abbiano mai espulso cinque persone in un giorno solo! Poi il primo giorno!” ridacchiò Percy.

“Siete impossibili!!” Esclamò Annabeth. “Possibile che neanche a scuola riuscite ad andare!?”

“Dovremo trovare un’altra attività normale!” brontolò Frank.

“Decisamente questo esperimento si è rivelato fallimentare.” Concluse Nico.

I semidei non erano fatti per la scuola.

O meglio, la scuola non era fatta per i semidei.

 

Angolo autrice: Ma buonasera <3. Lunedì si torna a scuola, e questa one shot è dedicata a tutti gli eroi che come me tornano sui libri, preferendo senza dubbio un altro giro con Crono. Possa la buona sorte sempre essere in vostro favore. Spero vi piaccia, e se vi avanza tempo lasciate un recensione piccina picciò.

  
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