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Autore: samb95ff    13/09/2014    3 recensioni
Sono Luke e vorrei raccontarvi la mia storia. Di quello che mi è successo...di cosa sono diventato.
Vi siete mai chiesti cosa c'è dentro quegli oscuri tunnel nella metropolitana? Beh ...
Breve racconto horror inventata al momento. E' scritta in maniera molto semplice e facile da leggere.
Se scrivo ancora rischio di svelarvi troppo, non mi resta che augurarvi una buona lettura
Genere: Drammatico, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono Luke ,

Vorrei raccontarvi la mia storia, di come io sono diventato così.
Così come volete sapere? Ah beh lo scoprirete.
Vivevo a Londra, utilizzavo spesso la metropolitana per lavoro. Conoscevo ogni millimetro della metropolitana, ma ci fu il giorno che scoprii che mi sbagliavo.

Era il 20 Gennaio e ero in ritardo. Dovevo tornare a casa velocemente, erano le 11.30 di sera. Il posto era insolitamente deserto, mi sedetti sulla panchina aspettando il treno.

-Prossima corsa alle 12.00, con probabile ritardo-

Okay dovevo aspettare solo mezzora, massimo una quarantina di minuti, che potrà mai succedere?

_11.40_

Non sapevo che fare, allora iniziai a camminare avanti e indietro. Guardai più volte il cellulare. Era scarico, il che era strano perché la batteria fino a pochi minuti fa avrei giurato fosse al 50%.

Ad un certo punto iniziai a sentire dei sussurri di una moltitudine di voci femminili che si sovrapponevano l’uno all’altra, come sottofondo mi parve di sentire un carillon emettere la sua soave melodia.

Le voci provenivano dal tunnel buio e scuro. Mi avvicinai alla ferrovia per guardare cosa o chi emetteva quei suoni. Mi sporsi troppo.
Mi parve di vedere una figura, anche se solo di sfuggita.
Il carillon continuava a suonare le sue note e le voci più che un bisbiglio sembrava che cantassero.

_12.00_

Il treno non arrivava ed allora decisi di entrare nel tunnel. Con un salto arrivai sui binari, lì seguì fino a raggiungere le pareti del tunnel. La luce a neon sfrigolò e si spese.

Qualcosa di umido mi stava vicino era quasi tangibile, respiravo piano anche se il cuore batteva all’impazzata.

La luce si riaccese ed io proseguì entrando nel tunnel scuro dove nulla vedevo.
Un paio di metri più tardi trovai una porta grigia illuminata solo da una lampada ad olio.

La mia mano tremante sfiorò il pomello della porta, quando saldai la presa lo girai leggermente, la serratura scattò, la porta si aprì.
Le voci che bisbigliavano e cantavano si facevano più forti per poi gradualmente calare poi di nuovo farsi più udibili, il carillon aveva incominciato ad incepparsi. La sua melodia non era più scorrevole.

Aprii la porta, mi ritrovai in un gabinetto buio, accesi l’interruttore della luce. Nulla.
Era solo un bagno un po’ sporco, evidentemente abbandonato, ma la melodia cantilenate c’era ancora solo che bisbigliava.

Sembrava volessero dirmi qualcosa.
Shhh shccc aaaahhh pashhh pashhhh

Raggiunsi il lavandino e notai che era incrostato di sangue, vecchio di chissà quanto. Mi guardai allo specchio poi aprì il rubinetto da cui uscì sangue, lo guardi raccapricciato. Dovevo andarmene da li.

Silenzio, non più una voce e nemmeno il carillon.

Lo lasciai scorrere finche l’acqua che uscì non fu limpida, mi sciaquai il viso. Poi rialzai lo sguardo sullo specchio.

Non ero solo.

Due figure, una alla mia destra e una alla mia sinistra, mi stavano guardando.
Gli occhi completamente neri, spalancati più del normale, come la bocca. La loro bocca non aveva forma, era spalancata in modo innaturale come simulare un grido di puro terrore, silenzioso. Era nera. Completamente nera. La loro pelle bianca e grigia, ferita di tagli appena aperti.

I loro capelli ricadevano lunghi e neri, sporchi di chissà cosa.
I vestiti strappati e macchiati di sangue, le mani ossute ricadevano inerte sui fianchi. Immobili erano.

Continuavo a guardare lo specchio paralizzato dal terrore più puro. Il carillon aveva ripreso a suonare ma più forte, le voci erano molte e urlavano cose insensate. Erano grida di terrore, ma s’intonavano perfettamente al carillon.

Chiusi gli occhi per un’istante, pensando fosse solo la mia immaginazione ma quando li riaprì capì che non lo era, anzi comparvero altre figure identiche a loro, il bagno ne era gremito.

Ssssscappa.

Mi parve di sentire. Okey era meglio farlo.
Usci dal bagno di corsa, sentì la ferraglia dei binari tremare. Oh merda. Le luci del treno mi abbagliavano.

Corsi il più veloce sentendomi i sibili sulle orecchie, afferrai la mano di qualcuno che mi tirò su all’ultimo istante.
-Grazie mille mi avete salvato la vita- dissi e poi alzai lo sguardo.
L’uomo era alto e magro quasi schelettrico, la bocca aperta in un sorriso di denti piccoli e  aguzzi, la pelle di un pallore mortale e gli occhi bianchi da cui fuoriusciva sangue, mi guardava come un leone avesse appena catturato la sua preda.
-Shhh- sentì poi per un’istante provai un dolore lancinate, il mio cuore era sulle le sue mani bianche e ossute, il mio cuore finiva tra le sue falci mortali, poi per me si fece tutto nero.


Adesso cosa sono? Uno di loro, un spirito che vaga nelle metropolitane dove ai ritardatari curiosi riserviamo il nostro trattamento. Insieme alla musica dei carillon ed ai nostri canti distorti cercavamo di salvarli, ma loro anziché scappare ci cercavano finendo per i incontrare la morte.
Come me…
Come voi…
Vi siete mai chiesti perché sparivano persone nella metropolitana? O perché nessuno di addentra nei tunnel?

Siamo noi, noi che se ci cercate non ci vedete ma se non lo fate comunque morirete.


Angolo dell’autrice.
Eccomi qua con un one-shot.
Consiglio la lettura con una colonna sonora per sottofondo, che sia una con carillon oppure io me la sono riletta con l’intro di Mermaids di Hans Zimmer (tanto per capirci è la colonna sonora dei Pirati dei Caraibi – oltre i confini del mare). Solo l’intro perché ci sono sibili molto a simili a quelli che mi ero immaginata.
Grazie per aver letto.
Se vi è piaciuta o vi è sembrata brutta o banale ditemelo perché sono qui per migliorare.
Grazie ancora.

   
 
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