Serie TV > Dominion
Ricorda la storia  |      
Autore: Nocturnia    14/09/2014    5 recensioni
[Dominion]"Ti sei mai chiesto perché il Padre mi ha scacciato, Michael?"
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
dddd
Disclaimer: Alex Lannen, Uriel, Gabriel, Michael e tutti gli altri personaggi appartengono a Vaun Wilmott, Bold Films, Sony Pictures Television e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Ecco, io vi mando ora come pecore in mezzo ai lupi."

- Matteo 10:16  -



Tempo scaduto



C'è ironia nell'opera del Padre, perché Michael giace spezzato da un pugno d'umani e sentimenti che non dovrebbe essere in grado di provare.
C'è ipocrisia nella creazione del Padre, perché Uriel è un sorriso falso dietro labbra di vetro e l'unico scampolo di lealtà che abbia mai ricevuto appartiene a un mortale irrispettoso e vorace.

"A cosa è servito tutto quello che mi hai insegnato? A cosa, se ora la uccidi?"

Micheal fissa l'orizzonte, una distesa caliginosa e di cui la notte sta divorando gli ultimi brandelli - angoli di un cielo a cui non potrà più tornare.

È dunque questo che provano gli umani?

Batte la lingua sul palato e libera un grido bestiale, un suono rauco e primitivo che annichilisce ogni cosa - ogni speranza.
Muore il serpente caduto e ride dagli angoli della mente il Portatore di Luce, perché gli umani gli hanno insegnato il prezzo del cuore e dell'ambizione - e mai nulla fu più dolce della vittoria.
Si arrugginisce la spada, scivolando via dal fodero e diventando l'eco di una gloria passata.
Gabriel lo ascolta con la stessa pazienza di sempre.

Cos'è questa sensazione? Rabbia? Tristezza? Rimorso, forse?

Alex gliel'aveva detto.
Alex e la sua incrollabile voglia di vivere e di lottare, sulla pelle un dono che per lui era solo una vergogna - non ho chiesto io questi tatuaggi. Il tuo fottuto Dio può riprenderseli.

"Sei stato la prima luce che ho visto dopo tutta quell'oscurità."
Gabriel stira le labbra in un sorriso beffardo e nostalgico, gli occhi distanti, posati chissà dove e chissà quando.
"Eri così brutto appena nato." replica, ed essere fratelli non è più solo un nome.

Trema Micheal, perché non è stato progettato per dubitare - o forse è proprio questa la prova? Forse è proprio questo il motivo per cui ci troviamo qui, in mezzo a questa guerra? - e la sensazione gli corrode l'animo.

A Becca era sempre piaciuto Michael.
Obbligata a scegliere, ha scelto Vega, perché l'umanità non si abbandona per un angelo - nemmeno se è reale e ama con la stessa intensità di un mortale.
"C'è uno di noi nascosto tra il popolo. Si chiama Louis. Lo proteggerai?"
Becca assapora la morte in punta di lingua.

Apre la bocca e la richiude, apre la bocca e la richiude, in un gesto che lo rende ridicolo eppure tragicamente umano - crudelmente vicino alla creazione del Padre.

"Non puoi ucciderli tutti."
"Tu dici?"
Gabriel stringe le labbra in una smorfia ostile e addolorata, roteando la spada.
"Fermati. Non è questo che vuole il Padre."
Michael ride ed è un suono sgraziato, aggressivo e che induce persino Uriel ad arretrare.
"Voglio proprio vederti mentre lo fai... fratello."
Il maglio di Gabriel è implacabile.

Forse le emozioni umane nascono dallo stomaco più che dal cuore, perché Michael ha una gran voglia di vomitare e si artiglia la faccia nel tentativo di dare un ordine a quello che prova - ma non c'è, piccolo sciocco. L'umanità è come un fiore infestante e bellissimo, imprevedibile e assolutamente velenoso.
Uno scorpione gli attraversa il piede e continua la sua solitaria camminata per il deserto.

Becca ha lo stesso orgoglio di una guerriera negli occhi quando cade, una strada che ha intrapreso con la paura nel pugno e l'incoscienza tra le cosce.
Alex storna lo sguardo e fissa un buco da cui gronda un cielo di sangue, Gabriel un sopracciglio alzato e l'incedere del dio.
"Vedo che il mio caro fratello ha perso la pazienza. Come al solito, d'altronde."
Lannen digrigna i denti e gli sputa sugli stivali, meritandosi un'occhiata sorpresa e poi divertita.
"Voi umani..." mormora Gabriel "La sua creazione migliore. La nostra spina nel culo peggiore."
Il Prescelto non si trattiene dal ridergli in faccia.

È calata la notte su Michael e il silenzio si riempie di grida mai ascoltate.
Ha ucciso in nome del Padre.
Ha compiuto massacri, ha torturato, ha distrutto e ora capisce quanto fosse in errore - quanto amasse gli umani e quanto giudicasse imperfetti loro, la sua prima creazione.

Ha un profilo regolare e morbido Micheal - quasi innocente.
Gabriel si pulisce la bocca con il dorso della mano e carica l'ennesimo fendente, l'eleganza di Michael a fare da contrappunto alla forza bruta del fratello.
"Arrenditi."
"No." bercia Gabriel e questa volta lo ferisce al fianco "Non posso."
Michael scopre che sapore ha il suo stesso sangue.

E piange l'arcangelo, piange e urla e ride e geme infine, un guaito patetico e sconsolato.
Li lascia uscire tutti quei sentimenti che premevano sulla gola e poi tra i denti, un bolo rattrappito di sofferenza e rimorso - un rigurgito incoercibile di amore e pietà e rabbia e troppe cose per poter dare loro un nome.

"Tu sei la mia unica possibilità di redenzione."
"Se me lo dici così come posso non sentirmi sotto pressione, uhm?"

Li lascia uscire e si lascia cullare da mani fredde e incredibilmente pallide, così bianche da essere quasi trasparenti.

"Io mi fidavo di te!"
"L'ho fatto per Vega. L'ho fatto perché non potevo fare altrimenti."

"Ti sei mai chiesto perché il Padre mi ha scacciato, Michael?"

"Ho avuto cura di te fin da quando eri piccolo. Ho vegliato su di te, ti ho protetto e seguito con lo stesso occhio di un padre."
"Allora hai fatto un pessimo lavoro."

Uriel continua a sorridere dai recessi della sua memoria e Gabriel annusa l'aria come un lupo mai domo e mai pago, percependo lo stigma della polvere e della cenere - un'ombra che ha allungato le sue eleganti dita sul mondo e poi sulle loro anime.

"Sai amare, Michael? Sai almeno cos'è l'amore? Mi ami, Michael?"

Giunge l'ora più buia della notte e cade Michael - in ginocchio, tra un pezzo di dignità e uno di speranza.
"Allora? Te lo sei mai chiesto, fratello?"

"Il Padre si fida di te, Alex. Il Padre aveva capito prima di tutti noi  e se ci ha abbandonato è solo colpa nostra. Siamo noi la sua più grande delusione, non voi. Non quei figli che non hanno mai fatto altro che crescere così proprio come li aveva creati: ribelli e tenacemente attaccati alla vita.

"No." riesce finalmente a rispondere "Non l'ho mai fatto."
La prima stella del mattino gli regala l'unica cosa che non avrebbe mai voluto sentire: la verità.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dominion / Vai alla pagina dell'autore: Nocturnia