Serie TV > Gomorra
Segui la storia  |       
Autore: altaira    17/09/2014    0 recensioni
[Gomorra la serie]
Questa storia parla della storia d'amore tra Marica, personaggio totalmente inventato, e Genny Savastano, uno dei protagonisti della serie TV "Gomorra" tratto dall'omonimo libro di Roberto Saviano. Lei è innamoratissima di lui che, essendo il figlio di un boss della malavita napoletana,vive una vita segnata dal dolore. All'interno del racconto sono inserite numerosissime parole in napoletano, ed alcuni errori grammaticali sono voluti per cercare di essere più fedeli al racconto, così come per le espressioni tipiche napoletane.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dopo l’omicidio di Russo, un ragazzo del clan era disperso, e Genny cominciò a sospettare che la colpa fosse sua, ma chi lo aveva comandato, non si sapeva ancora. Si poteva trattare dei vecchi del clan, che volevano unirsi a Salvatore Conte, oppure di Ciro Di Marzio, che si era visto le uova rotte nel paniere, quando Genny era arrivato, ed aveva voluto comandare da solo. Genny, dal canto suo, stava disperatamente cercando l’infame, e se non otteneva al più presto la sua testa su un piatto d’argento, per offrirla a Conte, si sarebbe scatenata una guerra senza esclusione di colpi… e lui sarebbe potuto morire.
Una sera ero incollata al computer per seguire il pallino del GPS di Genny andare avanti e indietro su un’unica via di Scampia. Stava succedendo qualcosa.
- Genny, ma cosa è successo?- gli chiesi al telefono pochi istanti dopo.
- Amò, tu dove sei?-
-A casa…- gli risposi.
- Aspettami, e non ti muovere da là. Mo vengo io da te.- mi disse e chiuse la telefonata.
Dopo poco tempo era fuori al portone del mio palazzo, era in moto, aveva il casco integrale, me ne passò uno anche a me, insieme ad un giubbotto antiproiettile.
- Mettilo sotto la giacca, Marica, che questa sera non so che cosa può succedere.-
Andammo lontano, verso Salerno, Genny voleva far perdere le sue tracce.
- Voglio passare una giornata solo con te. Domani saremo soli, ho fatto chiudere un intero hotel solo per me e te, tranquilli. Ci saranno solo i camerieri, ma saranno tutti stranieri e dopodomani lavoreranno in un altro hotel.- mi spiegò.
Il posto era bellissimo: una villa in collina a picco sul mare, aveva una serie di terrazze che scendevano verso la riva, ognuna arredata con uno stile diverso. La nostra suite era un vero e proprio appartamento di lusso, con tanto di spa e palestra.
- Genny, che cosa è successo? Me lo vuoi spiegare?- gli chiesi.
- Hanno trovato il corpo di Danielino, in mezzo a certe campagne, in periferia. Sono sicuro che è stato la mano di Conte a spararlo, ma che gli posso dire, Danielino aveva davvero ucciso Russo.-
Mi spiegò che il problema peggiore era l’attenzione dei media, tre morti in meno di una settimana, era un record grave, che avrebbe attirato giornalisti e polizia.
- Marica, dopo il funerale di Danielino ce ne andiamo via.- mi disse.
Ma quasi subito dopo il funerale di Danielino, uccisero donna Imma, e mia madre era dispersa.
Il mondo per me si era fermato, mia madre era scomparsa, ma io sapevo che l’avevano uccisa. La cosa peggiore era non avere neanche un cadavere da piangere.
- Marica, amore mio! Ho saputo chi è l’infame! Ora tu mi devi giurare che parti. Ti lascio una borsa con 500.000 euro dentro, tu versali a poco alla volta sul tuo conto, poi prenota un biglietto, e vola via, io ti seguirò col GPS.-  mi disse con una voce funerea.
- No, io voglio restare con te.- gli risposi, ma lui era fermo sulla sua decisione.
- La situazione è pericolosissima, amore mio. Non posso rischiare la tua vita così. Ciro è pronto a tutto per colpirmi, e se scoprisse di noi, tu sei morta.- mi disse abbracciandomi.
- E tu dove andrai?- gli chiesi.
- Nelle vele, coi ragazzi. Dobbiamo trovare Ciro e farlo fuori, poi ci occuperemo di Conte.- gli strinsi le mani con tutta la forza che avevo per non fargli sentire che stavo tremando. Quella sera restammo a letto, vestiti, abbracciati stretti, come se ci volessimo riempire le braccia l’uno dell’altro, prima di dividerci e rivederci dopo tanto tempo.
Lui mi fece promettere di andare via più di una volta. Ma io non lo stetti a sentire. Ruppi il ciondolo col GPS, avevo altro in mente.
Contattai un vecchio del clan, uno dei pochi che era sfuggito all’ira di Genny, presi appuntamento con lui. Dovevo portare avanti la mia idea, era l’unico modo per far ragionare Genny,  mettere pace con Conte e trattare quell’infame di Ciro per quello che era.
- Ma che bella piccerella! Da dove sei uscita tu?- mi disse il sicario.
- Io sono Marica, la figlia della cameriera di donna Imma, e la fidanzata di Genny Savastano.- gli risposi.
- Genny è ricchione, piccerè! A chi vuoi sfottere?- mi prese in giro, ma io alzai la mano e gli mostrai l’anello. Era lo stesso anello di fidanzamento che don Pietro aveva regalato a donna Imma prima di sposarsi, e lo sapeva ogni componente del clan.
- Genny non è ricchione. Ha promesso a me che non avrebbe toccato più nessuna donna.- gli dissi.
- Embè? E mo da me che vuoi?- mi chiese.
- Voglio a don Pietro fuori da carcere!- gli dissi.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Gomorra / Vai alla pagina dell'autore: altaira