"Percy?"
"Mh?"
"Stai sbavando."
Percy aprì gli occhi di botto e tentò imbarazzato di pulirsi la
bocca con le lenzuola.
"Sei incorreggibile" ridacchiò Nico,
porgendogli un fazzoletto.
Lui sbuffò e si asciugò.
Erano tutti addormentati. Il giorno dopo sarebbe cominciata la scuola
mortale: dopo la sconfitta di Gea i sette della
profezia e Nico avevano sentito un ovvio bisogno di essere più normali possibile, come se gli otto semidei più potenti in
circolazione potessero passare come ragazzi comuni.
Comunque, Annabeth aveva tirato in ballo la questione scuola, ovvero
la cosa che più di tutte dava la sensazione di normalità e monotonia.
"Basta
con la scuola!" Aveva sbuffato Percy. "Sono
arrivato a 16 anni sballottato da una scuola all'altra, e ora che me ne sono
liberato tu fai queste proposte indecenti!"
Nico aveva scosso la testa. "Annabeth!" Aveva protestato. "Non vado a scuola
da quando avevo 10 anni! Non posso piombare in un liceo senza la licenza
media!"
"Slip di Atena, Nico!" Aveva
brontolato lei. "Sei un SEMIDIO! Se non riesci tu a procurarti un
documento falso, chi può riuscirci?"
Vista la
determinazione di Annabeth, Nico aveva lanciato
un'occhiata rassegnata al suo ragazzo, che fece un ultimo disperato tentativo
di convincerla.
"No, Percy!" Aveva detto lei, entusiasta. "Sarà una
grande idea!"
Vedendo
tutte le proprie obiezioni respinte una per una, tutti quanti avevano accettato
e si erano iscritti nello stesso istituto, Hazel in
terza media e tutti gli altri al liceo ("Vuol dire che ci rimedio un esame
extra?" Aveva brontolato la figlia di Plutone).
Quella notte era l'ultima prima del primo
giorno di scuola, e i ragazzi avevano deciso di passarla insieme nel salotto di
casa Jackson, tra cuscini, lenzuola e sacchi a pelo.
Nico si era raggomitolato come un gatto tra le
braccia di Percy, per poi svegliarsi quando la saliva
del suo ragazzo gli aveva inondato la fronte.
"Possibile che devi sempre sbavare quando
dormi!?" Lo rimproverò piccato, asciugandosi.
"Scusami Nico" disse Percy
piano, per non svegliare gli altri.
Poi si era sdraiato e aveva fatto appoggiare la
testa del più piccolo sul suo petto.
"Sei nervoso per domani?" Gli chiese.
Nico alzò la testa e lo guardò come se fosse
ricoperto di alghe e molluschi.
"Abbiamo sconfitto Gea
un mese fa, se non ti ricordi. Dovrei essere preoccupato per la scuola??"
Percy lo fece mettere a sedere e lo seguì, poi gli prese il
viso tra le mani e si avvicinò serio serio, portando
i loro naso a toccarsi.
Nico ormai era totalmente convinto che fosse
impazzito.
"Guarda che la scuola è un posto
pericolosissimo!" Lo avvertì. "Soprattutto il liceo. Preferirei
affrontare un titano!"
"Come no, Jackson! Beh, me la so cavare!"
Ridacchiò Nico.
"Guarda che rischi grosso ragazzino! Senza me
a proteggerti..."
"Sicuro! E chi ti protegge ora? Ghignò il più
piccolo con aria maliziosa.
Il figlio di Poseidone
fece una faccia sinceramente stupita. "E da cosa?"
"Da questo! Esclamò Nico, improvvisando un
assalto alle labbra di Percy.
Lui si mise
a ridere e rispose con più foga al bacio, capovolgendo le posizioni con un
movimento fulmineo.
"E
adesso?" Stava per dire Percy, dopo averlo
immobilizzato, ma venne colpito alla testa da una ciabatta scagliata con forza.
"E
fateci dormire, scostumati!" Brontolò Frank, rigirandosi nel sacco a pelo
dopo il lancio e continuando a russare.
"Oh beh, forse è il caso di fare
silenzio." Concluse Percy sorridendo, facendo
sistemare Nico nel suo abbraccio e accarezzandolo fino a che non si addormentò.
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"Muovetevi!"
Ruggì Annabeth, già pronta e con la cartella fatta.
"Siamo in ritardo!"
Lei, Piper e Jason erano già pronti, Hazel
si stava finendo di pettinare e Nico si stava infilando i jeans.
Frank si era
messo a sedere sul sacco a pelo borbottando placidamente, meditando sull'orario
e sullo scopo di tutto ciò.
Percy si rigirava
nervosamente sul divano che aveva condiviso con Nico, sveglio ma che non
accettava l'idea di alzarsi.
Leo invece
russava.
La sveglia
che Annabeth gli aveva tenuto per dieci volte
attaccata all'orecchio non aveva funzionato.
Alla fine Piper aveva preso la sua Cornucopia e lo aveva bersagliato
con melanzane e cetrioli (lei in realtà stava pensando a deliziosi dolci per la
colazione) e lui si era svegliato talmente irritato da incenerire tutti gli ortaggi.
"Percy!"urlò
Nico all'orecchio del ragazzo. "Muffin
blu per colazione, ripeto, muffin blu!"
Lui scattò in piedi all'istante come se Nico
avesse dato un allarme incendio.
In un modo o nell'altro, riuscirono a uscire da
casa Jackson tutti interi.
Arrivarono a
scuola in ritardo, tanto per cominciare bene.
Nico andò a presentarsi in segreteria.
"Sì... Di angelo, Nico." Sorrise la
segretaria. "Vada pure in primo D! Al secondo piano a destra."
Lui ringraziò a mezza bocca e si avviò.
Salutò Leo,
diretto verso il secondo A fischiettando con le mani in tasca, Jason, Piper e Frank, al terzo anno ma in sezioni diverse, e Percy e Annabeth, che invece
erano diretti entrambi in quarto B.
Appena entrò nell'aula, ventidue paia di occhi lo
guardarono come se avessero visto un mostro.
Chissà, forse per i pantaloni tutti strappati
e logori, forse per la maglietta col teschio che aveva visto giorni migliori, o
per i capelli lunghi aggrovigliati e le occhiaie, magari per il colorito
spettrale e le braccia spaventosamente magre o la catena come cinta... Fortuna
che su consiglio di Annabeth aveva lasciato la spada
a casa!
La professoressa si schiarì la voce.
"Bene è arrivato anche l'ultimo di noi... Tu
sei... -controllò il registro con la coda dell'occhio- ah, Nico! Bene caro,
siediti in quel posto vuoto!"
Nico obbedì
in silenzio, sedendosi vicino ad una ragazzina con le braccia cariche di
braccialetti.
Si accorse che le ragazze dei banchi vicini avevano
cominciato a confabulare e ridacchiare . Che oche... Drew a confronto sarebbe
sembrata una secchiona con la faccia innocentina!
"Molto bene!" Sorrise l'insegnante.
"Io sono la professoressa Williams, e vi
insegnerò Greco antico ed epica."
Wow, pensò Nico. Non andrò così male.
"Ora... Vedete, il greco non è una materia
facile, ma se vi applicate vedrete che non troverete molte difficoltà...
Innanzitutto per facilitare l'approccio vi mostrerò la struttura della
frase..."
Disse,
scrivendo una frase in greco alla lavagna.
Tutti i ragazzi risero pensando che la professoressa stesse facendo degli
scarabocchi per prenderli in giro, ma Nico lesse benissimo cosa c'era scritto. E
non andava bene.
"Quella
frase è sbagliata." Disse tranquillamente ad alta voce, senza un
"scusi professoressa" o senza alzare semplicemente la mano.
"Come scusa?" Chiese la professoressa,
aggrottando le sopracciglia.
" È sbagliata. La cosa che lei ha appena
scritto. La struttura è grammaticalmente corretta, ma quelle parole non hanno
alcun senso così."
Per la
seconda volta venne guardato come un fantasma.
La Williams
fece un sorriso nervoso, e andò a controllare le parole sul dizionario. Sgranò
gli occhi quando vide che effettivamente quel ragazzino aveva ragione.
“Uhm… Bravo Nico, hai ragione tu…
vuoi venire a scrivere la forma corretta?”
Lui si alzò
con calma e in un attimo riscrisse la frase, tornandosene al suo posto senza
che nessuno dicesse una parola.
“Ehm… bene, vedo che il vostro compagno ha già studiato
greco da qualche parte! Vedrete che in poco tempo diventerete bravi come lui. Adesso…”
L’insegnante si lanciò in un lungo elogio della cultura antica, che Nico trovò
talmente noioso da smettere persino di fingere interesse.
Si accorse da come lo guardavano i compagni che non aveva
fatto una mossa molto buona per iniziare rapporti sociali, quindi decise di evitare
di fare il saputello per non attirare altri sguardi omicidi.
Dovette fare
un grande sforzo di volontà quando la Williams cominciò a parlare di mitologia
greca, arrivando a descrivere Crono come un dio assolutamente delizioso e Ade
come una specie di bruto che maltrattava la povera Persefone,
tenuta a forza negli inferi. A lui a volte sembrava che il padre preferisse
andare in giro vestito da clown piuttosto che fare qualcosa che facesse adirare
Persefone.
Comunque, in
un modo o nell’altro, arrivò vivo fino alla campanella della ricreazione.
Pensò di
andare subito a cercare Percy per raccontargli che
grande cavolata fosse il liceo, ma venne accerchiato da un gruppo di ragazzi
della classe.
La
professoressa era uscita un attimo, quindi nessuno impedì a quei tizi di
avvicinarsi con un ghigno minaccioso.
“Beh?”
chiese il figlio di Ade, con le mani in tasca.
“Ehi,
secchione!” lo prese in giro il più grosso di loro. “Trovi più interessante
passare le vacanze a studiare una lingua morta piuttosto che uscire con gli
amici, vero?”
“Che
sfigato!” Sghignazzò un altro. “Neanche ce li avrà gli amici!”
“Come hai
passato l’estate? A ripetere le declinazioni alla mammina?”
Tutti i
ragazzi risero.
“Scusate.” Sbuffò
Nico, seccato, cercando di passare. Annabeth aveva
raccomandato a tutti e sette qualunque
cosa succeda, non perdete la pazienza.
Evidentemente
la sapientona non aveva calcolato certa gente.
I ragazzi
non lo fecero passare, anzi, uno tentò di allungargli un pugno.
Nico lo
bloccò immediatamente, e a quel punto fece quello che non poteva assolutamente
fare. Perse la pazienza.
L’aula si
rabbuiò e la scuola fu scossa da un terremoto. Volarono fogli e materiali
appesi alle pareti per tutta l’aula (compresa la lavagna.)
Il figlio di
Ade si accorse di aver esagerato quando tutti corsero via e l’insegnante entrò
con gli occhi sbarrati.
“Che succede
qui???”
Tutti
indicarono lui.
“Di Angelo!”
urlò l’insegnante. “In presidenza! Ora!”
Quando Nico arrivò nella saletta
d’aspetto della presidenza, trovò le sei sedie già occupate.
“Leo! Percy!
Jason! Piper! Frank! Hazel!
Che ci fate qui??”
“Ehm…”
cominciò Percy.
“Vedi, il primo giorno di scuola
non è andato così bene…” spiegò Hazel
imbarazzata.
“Beh…”
fece Piper. “Io volevo prepararmi una merendina,
quindi ho tirato fuori la cornucopia ma…”
“Ma stanno ancora cercando di
liberare la sua classe dai brownie e la professoressa
dispersa nel cioccolato fuso.” Concluse Jason al posto suo.
Lei arrossì. “Dai su..” la
consolò il figlio di Giove. “Pensa che io ho fulminato il mio professore… o che Leo ha mandato a fuoco il laboratorio di
chimica!”
“Succede quando sei un tipo
focoso come me!” commentò lui scrollando le spalle.
“Tu cosa hai fatto Hazel?” Chiese Nico alla sorella.
“La mia classe è al piano terra.”
Disse lei mortificata. “E c’erano un sacco di cose preziose nel sottosuolo. È venuto
su tutto insieme e si è persino staccato il dente d’oro alla professoressa e mi
è finito in mano!”
Frank arrossì e raccontò che
durante l’ora di ginnastica si era trasformato improvvisamente in un cane e
aveva distrutto la palestra per inseguire
un piccione. La professoressa era ancora sotto shock.
“E tu, Percy?”
chiese Nico al suo ragazzo.
“Beh.. in classe abbiamo un
acquario gigante e il mio banco era lì vicino, così ho parlato con i pesci e ho
scoperto che erano molto tristi … Senza volerlo ho fatto esplodere l’acquario e per non far finire l’acqua addosso alla
prof l’ho deviata, solo che ho colpito tutte le apparecchiature elettroniche.”
“E c’è stato un bel
cortocircuito. La parete è esplosa!” commentò Annabeth
furiosa, entrando.
“Possibile che non vi si può
portare in un posto normale?”
Nessuno poté rispondere perché la
porta della presidenza si aprì e il preside cominciò a chiamarli uno per uno.
“Beh…”
commentò Leo mentre tornavano verso casa. “È stato breve ma intenso.”
“Penso che non abbiano mai
espulso cinque persone in un giorno solo! Poi il primo giorno!” ridacchiò Percy.
“Siete impossibili!!” Esclamò Annabeth. “Possibile che neanche a scuola riuscite ad
andare!?”
“Dovremo trovare un’altra
attività normale!” brontolò Frank.
“Decisamente questo esperimento
si è rivelato fallimentare.” Concluse Nico.
I semidei non erano fatti per la
scuola.
O meglio, la scuola non era fatta
per i semidei.
Angolo autrice: Ma buonasera <3. Lunedì si
torna a scuola, e questa one shot
è dedicata a tutti gli eroi che come me tornano sui libri, preferendo senza dubbio
un altro giro con Crono. Possa la buona sorte sempre essere in vostro favore.
Spero vi piaccia, e se vi avanza tempo lasciate un recensione piccina picciò.