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Autore: ladymisteria    15/09/2014    4 recensioni
Quando il Dottore scopre ciò che River gli ha tenuto nascosto per giorni, decide di rinunciare - seppur per un breve periodo - alla sua vita fatta di viaggi in giro per l'universo. Ma ben presto si renderà conto che le avventure più grandi possono facilmente annidarsi anche all'interno del TARDIS.
Versione riveduta e corretta.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Baby Time for Doctor and River'
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«I primi istanti di vita di Alfa Canis Majoris, meglio conosciuta come Sirio. Un astro che ben presto diventerà il più luminoso del cielo notturno. Una meravigliosa stella bianca che sarà faro di speranza per ogni viaggiatore dell’intero universo, e che nasconde dietro di sé un luminoso segreto: una nana bianca! Non è uno spettacolo meraviglioso?» esclamò il Dottore, allargando le braccia davanti alle porte aperte del TARDIS.

River Song lo raggiunse, gettando un’occhiata da sopra la sua spalla.

«Uno spettacolo stupendo davvero. O almeno, lo sarebbe se fossimo arrivati nel posto giusto» disse melliflua, guardando lo spazio sconfinato là dove avrebbe dovuto trovarsi Sirio.

Il Dottore si grattò la testa, confuso.

«Eppure ero convinto di aver immesso le coordinate giuste…» borbottò.

«Perché improvvisamente ho l’impressione di aver già udito questa frase?» gli fece eco la River, fingendosi pensierosa.

L’uomo richiuse le porte e tornò alla consolle.

Il TARDIS emise un suono intermittente, accompagnandolo con lo sfarfallio di diverse spie.

Il Dottore non vi fece neppure caso.

C’era sempre qualcosa che suonava o lampeggiava, perché preoccuparsene ora?

River Song sbuffò, annoiata.

«Avevo intenzione di aspettare al tuo fianco l’arrivo su Sirio, Dottore. Ma dato che sembra richiedere ancora diverso tempo, tornerò al mio intento originale: un bel bagno per riprendermi da questa storia dell’Angelo Piangente, e poi un buon libro».

Il Dottore annuì, senza alzare gli occhi dalla consolle.

«D’accordo. Verrò a cercarti una volta arrivati» le disse.

Ma River era già sparita.

Un nuovo sibilo, decisamente più forte del precedente, riempì l’aria.

Il Dottore fece una smorfia.

Sembrava quasi che il TARDIS gli fischiasse costantemente nell’orecchio.

E non era piacevole.

Altre spie si accesero, e l’uomo sbuffò.

«Si può sapere che ti prende?» sibilò.

Per tutta risposta, le luci sulla consolle iniziarono a lampeggiare e a rincorrersi in una grottesca imitazione di un albero di Natale.

Il Dottore alzò le mani, sconfitto.

«Ah, d’accordo! Facciamo a modo tuo, tanto per cambiare! Esegui una scansione rapida per rivelare la presenza di anomalie all’interno della nave. Ma ti avverto: se stai facendo tutto questo trambusto solo perché ho lasciato una porta aperta da qualche parte…».

Le parole gli morirono in gola.

Afferrò lo scanner, sul quale stavano rapidamente elencandosi i risultati della scansione.

Com’era possibile?

Forse il TARDIS si sbagliava…

Premette diversi pulsanti, controllando ogni volta gli eventuali cambiamenti nei dati.

Ma non ve ne fu nessuno.

L’uomo scoprì di essere senza parole.

Non era certo qualcosa che gli capitava spesso.

«Esegui… Esegui una nuova scansione, non appena sarà qui. Voglio esserne certo. E non ti azzardare a fare come tuo solito, avvisandola in qualche modo!» mormorò, stizzito.

Questa volta si trattava di una faccenda che lui e River avrebbero dovuto discutere personalmente, senza l’ausilio della nave.

L’uomo fissò nuovamente il monitor, quasi credendo che qualcosa fosse cambiato.

Tre.

La scansione aveva individuato tre forme di vita aliene, all’interno del TARDIS.

Tutte con evidenti tratti genetici in comune con i Signori del Tempo.

Presumendo che lui e River rappresentassero due di quelle tre corrispondenze…

Ovviamente potevano esistere benissimo altre spiegazioni, oltre a quella che si era immediatamente fatta strada nella mente del Gallifreyano.

Ma in quel momento lui non riusciva a trovarne nessuna.

Si appoggiò alla consolle, la testa piena di domande.

La seconda scansione avrebbe confermato la prima?

E se non l’avesse fatto?

Quale sarebbe stato il corretto passo successivo?

Ripetere ogni cosa sino alla completa risoluzione di quell’unica corrispondenza in più?

Ma più di tutto, come avrebbe reagito nello scoprire di essere giunto alla conclusione sbagliata?

Sarebbe stato sollevato?

Deluso?

Il Dottore scosse il capo, sperando di schiarirsi le idee.

Fu inutile.

*

Quando River Song tornò, quasi un’ora più tardi, il Dottore era ancora nella medesima posizione.

La donna lo superò senza una parola, dirigendosi alle porte ed aprendole.

Ma quando vide che all’esterno nulla era cambiato le richiuse, nascondendo a malapena la propria perplessità.

Il rumore sembrò riscuotere il Dottore, che lanciò un’occhiata al monitor, dove i dati della nuova scansione stavano velocemente sostituendo quelli vecchi.

Sospirò, voltandosi a guardare River.

La donna non sembrò essersi accorta di nulla.

«Non vorrei criticare le tue decisioni, Dolcezza… Ma credo che attendere pazientemente la nascita della stella potrebbe risultare un tantino noioso. Magari potresti fare un salto in avanti di cento anni; giusto per velocizzare un po’ le cose. A meno che tu non abbia scoperto qualcosa, qui, per cui valga la pena rimanere nel bel mezzo del nulla per oltre un’ora» disse, beffarda.

«Puoi ben dirlo» mormorò il Dottore.

«Come?».

L’uomo scosse il capo.

«Niente, pensavo ad alta voce».

River si finse rassegnata.

«Tu pensi troppo» gli disse, avviandosi verso le scale.

«Dobbiamo parlare, River» replicò il Dottore, fermo.

La donna lo fissò senza capire.

«Parlare? E di cosa?» chiese, curiosa.

«Penso tu lo sappia».

Davanti all’espressione confusa di River, il Dottore sospirò nuovamente.

«Suppongo ti sia accorta che oggi il TARDIS è piuttosto… su di giri. Inizialmente non ho dato importanza alla cosa, ma poco dopo che te ne sei andata, la situazione è diventata insostenibile. Così ho fatto una scansione dell’intera nave, convinto che non avrei trovato assolutamente nulla di anormale, ed invece…» le parole gli morirono nuovamente in gola.

«Invece?» lo incitò River, cauta.

Il Dottore si schiarì la voce.

«Invece ho scoperto qualcosa che mi ha indotto a chiederle un secondo controllo, non appena fosse stato possibile. Ha appena terminato, se vuoi saperlo. Il risultato è il medesimo».

L’uomo afferrò lo scanner, portandolo al suo fianco.

«Magari vuoi dare un’occhiata. Anche se ritengo sarebbe inutile. Sospetto, infatti, che tu non sia del tutto ignara di ciò che risulta da entrambe le scansioni».

La fissò.

«Ma se il TARDIS dovesse avere ragione – e non ne dubito più, a questo punto – mi sentirei in obbligo di chiederti il perché di questi segreti, tra di noi. Ancora».

River Song si fece avanti, e con un sospiro rassegnato allontanò lo scanner.

«Hai ragione. Non ho bisogno di vedere cosa dice» mormorò.

Il Dottore si sedette sui gradini, passandosi una mano tra i capelli con un verso frustrato.

«Perché, River? Perché continui costantemente ad escludermi?!» domandò, ferito.

River sgranò gli occhi.

«Io non ti escludo!» esclamò.

«E’ quello che hai appena fatto! Ma quello che mi ferisce maggiormente è che questa volta non mi hai tenuto all’oscuro di qualcosa di futile, senza importanza. Mi hai nascosto di… di…».

Abbassò lo sguardo, sconfitto.

«E quel che è peggio è che lo sapevi. Anche quando abbiamo accettato di aiutare Jack con quell’Angelo. Sapevi il rischio che correvi, eppure non ti è passato minimamente per la testa di dirmi che aspetti un bambino. Per giorni e giorni ho creduto che qualcosa fosse andato storto con il tuo salvataggio. Percepivo che c’era qualcosa che non andava, in te. Credevo che tutto fosse stato vano, che ti avrei perduta di nuovo, proprio quando avevo fatto tanto per piegare le leggi del tempo e dello spazio ancora una volta. E invece… Invece era questo».

River scosse il capo.

«Io stessa l’ho scoperto pochi giorni prima che Jack venisse sul TARDIS, e posso assicurarti che era mia intenzione dirtelo. Ma come potevo, quando ho visto la paura insinuarsi nei tuoi occhi, davanti alla prospettiva di un mio incontro con quella creatura? Quando ti ho sentito dire a Jack di come preoccupato fossi che quanto fatto alla Biblioteca non avesse funzionato davvero? Credi davvero che avrei aggiunto nuove ansie sulle tue spalle, dopo che avevi visto la tua fine, su Trenzalore? Dopo che avevi deciso di dedicarti completamente alla ricerca di Gallifrey, il pianeta che avevi tanto faticosamente salvato?».

Si lasciò sfuggire un sospiro.

«Ad ogni modo, vista la tua reazione alla notizia, avevo buoni motivi per nascondertelo…» mormorò, abbattuta.

Il Dottore alzò gli occhi, confuso.

«Che vuoi dire? Pensi forse che io non sia… River, è una notizia meravigliosa. La più bella che si possa ricevere. Che io possa ricevere. Come puoi credere che io non ne sia felice? E’ stata solo la tua reticenza a parlarmene che mi ha fatto reagire in questo modo» esclamò, scioccato.

River lo fissò, cauta.

«Quindi non sei… infastidito, o che so io?».

Il Dottore si lasciò sfuggire una risatina nervosa.

«Scherzi? Sono terrorizzato. Ma questo non mi impedisce di dirti, River Song, che sei davvero una delle poche persone in grado di stupirmi. Infastidito!» ripeté, con uno sbuffo divertito.

L’uomo balzò in piedi, iniziando nuovamente ad azionare pulsanti e leve.

«Vi porterò in un luogo sicuro, dove nessuno verrà a cercarvi, e dove non correrete alcun pericolo. Dovessi girare l’intero universo per trovarlo».

River non poté fare a meno di ridere, sinceramente colpita da quanto il Dottore si stesse già dimostrando molto protettivo nei confronti del loro bambino non ancora nato.

«Non c’è motivo. Basta che tu mi dica che luogo hai in mente, e io lo raggiungerò autonomamente con il Manipolatore del Vortice» gli disse.

Il Dottore la fissò inorridito.

«Stai scherzando?! E’ un modo di viaggiare tremendo per una persona normale, pensa per qualcuno… Beh… In determinate condizioni!» esclamò.

Nuovamente, River rise di cuore.

Non lo vedeva così esuberante e allegro dai tempi della Bisanzio.

«Non sto morendo, Dottore» gli ricordò.

«Certo che no! Ma meno rischi corri, meglio sarà per entrambi».

La donna ghignò.

«Il solo averti come pilota comporta più rischi di qualsiasi viaggio con il Manipolatore del Vortice» disse, in tono soave.

«Allora rimani, e dimostrami di possedere abilità di guida migliori delle mie» replicò l’uomo, sullo stesso tono.

River rimase per un istante scioccata dal significato nascosto dietro quelle parole.

«Ma questo significherebbe essere costantemente immersa in avventure, salvataggi, pericoli… Non è esattamente quello che vuoi evitare?» domandò, confusa.

Il Dottore giocherellò con la leva davanti a lui.

«Sì, beh… Potrei sempre prendermi una pausa. L’ho già fatto, in passato. Me ne sono stato buono buono su una nuvoletta, lontano dai guai… Non vedo perché non potrei ripetermi. A parte la faccenda della nuvola. Era tremendo, quando pioveva».

River però non lo stava più ascoltando.

«Stai dicendo che rinunceresti ai tuoi viaggi fino alla nascita del bambino?» chiese infine, a mezza voce.

L’uomo annuì lentamente, con aria di finta distrazione.

«Se può farti piacere…» mormorò, facendo spallucce.

River sorrise.

Il Dottore le stava praticamente regalando i suoi giorni.

Quante persone potevano dire di aver mai ricevuto un dono simile?

Si finse pensierosa.

«Ammetto che la proposta è allettante… Rimanendo sul TARDIS potrei impedirti di comportarti come un bambino. Una cosa che – devo ammetterlo – ti viene naturale il più delle volte. Ma che ottengo in cambio di un simile sacrificio?» scherzò.

«Nientemeno che la promessa, sulla mia vita, che mai nessuno vi farà del male».

Benché il Dottore avesse risposto con il sorriso sulle labbra, River Song poté leggere nei suoi occhi millenari che mai l’uomo era stato più serio.

E per la prima volta dopo molto tempo, la donna si sentì veramente al sicuro e a casa.
 

 

 

 

 

E per la serie "A volte ritornano..." XD
Ho promesso più volte a Ghost_Delia che avrei scritto una fanfiction del genere e così, eccomi qua ^w^
Spero ardentemente di non deluderla, e di non deludere chiunque leggerà (di sua spontanea volontà o perché è incappato per caso in essa) questa mia fanfiction :)
Come sempre, le recensioni - qualsiasi sia la loro natura - sono ben accette.
A parte gli insulti, ma spero che avrete il buon cuore di risparmiarmeli XD
 
P.S. Questa storia si colloca immediatamente dopo "Old Friends" :)

 

   
 
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