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Autore: TheScarecrow    16/09/2014    0 recensioni
Da quando Belleville è stata invasa da Korse e dai Draculoidi, Frank si sente in trappola.
Sogna da sempre di poter scappare da tutte quelle telecamere, dai coprifuoco e dalle rigide regole che tengono sotto controllo la sua città per potersi unire ai famosi Killjoys e combattere il nemico.
Quando sarà più cresciuto, nella sua vita si creerà una situazione a cui lui stesso non potrà contrapporsi.
Conoscerà Party Poison e da quel giorno niente sarà più come prima.
[AU-KIlljoys Verse]
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Ciò che ho scritto è puramente (?) inventato, i personaggi non mi appartengono e non intendo in alcun modo offenderli. Non scrivo a scopo di lucro.


Buona sera/mattina/pomeriggio, tizie!
Probabilmente il titolo di questa fanfiction non vi risulterà nuovo (come minimo nemmeno una di voi se la ricorda/cagava) perchè mesi fa avevo pubblicato una ff a capitoli, con appunto questo titolo. Non la troverete nella mia pagina, l'avevo eliminata perchè non sapevo più continuarla ed ora ve la ripropongo.
In pratica è la stessa storia ma invece che essere a capitoli, è una oneshot unica.
In questi giorni l'ho ripresa in mano e sono riuscita a scrivere gli ultimi due capitoli più l'epilogo che sarebbe dovuto essere il capitolo numero 7. 
Ho iniziato a scrivere questa storia più di un anno fa, difatti noterete che il modo in cui è scritta è un po' diverso da quello che uso adesso (Mi sono evoluta u.u) anche se ho cercato di aggiustarla per renderla presentabile il più possibile.
Come potete vedere, è divisa in sette parti. In precedenza erano i titoli dei capitoli che avevo appositamento scelto, assegnandoli non a caso alle canzoni. Ogni capitolo centra con la canzone che fa da titolo, magari non si noteranno i collegamenti ma io leggendo i testi li ho trovati, non per niente mi sono scervellata per far quadrare tutto!
Mi sto dilungando quindi scusatemi, sarete impazienti di leggere questo mio ennesimo scempio (Certo, come no) ma ancora un'ultima cosa: è una os abbastanza lunga, appunto perchè in precedenza doveva essere (era) una storia a capitoli ma noterete da voi che il contenuto non è eccessivo. Le vicende accadono piuttosto velocemente, il tempo passa in fretta e non è una storia ricca di dettagli come sono solita scriverne. 
Tutto questo faceva parte di un mio esperimento, volevo vedere se vi piaceva questo tipo di scrittura ma questo ripeto, un anno fa.

Spero che possiate gradire questa oneshot anche se è a rating verde (so che se non sono rosse tanto non ve le cagate, eh) ed è leggera come contenuti.
Commenti e critiche sono sempre ben accetti, non vergognatevi di uscire dal vostro angolino buio delle lettrici tirchie (me compresa ma dettagli) <3

Buona lettura, se avete bisogno del secchio per vomitare chiedete pure! 
























 

Fuga per la libertà

 


 

*Party Poison*
 

Belleville non era più la tipica cittadina del New Jersey da quando i Draculoidi l’avevano invasa. Era successo da qualche anno e l’avevano ribattezzata con il nome di “Battery City”, tappezzandola di telecamere. Perfino nelle abitazioni erano presenti per tenere sotto controllo ogni movimento dei cittadini che non avevano più le stesse libertà di prima.
Non potevano lasciare la città e dovevano rispettare dei rigidi coprifuoco se non volevano essere puniti. 
Oltre a non uscire, nessuno poteva entrare in Battery City senza il permesso di Korse. Lui era il capo, colui che teneva sotto controllo tutto e tutti e che dava gli ordini ai suoi scagnozzi, i Draculoidi.

Frank era solamente un bambino quando la sua città venne invasa dai nemici, ma aveva già capito che quella situazione era sbagliata. Non si era mai ribellato e non aveva mai trasgredito le regole, però nutriva pensieri ed idee che andavano contro quelli del capo. 
Non ne parlò mai con nessuno, i suoi genitori erano convinti che quella nuova situazione li avrebbe salvati tutti, che era giusto così… e lui gli dava corda.
Se lo avessero scoperto, lo avrebbero rinchiuso nelle carceri della Better Living Industries e lui non voleva fare quella fine.
Quando ebbe compiuto 14 anni, sentì per la prima volta la parola Killjoys. Si diceva che era un gruppo di ragazzi, di ribelli fuggiti dalla città e che ce l’avevano a morte con Korse per aver distrutto Belleville e l’umanità. 
Frank ne era affascinato, dentro di se sapeva che non era l’unico ad essere contro il pensiero di quell’uomo, ma non pensava che dei ragazzi avessero avuto così tanto coraggio da scappare e combattere contro di lui. 
Erano come una leggenda, non li aveva mai visti ma sapeva che esistevano. 

La sua vita cambiò in un giorno d’autunno. 
Si trovava al limite della città, in riva al fiume e vide che sull’altra sponda c’era un ragazzo dai capelli rossi che aveva all’incirca 18 anni. 
Non l’aveva mai visto prima, e non sapeva nemmeno perché si trovasse dall’altra parte, visto che dalla città era vietato uscire. 
Quando quel ragazzo lo notò, lo raggiunse in linea d’aria e gli sorrise, salutandolo.
- Ciao… chi sei? - 
- Mi chiamo Party Poison - 
Sentendo quel nome, Frank capì che aveva a che fare con uno dei ribelli, con un Killjoys. E per questo, voleva sapere altro sul suo conto.
- Il tuo nome vero qual è? - 
Il rosso lanciò un sasso in acqua, poi riguardò Frank.
- Gerard - 
- Io sono Frank… ti darei la mano ma non posso oltrepassare il fiume - 
- Come mai? - 
- è il limite della città, non possiamo uscire - 
Gerard annuì. 
Quando abitava ancora a Bellville, le regole dei Draculoidi non erano così rigide però esistevano già.
- Che merda… -
- Già -
- è per questo che me ne sono andato - 
Gli raccontò la sua storia, di come qualche mese prima, compiuti i 18 anni, era fuggito dalla città insieme al fratello e ad un loro amico.
Non avevano idea di cosa fare e di dove andare, finché non trovarono un vecchio casolare abbandonato non lontano dal deserto e ci entrarono. Conobbero così, il Dr. Death ed altri ribelli che si erano rifugiati in quel casolare per non farsi trovare da eventuali Draculoidi in circolazione. 
Da quel giorno erano passati appunto, pochi mesi, ma la voglia di liberare l’umanità dalle mani di Korse era sempre stata tanta e i tre ragazzi fuggiti, si ambientarono velocemente a quell’idea. 
Quando Frank sentiva parlare di ribelli, non sentiva parlare di Gerard, Mikey e Ray ma degli altri ragazzi più esperti, quelli che vivevano già da tempo con il Dr. Death e che avevano provato invano a oltrepassare i cancelli della Batter Living Industries.
Dopo aver avuto quella conversazione, Frank capì molte cose e una di queste era che voleva fuggire dalla città per far parte dei Killjoys ma Gerard gli aveva detto di aspettare fino al compimento dei 18 anni.
A quell’età si avevano più libertà, sia da parte dei genitori, sia da parte del regolamento della città.
E così Frank aspettò prima di poter oltrepassare il fiume e in tutto quel tempo, si incontrò regolarmente con Party Poison.
Impararono a conoscersi ed a confidarsi ogni cosa, divennero migliori amici ma un giorno Frank capì che voleva di più, voleva rischiare. 
Non ne poteva più di quel fiume che li divideva costantemente da due interminabili anni, voleva vedere Gerard più da vicino, abbracciarlo… ma come potevano farlo senza farsi scoprire dalle telecamere?
Grazie agli altri ribelli, Gerard era riuscito a scoprire che d’inverno, con la neve, le telecamere che erano situate tra gli alberi accanto al fiume, non funzionavano o comunque, almeno il rilevatore di suono si otturava o si congelava per il freddo.
Era una bella notizia per i due ragazzi, così un giorno d’inverno, decisero di trovare un punto in cui si poteva attraversare il fiume senza dover nuotare perché si diceva che nell’acqua erano presenti dei speciali cavi elettrici che se venivano a contatto con la pelle -e soprattutto con l’acqua-, ti incenerivano.
Quindi meglio non correre il rischio di essere fulminati. 
Quel giorno si trovarono al solito posto. 
Insieme, camminarono lungo la riva del fiume e nel frattempo parlarono, si raccontarono di come avevano trascorso la giornata, di Frank che andava ancora a scuola - aveva 16 anni a quel tempo- e Gerard gli raccontò di come suo fratello si divertisse a rincorrere i conigli tra i cespugli dietro casa. Era ancora un ragazzino e gli piaceva divertirsi. Aveva un anno in più di Frank ma sembrava più maturo quest’ultimo.
Camminarono per quelle che sembrarono ore e non appena arrivarono ad un vecchio ponticello decadente, Frank si guardò intorno sperando che nessuno li vedesse. 
- Fa piano, potrebbe cadere da un momento all’altro - 
All’inizio l’idea era di incontrarsi a metà strada, ma vedendo le pessime condizioni di quel legno, decisero che era meglio se solamente uno oltrepassasse il fiume. E la prima volta toccò a Frank.
Mosse i piedi cautamente, facendo attenzione a non pressare troppo sulle travi rotte e quando fu giunto alla fine, Gerard gli porse la mano. 
L’accettò volentieri e facendo un ultimo passo, si ritrovò con i piedi sull’erba. Era tutto uno spettacolo, compreso il ragazzo che aveva davanti a se.
Si tenevano ancora per mano, così Gerard ne approfittò per avvicinarsi di più a lui.
Era la prima volta che avevano un contatto fisico, voleva conoscerlo anche sotto quell’aspetto. 
Gli accarezzò la guancia e si specchiò nei suoi bellissimi occhi verdi. 
- Gee… -
- Mh? -
- Abbracciami -  
Il rosso non se lo fece ripetere due volte, lo strinse a se e respirò il profumo che emanava il suo corpo. Era buono, come lui.
Sapevano che quell’abbraccio era l’inizio di qualcosa di nuovo e a loro sconosciuto, ma non sapevano ancora che si trattava di Amore.




 

*Summertime*
 

Passarono i mesi e di conseguenza, passarono anche le stagioni, cambiando ogni colore.
Era arrivata l’estate con i suoi colori vivaci ma l’unico colore che aveva in mente Frank, era il rosso,
Il rosso dei capelli di Gerard.
Il rosso delle sue labbra dopo averlo baciato.
Era successo verso la fine di febbraio, due mesi dopo aver oltrepassato il ponte per la prima volta.
In quel periodo la neve si era già sciolta, ma loro correvano lo stesso il rischio di incontrarsi.
Era una cosa che andava avanti da ben due anni e non potevano farne a meno.
Quel pomeriggio l’avevano passato tra risate e scherzi vari, si divertirono tantissimo insieme e dopo una corsa nel bosco oltre il fiume, si erano seduti all’ombra di un albero per riprendere fiato.
Era stato Gerard a fare il primo passo, dichiarando i suoi sentimenti e Frank l’aveva seguito a ruota.
- Credo di essermi innamorato di te - 
- Beh, allora siamo in due - 
E il rosso non si era lasciato sfuggire quell’opportunità, gli aveva sorriso e delicatamente, aveva posato le labbra sulle sue.
Era da tanto tempo che voleva farlo ma non aveva mai avuto il coraggio di provarci.
Se non fosse stato per il coprifuoco da rispettare, sarebbero rimasti così in eterno ma Frank dovette tornare a casa e Gerard alla base dei Killjoys che ovviamente, erano al corrente del rischio che stava correndo a stare vicino alla città ma a Party Poison non interessava, la cosa importante era vedere Frank e passare un po’ di tempo con lui.

Una mattina di quell‘estate, la radio diede la notizia di aver catturato due ribelli e di averli rinchiusi nella celle della BLI. 
Al contrario dei genitori, Frank iniziò ad agitarsi ed a pensare al peggio.
E se si fosse trattato di Gerard?
Appena possibile uscì di casa e si presentò al solito luogo dell’appuntamento, in anticipo.
Oltrepassò il ponte di legno e aspettò che Gerard arrivasse, ma soprattutto sperò che lo facesse.
Si addormentò con quella speranza e non appena sentì una voce, la sua voce chiamarlo, sobbalzò.
- Frank, che ci fai qui? - 
- Gee! - 
Corse verso di lui e lo abbracciò forte, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
Era come se non lo vedesse da un’eternità, per quanto era preoccupato.
- Hey… perché piangi? - gli sollevò il viso e gli diede dei baci sulla guancia per calmarlo.
- Pensavo ti avessero catturato -
- Oh… no piccolo, sono qui. Tranquillo - 
Cercò di tranquillizzarlo ma Frank continuava a singhiozzare contro il suo petto.
Si era preso un bello spavento e pensando anche un solo momento alla possibilità che ci fosse Gerard in quelle prigioni, si era sentito perso.
- Hanno preso mio fratello e Ray… - disse il rosso, con voce malinconica.
Il moro alzò la testa e tirò su con il naso - So-sono vivi? - 
- Sì, Korse non uccide subito le sue prede, prima le tortura - 
- E’ terribile… mi dispiace - 
Gerard gli accarezzò i capelli e ci giocherellò un po’ - Lo so… però come vedi io sono vivo, okay? - 
Frank annuì, poi si alzò in punta di piedi e lo baciò come se non lo vedesse da mesi.
Beh, era così un po’ tutte le volte, sentivano molto la mancanza l’uno dell’altro ed ogni volta che si dovevano incontrare, avevano sempre il terrore che fosse successo qualcosa e non avendo nessun tipo di comunicazione, dovevano solamente sperare in bene. 

Non vedevano l’ora che arrivasse il 31 ottobre di quell’anno per poter fuggire insieme. 
Quello stesso giorno, Frank compiva gli anni e ne avrebbe avuti 18, finalmente. 
Non aspettavano altro. 
Party Poison aveva già organizzato tutto.
Il neo-diciottenne sarebbe dovuto uscire di casa nel primo pomeriggio senza borse, se l’avesse fatto, i suoi genitori e i Draculoidi si sarebbero insospettiti e l’avrebbero seguito, quindi meglio evitare.
Si sarebbe fatto trovare al ponte e lì, ad aspettarlo, ci sarebbero stati due ribelli e non Gerard.
Lui lo avrebbe aspettato a casa, diceva che i suoi compagni erano più esperti di lui e soprattutto, non erano coinvolti sentimentalmente con Frank. 
Voleva evitare ogni tipo di intoppo, di imprevisto. 
Voleva che andasse tutto liscio.

Ma prima che arrivasse quel giorno, avevano ancora alcuni mesi davanti. 
Quattro, per la precisione.
Quattro mesi il cui principale pensiero di Gerard era quello di liberare suo fratello e il suo amico. E per fare questo, serviva un piano. 
E i KillJoys ce l’avevano.
Fecero un patto con Korse, gli offrirono la radio “BOOM” in cambio dei due ragazzi.
Perché proprio quell’oggetto?
Semplice. Korse era alla ricerca di quella radio da anni, la voleva a tutti i costi perché al suo interno, erano contenute le mappe di tutte le città del New Jersey, in superficie e non. 
Per lui era importantissimo averle, con esse sarebbe stato in grado di sabotare i sistemi di sicurezza di tutte le città e così le avrebbe sottomesse al suo volere. Proprio come era successo con Belleville.
Però lui non era a conoscenza dell’esistenza di una seconda radio “BOOM”, una copia. E i KillJoys puntavano su questo, gli avrebbero dato quella finta con mappe inventate, mentre quella vera l’avrebbe tenuta al sicuro, il Dr. Death. 
Un piano geniale se non fosse stato per il tempo.
Korse aveva accettato il patto quella stessa primavera, però voleva aspettare fino all’inizio dell’autunno per liberare i due prigionieri. 
Nessuno dei ribelli sapeva il perché di quella scelta, però erano sicuri che stesse tramando qualcosa contro di loro e proprio per questo, dovevano prestare molta attenzione ai suoi movimenti.
E a quelli di Mikey e Ray appena liberati. 




 

*S/C/A/R/E/C/R/O/W*
 

- Ci siamo, state pronti -
Alcuni ribelli, cinque per la precisione -contando anche Gerard-, si trovavano davanti ai cancelli della BLI che stavano per essere aperti. Da lì a poco sarebbe comparso Korse con i due prigionieri e li avrebbe lasciati liberi in cambio della radio tanto desiderata.

Era finalmente arrivato l’autunno e il loro scambio era riuscito perfettamente.
Avevano riportato Jet-Star e Kobra Kid alla base, però li avevano tenuti in isolamento perché il loro comportamento non era normale.
Sembravano sotto l’effetto di stupefacenti, avevano le pupille dilatate e parlavano davvero poco. A volte si dimenticavano il loro passato, il nome di qualcuno o direttamente il loro.
Ma per fortuna questa situazione non era permanente, c’erano dei momenti in cui tornavano coscienti e ricordavano tutto, ma erano davvero pochi.
Il Dr. Death non si fidava a lasciarli liberi, e per capire se davvero erano ancora sotto il comando di Korse, volle fare un esperimento.
- Non ci penso proprio, no - 
- Gerard, non gli succederà niente… ci serve per capire se quei due sono dei nostri oppure no, capisci? - 
- Non voglio che Frank rischi la vita, non chiedermelo più - disse il rosso, furioso.
Il Dr. Death gli aveva raccontato quello che aveva in mente per la fuga di Frank. Il piano era cambiato, ad andarlo a prendere, sarebbero stati Jet-Star e Kobra Kid e non due ribelli più esperti. 
Se erano veramente sotto effetto di droghe speciali, avrebbero portato il ragazzo da Korse, se invece non avevano niente di anomalo, sarebbero tornati, come da piano, al rifugio dei KillJoys. 
Ma Gerard non voleva far correre quel rischio al suo ragazzo, era impreparato e solo… cosa sarebbe successo se si fosse trovato due pistole puntate contro?
Il peggio, appunto.
L’anziano gli spiegò che lui, Gerard, insieme ad altri due ribelli, avrebbe aspettato il loro ritorno a metà strada, in modo da bloccare una loro probabile fuga.
Beh, se la metteva così, allora non aveva altra scelta che accettare e soprattutto, pregare che andasse tutto secondo il nuovo piano.
Avrebbe funzionato?


- Mi devo fidare? - 
Gerard lo guardò dispiaciuto - Non lo so… -
- Starò attento, okay? - gli disse Frank, abbracciandolo. 
Mancavano pochi giorni al 31 ottobre e i due, come sempre, si erano incontrati al di la del fiume. Il rosso gli aveva spiegato il nuovo piano però era preoccupato per lui.
Annuì e gli baciò la nuca. 
Anche se Frank si fosse messo d’impegno, non aveva esperienza, non aveva le basi per combattere e per proteggersi da due armati di pistola o quant’altro. 
Era questo a fargli più paura e non si vergognò di ammetterlo. Il moro condivideva la sua stessa paura e cercò di convincerlo ad andare insieme a Jet-Star e Kobra Kid, però Gerard gli disse che non poteva. Lo voleva immensamente tanto, ma il Dr. Death era stato chiaro: avrebbe dovuto aspettarlo a metà strada.
E dopo la fuga di Frank -se tutto fosse andato secondo i piani-, cosa avrebbero fatto?
Voleva diventare anche lui un Killjoys? 
Non ci aveva mai pensato seriamente, la sua vita sarebbe stata piena di rischi, pericoli, fughe improvvise e… e di Gerard. Lui, qualsiasi opzione avesse scelto, ci sarebbe comunque stato. 
Però doveva prendere in considerazione anche il fatto che lui avrebbe voluto ritornare ad avere una vita normale, lontano da Battery City e lontano dal nemico. 
Gerard sarebbe stato d’accordo? 

E se quei giorni da uomini liberi, non fossero mai arrivati?
Frank voleva passare più tempo possibile insieme al suo ragazzo, non voleva perdere tempo. 
Non avevano mai preso in considerazione l’idea di approfondire il loro rapporto… anzi, ne avevano parlato un paio di volte ma Gerard aveva paura di rischiare troppo e poi gli diceva sempre che una volta liberi, avrebbero avuto molto tempo per stare insieme.
- Gee… - mosse appena la testa dalla sua spalla poi continuò - Voglio fare l’amore con te - 
Gerard era sorpreso, non si aspettava una richiesta di quel genere, in quel momento.
- Oh Frankie… abbiamo aspettato per due anni, non puoi aspettare ancora qualche giorno? - gli chiese, sorridendogli.
Non capiva perché tutto d’un tratto, gli fosse venuta quell’idea.
Mancava poco alla libertà, non era un dramma aspettare. 
Ne valeva la pena.
- Tu non vuoi… non è così? - 
Si staccò da lui e lo guardò offeso. 
- No! Non sai quanto desidero averti, però… ne abbiamo già parlato, aspettiamo che tu sia libero -
- Sono stufo di aspettare… e se poi il piano andasse storto? - 
La voce di Frank faceva trasparire un po’ di tristezza, così Gerard lo abbracciò e lo rassicurò dicendogli che sarebbe andato tutto bene e che lo capiva. 
Gli disse anche che non era ancora pronto per fare quel grande passo, ma che voleva compierlo solamente perché aveva paura che in futuro non riuscisse a farlo.
Frank si innervosì.
- Non è vero, io sono pronto! - lo allontanò da sé e fece per alzarsi da terra ma il rosso lo bloccò per un braccio. 
- Frankie… ti prego -
Il più piccolo si divincolò dalla sua presa - Lasciami - 
- Okay, però non andartene - 
Quando lo vide annuire, mollò la presa e si allungò verso di lui, abbracciandolo da dietro. 
- Ti prego, non odiarmi per questo… - disse, baciandogli la testa - Lo sto facendo per te, lo sai -
Frank trattenne le lacrime e sospirò - Va bene… -
Si girò nell’abbraccio e quando Gerard incontrò i suoi occhi tristi, non si trattenne dal baciarlo.
E bastava solo un bacio per calmare Frank, davvero. 
Era follemente innamorato di lui e non poteva far a meno dei suoi baci e delle sue carezze. Lo facevano sentire a casa. 
Ecco, lui era già scappato, aveva già trovato il suo rifugio privato.
Gerard. 



 

*Jetstar and the Kobra Kid/Traffic Report*
 

Era arrivata finalmente, la mattina del 31 ottobre.
Frank si svegliò presto, e dopo aver fatto una doccia veloce, scese in cucina.
Sua mamma gli fece gli auguri e cercò di convincerlo a non uscire almeno il giorno del suo compleanno, ma lui non poteva rinunciare a quell’occasione. 
Era giunto il momento di andarsene.
La salutò e dopo essere uscito di casa, camminò spedito verso il fiume. Attraversò il ponte di legno e si inoltrò nel bosco fino ad arrivare ad una stradina sterrata.
Non era mai stato in quel luogo, ma Gerard gli aveva dato le istruzioni per raggiungerlo perché da li a momenti, sarebbero dovuti arrivare Jet-Star e Kobra Kid a “prelevarlo“. 
Dopo qualche minuto, sentì dei passi alle sue spalle ma non fece in tempo a girarsi che qualcuno gli tappò la bocca con un fazzoletto.
Cercò di dimenarsi ma nel giro di qualche secondo, perse i sensi e si addormentò.
Molto probabilmente il fazzoletto era imbevuto di narcotico o qualcosa del genere.
Caricarono Frank in auto e gli legarono sia mani che piedi. 
Lui ovviamente se ne rese conto dopo, quando si svegliò sull’auto ormai in corsa.
Mugolò qualcosa di incomprensibile per via della bocca impastata dal sonno e cercò di muoversi, ma le mani legate dietro la schiena glielo impedirono.
Quando guardò i due uomini seduti sui sedili davanti ma non li riconobbe.
Non erano dei Draculoidi perché avevano indosso colori vivaci e soprattutto, non nascondevano il viso con delle maschere. 
Ma allora chi erano?
Notò che uno dei due era biondo e magro, mentre di quello alla guida potè vedere solamente la folta chioma di ricci che gli ricopriva la testa. 
- Dove sono? -
Il biondo si voltò verso di lui e lo guardò serio - Al sicuro - 
Poco rassicurante come approccio… 
Adesso che ci faceva caso, una vaga somiglianza con Gerard, ce l’aveva. Che fosse suo fratello?
- Perché sono legato? -
- Sicurezza - disse il ragazzo, tornando a guardare la strada.
Frank si lamentò, dicendo che aveva male alle gambe, così quello che doveva essere Ray, diede il permesso all’altro, di slegarlo.
Le mani però no.
Una volta libere le gambe, si tirò a sedere e guardò fuori dal finestrino. Non sapeva dov’erano e non lo chiese nemmeno, stavano correndo lungo una strada asfaltata in degrado, con sfondo delle colline alberate. Era diverso dal paesaggio che era solito vedere da Belleville, qui non c’erano case, solo sabbia e qualche cactus solitario. 
Si perse ad osservare il cielo, pregustandosi già l’incontro con Gerard. Non vedeva l’ora di rivederlo, aveva una voglia matta di saltargli al collo e riempirlo di baci a non finire. Sarebbero stati finalmente liberi, loro due insieme.
- Merda! - 
Ray si lamentò e cambiò velocemente strada, facendo una manovra pericolosa per la velocità con cui stavano andando.
Frank cadde steso sul sedile posteriore e quando sentì degli spari provenire dall’esterno, Mikey gli urlò di stare giù.
Cosa stava succedendo? 
Oh no, forse i Draculoidi li avevano trovati. 
Chiuse gli occhi e si raggomitolò su se stesso, come potè. Con le mani legate gli venivano difficili certi movimenti. 
Si sentirono altri spari e il rumore delle ruote correre sull’asfalto caldo. 
Faceva un caldo assurdo, in quel posto.
- Sono loro! - esclamò Mikey, guardando l’auto che correva dietro alla loro.
- Sì - 
- Loro chi? - chiese Frank, senza capire. 
Si sporse appena oltre il sedile posteriore per vedere chi erano i loro inseguitori e quando vide una chioma rossa, uscire da uno dei finestrini, cominciò ad agitarsi. 
Si tirò a sedere e cercò di farsi notare.
- Gerard! - 
Qualcosa non quadrava di certo, se gli inseguitori erano i ribelli, perché Mikey e Ray stavano scappando? 
Forse Gerard aveva ragione, i due erano ancora sotto il controllo di Korse e molto probabilmente, sarebbero andati da lui se non fosse stato per questo piccolo intoppo-salvezza.
Frank continuò ad urlare e a saltare come potè, sul sedile posteriore finché qualcuno non gli diede un colpo in testa con l’impugnatura della pistola.
Sentì un gran male e fece solo in tempo a vedere Gerard, urlare qualcosa all’autista e indicarlo, poi svenne di nuovo.

5) Bulletproof Heart
Dopo essersi ripreso, pari e voci erano l’unica cosa che Frank riusciva a sentire. E un forte mal di testa.
Aprì gli occhi e cercò di mettere a fuoco dove si trovava. Era ancora in auto ma da solo. 
Si mise a sedere con fatica e guardò fuori dal finestrino. Vide dei ragazzi, probabilmente ribelli, che sparavano in un punto non ben definito davanti a loro. 
Non erano più nel deserto ma l’auto era parcheggiata in una stazione di servizio apparentemente abbandonata. 
Cercò con lo sguardo Gerard ma non lo trovò, così decise di uscire dall’auto. Cercò di aprire la maniglia ma quando spinse con la schiena per aprire la portiera, cadde a terra battendo la schiena e per poco anche la testa.
- Aah! -
Strisciò fino a nascondersi dietro l’auto e poco lontano da lui vide Gerard corrergli incontro. 
- Frank! -
Gli venne quasi da piangere quando lo abbracciò.
- Stai bene? - 
- Sì… slegami - 
Gerard lo fece voltare e tagliò con un coltello le corde che gli tenevano i polsi legati. Non appena fu libero se li massaggiò un poco, poi guardando il ragazzo accanto a se, non resistette ad abbracciarlo di nuovo.
- Cosa ti hanno fatto? Mi dispiace così tanto - 
Frank scosse la testa e scoppiò a piangere non appena l’altro lo strinse a se.
- Portami via di qui, ti prego -
Gerard scosse la testa.
Non potevano di certo andarsene lasciando i loro compagni a combattere, dovevano prima prendere Mikey e Ray.
- Vorrei poterlo fare ma non posso… - gli disse. Dopodiché lo baciò.
Quando si staccarono fece per alzarsi da terra ma Frank lo trattenne, prendendogli il polso.
- Non lasciarmi da solo -
Sospirò un okay e gli fece cenno di seguirlo. Camminarono bassi fino ad arrivare dietro ai distributori di benzina e aspettarono che il fuoco cessasse ma non servì a nulla.
Frank gli prese la mano e non la mollò un secondo. Aveva troppa paura e le lacrime gli scendevano da sole, senza che se ne accorgesse.
- Frankie, devo andare dagli altri… -
Si voltò verso di lui e gli raccomandò di restare nascosto e di non muoversi da li. 
Frank annuì ma prima di lasciarlo andare, lo trattenne ancora per la manica della giacca. 
- Aspetta - 
- Cosa c’è? -
- … Ti amo - 
Il rosso gli sorrise e non poté trattenere una lacrima di gioia. Gli prese il viso fra le mani e lo baciò come se fosse il loro ultimo bacio.
- Anche io… torno a prenderti - 
Si staccò da lui e corse ad aiutare un ragazzo che da qualche minuto aveva chiamato il suo nome. 

I Killjoys alla fine riuscirono ad uccidere i pochi ma resistenti Draculoidi che li avevano attaccati e se n’erano tornati alla base.
Frank aveva atteso il ritorno di Gerard stando ben nascosto dietro il distributore di benzina dove lo aveva lasciato e come promesso, il rosso era tornato a prenderlo.

Arrivati a quella che loro chiamavano casa, i ribelli misero nuovamente Mikey e Ray in isolamento. Erano stati fortunati, se erano riusciti a catturarli era solo perché i due avevano avuto un’improvvisa perdita di coscienza. Erano crollati a terra all’unisono e così i ribelli li avevano legati e portati con loro.
Dr. Death ripeteva spesso che era peggio di come sembrava, voleva aiutare i due ragazzi ma allo stesso tempo non si fidava di loro e li temeva. 
Orami facevano parte del nemico, se fossero scappati da lì ed avessero raggiunto la BLI, non sarebbero più tornati come prima e lui aveva paura che potessero scoprire l’imbroglio riguardante la radio “BOOM”. avrebbero potuto riferirlo a Korse.
Gerard non mandava giù il fatto che suo fratello poteva non tornare più come prime. Lo avrebbe perso per sempre se il Dr. Death non avesse trovato una cura adeguata per far tornare in se sia lui che il suo amico.
Non poteva permettersi di perdere l’unica persona rimasta in vita della sua famiglia. Mikey era tutto ciò che gli rimaneva del suo passato. Erano fratelli e gli voleva bene com’era giusto che fosse ma non poteva lasciarlo morire in quel modo.
È vero, magari non si trattava di una morte vera e propria ma se qual’ora il Dr. Death fosse arrivato alla conclusione che non c’era alcuna cura e che per il meglio di tutti, dovevano uccidere i due ragazzi? 
Non li avrebbero lasciati al nemico. Quello mai.

Se Mikey teneva vivo il ricordo del suo passato, Frank era il suo presente.
Arrivati alla base lo aveva accompagnato nella sua camera e si era accertato che non fosse ferito. 
Era spaventato ed aveva un enorme bisogno di un contatto fisico e di esser rassicurato per potersi sentire al sicuro. Era tutto nuovo per lui, l’ambiente, le persone, le circostanze. Non sapeva come comportarsi.
Gerard lo aveva tenuto stretto a se per un buon tempo, poi si era allontanato da lui non appena si era addormentato. Lo aveva lasciato riposare quasi tutto il pomeriggio e verso l’ora di cena gli portò qualcosa da mangiare, dopodichè tirò fuori un pacchetto di marshmallow e glielo porse.
- So che non è il massimo ma non abbiamo torte o cose del genere… spero vadano bene lo stesso - 
Frank lo aveva guardato con gli occhi lucidi ed aveva accettato il regalo. Se così potevano chiamarlo.
- è da anni che non ne vedevo uno - aveva detto, riferendosi al pacchetto che Gerard gli aveva messo tra le mani.
- Allora… buon compleanno! - 
Il rosso gli aveva preso il mento fra le dita e dopo avergli sollevato il viso ancora leggermente triste, lo aveva baciato con calma.
- è il migliore compleanno della mia vita, grazie Gee - 
Si erano dati ancora qualche bacio, dopo il rosso si era seduto accanto a lui sul letto ed aveva accettato un dolcetto che l’altro gli aveva offerto.
- Grazie a te… per essere qui -
- A me basta essere con te, non importa dove - 




 

*The Only Hope For Me Is You*
 

Nei giorni successivi Frank si integrò meglio nel nuovo mondo di cui ora faceva parte. Conobbe gli altri ribelli che furono ben felici di incontrare finalmente colui che aveva fatto perdere la testa a Party Poison.
Il ragazzo si era imbarazzato. Non pensava di essere così “famoso” tra i Killjoys.

In quei giorni aveva anche passato parecchio tempo con il suo innamorato, venendo a conoscenza di parecchi suoi particolari che non aveva mai potuto notare per via della distanza.
Dormivano insieme, stretti l’uno all’altro ogni notte e facevano anche colazione insieme mentre a pranzo stavano con gli altri.
Era piacevole la sua compagnia, Frank ancora non credeva che fosse tutto vero. Gli sembrava di vivere un sogno ed era un sogno piuttosto reale perché Gerard era proprio lì, accanto a lui.
Gli sorrise e allungò una mano verso di lui che sedeva su una poltrona del salotto.
- Andiamo in camera, vieni - 
Lo seguì senza fare domande e non appena furono nella loro stanza, il più grande chiuse la porta a chiave.
- So che ne abbiamo parlato molte volte ma… io voglio essere sicuro che tu sia pronto per questa cosa - 
- A cosa ti riferisci di preciso? - 
Gerard si chinò su di lui con il busto e lo baciò tenendogli una mano sulla guancia. 
- Ti sto chiedendo di fare l’amore con me, ma prima voglio- -
- Sono pronto - disse Frank, sicuro di sé. - Te lo dico da mesi! - 
- Lo so, però- -
- Gee, perché non mi credi? Ho lasciato la mia intera vita a Belleville per venire con te, sono scappato solo perché volevo stare con te, perché… perché ti amo - sorrise, guardandolo con dolcezza - Io sono qui, Gee. E ci sono solo perché voglio che il mio futuro sia tu e nessun altro. Non ho mai provato nulla di simile prima di conoscerti, quindi per favore, non preoccuparti troppo per il male che proverò facendo questa cosa perché so che starai attento. Mi fido di te! -
Gerard non sapeva cosa dire. Non aveva parole per esprimere la sua immensa gratitudine e felicità di quel momento, così si limitò a baciare il suo ragazzo come se le sue labbra fossero il suo ossigeno.
- Non puoi nemmeno immaginare quanto cazzo ti amo, Frankie - 

E così si erano amati per la prima volta in quella stanza e soprattutto, in quelle circostanze. 
Party Poison era fuggito da Battery City per combattere contro il nemico e si era ritrovato a condividere l’amore con un’altra persona. 
Non avrebbe mai creduto che potesse succedere una cosa di quel tipo, era solo un ragazzo di vent’anni che voleva far tornare la pace nella sua ormai ex città, non pensava di innamorarsi ma non appena aveva conosciuto Frank, aveva capito che non poteva lasciarlo in quella città. Doveva liberarlo.
Frank dal canto suo, si era innamorato di lui fin da subito. Lo faceva star bene, lo capiva e soprattutto era l’unico con cui poteva parlare e sfogarsi.
Per questo il moro voleva restargli accanto. Per questo era scappato.
Voleva vivere liberamente, non voleva nascondersi per poter stare con Gerard o incontrarlo di nascosto rischiando di essere scoperti da un momento all’altro.
Voleva sentire i brividi percorrergli la pelle ogni volta che l’altro lo toccava e non voleva vergognarsene.
Gerard era il motivo principale per poter scappare, lui rappresentava l’amore, la vita, la forza e soprattutto la libertà.
E Frank voleva possedere tutto quello, era una necessità. Doveva farlo suo.
Doveva fuggire per aver la libertà. Lo fece.
E non se ne pentì mai.

 



*Look Alive, Sunshine*
Epilogo.
 

Party Poison e Fun Ghoul erano riusciti nell’impresa. 
La loro prima missione insieme consisteva nel trovare la sostanza che avrebbe fatto guarire Jet-Star e Kobra Kid. 
Dr. Death aveva scoperto che si trattava del polline di Amaryllis, un fiore che dalle loro parti sicuramente non nasceva ma che in un negozio di fiori poteva essere facilmente trovato.
Erano passati un paio di mesi dalla fuga di Frank e in quel tempo aveva preso lezioni per poter partecipare alle missioni: era diventato un Killjoy a tutti gli effetti, possedeva anche un nome che era appunto Fun Ghoul.
Aveva insistito molto per poter andare con Gerard in quella missione e alla fine il compagno aveva ceduto e si era lasciato accompagnare. 
In due erano stati più veloci e agili, erano tornati in città di notte e dopo esserci introdotto nel negozio di fiori avevano trovato con facilità il fiore che serviva a loro. Avevano fatto scattare l’allarme ma erano stati più veloci loro dei Draculoidi.
Una volta tornati alla base il Dr. Death aveva estratto il polline dagli Amarillys e l’aveva fatto ingerire ai due ragazzi che nel giro di qualche ora erano tornati gli stessi di prima.

Gerard aveva riavuto indietro suo fratello e uno dei suoi migliori amici. 
Fu felice di raccontare loro cos’era successo in quel periodo e soprattutto di fargli conoscere Frank. 
Senza di lui non sarebbe riuscito a portare a buon fine la missione, era solo grazie al suo compagno se era ancora vivo. 
Frank aveva sparato ad un Draculoide che era saltato alle sue spalle senza che lui se ne accorgesse e se non avesse premuto il grilletto, avrebbe assistito alla morte assicurata di Gerard.
Fortunatamente era stato più veloce lui e ancora una volta doveva congratularsi con se stesso per aver fatto la scelta migliore: andare con Gerard.

 


  
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