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Autore: ChiaraLilianWinter    16/09/2014    0 recensioni
Tutti siamo rimasti un po' delusi, anche solo un pochino, dagli anni del liceo. Chi è che non sognava avventure incredibili, un gruppo di amici inseparabili, le regole fatte solo per essere infrante... Ma è successo veramente? Ditemi, alla fine, i vostri sogni si sono realizzati?'
Roberta: una ragazza mediocre e disillusa. Gabriele: un bullo violento e indifferente. Anna: un'artista impaurita e silenziosa. Erika: la Regina dei bassifondi. Francesco: il severo vicepresidente. Matthew: un ragazzo americano dolce e gentile.
Quando dei ragazzi così differenti tra loro sono costretti ad entrare in uno strano club capitanato da una tizia bizzarra, cosa potrebbe mai succedere?
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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[5] - Erika

- Ragazze! Eccovi!
- Ahh, finalmente!
- Mi mancavate così tanto! Come avete passato le vacanze?
- Ah, ho tantissimo da raccontarvi!
Iniziai così il primo giorno del mio secondo anno, con le amiche di sempre, tutte insieme, in un'aula deserta all'ultimo piano. Le aule dei quinti erano tutte chiuse, ma noi eravamo riusciti a rubare una chiave; ora sedevamo in cerchio, dopo aver spostato le sedie e i banchi per farci posto.
- Shh! Ci racconteremo dopo! Ora sapete che dobbiamo fare, no?
Le mie vecchie quattro amiche; eravamo inseparabili. Tre di noi si conoscevano dalle elementari; le altre due - tra cui me - si erano unite alle medie. Ne avevamo combinate di tutti i colori negli anni passati, e programmavamo di fare lo stesso in quelli seguenti.

Pensavo che i miei 'sogni liceali' si sarebbero avverati sul serio.

- Allora, tutte pronte per il nostro rituale?
- Certo!
Il rituale era un'abitudine che avevamo dal secondo anno delle medie. Era una cosetta che avevamo trovato su internet, niente di eclatante.
Veronica, il 'leader' del nostro gruppo, tirò fuori dalla borsetta un foglio di carta e un accendino, mentre Asia estraeva una penna viola brillantinata dalla tasca della minigonna.

Sarebbe bastato... Sopportare. Magari alla fine mi ci sarei abituata. Mi sarebbe piaciuto.

Con quella Veronica scrisse il proprio nome sul foglio, prima di passarlo; lo facemmo tutte. Quando il giro fu concluso e il foglio fu di nuovo nelle mani del nostro capo, lei lo avvicinò all'accendino. Lo vedemmo bruciare.
Era un rituale piuttosto banale e qualcuno lo avrebbe potuto trovare anche inquietante - come me, per esempio -; ma alle altre piaceva, dicevano che serviva per 'consolidare la nostra amicizia'. E poi, se Veronica diceva di volerlo fare, lo volevano fare tutte.
Andava bene anche solo per quello.
- Perfetto, ragazze! Rituale compiuto!
- Così saremo amiche per sempre!
- Adesso, Jilly, raccontaci tutto! Come è andata in Africa??
- Eh, mh.. Sono andata in Australia..
- Ahah, ma certo! Susu, racconta!

La verità era difficile da dire anche a me stessa.

- Mh.. Scusatemi, devo un attimo andare in bagno..
Veronica alzò il viso verso di me, schiocchiando le labbra in un'espressione di disappunto.
- Ma come, te ne vai ora..?
- Ritorno subito...
- Ah, va bene! Senti, Eri, già che ci sei porteresti qui una scopa? Dobbiamo pulire questo casino, o i prof..
- Sì, sì, ve la porto.
Uscii dall'aula quasi correndo.

Mi mancava il respiro.

Corsi giù per le scale.
Dovevo andare...

Al secondo piano non c'era nessuno.

Andare...

Lì non sarebbero riuscite a sentirmi.

O sarei esplosa davanti a loro.

- AAAAAAARGHH!!!
Quello che avevo appena fatto non era certo un verso carino od elegante, se una delle mie amiche mi avesse sentita avrebbe avuto di sicuro qualcosa da ridire. Riuscivo ad immaginare le risate di scherno di Veronica.
- Amiche per sempre?? Ma dico, scherziamo?! Preferirei farmi rapare i capelli a zero che dover stare per tutta la vita in compagnia di quelle oche!
Mi serviva un bagno. Subito. Dovevo vedere in che condizioni ero, quanto in basso ero caduta. Scesi l'ultima rampa di scale saltando gli scalini a due a due, prima di fiondarmi in bagno, davanti al grande specchio che ricopriva gran parte di una parete.
- Oh, mio Dio. Voglio piangere.
I miei bei capelli corti erano tutti pettinati, tirati indietro da una graziosa mollettina viola. Indossavo una camicetta bianca ben stirata, abbinata ad una gonnellina blu. Le ballerine, poi..!
Se uno dei miei compagni mi avesse vista, probabilmente non mi avrebbe riconosciuta. Meglio così. Voglio dire, io, la grande Erika, skater professionista e Regina della città, capo della banda delle Fiamme Blu, ridotta in quel modo! Avevo bisogno di sbattere la testa da qualche parte. - Perché diamine lo sto facendo...

Anche una Regina ha paura, e io la avevo più di tutti.

Ma la verità era che quelle erano le mie uniche amiche. Prima di andare alle medie non ne avevo mai avuta una. C'erano sempre stati solo ragazzi intorno a me, i miei compagni, la mia squadra di skater, mai e poi mai avrei immaginato che una ragazza mi si avvicinasse. Ma poi il primo giorno delle medie mia madre era riuscita ad infilarmi in un vestito e mi aveva acconciato i capelli in modo più femminile possibile, e quelle tizie mi avevano parlato. Avevo capito che, se non volevo rimanere senza amiche, dovevo continuare ad apparire così; e lo avevo fatto. Mi ero comportata da stupida ma me ne ero accorta troppo tardi; adesso non avevo il coraggio di ammettere loro che la Erika che conoscevano era solo un falso, perché poi sarei rimasta sola.

Così fragile e codarda... Che razza di Regina sono?

Non mi meritavo quel nome. Uscii dal bagno a testa bassa; una persona come me non aveva il diritto di guardare qualcuno negli occhi. Ma, beh, non c'era nessuno nel corridoio, quindi non faceva nessuna differenza. Alzai lo sguardo sulla bacheca, a cui era appeso, solo soletto, un foglio. Mi ci avvicinai, appoggiandomi alla parete ruvida e sospirando.

- Sono come te... Tutta sola.. Diversa.
Oh, ma che diamine, sto parlando a un foglio di carta adesso?

- Tch.
Tanto per fare qualcosa - non avevo nessuna intenzione di tornare in quell'aula a dovermi sorbire l'interminabile racconto di Jilly su quanto fossero state meravigliose le sue vacanze - mi misi a leggere quello che c'era scritto sul foglio.
Uh. Era... Era... Era proprio quello che cercavo!

In fondo, mi ero avvicinata a quelle ragazze solo per passare gli anni liceali in modo divertente.

Bastava mi unissi a quel.. Club, e sarei stata libera da quelle oche! Staccai una strisciolina con eccitazione crescente. Niente più fiocchi, gonne e mollette: la Regina poteva finalmente divertirsi... Essendo se' stessa!
Avevo voglia di ballare. Mi fiondai su per le scale, ridendo.
- Sarà tutto perfetto!

O almeno, questo era quello che pensavo.


[6] - Francesco

Per i normali studenti, il primo giorno di scuola equi valeva a sei ore libere in cui fare quello che preferivano. Per me, il primo giorno di scuola equivaleva a tanto, tanto lavoro. Questo perché io non ero un normale studente, o almeno non mi consideravo tale: ero il vicepresidente scolastico, incarico di cui andavo fiero e che prendevo molto sul serio. Anche troppo, forse. Ma non avevo mai considerato la mia posizione un peso: svolgevo tutti gli incarichi presto e bene, ero molto affidabile e non esitavo a sgridare e segnalare i ragazzi che infrangevano le regole. Soprattutto per quest'ultimo motivo, ero detestato - se non odiato - da una buona percentuale della scuola.
Non che mi importasse, comunque.

Quella mattina stavo svolgendo la mia solita routine da primo giorno: controllare la sistemazione delle classi, sgridare i ragazzi che si divertivano troppo, consegnare i fogli degli orari... Sì, beh, avevo un sacco di cose da fare. Ecco perché in quel momento stavo camminando un po' troppo velocemente per i corridoi semivuoti, portando un pacco enorme di avvisi che mi coprivano gran parte della visuale - era una cosa stupida da fare e me ne rendevo conto, io che ero sempre così preciso e così attento a non fare cose stupide, ma in quel momento ero davvero troppo impegnato per preoccuparmi di ciò. In fondo, era impossibile che qualcuno mi andasse a sbattere contro...

THUMP!

Decine e decine di fogli volarono in aria, mentre io e una ragazza cadevamo sonoramente a terra, una sopra l'altro.
- Ahiii....
Drighignai i denti per il dolore ricevuto dalla forte botta in testa, ma mi alzai subito, atterrito dal vedere tutti gli avvisi sparsi a terra, in disordine; avevo voglia di mettermi le mani nei capelli.
- Che diavolo...
- Oh, cavolo. Scusa.
La ragazza contro cui ero andato a sbattere era alta, magra e... Femminile, questo era l'aggettivo migliore per descriverla. Anche se con tutte quelle mollettine e quei fronzoli più che altro sembrava ridicola; i capelli cortissimi poi, come quelli di un maschio, erano un pugno in un occhio.
Me la tolsi di dosso scortesemente, iniziando a riordinare il casino a terra.
- T-ti do una mano, se vuoi...
- No. Vattene e basta. E fai più attenzione.
La ragazza stette in silenzio per un po', prima di sbuffare sonoramente - uno sbuffo indignato - e andarsene sbattendo i piedi per terra. Schioccai la lingua.
Ridicola.

Ci volle una buona mezz'ora prima che finissi di sistemare tutti i fogli; una mezz'ora di ritardo che mi costò una ramanzina da tre professori e un tono deluso dal presidente scolastico.

Odiavo deludere il Presidente.

Conclusi i miei incarichi solo a fine giornata, quando finalmente potei sedermi sui gradini delle scale, distrutto, e riposarmi un attimo. Mi passai la mano tra i capelli, infastidito dal sentirli umidi di sudore. Faceva talmente caldo... Sarebbe stato meglio tornare a casa.
Mi alzai e feci per dirigermi verso l'uscita, quando la bacheca scolastica mi saltò all'occhio.
- Un foglio?
Non ricordavo di aver mai appeso nessun foglio - di solito era io a farlo, quando si trattava di comunicazioni scolastiche - ed era impossibile che non fosse qualcosa dalla presidenza...
E invece lo era.

Ero solo così stanco.

Lessi tutto ciò che c'era scritto velocemente, e inarcai le sopracciglia. Non avevo mai sentito niente su questo club, al consiglio. Era conforme alle norme scolastiche? Era un club approvato?
No, sicuramente.
- Ci voleva anche il club da controllare...
Però... Forse, se lo avessi fatto, il Presidente mi avrebbe lodato. Gli piaceva quando prendevo iniziativa...
Perché no?
Afferrai con eccitazione una striscetta di carta e me ne tornai a casa, già immaginando quanto il Presidente sarebbe stato fiero di me.


[0] - ???

Una normalissima e mediocre ragazza, un bulletto, un'artista solitaria, la Regina delle zone basse della città, il vicepresidente scolastico e... Quel ragazzo.
Era un buon bottino; sicuramente, quello sarebbe stato un anno divertente.

Oh, sì. Mi divertirò un sacco.




Angolo Autrice
Piccolo angoletto per poche comunicazioni.
Innanzitutto, mi spiace essere così in ritardo, ma sono stata un po' impegnata con l'inizio della scuola.
Secondo, questo sarà l'ultimo capitolo 'introduttivo', diciamo. Tutti i personaggi - o quasi - sono stati presentati - quelli che mancano saranno introdotti nel prossimo capitolo - e quindi dal prossimo capitolo inizierà la storia vera e propria.
Spero vi piacerà.
Alla prossima!
  
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