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Autore: someonestolemyname    16/09/2014    0 recensioni
Rimasi qualche secondo sulla porta per capire che non c’era nemmeno il tuo profumo nell’aria, quello che ti avevo comprato a S. Valentino per sbaglio, credendo fosse quello giusto. Eppure erano passati mesi dall’ultima volta che tutto questo era accaduto. Eppure erano passati mesi.
[...]
C’è qualcuno là fuori che come me si sta ricordando le promesse che ha infranto o mai mantenuto?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ho cercato di creare uno stream of consciuosness. E’ uno studio che ho intrapreso da un po’, malgrado quanto si possa pensar da un po’. Spero non sia uscita una schifezza, ma il giudizio è vostro, spero!
Ci vediamo sotto :)
 
CAFFE’
 
Quella mattina mi svegliai troppo presto. Aprii le finestre della mia camera ormai buia e fredda. Pioveva. Il cielo milanese non è mai troppo scuro quando piove. E’ bianco, come il rumore che ho in testa. Purtroppo non sono abituata a svegliarmi alle sei e trenta del mattino, proprio come faceva tu, parecchie volte ti dicevo che la mattina mi svegliavo presto. E invece no, non L’ho mai fatto questa è la prima volta che mi sveglio presto.
Quella mattina notai, con una quasi inutile sorpresa, che il caffè non era pronto per me e non c’era quel pacchetto di sigarette Marlboro Silver che era solito stare sul tavolo della cucina. Il caffè non era stato preparato e la tazzina vuota che lasciavi accanto alle sigarette non c’era.  Non c’era nemmeno il posacenere sempre pieno al mattino dalle tue dannate sigarette, la mattina te ne fumavi come minimo due: sembrava quasi che ti piacesse poi sentirti la ramanzina che ti facevo perché non fumavi fuori o perché “diavolo non apri le finestre?!”. A volte le vedevo ancora fumare quelle sigarette lì dentro.
 
Rimasi qualche secondo sulla porta per capire che non c’era nemmeno il tuo profumo nell’aria, quello che ti avevo comprato a S. Valentino per sbaglio, credendo fosse quello giusto. Eppure erano passati mesi dall’ultima volta che tutto questo era accaduto. Eppure erano passati mesi. Eppure non ci sei.
Camminai fino alla cucina e il caffè, come ieri, l'altro ieri e l’altro ieri ancora ( e potrei continuare fino mesi addietro) me lo preparai da sola mentre scialbamente, la TV parlava e parlava.
Sorseggiando, mi ricordai quando lo prendevamo insieme in cucina, in piedi, di fretta, la domenica mattina.
 
“Vorrei prendere con te tutti i primi caffè della giornata”, ti dissi tra i denti, tra le prime timidezze e mi ricordo che tu sorridesti a cotanta innocenza di un mattino soleggiato di dicembre.
“Te lo prometto”, giurai infine guardando il caffè nero e bollente della tazzina dell’ Ikea.
 
La stessa che adesso ho tra le mani. Eppure il caffè è diverso, più amaro e non c’è nemmeno la luce di quel giorno. Adesso sembra ancora buio, Milano oggi sembra svegliarsi troppo tardi.
 
C’è qualcuno là fuori che come me si sta ricordando le promesse che ha infranto o mai mantenuto? Tipo il tuo compleanno mai festeggiato insieme in quel locale lussuoso e a breve anche il mio? Tipo Pasqua di quest’anno che avremo dovuto passare a Parigi? O era per Capodanno, Parigi? Perché non ho voluto mantenere le promesse fatte? Se ho preso la mia decisione, perché sono qui a pensarti? Potrai mai perdonarmi? Tu hai fatto del male a me e io a te, siamo pari no? Potrai mai dimenticare quel “ Ciao, adesso andiamo per strade diverse, io per la mia e tu per la tua. Non ci rivedremo mai, mai più”.
Potrai?
Saperti adesso, una domenica di marzo e non dicembre come allora, a prenderti il caffè da solo proprio come me, mi fa sentire triste e nostalgica. Potremo fare colazione insieme, soli, insieme.
E perche diavolo mi fa male la gola, perché questo groppo non se ne vuole andare? 
Il mio telefono si illuminò.
 
“Hai dimenticato soldi, grinder e tacchi a casa mia. Vieni così facciamo colazione insieme? O stai ancora dormendo? “
Per un attimo pensavo fossi tu credimi. Sorrisi.
Meno male che ci sono loro. Suona molto come uno squallidissimo e stupido luogo comune, ma è cosi. Se non ci fossero i miei amici e l’università, tutto sarebbe più difficile.
E pensai.
 
Forse è il modo più sbagliato per dimenticare, purtroppo  conosco solo questo. Dimenticare significa dunque fare questo? Serate , alcol erba e cibo buono?
Probabilmente solo cosi di può affievolire il dolore. E dimenticare. Tutto svanisce con una nuvola rosa nella testa per tutta la confusione che hai, che veramente il giorno dopo non ricordi molto e scambi le cose accadute ieri per l’altro ieri e viceversa. Ma cosa rimane poi?
Niente.
Io che bevo il caffè da sola, le mie cose che sono rimaste di Cri, e te che non so più che fine hai fatto e dove sei e forse è meglio cosi. Mi voltai e vedo che c’è ancora la tua giacca all’attaccapanni, come se mi osservasse.
E le serate, l’alcool e gli amici a che servono se poi mi basta un semplice caffè per pensare a te? 
          
 
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Grazie :)
Ho immaginato un momento di tristezza infinita. Non ho specificato molto della storia di questa poverina. Vorrei che lo immaginasse voi il perché della sua malinconia.
Spero ch sia arrivato qualcosa nel vostri adorati e dolci cuoricini.
Alla prossima!
   
 
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