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Autore: Rebbi95    13/09/2014    0 recensioni
Lui, un ragazzo tenebroso di 30 anni.
Bello dannato, come lei, Wendy.
Lui, ha perso l'amori della sua vita,e ora si sente perso, spaesato, dopo che perde anche colei che era riuscita a farlo tornare a vivere di nuovo,a sghiacciare il suo cuore.
Il destino li ha uniti, li ha fatti conoscere...ma poi qualcosa cambia...
Riusciranno i due a ritrovarsi??
A superare il loro orgoglio??
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lui, un architetto newyorkese di 30 anni, alla sua età non ha ancora trovato l’amore della sua vita.
O meglio, lo aveva trovato, ma un brutto incidente  aereo 4 anni fa  se l’è portato via, portandosi via anche la piccola che stava portando e crescendo dentro al grembo.
E adesso è stufo, stufo della sua vita, del suo lavoro.
 L’unica cosa che gli rimane nella grande mela è Wendy.
Una ragazza sexy, trendy, eccitante. 
Segretaria in uno studio legale. In attesa di diventare un avvocato.
Si frequentano da circa un anno, niente di serio, solo sesso.
Solo qualche uscita.
 Cene senza senso, ma comunque romantiche.
Uscite a casa dei suoi.
Cene con i colleghi di lui.
E più che altro, incontri sul letto, a casa di lui.
O di qualche squallido albergo.
Ecco, questo architetto sono io. 
E ora eccomi qua, io sdraiato sul letto e lei, Wendy, seduta sul bordo che si sta rivestendo.
È bellissima, i lunghi capelli biondi le scendono su tutta la schiena, fino ad arrivare  sul suo fondo schiena.
 La osservo, sorridendo nel buio della stanza.
Si alza, si allaccia il reggiseno e si mette una t-shirt, che rimette in risalto le sue forme. 
Mi alzo dal letto, mi avvicino a lei, l’abbraccio da dietro e le bacio il collo, abbiamo appena finito di fare sesso, continua così da un anno, ma circa da quattro mesi, io mi sono innamorato di lei.
Da circa quattro mesi qualcosa per me è cambiato.
Prima la guardavo come un gioccattolo con cui divertirmi,  come un passa tempo. 
Un qualcosa di usa e getta.
Ora la guardo e vedo una meravigliosa ragazza, un fiore profumato e delicato, quei fiori che hai paura di far soffrire, anche solo sfiorandoli per coglierli.
 Vedo una ragazza, la mia ragazza ideale.
Vedo colei con cui vorrei passare il resto della vita, con cui vorrei far l'amore. 
E non del sesso come dei selvaggi sconosciuti.
La stringo a me. 
Mi respinge, si mette il giubbetto di jeans con qualche toppa sparsa qua e la di pelle. 
“Non vogliamo la stessa cosa. Era l’ultima volta, te lo avevo detto.. è stato bello, ma ogni cosa bella ha la sua fine, Addio Mark.” Prende fiato, si morde il labbro.
“E poi lo sai, te ne ho parlato, mi rivedo con il mio ex, mi vuole sposare. Tu invece da me vuoi solo sesso, vuoi solo il mio corpo.” Ha la voce rotta, spezzata da quelle lacrime che vorrebbero uscire, ma che da ragazza dura e guerriera cerca di trattenere.
Mi lascia li, nudo, lasciandomi un bacio sulla guancia.
“Ma tu non lo ami lui.” È l’unica cosa che riesco a dire.
“Non so nemmeno se amo te oppure no.” È un addio, lo so, ma non voglio.
Mi avvicino a lei, prendo il suo piccolo viso tra le mani, la bacio, un bacio vero.
 Forse come prima d’ora non ho mai fatto.
Sento le sue mani fra i i miei capelli, cingo i suoi fianchi, la sua vita. 
E la tengo stretta a me.
 Ed ecco, ci ritroviamo di nuovo sul letto, i suoi vestiti poco dopo scivolano per terra.
E forse per la prima volta, stiamo facendo l’amore, come due innamorati, e non del sesso come due sconosciuti.
È bella, come il cielo, un tramonto, il mare, una stella, il sole, la luna. 
Come i fiori di ciliegio a primavera.
E profuma come una rosa. 
Ci fermiamo, una lacrima scende dal suo viso “ Scusa…” mormora a bassa a voce. Si alza di scatto, si riveste, di nuovo, ma questa volta non dice niente.
La vedo allontanarsi, per le stanze della casa, fino a raggiungere quella dell’ingresso, dell’uscita.
Un colpo, un crampo allo stomaco mi colpisce. 
Il cuore rallenta i suoi battiti e il respiro si fa sempre più affannoso. 
Vorrei fermarla, prenderla, dirle che mi sono innamorato di lei. 
Vorrei dirle di concedermi un altro attimo, un'altra possibilita.
Un solo attimo, anche un secondo, perchè voglio che capisca chi sono veramente io.
Che io non sono quel ragazzo sporco e squallido che la fa rabbrividire a letto, che la fa godere, sudare, ansimare, gemere di piacere. Ma che sono quello che la va a prendere sotto casa, che le apre la portiera, che le aggiusta la sedia al ristorante, che la bacia sotto un cielo stellato, quello che quella volta ha preso un aereo per Londra solo per portagli un cornetto e un caffè, per fare colazione con lei, per passarci una sola ora.
Quello che va a cena dai suoi portando del buon vino al padre, e dei fiori alla mamma a lei e alla sorella.
Quel ragazzo tenebroso, bello e misterioso. Ma romantico.
Quel ragazzo a cui è stato rapito il cuore, dopo essere stato congelato e rotto per 4 anni, a cui è stato rapito da una meravigliosa affascinante e tremendamente bella sexy dolce e buona Wendy.
Ma l’orgoglio mi ferma. 
L’unica cosa che faccio, è affacciarmi alla finestra. 
Affacciarmi alla finestra della casa alla periferia di New York, e , accendermi la mia lucky stricke.
La vedo montare sulla macchina, prima di farlo mi guarda, i nostri sguardi s’incrociano, come quella sera in quel pub, quando ci siamo conosciuti.
La vedo allontanarsi, e ancora mi sento come in quel giorno di 4 anni, quando persi i miei amori più importanti.
 Di nuovo, mi sto sentendo morire dentro.
Mi sento come una città crollata a pezzi dopo un terremoto fastidioso e turbolento.
Ecco si, penso che lei si possa definire un terremoto, è arrivata per distruggermi, farmi crollare a pezzi.
Do l’ultimo tiro alla sigaretta, per poi buttarla.
Con Wendy è iniziato tutto così, per caso.
Eravamo in pub, avevamo bevuto troppo, entrambi. 
Lei era stata tradita dal suo ex, io bevevo così, per hobby, per dimenticare troppi ricordi brutti, per sentirmi meglio.
Affogavo il mio dolore ogni sera con la wodka.
Ci ritrovammo nel bagno del pub  poco dopo, senza esserci presentati,   aggrovigliati l’uno all’altra.
Ricordo poco, non ero lucido. Avevo bevuto troppo, come oramai capitava spesso in quel periodo.
 Lei mi lasciò il suo numero. Lo trovai scritto su un fazzoletto di carta stroppicciato, dentro la tasca dei miei jeans.
Ci vedemmo dopo qualche giorno per prendere un cappuccino e un cornetto, nel centro della grande mela, sotto il suo ufficio.
E da li ce ne sono state tante altre di volte in cui ci siamo presi cappuccini, frullati, starbucks e anche volte   in cui siamo stati aggrovigliati. 
Con i corpi l'uno dentro l'altro.
Come poco fa.
E ora invece non mi resta niente di lei, solo il suo odore addosso. 
Solo ricordi di un anno.
Ma cosa sono i ricordi?? Non si possono vedere, non si possono toccare, non si possono rivivere.
Sono solo immagini, pensieri, emozioni  e tali restano. 
E i miei di lei, di me con lei, sono ricordi belli, ma fanno male.
Ora non so che fare, ora che un altro amore è finito.
Credo che me ne andrò, all’estero.
 Forse è questo paese, questa città, questo continente che non fa per me.
Che mi porta solo sfortuna. 
Tra  l’altro anche il mio lavoro mi fa schifo, volevo fare l’avvocato.
Ma non potevo rompere la tradizione di famiglia. “ il padre di tuo nonno, faceva l’architetto. E così anche suo padre. E anche tuo nonno era un valido architetto, e tu, farai lo stesso. E lo stesso tuo fratello, farete quello che ho fatto io. Lascia stare le leggi, non  fanno per te.” Questo è quello che mi diceva sempre mio padre.
Così dopo le superiori mi trasferii qua, per studiare e lavorare.
Ma adesso basta, credo che tornerò in Italia, a fare questo lavoro che mi sta stretto con mio padre e mio fratello. Nello studio del padre di mio nonno.
E ora, non mi resta niente.
Non mi resta che piangere la sua assenza, e pensare quanto è stato bello averla qua, quanto è stato bella tenerla con me, anche se è durato poco. Anche se è stato solo uno sporco gioco di sesso. Anche se non era vero amore.
Anche se era un amore di letto.

4 anni dopo…
Sono su un aereo, diretto a New York.
Non faccio più l’architetto, da un anno e mezzo, faccio il facchino per una ditta internazionale di materassi.
Lo so, non è un granchè. 
Avevo un lavoro che mi dava da vivere, un buono stipendio.
Ma che me ne faccio dei soldi, delle persone altolocate intorno a me se mi manca l'unica persona che vorrei??
Non ho saputo più niente di lei. 
Non so se sta sempre a New York.
Non so se si è sposata.     Dovrebbe farlo oggi, così ho saputo da sua sorella un mese fa.
Ma di lei non ho mai chiesto niente, a dire il vero non ne ho avuto tempo, mi mandò solo quel messaggio su Skype, "Si sposa mia sorella. Precisamente la settimana prossima, la mattina. Vedi di esserci.L'indirizzo lo sai, a casa dei miei." poi è sparita. 
Il suo profilo sembra essere cancellato. "Profilo inesistente" oppure "Nessun risultato trovato" così diceva ogni volta che provavo a cercare la sorella di Wendy.
Non so se ha figli.
Non so se è diventata un'avvocato o se fa sempre la segretaria.
So solo che da quando non c'è il mio cuore è solo, buio, spezzato.
So solo che continuo a pensarla.
So solo che la vorrei.
Sospiro, prendo un foglio e una penna e scrivo. 
Prima di trovare le parole giuste cestino una diecina di fogli, poi eccole, sembrano arrivare le parole giuste.

"Ciao piccola W
ne è passato di tempo dall'ultima volta che ci siamo visti.
Che ci siamo baciati, abbracciati.
Come stai?? Io da schifo.
Sai che non sono bravo con carta e penna, ma ci provo.
"Devi far parlare il cuore" mi dicevi sempre, quando ero alla prese con lettere per la mia famiglia. E tu eri li al mio fianco, che ridevi e mi prendevi in giro, e poi scuotendo la testa prendevi in mano carta e penna e mi aiutavi. O il più delle volte la scrivevi te.
Parlando anche di te ogni volta. "Ho conosciuto una ragazza tremendamente bellissima. "
Scrivevi ogni volta, e i miei quando sono tornato ti aspettavano, ma col cuore spezzato ho dovuto dire che ci eravamo lasciati.
M dimmi, è vero?? è vero che ti sposi??
è davvero lui l'uomo giusto?? M non dicevi che ti aveva fatto soffrire tanto??
Non dicevi che di lui non ne volevi più sapere niente?? E allora perchè lo sposi??
Perchè è un avvocato suo padre dottore e sua madre profesoressa di filofia??
Solo perchè è di un buon partito?? Perchè ha i soldi??
Anzi, apprroposito, non dicevi che era in banca rotta e voleva sposarti di modo che i soldi tuoi ricoprissero i suoi debiti? Non dicevi che era squallido, un verme, e che ti faceva schifo??
Beh anche io ho un buon lavoro. Siamo una generazione di architetti e mia madre è una dottoressa. E non sono in banca rotta, non ho debiti, non ho bisogno di sposarti per ricoprire i miei debiti.
Ah.. già, vero... non faccio più l'architetto, ho mollato.
Mi faceva schifo quel lavoro, ma se fosse per te tornerei subito in campo.
Adesso faccio il facchino di materassi. Cos'è il facchino di materassi??
Beh trasporto materassi qua e la per la città, dalla fabbrica al negozio, dal negozio alle case.
Non è un lavoro altolocato, non navigo nell'oro, non posso offrirti caviale a colazione servito in un piatto di diamanti, ma posso servirti cappuccino e cornetto in una misera tazza di vetro, servito in un vassoio, che qualcuno ci avrà regalato per le nostre nozze, in un letto di petali di fiori profumati d'amore, insieme ad una rosa fresca, del giardino della nostra casa, che nel tempo libero curerò, e ti offrirò il tutto  con tanto amore.
Ma tu te ne sbatti dell'amore, vero?? Si, te ne sbatti, perchè tu preferisci i soldi, le firme, i diamanti, li swarovski, le cene con personaggi altolocati.
Se vuoi questo allora tornerò a fare il mio lavoro di merda, fingendo sorrisi a tutti i clienti.
Preferisci soffrire, ma fare la vita da bella signora.
Io potrei essere un ottimo cavaliere, un ottimo principe azzurro.
E lui cosa può essere?? Un ottimo avvocato cornificatore??? Già, eri proprio tu a definirlo così, ricordi??
"Lui non mi ama, lo so. Sta con me perchè mio padre è direttore di una grande azienda internazionale, mio nonno avvocato, nonchè colui che gli ha ceduto le redini, e mia mamma una scrittrice. Insomma, tutto per il giro di soldi. Tutto per poter ricoprire i suoi debiti.
Lui ama la sua segretaria, ma lei è già sposata. 
Li ho trovati più di una volta insieme, l'ho sempre perdonato, ma adesso basta, sono stufa."
A quanto pare, però, lo hai di nuovo perdonato.
Io ti chiedo solo una cosa, dammi un'altra possibilità.
Dammi la possibilità di dirti che ti amo, di dirti quello che avrei dovuto dirti fin da subito.
Dammi il tempo di tornare a vivere, con te.
Dammi il tempo per chiederti se c'è ancora posto per me nella tua vita.
Ti amo, tuo M.


PS: Io so che il nostro amore potrà essere infinito, sai, sto ascoltando la canzone di Raf-Infinito, mentre ti scrivo, sembra parlare di noi, di me, di te, del nostro amore che non c'è mai stato. Ma che sono sicuro arriverà.
Ripiego la lettera e la ripongo nella tasca del giacchetto.

***

Eccomi qua, davanti casa sua.
Fuori parcheggiata c'è una BMWz4, ornata di fiocchi e coccarde bianche e blu.
Allora è proprio vero, si sposa.
Fuori ci sono diverse persone, mai viste prima, tutte eleganti.
E lei?? Dove sarà??? 
Si starà preparando?? Sarà emozionata??
Devo vederla, devo parlargli.
Mi avvicino, suono il campanello, sotto gli occhi puntati su di me di quelle persone fuori nel giardino.
Ad aprirmi è una bambina, bionda. Con la pelle olivistra.
"Sei tu mio padre?? Mia zia ha  detto che oggi sarebbe venuto mio papà, tu non sei un amico della mamma, nè della zia, non ti conosco. Mia mamma dice che mio padre era bellissimo, ma che per un  lavoro molto importante e dignotoso  è dovuto partire e gira tutto il mondo a bordo della sua ferrari bianca"
"Stacy basta, non importunare le persone,  va ad aiutare la zia a mettersi il velo."
Riconosco la sua voce, è ancora bellisima. 
Indossa un tubino stretto, blu,  attillato al suo corpo perfetto abbronzato, mettendo in risalto le sue lunghe gambe. 
Non mi ha ancora visto, non ha ancora alzato lo sguardo.
"Dai, vai amore, vai dalla zia. Mi scusi eh, dice così ad ogni persona che entra... ma mia figlia è così... è convint..." esclama mentre alza la testa.
Si blocca, non appena i nostri occhi s'incrociano.
Sua figlia??? Sua e di Lukas??
è impossibile.
 Non può essere.
"Auguri... so che ti sposi...."
Oh bravo. Riesci a dire solo questo??
"Che ci fai qua?? Sei sparito per quattro anni, vedi di risparire"
Una risposta secca. Che arriva dritta al petto. Come una lama mi trafigge.
Restiamo in silenzio, per qualche istante.
 Poi è lei a rompere il ghiaccio, mi prende per un braccio.
E ciò mi provoca un brivo, sentire la sua mano. 
Tocco il suo polso, esile e sottile, e di nuovo un brivo accarezza il mio corpo, percuotendomi.
Saliamo al piano di sopra, entrando in una stanza. 
Si chiude la porta alle spalle, controllando che nessuno l'abbia vista.
"Allora?? Che ci fai qua??"
"Volevo darti questa..." Prendo la lettera, porgendogliela.
"Oh tutto il viaggio per questo?? Potevi mandare un piccione viaggiatore, o spedirla. Senza disturbarti di venire qua.Oppure non cercarmi, come hai fatto per tutto questo tempo"
La prende quasi con violenza, appoggiandola sul comodino li vicino.
Poi riprende a parlare.
"Non hai risposto alla mia domanda, cosa ci fai qua?? Chi ti ha invitato??"
"Tua sorella"
Sembra nervosa, triste, ansiosa. Come se la mia presenza la infastidisse.
"Oh beh giusto, è il suo matrimonio ed è libera di invitare chi vuole. E tu perchè sei venuto?"
Il suo matrimonio?? Quindi a sposarsi non è Wendy.
"Sono venuto per te. Ma quindi non sei tu a sposarti??" 
Le mie parole sono accompagnate da una leggera risatina. Nervosa, felice.
"Non sono affari tuoi. E comunque no. è finita con Lukas, contento?? Beh adesso te ne puoi anche andare.Sei venuto per rovinarmi di nuovo la vita??"
"Di chi è la figlia?? Quanti anni ha?? Come si chiama??"
Con Lukas è finita, e dubito che la figlia sia sua. 
Troppo carina e dolce.
Sospira, nervosamente. Si passa una mano tra i capelli.
Ha lo sguardo perso, in cerca di una risposta.
"Non rispondere ad una domanda con una domanda. Sai che mi fa urtare il sistema nervoso questa cosa"
Mi avvicino a lei, i nostri corpi si scontrano, si toccano, sono vicini, l'uno davanti all'altro, attaccato.
La sento deglutire, sospirare nervosamente.
Prendo la sua mano, morbida e liscia, leggermente sudata, con le unghie curate e in tinta col vestitino che indossa.
"No, non sono venuto assolutamente a rovinarti la vita. Forse a rovinare la mia, a finirla di rovinare se ti dovessi vedere felice al fianco di un altro. Perchè da quando mi hai lasciato non vivo più, tutto non ha senso. Anche una bella giornata con il sole non ha senso, tutto è senza senso. Tutto ha perso il valore e il senso che gli davo.
Dentro di me regna il buio totale, vive l'inferno. 
La mia testa non ragiona. 
Non sono stato più con ness'unaltra ragazza.
 Non sono più uscito con gli amici e le amiche.
Mi manchi Wendy. Dammi la possibilità di farti vedere veramente chi sono. 
Di dimostrarti che ti amo."
Una lacrima riga il suo volto, scendendo lenta dai suoi occhi grandi e castani.
I volti si avvicinano, le labbra si sfiorano, s'incastrano perfettamente.
Le lingue cominciano a danzare insieme, la saliva sua si mischia con la mia.
Chiudo i miei occhi e mi sembra di sognare, di volare in cielo verso il paradiso.
Ci lasciamo cadere sul letto, mi sbottana la camicia, baciandomi il collo e lasciando l'impronta rossa delle sue meravigliose e candide labbra.
Poi si alza un attimo "Ah, comunque si chiama Sacy ha 4 anni, o meglio li festeggerà il prossimo mese. Suo padre non è Lukas. Anche tu mi sei mancato. Ah, eh si, ti amo anche io." sorrido, e affondo di nuovo le mie labbra sulle sue.
"Abbiamo tutto il tempo che vogliamo, mia sorella si è già sposata, gù sono tutti al rinfresco, e Stecy la baby sitter." sorride, divertita, felice, compiaciuta, maliziosa. è felice, ne lo si legge nei suoi occhi, felice come forse non lo era da tempo.
I corpi si riuniscono dopo tanto tempo. 
Si ritrovano nudi, a fare l'amore.
E chi fa l'amore si ritrova a sorridere e a cantacchiare frasi dolci di canzoni nell'orecchio della persona amata.
Ci ritroviamo ad essere felici, insieme, innamorati.
***
"Vieni amore, voglio presentarti al notaio di Oxford e a sua moglie. Scusi dottore le porto via un attimo mia moglie." Sorrido, e prendendola per mano la trascino  con me.
Si, sono tornato a fare l'architetto. 
Adesso nostra figlia ha 10 anni. Si, è mia.
Mia figlia.
Mi ha confessato che dopo un mese che ero partito ha scoperto di essere incinta.
Pensava ad un normale ritardo, alcune volte stava anche mesi senza che le venisse il ciclo, e invece questa volta il ritardo aveva un nome: Stacy.
"Signor Evans, Signora Evans le voglio presentare mia moglie."
"Oh chiamami pure Thomas, è un piacere fare la sua conoscenza signora Lee. Complimenti per la casa. E auguri, per il futuro nascituro "
Esclama il notaio, con quel suo buffo accento "italo-americano" seguito da sua moglie che sorride.
Mia moglie sorride, ricambiando il saluto della moglie. E ringrazia il signor Evans con un leggero inchino.
Adesso viviamo in Italia, abbiamo una villa in campagna.
Da quel giorno che ci siamo ritrovati, decisi che sarei tornato a fare l'architetto.
E adesso il mio lavoro mi piace, perchè adesso c'è lei a dare un senso alla mia vita.
Abbiamo una villa a quattro piani, che in questo giorno ospita dottori, avvocati, notai, geomtri, architetti e chi più ne ha più ne metta. Dal signor Tylor, alla famiglia Lee. E altri ancora, di cui non ricordo neanche i nomi.
E naturalmente i parenti, tutti qua per festeggiare il nostro anniversario.
è essattamente due anni che siamo sposati.
"E ora, un regalo per gli sposi, dalla figlia Stacy. Preghiamo i cari sposi, innamorati, di venire al centro del salone, e che tutti i presenti si facciano da parte. Su, da bravi, ballate sulle note della vostra canzone."
Sorridiamo imbarazzati, alla parole di mio fratello addetto alla musica, sotto gli occhi puntati di tutti i presenti, prendo la mano di Wendi. La porto al centro del salone.
 Metto la mia mano sui suoi fianchi, con l'altra prendo la sua mano, che insieme si congiungono e s'incastrano, tenendosi strette. L'altra sua mano la lascia cadere sulla mia spalla.
I nosri sguardi si rispecchiano l'uno dentro l'altro, facendp fuoriuscire, tramandando, tutto l'amore che proviamo l'uno nei confronti dell'altra.
Le prime note cominciano ad uscire, diffondendosi per tutta la stanza.
Cominciamo a muoverci, lentamente.
E ricordo come questa sia diventata la nostra canzone.
Quel giorno del matrimonio, mentre facevamo l'amore dal piano di sotto le note di questa canzone viaggiavano diffondendosi per tutta la casa. Ed ecco, da li è diventata la nostra canzone.
Ma nessuno sa questa storia, sanno che è las nostra canzone, punto, basta.
come nessuno sa che siamo stati noi ad inagurare il letto delli sposi.
mi avvino al suo orecchio, e dolcemnte, cullandola un poco li sussuro "Dimmi come mai, chi sarai, per fare questo a me, notte intere ad aspettarti, ad aspettare te. ad aspettare te 
dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui 
qui seduto in una stanza pregando per un si"

"Daddy, Daddy" La piccola, la mia piccola, arriva tirandomi la giacca.
"Oh my little love" La prendo in braccio, facendola volteggiare.
E poi, facendola scendere delicatamente dalle mie braccia, cingo la sua vita, lo stesso fa lei, stringendosi a me, e balliamo sulle note di "Eccoti" di max pezzali.
Per concludere con "Avrai- Claudio Baglioni"
Ed ecco, questo è tutto ciò che volevo, è tutto ciò che da sogno è diventato realtà.

***

"Per concludere, in difesa del mio avvocato, signor giudice Scobba, le porgo le prove del tradimento di sua moglie"
Ecco. Sono diventata avvocato.
Ho una meravigliosa figlia, un meraviglioso marito.
E tra poco avrò un altro bambino, Maike.
Basta crederci ai sogni e alla felicità.


Spero che vi piaccia.
è la prima one shot dopo tantissimo tempo che non scrivevo.

Rebbi
   
 
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