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Autore: berlinene    30/09/2008    8 recensioni
Questa breve storia partecipa alla “FIRST-AID KIT Challenge!” Prompt 9# Pomata per contusioni. Un episodio divertente fra Peterson e Winter al ritiro della Nazionale. La storia non è delle migliori ma ha perlomeno il pregio di parlare di due personaggi non troppo sfruttati!
Genere: Commedia, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Makoto Soda/Ralph Peterson, Mitsuru Sano/Sandy Winter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il passaggio di Yuma fu come al solito di una precisione millimetrica e come al solito Sandy agganciò con un tempismo perfetto. Il piccolo attaccante si soffermò un attimo per decidere sul da farsi: Price non lo spaventava più di tanto, non era poi così impossibile fargli goal. Però tentare da fuori area gli parve un po’ troppo, così scattò rapido come un furetto verso la porta. Ma per l’ennesima volta Peterson si avventò su di lui fermandolo con un brutto fallo. L’impatto col terreno fu doloroso, ma ormai c’era abituato. Eppure alzandosi, si lasciò sfuggire un gemito.

"Se non reggi il peso di una difesa maschia, piccoletto, fai meglio a cambiare sport" lo canzonò Peterson alzandosi a sua volta da terra.

"Taci, Peterson" intervenne Benji, accorso per accertarsi delle condizioni di Sandy, "La tua non è difesa maschia, ma pericolosa. Che non va mai bene, soprattutto in allenamento".

Intanto erano sopraggiunti anche gli altri giocatori della nazionale e il mister.

"Benji ha ragione" disse quest’ultimo con tono autoritario. "Falli come questi non si possono perdonare nemmeno nella concitazione di una partita importante, figuriamoci in allenamento, ai danni di un tuo compagno di squadra. Per punizione adesso ti fai trenta giri di campo e dopo la doccia rimetterai a posto tutti i palloni".

"Ma le manager che diavolo ci stanno a fare?" ribatté Ralph insolente.

"Oggi non ci sono. E comunque non sono affari tuoi, capito ragazzino? E ora fila!".

 

Ralph fece la doccia in fretta per evitare di incontrare i compagni. Quando loro entrarono nello spogliatoio lui ne era già uscito per andare in campo. Sbuffando raccolse tutti i palloni: si accorse che un paio erano sgonfi,così decise di andare a prendere la pompa. Si trovava in un seminterrato proprio sotto l’infermeria cui si accedeva da una porta sul retro, ma Ralph conosceva una scorciatoia proprio passando dall’infermeria: una piccola botola corredata di una scala a corda. Aprì la botola ma quando arrivò a metà scaletta, la corda si spezzò. Ralph tentò di atterrare in piedi ma la caviglia sinistra cedette dandogli una stilettata di dolore e facendolo cadere a terra. Tentò di rialzarsi ma la caviglia ferita non lo sosteneva e non poteva dunque darsi la spinta necessaria per risalire dalla botola. Imprecando si trascinò verso l’entrata principale solo per scoprire che la porta era chiusa dall’esterno. Era in trappola.

 

"Che stronzo quel Peterson" commentò Benji finendo di vestirsi, "se la prende solo con chi è più…"

"Debole?" intervenne acido Sandy uscendo dalla doccia.

"Non intendevo… beh, dico solo che quegli interventi lì su Landers non li fa, ecco".

"Forse perché vuole continuare a vivere" osservò Mark.

"Neanche a me piace questa storia" aggiunse Ed. "Se vuoi, Winter, possiamo far passare un brutto quarto d’ora a quello sbruffone".

"Cominciate col non pensarla come lui, allora. Mi sono rotto della gente che si offre di salvarmi e aiutarmi. Il fatto che sia mingherlino non vuol dire che non sappia difendermi, ok?"

"Scusa, volevo solo…"

"Lo so Ed, ma non è così che mi aiutate" concluse Sandy con un sorriso amaro, andandosi a rintanare in un angolino.

 

Gli altri erano ormai usciti tutti, Sandy era l’ultimo. Ci metteva sempre un secolo ad asciugarsi i capelli. Il fallo di Peterson gli aveva procurato un livido enorme sulla gamba destra e gli faceva male. Decise di fermarsi in infermeria per metterci della pomata.

Bussò: non c’era nessuno. Aprì cautamente la porta e si dette un’occhiata in giro. Vide l’armadietto dei medicinali e si mise a rovistarci dentro.

"C’è qualcuno? Aiuto,vi prego sono qua sotto".

La voce fece trasalire Sandy. Guardandosi di nuovo attorno vide una botola aperta. La voce che continuava a invocare aiuto sembrava venire da lì.

Nel buio sottostante Sandy intravide un’ombra sdraiata a terra. Un’ombra inconfondibile: "Peterson?"

"Oh, Winter, sia ringraziato il cielo" esclamò il difensore. La sua voce aveva una nota mai sentita mentre gli raccontava cos’era successo concludendo con un piagnucoloso e altrettanto inedito "Mi aiuti a uscire?"

Un sorriso si allargò sul volto di Winter. Finalmente la sua occasione era arrivata. Per una volta era lui a trovarsi in situazione di vantaggio. "Mi dispiace Peterson, ma se non riesco a reggere il peso di una difesa maschia, figuriamoci se reggo quello di un difensore maschio".

"Andiamo, basta che vai ad aprire la porta principale".

"Oh, beh… questo potrei anche farlo ma non so se voglio… Infondo sono qui per te, Peterson".

"Ti eri accorto della mia assenza e sei venuto a cercarmi?"

"No, stavo cercando della pomata da applicare ai lividi che tu mi hai fatto".

"Andiamo Winter" rispose Ralph con una risatina isterica "non me ne vorrai per quello? Stavamo giocando …"

"Sei un macellaio, Ralph, anzi no, sei proprio uno stronzo e forse oggi è arrivato il giorno in cui sarai ripagato con la stessa moneta… Sarà una bella lezione".

"E sarai tu a darmela?"

"Beh, se dando lezioni di calcio a Yuma l’ho portato in nazionale, forse ho qualche speranza di insegnare a te un po’ di buone maniere".

Ralph era terrorizzato all’idea di essere lasciato lì e, visto che le buone non funzionavano, passò alle cattive, che gli venivano anche molto meglio.

"Me la pagherai, Winter".

"Già." Sorrise tranquillo Winter "La vendetta è un piatto che va consumato freddo… Ma non mi spaventa: non sarà peggio di come è stato finora. E comunque non ti preoccupare, gli addetti delle pulizie arrivano presto… domattina. Buonanotte Peterson". Così dicendo l’attaccante si avviò verso la porta, quando scorse la pomata che aveva preso dall’armadietto. "Tieni Peterson, mettine un po’ sulla caviglia, altrimenti si gonfierà" disse gettando il tubetto nella botola. "E la prossima volta da’ anche alla tua caviglia qualche lezione su come si regge il peso di un difensore".

"Winter ti uccido!!!!!"gridò ancora Peterson ma, chiusa la porta dell’infermeria Sandy non lo sentiva più.

Camminando a un metro da terra fece rotta deciso verso la stanza d’albergo che divideva con Yuma. Con calma svuotò la borsa e si distese sul letto a guardare la TV insieme al grosso difensore. Dopo qualche minuto disse con nonchalance:

"Ah, quando ne hai voglia, ci sarebbe da recuperare un Peterson azzoppato nel sottosuolo dell’infermeria. Ma non c’è fretta, ha alcune cose a cui pensare, prima".

 

Intanto nello sgabuzzino la stanchezza aveva avuto la meglio sulla rabbia e sul dolore e Ralph si era addormentato.Si svegliò d’improvviso quando la porta principale si aprì e nel vano apparve in controluce l’imponente sagoma di Yuma. Di bene in meglio, pensò, quella mezza sega di Winter aveva mandato il suo gorilla. Lo avrebbe ucciso, quel piccoletto. Sempre se Yuma non ammazzava prima lui.

"Ce la fai a camminare?" domandò gentilmente Yuma.

"Cre… Credo di sì" disse frastornato Peterson. Ma il tentativo che seguì non dette il risultato sperato. Allora Yuma lo prese in braccio con la facilità con cui si solleva un bambino. Lui sì che regge il peso di un difensore, pensò Ralph e un sorriso gli increspò le labbra. Eh sì, la mezza sega gli aveva dato una bella lezione.

Ero indecisa sul titolo così ho deciso di "quotare" parzialmente Silen, sperando in un po' del suo successo XD. Spero non me ne voglia.

   
 
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