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Autore: Selfdestruction    14/09/2014    2 recensioni
"Avevo creduto di essere così potente da sconfiggere persino la morte, ma non si può impedire alla persona che si ama di andare via. E' la vita ad invecchiare, a fare le valigie, un giorno di primavera e ad andarsene. Nemmeno un Signore del Tempo può fermare la morte e concedersi due minuti di vita in più."
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler, TARDIS
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E il per sempre insieme a lei non mi avrebbe fatto paura.
Avrei contato ogni suo capello biondo, mentre li sentivo sbiadire tra le dita, mentre il suo volto appassiva come una rosa senza sufficiente acqua.
La mia rosa, senza alcuna spina.
Avevo creduto di essere così potente da sconfiggere persino la morte, ma non si può impedire alla persona che si ama di andare via. E' la vita ad invecchiare, a fare le valigie, un giorno di primavera e ad andarsene. Nemmeno un Signore del Tempo può fermare la morte e concedersi due minuti di vita in più.
Come poteva, la Vita della mia Rose, fare le valigie e portarmela via?
Il primo giorno di primavera, Rose aveva 79 anni. Era bella come in quel 2005, quando la plastica voleva conquistare il mondo, come quando i suoi capelli le arrivavano sulle scapole ed erano così biondi da portare luce in ogni angolo di terra. Con la punta delle dita avevo invitato le sue di dita a fidarsi di me e a correre via, lontano, e in una sola corsa, con le nostre sole gambe, avevamo già visto l'intero universo.
Accanto a lei le Galassie divenivano polvere. Lei era tutte le stelle raccolte in primavera in un cesto di frutta. Stelle destinate ad esplodere e a formare il buco nero che mi avrebbe poi risucchiato.
Non mi sono più rigenerato da quando il suo corpo ha iniziato a morire. Ho impedito alle mie cellule di curarsi. Sono invecchiato con lei, per tutto questo tempo. Volevo che il mio corpo morisse nello stesso modo in cui anche il suo moriva, giorno dopo giorno, senza che la mia intelligenza potesse più costruire nessun oggetto che permettesse ad un essere umano di non morire. Ho spinto la mia vita al massimo, la rigenerazione era imminente, la sentivo sulla punta delle dita, ma prima, Rose, ti avrei dato un ultimo addio, con il volto che tu hai amato per tutto il tuo tempo.
Rose, tu che ora cammini tra le stelle e continui a sorridere e a ridere di me guardandomi da lontano, tu che riesci ancora a piangere pur non avendo più lacrime, perché senti il mio dolore mentre lascio il Tardis qui, sul pianeta su cui ti ho visto chiudere gli occhi per non riaprirli una volta ancora, dimmi, Rose, che speranza c'è per un uomo vecchio che è rimasto solo?
Ho lasciato il Tardis qui, dopo che il tuo corpo leggero mi ha lasciato. Volevo che qui, tutto morisse, che anche il Tardis concludesse la sua lunga vita in quel luogo.
Oh, Rose, quanto ti ha amato il mio corpo stanco. Ti ho amato anche quando credevo di non aver più nulla da concedere ad un'altra persona. Ad un essere umano.
Tu, con i tuoi occhi socchiusi e indagatori, hai gettato uno sguardo veloce in una fessura che dava sulla mia anima e mi hai riportato in superficie.
Lentamente imparavo ad amare, lentamente disimparavo a curare il dolore. Mentre amavo, il dolore cresceva, come se fossero state due cose direttamente proporzionali. All'aumentare dell'amore, cresceva il dolore e sapevo che ormai, non avrei più potuto lasciarti andare. Farti ritornare alla vita che avevi... così tanto tempo fa.

Rose, era questo il per sempre che tu avresti voluto?
Invecchiare tra le stelle e morire su un pianeta che non hai nemmeno avuto il tempo di vedere. Ed io, che ti avevo promesso un ultimo viaggio, non sono stato in grado di tenerti in vita neppure per un altro minuto, neppure per un altro battito di ciglia, per un ultimo sguardo ad un nuovo mondo.
Perdonami per non averti lasciato il tempo di morire, mentre ti lasciavo un ultimo bacio, ma proprio non riuscivo a concepire come un essere così bello potesse col tempo poi finire, arrivare al capolinea.
Ti ho guardata morire. Un Signore del Tempo ha visto così tante cose, vissuto così a lungo. Porta dentro di sé così tanto dolore.
Credevo di aver smesso di poter sorprendermi, eppure la tua morte mi ha sorpreso così tanto che mi ha fermato il cuore. Entrambi i cuori. Ho visto e sofferto così tanto, durante il mio tempo, ma non sarei mai potuto essere pronto, preparato, per vederti andar via, preparato al fatto che tu di cuore invece ne avessi soltanto uno. Perché non potevo donarti il mio, il mio cuore in più, quello che pensavi fosse il custode della mia umanità, perché non potevo regalartelo e ritornare a guardarti splendere?
Sei andata via mentre era primavera. Lo so, lo so. Rideresti di me ora e lasceresti le tue labbra sfiorare la mia fronte. Poi mi sussurreresti all'orecchio: "Ehi, mio Dottore, lo sai che non esiste primavera, qui. Siamo nello spazio. A volte credo di essere qui soltanto per ricordartelo, non permettermi mai di lasciarti viaggiare da solo."
E mi avresti fatto ridere, perché solo tu avresti potuto. E mi avresti fatto piangere, perché sapevo di non poter mantenere quella promessa. Un giorno, avrei dovuto lasciarti andare.
Mentre avresti arrotolato una mia lunga ciocca di capelli tra le due dita, ti avrei poi sussurrato, ad un tocco dalle tue labbra, guardando in quei tuoi occhi così pieni di oceani: "Qui dentro è sempre primavera." E avrei poggiato le mani laddove correvano veloci i miei due cuori. "E anche dentro il Tardis è primavera. Sei tu ad essere primavera. Sei qui per ricordarmi quanto viaggiare senza te avrebbe solo portato l'inverno e quanto soprattutto mi avrebbe solo infettato il cuore."
Avresti riso, poggiando le mani sul mio torace. "E' perché mi sono portata dietro le medicine."
Rose, eri primavera. Primavera appena arrivata, ancora a metà strada mentre riportavi la vita.
Quanta vita hai riportato dentro di me. Quanta primavera mi hai lasciato vivere, quante primavere hai lasciato fresche sulla mia pelle. Quanta vita hai donato a questi vecchi occhi. Non avrei mai potuto vivere abbastanza per essere preparato a sentirti morire tra le mie braccia.
E' ora che io ricambi il dono.
Non meritavo così tanto, non era mio il diritto di prendere tutto quello che tu mi concedevi giorno per giorno. Rose, voglio donarti l'unica cosa che ora posso lasciarti.
Riavvolgerò il tempo.
Mi è concesso ricorrere a questa scelta soltanto poche volte e per questioni estreme, disperate, senza via d'uscita.
Nessuna situazione è mai stata più disperata. Non c'è niente di più disperato di vederti volare via tra le stelle. Riavvolgerò la vita fino al giorno in cui hai scelto di voler donare a me il tuo per sempre e andrò via.
Spero non dimenticherai niente di tutte le cose che abbiamo visto con gli stessi occhi, anche se so che dimeticherai tutto.
Ma nella mente restano sempre i ricordi più forti. Le emozioni più forti. Ho condiviso il per sempre che volevamo entrambi con te, ma ora voglio che tu viva una vita accanto a qualcuno che possa morire mentre ti stringe tra le braccia.
Qualcuno con cui vivere, qualcuno con cui morire.
Voglio solo concederti un'altra vita, una vita in più.
Rose Tyler, quanto ti ho amato.
  
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