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Autore: Setsuka    02/10/2008    6 recensioni
Ero certo di odiare quel bastardo nazi-fascista di Eric Cartman. Con tutto il cuore, con tutta l'anima, visceralmente, lo odiavo.
D'altro canto è pur vero che la certezza è nemica invidiosa della verità. C'erano altre certezze che tenevo silenziose, coperte con vergogna nel mio cuore.
...Stan? Andresti a spaccare la faccia a quel coglione di Cartman che sta flirtando con Butters in quel modo indecente?
Questo vorrei dire, ma non ho il coraggio.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Butters Stotch, Eric Cartman, Kyle Broflovski, Stan Marsh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hollow

Questa fanfiction doveva essere per un concorso, ma alla fine tra che la trovavo indegna e poi altri problemi di organizzazione, per fortuna non ha partecipato XD
Però per partecipare l'ho dovuta adattare a song-fiction prima e grazie al mio fattore C -che ogni tanto funziona- ho trovato alla seconda ricerca una canzone che ho trovato molto adatta per la storia e... spero vi piaccia.
Forse non è quello che molti di voi si aspettano, anche perchè essa era stata concepita come la prima parte di una storia più lunga, ma credetemi, se avessi continuato e realizzato la seconda parte mi avreste davvero odiato e a fine fanfiction troverete scritto il motivo e la traduzione della canzone.
Per il momento vi auguro buona lettura.



Prompt#: 004. Insides
Warning: slash
Pairing: Kyle/Eric/Butters



 H o l l o w  





Non si dovrebbero avere certezze nella vita. Eppure ogni essere umano ha qualcosa di cui non può che esserne certo.
Io ne avevo di certezze, anche se poche, ne avevo.

Ero certo di essere ebreo, che ero un sognatore animato da un forte senso di giustizia, che mi avrebbe sempre portato a far molte cazzate.
Ero certo che South Park era la cittadina più assurda del mondo, piena di strambi coglioni.
Ero certo che Stanley Marsh sarebbe sempre stato il mio migliore amico e non avrebbe mai amato altra donna all'infuori di Wendy Testaburger.
Ero certo che il mio amico Kenny sarebbe sempre stato un inguaribile pervertito.
Ero certo di essere gay, l' avevo scoperto a quattordici anni.
E soprattutto ero certo di odiare quel bastardo nazi-fascista di Eric Cartman. Con tutto il cuore, con tutta l'anima, visceralmente, lo odiavo.

D'altro canto è pur vero che la certezza è nemica invidiosa della verità.
C'erano altre certezze che tenevo silenziose, coperte con vergogna nel mio cuore.


+

Run, desire, run, this sexual being
Run him like a blade to and trough the heart

+


Odiavo tanto Eric Cartman, quanto lo amavo. Si cazzo, ne ero innamorato, da ben tre anni e quel pezzo di merda lo sapeva. Perché certamente ci eravamo baciati, quanto certamente gli avevo confessato che mi piaceva, perché ero certo fosse cambiato -e non solo esteriormente- e... per metà avevo ragione: si atteggiava da figo essendo consapevole di esserlo, dichiarava di essere bisessuale e mostrava attenzioni diverse ( quanto diverse dal passato? ) nei miei confronti, si mostrava uno studente -quasi- modello e... io ingenuo sognatore, fiducioso in quel cambiamento... ci caddi. Fece leva sui miei sentimenti, su ciò che amavo e si fece amare a sua volta.



+

No conscience, one motive…

+



Se solo fossi stato più sospettoso, se solo fossi stato più furbo non mi sarei mai innamorato di lui, mai sarei caduto nella sua trappola che mi avrebbe portato all'auto-umiliazione e alla derisione.
Era cambiato, si, aveva imparato a mentire, aveva imparato ad esser ancora più bastardo, aveva imparato a farmi male.
C'era una parte di me però che ancora credeva oltre le sue bugie ci fosse altro, che oltre la sua bastardaggine si nascondesse... amore. Per me. E probabilmente ero solo un'idiota, ma... non lo capivo. Ogni volta cercava in ogni modo di farmi ingelosire, trovava il modo di avere i riflettori puntati su di lui, non teneva affatto nascosta la sua momentanea fiamma -soprattutto doveva mostrarla a me- e... a che prezzo? Si, provava piacere ad umiliarmi, a farmi incazzare, ma che senso aveva poi venirmi a stuzzicare con complimenti, fastidiose carezze e rubarmi baci?
Ero certo d'odiarlo con ogni fibra del mio essere e allo stesso tempo -follemente- d'amarlo.

+

To cater to the hollow

+



...quanto avrei voluto strangolarlo quando mi derideva
... quanto avrei voluto impedire al mio cuore di palpitare in quel modo ogni volta che mi baciava a tradimento.
...quanto avrei voluto infilzargli un pugnale in petto quando sputava sui miei sentimenti.
...quanto avrei voluto che per umiliarmi mi violentasse.


+

Screaming feed me, fill me up again
Temporarily pacify this hungering.

+




Ed era da più di un anno che andava avanti questa assurda storia, che quel figlio di puttana mi ferisse in quel modo.
Forse era destino che mi innamorassi di lui e che lo odiassi, come da bambino lo odiavo ed ero suo amico, ma probabilmente come diceva un filosofo, mi pare fosse Schopenhauer, "ciò che la gente , comunemente, chiama destino è, per lo più, soltanto l'insieme delle sciocchezze che essa commette"
Quando lessi questa frase durante una lezione di filosofia, ricordo che uscii via dall'aula, a piangere alla toilette. Perché odiavo la mia stupidità con tutto me stesso.

Quanto odiavo ogni mattina cadere in queste riflessioni filosofiche-emo che erano assolutamente controproducenti, soprattutto quando alle prime due ore hai lezione -con interrogazione- d'algebra.
 
< Kyle, mi faresti un favore? > Mi domanda Stan che sta prendendo i suoi libri dal suo armadietto, poco distante dal mio.

Me lo faresti tu uno, Stan? Andresti a spaccare la faccia a quel coglione di Cartman che sta flirtando con Butters in quel modo indecente?
Questo vorrei dire, ma non ho il coraggio.

< Si, dimmi amico > ma come fa Butters ad essere così coglione?
< Andresti volontario ad algebra? >
< Mhh... > tento di rispondere a Stan, ma cazzo, non riesco a non lanciare delle occhiate sfuggenti d'odio nella direzione di... quei due.  < ...si > 
< Kyle? > forse a Butters piace davvero Cartman, però... non capisce che lui ne sta approfittando? < Ehi amico? >
< Che c'è Stan?! > rispondo scocciato. Cazzo, invece di chiamarmi non potrebbe dirmi quello che ha da dire? E' così difficile?
< Ma che stai...? > arrossendo fingo d'esser impegnato nello scegliere il libro per la lezione e soprattutto fingo che in fondo al corridoio non abbia notato la presenza di Cartman e Butters.
< Cazzo, ma dov'è Algebra volume C? >
< ... ah, capisco... Cartman >
< Cartman? Che c'entra quel coglione con la matematica? > domando con tono indifferente. < ... Volume B... D... ma il C dov'è? >
< Kyle! > mi richiama costringendolo a guardarlo. Il suo sguardo è severo e io gli rispondo acido.
< Che c'è! >
< Hai in mano il Volume C di Algebra! > che figura di merda.
< Ah... che distratto... scusa è che sono teso per l'interrogazione di Storia >
< C'è giovedì Storia, Kyle >
< S-si... lo so... > e lui sospira seccato.
< Cazzo  bello, ma che te ne frega di quello stronzo?! > per fortuna Eric e Butters sono abbastanza  lontani da non sentire l'esclamazione scocciata del mio migliore amico.
< Niente! Non me ne frega proprio niente! > finisco per sbattere violentemente l'armadietto e allontanarmi e ho il presentimento che Cartman abbia sentito questo.
< Kyle! ... Aspetta! > si mette a gridare nei corridoi, mettendomi in imbarazzo.
  
Prima d'entrare in classe mi auguro che questo giornata di studio sia più lunga delle altre e più impegnativa, avere la mente libera è un male, il cervello non fa che produrre pensieri stupidi e ricordi dolorosi, se penso però che ora devo essere interrogato in Algebra e mi pongo l'obbiettivo di prendere almeno una stupida B, la mente caccia via ogni pensiero riguardante Cartman e... sto bene...

...E' mezzogiorno in punto quando lascio l'aula di Fisica. Uscita anticipata, motivo scritto e firmata sul libretto studentesco: salute, un fortissimo mal di testa. Causa reale: l'esistenza di Eric Cartman.
Finita l'interrogazione della prima ora -con un'inaspettata A, ma solo perché avevo tantissima voglia di parlare e non tornare al posto- una volta finite le prime ore di lezione mi ero trovato con la mente fastidiosamente sgombra da ogni pensiero e le lezioni di Arte e Storia non erano riuscite a tenermi concentrato ed attento, anche perché nell'aula di Arte ebbi come compagno di banco Butters.
Perché diavolo avevo scelto di seguire i corsi di quella noiosissima materia anche quell'anno? Poi ricordai che l'avevo fatto per non esser nella stessa classe di Spagnolo con Cartman.
Purtroppo non avevo potuto evitare le lezioni di Storia con Cartman, in alternativa c'era Economia domestica e stare con una classe quasi tutta al femminile e fare la figura della femminuccia non ne avevo voglia.
Averlo davanti al mio banco mi aveva innervosito e so che l'aveva fatto a posta, lo stronzo. Per questo al cambio dell'ora fui il primo ad uscire dall'aula, solo che non avevo voglia di fare Fisica, ero... nervoso, confuso, con un chiodo fisso nella testa, non in grado di seguire una lezione su una materia complessa come quella.


+

So, grow, libido, throw dominoes
Of indiscretions down.

+



Mi ritrovavo al mio armadietto a prendere le mie cose e a posare i libri di Storia e una voce -che sentivo costantemente nei miei pensieri- la sento dietro di me.

< Lo studente modello che scappa via da scuola. Come mai? Appuntamento con qualche tuo amichetto hippie? Mhh... no, impossibile. Non dopo la divertente scenata di gelosia di stamattina >

Mi ripeto velocemente nella testa un comando: Non guardarlo. Ignoralo o mandalo a fanculo.
Con un passo è al mio fianco.

< Che cazzo vuoi Cartman? > Lo guardo furioso sbattendo lo sportello dell'armadietto.

Che persona coerente che sono.

< Non pensare che sono qui per te, anche se ti piacerebbe >

Come vorrei spaccargli la faccia in questo momento

< Ho un'ora buca, ti ho sentito e ho pensato: Perché non andarsi a congratulare per il divertente spettacolo di stamattina? ... ed eccomi qui, a congratularmi con appassionata ammirazione. Sei un comico nato, Kahl, in coppia con Stan poi fate faville. Giuro che insieme state benissimo, in tutti i sensi. Forse dovresti prendere in considerazione questo consiglio, invece che continuare a sbavarmi dietro, lo dico per te >

Le sue parole sono state come una sequenza di pugni incassati in pieno stomaco. Perché mi fa questo?
Ma sono abbastanza forte da non far trasparire quello che provo, abbastanza forte da non avere gli occhi lucidi e guardarlo con ostilità.

< Che cazzo vuoi? > Ripeto scandendo acidamente ogni sillaba.
< Uhm... fammici pensare... > Mentre lui continua la sua farsa, cerco d'allontanarmi.

Un passo e mi blocca, afferra saldamente il mio polso, a causa di un gesto agile, accompagnato da adeguata forza, mi ritrovo con le spalle contro l'armadietto.
Vicino, a pochi centimetri da lui; e quel dannato muscolo cardiaco inizia a farmi male per la violenza con cui pompa il sangue.

< Voglio un bacio >

Non è una richiesta.


+

Falling aroud in circles
Costantly consuming
Conquer and devour

+



Mi blocca i polsi con fermezza mentre mi bacia con... dolcezza... così potrei definirlo quel gesto se fosse sincero, se solo non fosse una trappola per spingermi a rispondere. Lo conosco bene.
Occhi chiusi, movimenti lenti, distanze poco più che nulle, dita che con fare distratto mi accarezzano il palmo, leggeri morsi sulle labbra; una recita perfetta: come posso non odiarlo?
E anch'io recito nel divincolarmi con davvero poca convinzione, il mio corpo sta diventando davvero un pessimo attore col passare del tempo.
Ed eccolo ancora più bastardo nel momento che aumenta la profondità di quel contatto, l'adrenalina corre nelle mie vene come impazzita, ma insisto col non rispondere, l'orgoglio me lo vieta. Mi libera una mano, il suo corpo s'avvicina al mio mentre prego Abramo di non farmi avere un'erezione, ho un braccio libero, posso allontanarlo ma quando sento la sua mano sulla mia guancia non riesco a reagire e chiudo gli occhi godendomi quel contatto.
Lo odio davvero quando fa così.
Le dita della sua mano scendono sul collo, lo accarezzano.
Lascio perdere le mie preghiere ormai diventate bestemmie e rispondo titubante, nonostante sappia che sia la cosa sbagliata. Adesso odio anche me stesso, ma ormai la razionalità l' ho accantonata, mi perdo in quel gesto e solo questo m'importa.



+

It’s time to bring this fire down.
Bridle all this indiscretions
Long enough to edify and permanently fill this hollow.

+




Cartman e Butters... dovrei ancora crederci?

Ora rispondo con decisione e rabbia, stringendo sotto le mani il tessuto della sua camicia.
La bile è in circolo e mi fa male, il respiro è ormai corto, ma vorrei davvero finisse... solo per lui...
In un certo senso la rabbia fa ritornare la mia razionalità e con la forza di essa allontano Cartman, sul quale volto si distende un ghigno.

< Sei migliorato dall'ultima volta >
< Perché cazzo prendi in giro Butters? > Ignoro le sue parole.
< Come? >
< Perché lo prendi in giro? I suoi sentimenti sono sinceri e tu vai a fare lo stronzo con chi ti capita a tiro >
< Prenderlo in giro dici? Credo proprio che ti sbagli. Temo proprio che non sia lui ad esser preso in giro >

Un attimo.
Una fitta.
Non fare una figura di merda davanti a lui mi ripeto mentalmente, anche se... fa male...

< Va all'inferno Cartman! >
< Non sono ebreo >
< Fottiti! > Mi allontano con passo svelto dandogli le spalle.
< Oh-Oh... l'ebreo si è incazzato e va piangere dalla sua mammina ora > In risposta mi volto mostrando i miei occhi limpidi.
< Piangere per chi pezzo di merda?! Mi credi innamorato di te per dire questo? La verità è che hai bisogno di sentirti accettato da qualsiasi essere vivente, fare il fighetto in giro ti fa credere di non esser più il sociopatico di una volta, che Butters ti stia vicino ti fa credere di non esser solo, ma la verità è che sei solo, perché il vero Eric Cartman tu non lo mostri a nessuno, nemmeno tu sai chi cazzo sei, ma se fai il bulletto il giro, giocando con la gente, ti convinci di essere amato! >

Urlavo con tutto il fiato che avevo nei polmoni, dovevano fargli male quelle parole.

< E' così disperato il tuo bisogno d'amore? Ti fa davvero tanto male credere che il bambino obeso e stupido che eri non piaceva a nessuno? Eppure una volta ti piaceva tanto esserlo... Dì la verità: che odiavi te stesso, che stai facendo di tutto per essere diverso, magari gli altri ci cascano pure, ma chi ti conosce davvero perché ha avuto la disgrazia di starti vicino sa bene che sei sempre lo stesso. L'aspetto non conta, tu mostri a tutti di esser studioso, gentile, carino, tutto quello che non sei, ma che agli altri piace pensare. Eppure con me non sei così e nemmeno con Stan o Kenny, dimmi: ti piace recitare la parte del bravo ragazzo per ottenere un po' di considerazione... > un passo in avanti < ...per far vedere che vali qualcosa... > un altro passo < ...per mostrare che un figlio di nessuno può essere qualcuno... > ed eccomi vicino a lui.
< ...per mostrare che il figlio di una puttana può valere qualcosa e può essere amato? >


E la risposta è un pugno in pieno volto.

Perdo l'equilibrio, sto per cadere ma mi afferra per il collo della maglia, furioso.
E non posso che sorridere della sua reazione.

< Ripetilo ratto ebreo se ne hai il coraggio! >
< Sicuro di non scoppiare a piangere dopo? >

Mi guarda furioso. I suoi occhi castano chiaro sono elettrici, bellissimi, forse per questo sorrido compiaciuto.
In silenzio mi studia, mentre io ostento sicurezza e tranquillità: l'ho ferito e per questo sto bene.

Un rumore esterno s'insinua nel nostro silenzio, si volta e con una spinta mi allontana e si allontana a sua volta. Questo mi strappa il sorriso, la mia gioia si è spenta in una frazione di secondo, come si sono spente le mie emozioni.

Vuoto.

Come un bicchiere, che aspetta di esser riempito, ma che non fa altro che cadere e non infrangersi, escludendogli la possibilità di rompersi.
E mi fa rabbia, ma ho fame di quel sentimento, una fame feroce che vorrebbe divorarlo, pur di avere un brandello di lui tutto per me e non sentirmi più vuoto.
  

+

Feed me, fill me up again.
Temporarily pacify this hungering.








Si, finisce così.
Forse mi odierete, ma sappiate che se avessi continuato sarebbe diventata
Non per stomaci delicati .
Personalmente mi piace questo finale amaro e poi nella mia ultima fanfiction ci aveva rimesso Eric e credendo io nello scambio equivalente, mi è sembrato giusto che in una fanfiction ci doveva essere un
Bad end  per Kyle. Se volete mandarmi a casa la fattura per i fazzolettini di carta prego, fate pure, ormai ci ho fatto l'abitudine.



Credits:

South Park © Matt Stone & Trey Parker
The Hollow © A Perfect Circle


Traduzione canzone ( presa da www.dartagnan.ch ) :

Corre, desidera, corre, questo essere sensuale
Lui corre come una lama nel e attraverso il cuore
Nessuna coscienza, un motivo…
Saziare il vuoto.

Rit. Urlando nutrimi, riempimi di nuovo.
Temporaneamente calma questa fame.

Così cresce, libido, butta giù
Domini indiscreti
Cadendo tutto attorno in cerchi
Consumando continuamente
Conquista e divora.
È ora di spegnere questo fuoco.
Ostacolando tutte queste indiscrezioni
Lungo abbastanza da edificare e permanentemente
Riempire questo vuoto

Rit. Nutrimi, riempimi di nuovo
Temporaneamente calma questa fame.



   
 
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