Prologo.

Azzurra guardò con orrore il corpo morto della gemella e i miei occhi, implorandomi di fare qualcosa.
Ma cosa?
Eravamo lì da ore e non avevamo trovato un rimedio soddisfacente.
Il sole in quel mezzogiorno di fuoco picchiava contro il corpo senza vita di Maddala mettendo in risalto i lunghi capelli bianchi e le guance ceree.
Sembrava impossibile che nel giro di poche ore la sua anima fosse partita per altre destinazioni.
La ragazza sollevò il corpo esamine di Maddala delicatamente e la poggiò sopra il pick-up.
Mi misi alla guida e partimmo.
Intanto si sdraiò accanto alla sorella, con le mani incrociate e gli occhi chiusi.
Azzurra era una fiammella che, se non veniva alimentata, rischiava di spegnersi per sempre.