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Autore: Cai_97    14/09/2014    0 recensioni
Perdere significa sopravvivere, vincere gli Hunger Games, avere sensi di colpa... Desiderare di essere morto nell'Arena, al suo posto.
Vincere significa morire. Per lui, per tutto ciò che gli devi.
Ma per morire bisogna lottare, scegliere.
"L'affetto o la vita? Quale è la tua priorità?" Quanto sei disposta a dare?
Che gli Hunger Games abbiano inizio.
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Allora questa è una versione rivista e modificata diùegli Hunger Games della Collins, ma segue comunque il suo filo conduttore.
I personaggi sono in parte inventati.
So che l'amore potrebbe sembrare l'argomento principale della fan fiction, ma non è affatto così, e lo potrete appurare solo leggendo... Questo vale anche per il titolo, lo capirete andando avanti nella lettura!
Beh... Che dire, spero vi piaccia! :)
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco il capitolo! Scusate se non li posto in modo regolare, purtroppo mi risulta un po' difficile farlo, specialmente ora che sta riniziando la scuola.
Scusate se il ricordo legato al fratello di Camilla e la seguente spiegazione non sono molto credibili... Più che altro in quel modo una persona sarebbe morta.
Divertitevi! 
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"Non credo che quello serva a molto"-
"Oh invece si"  gli risponde il compagno, mentre maneggia un pezzo di metallo.
 
"Sai, il mio non era un consiglio" ribatte.
"O neanche il mio."-
 
Non posso fare a meno di notarli, in una stanza con più di 20 persone. Sembra che si stiano promettendo l'un l'altro di uccidersi, si stanno sbranando con gli occhi.
 
Ora, personalmente non credo sia una mossa molto intelligente...
Io sono stata fortunata con Nate, ma dubito che anche loro lo saranno.
 
Nate sta trafficando con la corda.
*Flashback *
 
"Se non sai neanche snodarlo non sarai mai in grado di farlo! Davvero non ve le insegnano queste cose nel 7?!"- riprendo incredula "Sono le basi! Poi si parla dei distretti alla rovina..."-
Lui non risponde, è troppo concentrato. È divertente come in 30 minuti le abbia provate tutte, con un coltellino, con la bocca, con un coltellino in bocca, non capendo che la soluzione sia la più banale, deve usare le mani!
Non sopravvivrebbe un giorno nel mio distretto.
 
Siamo nella zona dei nodi e delle trappole, sarà circa mezzogiorno oramai. Oltre a noi ci sono altri due ragazzi, uno del 5. Non molto alto, capelli biondo elettrico, sembrano elettrizzati… Hanno punte che schizzano in ogni direzione. Sorrido pensando a quando mio fratello da piccolo ha preso la scossa e i suoi capelli sono rimasti dritti per giorni.
Nel nostro distretto abbiamo continuamente a che fare con l’acqua, abbiamo bisogno di lei. Si usa per qualunque cosa! Con l’acqua si sciacquano i pesci prima che gli vengano tolte le lische, nell’acqua gli anziani immergono i piedi per rinfrescarsi, con l’acqua i bambini giocano, e le donne cucinano. Le persone mature lo fanno per sentirsi più al sicuro. Con il tempo si stringe un legame con questo magico elemento, diventa un terreno sicuro, un simbolo dei tempi in cui si era giovani e si aveva la forza di fare, di pescare, di vivere, sperando e pregando di avere ancora molto tempo per farlo.
Quel giorno mio padre che intento ad aggiustare dei fili mal collegati, era uscito a comprare delle pinze, se ricordo bene. Per ricollegare i fili, aveva spostato delle tavole del pavimento ed i fili erano scoperti.
Mio fratello che stava trasportando a piedi nudi una bacinella d’acqua, inciampò e rovesciò tutto, colpendo alcuni fili, fortunatamente non venne colpito in pieno dalla reazione tra acqua e elettricità ma solo leggermente. Nonostante questo i suoi capelli rimasero alzati per giorni! Fu esilarante,  eravamo dei bambini non ci rendevamo conto della reale gravita di quanto fosse appena successo, ma non ci volle molto prima che mia madre scendesse e ci facesse capire che in realtà Caleb sarebbe potuto morire. Non vi parlo poi delle urla che riversò su mio padre. So che potrebbe sembrare strano, ma è un bel ricordo del mio passato. Anche se ora qualsiasi ricordo del mio passato sembra bello; qualsiasi ricordo prima della mietitura appena passata.
 
Il compagno che è stato assegnato al cinque, è Jason, il ragazzo dell’11. L’ho conosciuto perché è stato il  mio compagno prima che cambiassero le coppie. E’ alto, ha la corporatura robusta, tipica del suo distretto, ma non è capace a fare molto. Nell’11 passa le giornate ad arrampicarsi sugli alberi e a raccogliere frutta.
 
A dir la verità non se la cava bene con tutto ciò che riguarda la sopravvivenza... Ci avrò passato poco più di dieci minuti, eppure già mi si spezza il cuore se penso che probabilmente sarà tra i primi a morire.
“Non ci pensare, non devi affezionarti, non devi.”-.
*Fine flashback*
 
 
*Un’ora dopo, a pranzo*
"Hai passato tutta la mattinata nella zona dei nodi, Cami." fa una pausa "Non possiamo sprecare il nostro tempo. Ce ne resta (troppo)poco. "-
Mi da fastidio il modo in cui sottolinea quel "Cami", lo usa come se parlasse ad una bambina.
 
Addento un pezzo di panino e lo guardo. Ha ragione però non dovrei farlo.
 
 
"Guarda quelli del 2. Si allenano da sempre, come possiamo batterli?"- commento.
Perpendicolarmente a noi, a venti metri circa, si trova il tavolo rotondo dove siedono i ragazzi del 2.
Hunter gira lo sguardo e li osserva.
"Le unghie"- sussurra dopo una decina di secondi.
"Cosa?" domando.
Lui si gira, mi guarda, ed alza le mani ripetendo: "Guarda le loro unghie".-
Quelle della ragazza sono incredibilmente lunghe ed hanno lo smalto nero.
 
"Wow...speriamo di non trovarceli a portata di mano" ammicco. Ma Hunter non ride. Ovviamente, non ride. 
 
*Ore 18:50- Venti minuti dopo la fine del’allenamento*
Lo schermo della mia camera ora mostra una spiaggia, una grande distesa di sabbia che si affaccia sul mare.
Hunter non ce l'ha, non sempre. Non lascerebbe mai vedere a quegli stupidi della capitale quel paesaggio, sarebbe come lasciargli vedere una parte della sua anima, si sentirebbe nudo, e privato della sua intimità.
 
Sono sicura che la metta la sera, prima di addormentarsi, la guardi e poi la spenga, ne sono sicura!
Credo però, che queste finestre siano l'accenno che perfino a Capitol City ci sia un minimo di umanità. Per quanto quell'umanità sia paragonabile alla presenza di balene in un lago.
 
Devo farmi la doccia, puzzo come non mai. Ho passato il pomeriggio nella zona attribuita ai circuiti. Nate se la cava davvero bene con gli alberi. Si arrampica, salta da uno all’altro senza la minima difficoltà. In quanto a me, io ho diversi problemi, ma lui dice che me la cavo molto meglio di molti bambini di sei anni del suo distretto. Ahah, simpatico…
 
Entro in bagno, ed è tutto così luminoso. Le pareti sono lucide, e la luce al neon si riflette su di esse creando un effetto alquanto fastidioso.
Mi infilo nella doccia, e ci sono molti più pulsanti e manopole di quante ne potessi solo temere. A casa abbiamo due manopole una per l’acqua fredda e una per l’acqua calda.
Osservo per un po’ tutti questi  bottoni, per poi compiere la saggia scelta di non farmi la doccia.
Mi lavo a pezzi, già sarà più semplice…
 
 
*Ore 20:30- Cena*
Finnick:"Mangia"
Io:"No."
Finnick: "Nell'arena morirai di fame, perciò mangia."
Lo ignoro. Non avevo mai notato quanto verde riuscissero ad essere i cavolfiori, noi non ne abbiamo molti.
Hunter mangia tenendo lo sguardo sul piatto, sa che insistere non porterà a nulla.
 
Non passa un minuto che Finnick sbatte violentemente un braccio sul tavolo, si alza e afferma secco: Ok, fai come ti pare, ma non aspettarti che questo atteggiamento porti a qualcosa."-
Sbatte il tovagliolo che aveva in mano sulla tavola e se ne va.
 
La nostra truccatrice si sistema sulla sedia "Uhm Finnick dovrebbe imparare a controllarsi in queste situazioni, non può ancora reagire così dopo quasi 9 anni"-
 
Il mio stilista ridacchia: "Fortuna che non lo ha fatto nell'arena"-
 
Mi alzo, e me ne vado nella mia stanza anche io, senza dire una parola.
 
Lì ragiono, "Non può reagire così dopo quasi 9 anni"-. Perché, con quanti tributi prima di me ha fatto così?
Questi pensieri mi rattristano, in una situazione normale non lo farei ma ora cerco di ignorarli.
 
Domani ci saranno le prove valutate dagli strateghi. Cosa farò? Cosa si aspettano che faccia?
 
La porta si spalanca.
 
Hunter. Finnick.
Che cosa vogliono ora?!
 
Io:"Potevo essere nuda"-.
Hunter:"Smettila"-  risponde.
"Scusa?!" ribatto.
Nessuno dei due mi ascolta e Finnick si sdraia sul letto.
Hunter resta in piedi.
Finnick:" Solo uno di voi può sopravvivere, questo si sa. Ho affrontato questo discorso con lui, e questa non sembra essere tra le sue priorità."
Sono in bagno, davanti al lavandino, su cui poso le braccia.
Finnick: "Non sembra che sia anche tra le tue però..."
Io:"Si, perché la mia di priorità è salvare lui."- mi giro indicando Hunter.
Finnick:"Beh, la sua è salvare te."-
Hunter:" Tu lo vuoi fare perché hai paura di prenderti le tue responsabilità."-
Io: "No, non ci provare! Io lo faccio perché sei il mio migliore amico!
Hunter, ci sono cose che lui non sa! 
Hunter:" APPUNTO!"-
"Non tirare fuori quell'argomento!" -urlo.  "Sai che non intendo quello!-
Finnick:" Sono abbastanza confuso, ma sono certo che la mia presenza  non serva a molto.-"
Io: “Hunter tu sai a chi tocca sta volta, come ho già detto ci sono cose che lui non può e non deve sapere. Tu hai già dato!”
Hunter: “Troppo tempo fa per pensare che importi…”-
Io: Invece importa ancora, anche troppo se lo vuoi sapere! Non passa giorno senza che io non ci pensi!”-
Hunter: “Non mi interessa, non te la darò vinta come al solito!”-
Io: “Come al solito?! Come al solito?! Hunter ma che stai dicendo?!”-
Finnick:"Ci può essere un solo vincitore, volete capirlo? Se  continuate così non sarà nessuno di voi DUE!"-
Io: “Finnick, non ti hanno mandato nell'arena con il tuo migliore amico, non sai che cosa voglia dire, ok?!"-
"Ovviamente, avendoli vinti,  io non ho sentimenti. Ok, ti lascio al tuo dissidio. Ma quest'atteggiamento non ti salverà, ti ucciderà e basta.
Esce dalla stanza, ed io lo seguo con lo sguardo.
Hunter:" Sei stupida."
Io: "Ahahah tu no invece, vero?"-
Hunter: "Lo sono più di te"- abbassa lo sguardo.
Io: "Bene, allora decideremo come al solito, sai cosa voglio dire."-
 Hunter:" Si lo so ma non mi pare giusto, si tratta della nostra vita questa volta, non di chi andrà a prendere il pesce al mercato."- 

Hunter non tornò in camera sua quella notte, perché avrebbe dovuto? Ci conosciamo da sempre e avremmo dormito insieme più di mille volte, capita spesso nel distretto 4. Quando nella notte i tuoi sono fuori a pesca, e tu sei un bambino, vai a dormire dalle persone che sono a te più vicine, quindi io per lui e lui per me. 
Dormimmo nello stesso letto, e dormii più tranquilla di quanto non riuscissi a fare da tanto tempo. Mi sentivo al sicuro. Mi sentivo al sicuro in quella falsa città, che ci avrebbe visti morire.
   
 
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