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Autore: LORIGETA    01/10/2008    3 recensioni
Avrebbe distrutto qualsiasi cosa per il solo gusto di farlo, senza mai perdere il controllo di se stesso, come era accaduto quel giorno; si era mostrato impassibile anche dopo aver combattuto la prima tremenda battaglia.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Senza un attimo di gioia.

 

 

La sua pelle chiara era percorsa da rivoli di sangue.

Era solo un bambino, ma il suo viso aveva l’espressione gelida di chi non ha mai conosciuto una scintilla d’amore. 

Guardava senza una punta di rimorso il cadavere che aveva orrendamente mutilato, una profonda ferita gli lacerava l’addome. 

Per pochi secondi rimase immobile e infine, voltandosi, scorse nella figura adulta lì vicino un’espressione di intensa soddisfazione.

Era una conferma implicita quella del padre e non occorrevano parole superflue.  

Vegeta avrebbe dovuto essere sfinito, ma non lo era: si sentiva eccitato e il nuovo gioco gli piaceva. Non poteva opporsi al compiacimento che aveva provato nel strappare quella vita innocente.   

Fin dalla nascita gli era stato insegnato a compiere qualcosa di atroce ed era una condanna a vita.

Era nato nella malvagità e nella consapevolezza di dover sempre essere il migliore.

Era il principe dei saiyan.

Avrebbe distrutto qualsiasi cosa per il solo gusto di farlo, senza mai perdere il controllo di se stesso, come era accaduto quel giorno; si era mostrato impassibile anche dopo aver combattuto la prima tremenda battaglia. 

Vegeta si sentì posare una mano sulla spalla e qualche secondo dopo ascoltò la voce profonda di suo padre    

“Buon compleanno.”  disse il re freddamente.  

Farlo partecipare al massacro era stato una specie di regalo per aver compiuto il suo quinto anno di vita.    

Non poteva esserci un sorriso o un cenno di gioia da parte del figlio, poiché esse erano sensazioni sconosciute ad un saiyan.

Doveva sempre dimostrarlo di non provare sentimenti. 

Padre e figlio scavalcarono i cadaveri, ascoltarono imperturbabili i lamenti dei superstiti, passando accanto ai resti delle abitazioni e veloci ripartirono a bordo delle navicelle.

Gli occhi del bambino si persero nel nulla, verso lo spazio infinito che scorgeva oltre il vetro dell’oblò.

Vegeta restò in silenzio appeso a fili di crudele indifferenza ad ascoltare la voce graffiante dell’odio, ignaro di non poter vivere gli attimi sognanti di un bambino felice.  

 

 

 

Fine.

 

Ciao ^^ l’ho scritta velocemente, poche righe senza pretese...

 

 

Grazie. 

 

 

LORIGETA ^^

 

  
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