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Autore: LarissaNdr    14/09/2014    3 recensioni
Magnus aveva consolato Tessa tanto tempo fa dicendole che la prima perdita di una persona amata era sempre più difficile. Che in seguito si sarebbe abituata.
Ma era vero?
Era valido anche per lui?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: OOC | Avvertimenti: Bondage
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L'autunno era arrivato a New York e a Magnus ricordava un po' le giornate nuvolose di Londra al tempo in cui ci viveva.
Stava seduto sulla sedia accanto al letto di Alec e guardava fuori dalla finestra. Poteva vedere il giardino pieno di fiori ormai morti per via del tempo. Il colore dell'erba era di un verde quasi cancellato con la gomma e il ceppo dei fiori era fragile; Magnus poteva quasi sentire il freddo che sopportavano.
Stava fissando la quercia in mezzo al giadrino e un piccolo sorriso comparse sulle sue labbra secche. Si ricordò il giorno in cui lo face apparire lì, per John.
-Non è giusto, Hailey ha ricevuto un giardino pieno di fiori, io sono un ragazzo, non posso saltellare nei fiori!- la voce si John era abbastanza matura per un piccolo marmocchio di sei anni, ma abbastanza infantile da riempire di tenerezza il cuore di Magnus. Era stato Alec a insistere di adottare due fratelli sostenendo che le altre famiglie li avrebbero separati. E così si trovarono i due gemelli.
Alec aveva creato subito un bellissimo rapporto con i due, mentre a Magnus ci erano volute delle settimane e il giorno in cui si rese conto di essere visto come padre fu il girono in cui regalò al suo piccolo principe la quercia, con una casa sopra.
Ci avevano passato delle ore intere lì sopra, tutti e quattro, ma ormai nessuno ci aveva più messo piede da un paio di decenni. Era andata distrutta, ma Magnus non voleva metterla a posto, gli piaceva così, a frammenti. Come se ogni piccolo pezzo mancante fosse un piccolo ricordo passato insieme nella casetta.
Gli mancavano i suoi figli, il suo principe e la sua principessa che ormai avevano le proprie famiglie e vivevano come shadowhunters dopo l'Ascensione. Avrebbe voluto averli vicino in quei momenti, ma non fece a loro parola di quello che stava succedendo, alla richiesta di Alec. I suoi piccoli Lightwood-Bane (ormai grandi) non erano a casa da un bel po' di tempo.
Girò la testa per guardare Alec ancora steso sul letto che lo fissava e sebbene il suo cuore si stava spezzando in milioni di parti non riuscì a trattenere il sorriso.
Aveva sempre avuto quel effetto su di lui, dalla prima volta che lo aveva visto alla sua festa. Per un primo secondo gli avevano ricordato un'altra persona, un altro paio di occhi azzurri e capelli neri, ma l'effetto non durò per tanto.
Non ci era voluto molto perché Magnus smettesse di pensare a Will dopo aver visto meglio Alec.
Anche Camille aveva notato una certa somiglianza all'inizio ma sapeva bene, come Magnus, che i due erano completamente diversi. Se avrebbe dovuto scegliere qualcuno che li ricordava Will dall'inizio fino alla fine quello sarebbe stato senz'altro Jace.
Ma gli occhi azzurri e i capelli neri era sempre stata la sua combinazione preferita.
-Mio caro Magnus...
Le parole di Alec erano fragili, come lui. Non aveva mai accolto il cambiamento in Alec fino a quel momento. Gli occhi avevano conservato lo stesso azzurro intenso, ma erano diversi, il suo sguardo era cambiato con il passare degli anni. I suoi capelli neri ormai erano di un grigio bianco e la sua pelle era diventata pallida. Le rughe non l'avevano di sicuro risparmiato, ma a Magnus sembrava comunque bello. Alec era sempre stato la sua definizione per bellezza e lo sarà per sempre.
-Alexander...
Questo gli sorrise e gli prese la mano. Le sue dita erano fredde, ma la pelle di Magnus bruciava sotto il suo tocco. Le sue mani erano piene di cicatrici procurate durante le battaglie e a Magnus piaceva fissarle. Alec era coraggioso, lo era sempre stato. Era lui quella con la forza tra loro due, anche se da fuori non sembrava così.
Gli occhi di Alec guardarono dietro di lui e videro Jace, appoggiato alla parete. Magnus non aveva bisogno di girarsi per immaginare la sua posizione. Mani incrociate e gambe rigide, il suo viso rigido che fissava Alec con tristezza.
Era stato l'unico con cui Alec era stato d'accordo chiamare nei suoi ultimi giorni. Anche lui era cambiato, anche lui era invecchiato e gli dispiaceva. Dopo la morte di Clarissa di nemmeno qualche mese era destinato a subire un'altra perdita. Si chiese, per un momento, se la famiglia Herondale era destinata a provare gioia e tristezza alle entrambe estremità.
-Alec...
Magnus sentì Jace avvicinarsi, ma continuava fissare il suo amore. Aveva detto a Tessa molto tempo fa che la prima perdita di una persona amata era la più dolorosa, che poi ci si abitua. Ma era davvero così? Aveva creduto alle sue parole quando le aveva detto, non era il tipo di persona alla quale piace dire le bugie per consolare gli altri...Eppure era lì, spezzato, provando il dolore più profondo che avesse mai provato.
-Non voglio sentire un'addio, Jace. Ci rivedremo...
Alec sorrise al suo parabatai e Magnus fu sicuro che anche questo aveva risposto al gesto.
-Contaci. Non ti sbarazzi così facilmente di me.
Gli occhi di Alec si fermarono di nuovo su Magnus e una lacrima gli scese sulla guancia.
-Mi ci vorrebbero altre due vite per dirti tutto che avrei da dire, mio Magnus.
Lo stregone strinse piano la mano di Alec nella sua e mise tutto se stesso per trattenere ancora un po' le lacrime che minacciavano di scendere.
-Ti amo, Alexander Gideon Lightwood. Sei l'amore della mia vita...della mia eternità.
Alec chiuse gli occhi e sorrise. Un sorriso giovanile che a Magnus ricordò i primi momenti passati insieme, le prime strette di mano...il loro primo bacio davanti a tutti. A quei tempi pensava di non poter essere sorpreso da qualcuno, ma Alec l'aveva sorpreso così tante volte che aveva rinunciato di credere di conoscere tutto.
-Lo sento...tra un po' vado...
Non c'era tristezza nella voce di Alec e Magnus pensò che per lui era facile. A dire il vero, non erano i morti che dovevano affrontare la morte, ma coloro che lasciavano indietro.
-Ti amo, Magnus. E ti ringrazio per questa vita magnifica accanto a te.
E le lacrime non si potevano più trattenere, le guance di Magnus divennero lucide e appiccicose mentre sorrise.
-Sei tu che dovrebbe essere ringraziato. Sei tu che hai dato un senso alla mia vita.- disse Magnus e si avvicino per baciarlo ancora una volta.
Non fu un bacio lungo, ma soltanto le loro labbra che si toccavano, senza alcun movimento. Non avevano bisogno di un bacio lungo per dire all'altro quanto si amavano, lo sapevano già. Ormai era l'essenza della loro vita.
Magnus si ritirò piano e fece un respiro profondo, senza spostare lo sguardo da Alec.
-Ave Atque Vale, fratello.-disse Jace e Alec sorrise tenendo gli occhi chiusi.
E morì.
Non era sicuro se la prima cosa che aveva percepito era l'assenza del polso di Alec oppure l'urlo di Jace che si chinava su se stresso. Il ragazzo, ormai anziano, mise la mano su una spalla dello stregone e questo gliela strinse.
Poteva soltanto immaginare il dolore che sentiva Jace, ma no si soffermò a pensare. Si piegò su se stesso, nei propri gemiti di dolore e sofferenza, con la testa sul petto di Alec.
''Qualche minuto fa batteva.'' pensò e il dolore nel petto aumentò. 
Era arrabbiato, era arrabbiato e non sapeva nemmeno con chi. Forse con la natura, forse con Raziel che non aveva reso i nephilim immortali, forse con se stesso per essere proprio lui immortale. Forse non era arrabbiato affatto, ma a chi importava?
I suoi pensieri e lacrime erano accompagnati dai gemiti di Jace vicino a lui e Magnus fece veloce a prenderlo in braccio.
Avevano appena guardato una persona importante morire, aveva sentito il dolore di perdere Clary, l'aveva amata anche lui, l'aveva guardata crescere e ricordava Jace. L'aveva consolato, ma ormai non si aspettava la consolazione indietro. Il ragazzo era a sua volta troppo distrutto per poter farlo.
E pensò a Tessa e al suo dolore. A quello che aveva detto a Will quando gli aveva chiesto come riusciva a vivere: ''Si vive ciò che è insopportabile, e lo si sopporta. Tutto qui.'' gli aveva risposto.
Ma lui sarebbe davvero riuscito a sopravvivere a quel dolore?
In fondo, Alexander Lightwood era stato la persona che aveva amato di più al mondo.
In fondo, Alexander Lightwood era l'amore della sua vita eterna.
   
 
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