CAPITOLO
1 – L’INIZIO DELL’ INFERNO –
Ogni bambina all' età
di 7 anni sogna ad occhi aperti il principe azzurro; alcune pensano
che si celi dietro al proprio padre altre ancora dietro al compagno
di giochi preferito. Io all’ età di 7 anni ero
preoccupata di
nascondermi dal lupo cattivo, l’uomo che mi aveva dato la
luce, mio
padre.
Tutti i miei sogni di ragazzina, di trovare il principe
azzurro, di vivere in un castello incantato e vivere per sempre
FELICI e CONTENTI furono sfumati alla tenera età di 5 anni.
Ero
una bambina così socievole ed estroversa all’
epoca, me lo ricordo
come se fosse ieri, ero la bambina spensierata che potevi incontrare
nel parco giochi a dondolarsi sull’ altalena con un sorriso
stampato
in faccia e una voglia di vivere incredibile; ero la ragazzina che
trovavi nascosta, mentre giocava a nascondino, nei luoghi
più
improbabili; ero quella ragazzina che sognava da grande di viaggiare
per difendere i bambini di tutto il mondo dai bambini cattivi che
rubavano le merendine; ero semplicemente la bambina, di cui il padre
ha avuto il coraggio di picchiare fino a rompere le costole, solo per
essere tornata a casa con una macchia sul vestito ormai vecchio di un
anno; ero la bambina che poi si è chiusa in se stessa
perché il
padre non sopportava che avesse amici; ed ero la bambina che a 7 anni
è scappata per la prima volta di casa.
A 10 anni non pensi a come
sarà una volta la tua vita a 18, io invece lo facevo
spesso.
Immaginavo come sarebbe stata una vita tranquilla, in un
appartamento tutto mio, al sicuro dal mostro in cui mio padre
inesorabilmente si era trasformato, magari con un cane che mi avrebbe
protetto.
Pregavo che a scuola andasse tutto bene per non
ritornare a casa ed essere picchiata più forte, con
più accanimento
da colui che in teoria dovrebbe proteggermi e insegnarmi ad
affrontare la vita.
Con il compiere dei 14 anni, tagliai un
traguardo importante; la fine delle medie. Con gli esami ormai giunti
al termine e la felicità di non avere più un
livido da 1 anno, il
giorno in cui tornai a casa reduce dall’ ultimo esame era il
più
felice della mia vita. Felicità che sfumò in un
solo istante non
appena apri la porta di casa.
Niente bottiglie sparse in giro,
solo un silenzio inquietante che aleggiava nell’ aria. E poi
il
sollievo, dato da una lettera che era sul tavolo della
cucina.
Cara
Rosy,
mi
dispiace averti lasciata sola appena nata, lo so sono stata egoista,
ma sono dovuta fuggire amore mio, tuo padre voleva uccidermi; non
potevo restare.
Tuo
padre è stato arrestato questa mattina grazie alle mie
ricerche.
Mi
dispiace così tanto; ora però posso portarti con
me.
Vivremo
felici e contente. Le valige le ho fatte io verrò a prenderti
domani
mattina.
A
presto amore
mio.
Tua,
Mamma
Fino
a quel fatidico giorno pensavo che mia madre si fosse uccisa. Ma,
proprio grazie a lei ricominciai a vivere, almeno per i primi
anni.
Compiuti i 16 anni, mia madre trovò un nuovo compagno, da
quel momento passai dalla padella nella brace.
Quel giorno
incontrai il mio
carnefice, il ragazzo che prese il posto di mio padre, il bastardo
che da un anno mi fa sputare sangue.