Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Ricorda la storia  |      
Autore: Danya    13/09/2014    8 recensioni
[One shot dedicata a te, Ria (Scappa! NdKisshu ._.)]
Dal testo:
Pai la fissò, le sopracciglia alzate e gli occhi più luminosi di prima –Un nuovo modo dire grazie per l’ospitalità.
Uscirono nel vialetto, camminando vicini.
-Un grazie alternativo?- Lory sentiva che l’alieno la prendeva bonariamente in giro, ma aveva notato l’imbarazzo e alzò lo sguardo timidamente verso di lui –Allora grazie anche a te.
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pai Ikisatashi, Retasu Midorikawa/Lory
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit: Non essere indifferente!
Salva anche tu una tastiera da pazzoidi che le massacrano scrivendo come disperate! Non chiudere gli occhi, puoi salvare milioni di vite elettroniche.
 
 
One shot dedicata a te, Ria (Scappa! NdKisshu ._.)
Ma anche a chi affronta ogni giorno con determinazione, a chi ha la forza di alzarsi dal letto e andare contro corrente, perché è questo che ci distingue dalla massa, che ci rende belle, forti e orgogliose.
A noi donne tutte che viviamo la vita giorno per giorno ma che lasciamo vagare la testa in aria, tra sogni e desideri che forse non riveleremo mai a nessuno ma che ci danno quella marcia in più ;)
Dedicata a chi ha passato l’estate, come tutto l’anno, a studiare, lavorare, faticare! A gente come noi basta un semplice gesto per rendere la giornata migliore e più…rosea!
Una PaixLory ambientata sei anni dopo lo scontro finale.

 

***Al sapore di caffé***

 
Lory si svegliò.
Man mano che la mente tornava lucida, il suo cervello, tiranno e precisino, le metteva davanti i suoi impegni.
Intanto doveva alzarsi.
Poi andare all’Università.
Poi c’era il corso di fotografia.
Il lavoro.
Doveva andare a ritirare un vestito in lavanderia.
Fare la spesa.
Mise la testa sotto le coperte, sperando di riaddormentarsi e di tornare quindicenne quando ancora essere Mew Mew sembrava una fatica.
Chiuse gli occhi, sperando che il sonno sbagliasse e tornasse a farle visita ma niente.
Il suo udito fine, unito al silenzio della casa, le suggerì che qualcuno era in cucina e stava aprendo armadietti e vari. Si sentì arrossire e uscì fuori dal letto.
Deglutì e cercò gli occhiali a tentoni sul comodino, inforcandoli sul naso e pettinandosi la chioma lunga e verde sulle spalle.
Da ormai un paio di settimane aveva ricevuto una inaspettata visita.
Ikisatashi Pai era tornato sulla Terra insieme ai suoi due compari con una semplice richiesta.
‘Abbiamo ricevuto l’ordine di studiare alcune cose del vostro pianeta. Nonostante siano passati anni, il nostro pianeta è ancora in fase di assestamento e seguirvi nella vostra vita quotidiana, studiando le vostre discipline e studiando la linea evolutiva che voi terrestri e il vostro pianeta ha preso ci sarebbe molto utile’.
Così, dopo più di sei anni dalla fine del progetto, se li erano trovati lì. Ma le novità non si fermavano lì.
Gli alieni non avevano dove dormire.
Stare sulla navicella era scomodo e il Caffè non poteva ospitarli perché nel tempo avevano adibito le tante stanze in più a Bed&Brekfast quindi lasciare tre alieni a girovagare per quelle mura non era sembrato consigliabile a nessuno. E allora si erano divisi.
Taruto era volato a casa di Puddy, Quiche era stato ospitato ‘gentilmente’ da Minto –nonostante quello pretendesse di andare a casa di Strawberry ma quella lo aveva liquidato con uno “Io convivo già con Mark”- e Pai era stato così diretto a guardarla con i suoi occhi viola che lei non aveva trovato altro da dire se non “Immagino che tu possa stare da me. Io vivo da sola, ormai”.
Pai era un ospite tranquillo e silenzioso. Si alzava presto e tornava per cena, molte volte l’accompagnava nelle sue commissioni e si stava interessando, strano ma vero, ai suoi studi e alle sue passioni.
Aveva preso un suo libro di genetica –studiava Biologia- e aveva cominciato ad applicarsi con lei la materia, spiegandole anche punti ostici o addirittura di come per certi versi le loro due razze si distinguessero e per altre si assomigliassero.
In realtà erano arrivati alla conclusione che i due popoli fossero della stessa specie ma di razza differenti, quindi le somiglianze chimico, fisiche, genetiche non erano poi molte ma quelle che spiccavano li facevano distinguere, come le orecchie più affusolate, gli occhi più felini o il fisico più slanciato.
Poi era arrivata la fotografia. A Pai piaceva “quell’aggeggio”, come lo aveva definito una volta.
Aveva visto i suoi lavori e l’aveva accompagnata qualche volta a fare foto in giro ed era stato dannatamente piacevole.
Il suo cuore galoppava ogni volta che l’alieno le era accanto, ogni volta che la sfiorava o semplicemente le bastava uno sguardo per sentire lo stomaco contorcersi dalla felicità. Uscì dalla camera e sgattaiolò in bagno per lavarsi e cambiarsi e poi, sempre un punta di piedi arrivò silenziosamente in cucina.
Pai era di spalle e sembrava trafficare con la macchinetta del caffè, imprecando sottovoce e trattenne un sorriso.
-Dannata cosa…- lo sentì borbottare.
L’alieno si voltò, sentendosi osservare e arrossì leggermente nel vedere la ragazza sulla porta.
- ‘giorno- bofonchiò.
Lory fece un mezzo inchino, avvicinandosi alla cucina –Faccio io, dammi- disse, caricando il caffè dentro la piccola moka e chiudendola.
Pai era vestito, pronto per uscire e indossava il cappello per camuffare le orecchie aliene. Lory non poté non sentire una strana contentezza nel vederselo accanto, nel sentire il profumo dell’alieno e sapere che anche quel giorno avrebbero mangiato insieme.
-Dormito bene?- chiese, sorridendo dolce.
Pai annuì, sedendosi su una sedia e rimanendo in silenzio.
Allora Lory notò la tavola apparecchiata con le tovagliette di plastica colorate, due tazzine del caffè, biscotti e qualche merendina.
Pai vide che la ragazza studiava la tavola e distolse lo sguardo, trovando improvvisamente interessante il cucchiaino dello zucchero.
-Sei stato molto gentile- mormorò Lory, mentre il caffè gorgogliava nella caffetteria.
-Uh?
Lory si sedette accanto a lui –Preparavi la colazione. Ti ringrazio.
Pai borbottò un –Non è niente- abbastanza strascicato e Lory si morse il labbro.
Ormai aveva imparato a conoscerlo e l’alieno non solo era di poche parole, ma tutta quella confidenza che stavano prendendo l’uno all’altra lo metteva in imbarazzo, esattamente come a lei.
Pai si alzò, cercando qualche cosa da fare e spense il fornello e portò la moka sul tavolo e ne mise un po’ nella tazzina di Lory e un po’ nella sua.
Lory prendeva il caffè amaro mentre Pai lo adorava con almeno due cucchiaini di zucchero e la verde ridacchiò nel vederlo mescolare.
-Oggi sembri di buon umore- constatò l’altro, con la sua voce bassa e roca.
Lory arrossì –Sembra di sì- rispose, posando la tazzina –E’ bello svegliarsi e vedere un pensiero così carino di prima mattina.
Pai bevve il suo caffè –Mi piace questa bevanda. Devo ricordarmi di mandare alcuni campioni con la prossima capsula.- disse, glissando il discorso –Hai da fare, oggi?
Lory annuì, tornando seria –Sono già stanca al solo pensiero- borbottò, poggiando la testa sulle mani.
Pai prese un biscotto e lo morse –Posso…?
Lory annuì –Mi farebbe piacere.
Era ormai un rito. Pai ogni mattina le chiedeva se poteva andare con lei a fare la qualsiasi spesa o a seguirla nei vari impegni e lei diceva di sì. Era un piccolo rituale che si era attivato e trovava la cosa dannatamente bella perché Pai era un ottimo compagno della giornata, pronto a dire sempre la cosa giusta al momento giusto.
Sparecchiarono insieme, caricarono la lavastoviglie Lory afferrò la borsa. Pai la osservò un attimo, notando quella specie di valigia che la ragazza si portava sempre dietro e allungò una mano verso la tracolla –Faccio io- le disse.
Lory la strinse d’istinto, arrossendo –Ma no..:! E’ pesante e non sarebbe giusto ed è mia e…
-Lory, dalla a me.
Ecco. Bastava che la chiamasse per nome per mandarla in iperventilazione e farla cedere. Pai afferrò la borsa, una tracolla marrone un po’ consunta ma pratica e grande e la mise sulla spalla senza fatica –Sembra che tu ti stia portando dei mattoni- scherzò Pai.
Lory arrossì un po’ –Ho dei libri, il cambio per il lavoro e la macchina fotografica…- cominciò ad elencare e Pai la zittì con un gesto della mano, continuando al posto suo –Poi hai fazzolettini, una bottiglietta di acqua, un succo, la merenda, matite, blocnotes, un elefante, la pace del mondo e sono sicuro che in qualche tasca hai anche un qualche animale in via di estinzione salvato durante una passeggiata!
La ragazza avvampò sentendosi prendere in giro e si incamminò verso la porta, un po’ risentita –Non è colpa mia se devo stare tutto il giorno fuori casa!- pigolò nervosamente.
Pai ridacchiò dietro di lei –Lory?
La ragazza si girò e quando vide Pai sorridere sfacciatamente arrossì ancora di più
–Sì?
-Sei carina quando sei così… naturale.
Ecco.
Un’altra cosa che aveva scoperto su Pai era che ogni tanto usciva con argomenti a piacere. Più di una volta si era complimentato con lei per una foto, per un vestito o semplicemente per un piatto di riso che aveva fatto ma quella era la prima volta che le rivolgeva un commento così diretto. Abbassò lo sguardo, imbarazzata e torcendosi le mani.
-Fo… forse dovremmo andare.
Pai annuì e le si avvicinò –Lory…?
-S…sì?
L’alieno si grattò la nuca, a disagio –Mi… spiace essere di disturbo.
Lei scosse il capo –Non lo sei!- disse con forza –Sei di ottima compagnia!
Pai sorrise mesto –No, non è vero. Ma grazie della gentilezza- rispose pacato.
Si mise al suo fianco –Andiamo?
Lei annuì ma per la seconda volta Pai la bloccò, nel modo più inaspettato e più imbarazzante che mai.
Le aveva messo una mano sul collo, le dita a sfiorare l’orecchio e qualche ciuffo ribelle e l’aveva semplicemente attirata a sé. Lory si era sentita tirare verso l’alto e aveva avuto giusto il tempo di vedere i begli occhi di Pai chiudersi e sentire le labbra dell’alieno sulle sue. 
Per un attimo aveva strabuzzato gli occhi, mentre sentiva la borsa cadere con un leggero tonfo a terra, poi aveva chiuso gli occhi e aveva voltato la testa completamente verso il viola.
Pai ispirò un attimo e trattenne il respiro e Lory poté sentire il dolce sapore del caffè nella bocca del coinquilino. Il cuore batteva frenetico nel petto e le gambe erano un po’ molli ma Pai la teneva gentilmente. Non era una presa possessiva, ma a Lory parve il contatto più saldo che avesse mai avuto in tutta la sua vita.
Quando si staccarono, ore, minuti, secondi dopo, Pai continuò a sorridere, forse un po’ più ebete di prima e riprese la borsa sulla spalla.
Lory si mordicchiava il labbro, imbarazzata e nervosa mentre cercava di portare il cuore alla velocità normale e di respirare normalmente.
Pai le strinse con dolcezza due dita della mano, arrivando alla porta e Lory chiese, timidamente –Che cosa era quello?
Pai la fissò, le sopracciglia alzate e gli occhi più luminosi di prima –Un nuovo modo dire grazie per l’ospitalità.
Uscirono nel vialetto, camminando vicini.
-Un grazie alternativo?- Lory sentiva che l’alieno la prendeva bonariamente in giro, ma aveva notato l’imbarazzo e alzò lo sguardo timidamente verso di lui –Allora grazie anche a te.
Pai la strinse un po’ di più a sé, fermandosi davanti alla fermata del bus –Potremmo estenderlo a tutti i giorni- azzardò, guardandola con la coda dell’occhio perché affrontare lo sguardo blu era troppo anche per lui –Potrei ringraziarti così ogni mattina.
Lory nascose il viso sulla spalla del ragazzo –Magari anche per la buonanotte.
-Buongiorno e buonanotte. Ci potrebbe stare. Che ne dici anche per un semplice saluto?
Lory avvampò, e lo guardò corrucciata –Ora non … non esageriamo- borbottò.
Pai ridacchiò e le sfiorò una tempia con le labbra –Mi piace il caffè.
Lory trattenne un respiro –Cosa… cosa centra il caffè?
-Sai di caffè- mormorò, sempre attaccato alla tempia –Cosa si mangia oggi?
Lory, sempre più confusa borbottò –Emh… pensavo di… di fare il curry.
Pai trattenne un sorriso –Chissà come sarà al sapore di curry.
Lory capì che l’alieno si stava riferendo ai baci e a possibili gusti che poteva prendere la sua bocca. Si nascose sull’ampio petto dell’alieno, vergognandosi. Pai ridacchiò e la strinse a sé, strofinando il naso sui capelli verdi.
Se tutti i risvegli fossero stati come quello, da quel momento in poi, la sua permanenza sulla Terra avrebbe raggiunto livelli idilliaci.
Lory si strinse a Pai.
Se tutti i suoi risvegli fossero stati come quello, da quel momento in poi, era sicura che avrebbe potuto affrontare un drago a mani nude.
 
 
**
Hola!
Spero di non avervi annoiato!
Notavo quanto Pai e Lory fossero un po’ OOC, ma concedetemelo, sono passati sei anni dalla battaglia finale, saranno un po’ maturati e cambiati.
Anche voi andare in giro per la vostra città con dei valigioni come me e Lory? Io mi definisco “organizzata” mentre il mio povero fidanzato, portaborse ufficiale, dice “maniaca del controllo” XD.
Spero di avervi allietato un po’ il pomeriggio con queste pochissime pagine… fate sapere cosa ne pensate ;)
Un bacio,
 
Danya
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Danya