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Autore: chichilina_neptune87    02/10/2008    13 recensioni
Così diversi e così uguali Mamoru e Usagi... come Chichilina e Neptune87. Una nuova avventura per due autrici diventate amiche davvero. SEGUITECI MI RACCOMANDO!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Amici e amiche rieccoci!!!
Abbiamo formato un connubio (speriamo vincente) e ci proponiamo ai vostri occhi di lettrici esperte con questa nuova storia.

Chi siamo??? Chichilina e Neptune87 pronte per servirvi!!!

No, no…non vi anticipiamo niente della storia.
 Vi diciamo solo che ci siamo divise le parti per cercare di creare qualcosa di originale, io (Chichilina) mi scriverò la parte di riguarda Mamoru e la mia adorata collega
(Neptune 87) si prenderà cura della dolce Usagi
.

Spero continuerete a seguirci in questa nuova avventura.
Bhè, io passo e chiudo e lascio spazio alla mia amica per i suoi saluti. Bacionissimi!

 

Salve a tutti gente!!!!

Eh si avete capito proprio bene! Ci siamo messe insieme per creare qualcosa.

Speriamo che da queste due menti possa uscire qualcosa di buono e soprattutto che piaccia a voi lettori!

Sulla storia come ha detto la mia collega tutto tace e tutto è avvolto nel mistero.

Confermo quello che ha detto la mia controparte sul fatto che io ( NEPTUNE 87) mi occuperò di muovere le fila della storia dalla parte di Usagi mentre  lei si occuperà della parte più maschile.

Che altro dire se non …. Buona lettura e mi raccomando seguiteci in molti che ne saremo molto felici???

Ovviamente tutto è nelle vostre mani

Bacioni a tutti voi!

 

I TUOI OCCHI, IL MIO DESTINO

 

Per il tuo cuore basta il mio petto,

per la tua libertà bastano le mie ali.

Dalla mia bocca arriverà fino in cielo.

ciò che stava sopito sulla tua anima. ...

(Neruda)

 

Cap. 1 SI COMINCIA

*Come ti immagini la vita a 35 anni? Lavoro, casa, famiglia…oppure indipendenza, avventura, esplorazione?

35 è il numero di un’ età particolare: sei adulto ma sei ancora giovane.
Sei ancora un “enne” con ben 5 anni di tempo che ti proteggono dagli “anta”.

E’ un’età dove i giochi ti interessano poco, ma gli impegni ancora meno. Magari ti puoi immaginare a quest’età come un viaggiatore del mondo, intrepido conquistatore di spazi e orizzonti. Fantastichi di avere una donna pronta ad aspettarti in ogni porto e che abbia il fantastico pregio di non volerti seguire nel porto successivo.
Suoni, colori, emozioni, ma anche pause, riflessioni, consapevolezze.

Si, più o meno era così che mi immaginavo a 35 anni quando sognavo di diventare un adulto dalla scomoda bassezza dell’adolescenza.

Poi però, una mattina ti svegli, apri (o meglio tenti di aprire) gli occhi intorpiditi, e ti ritrovi in un letto matrimoniale sfatto con una strana figura arruffata e dai contorni indefiniti, al tuo fianco.
Ti alzi per andare in bagno e distrattamente ti specchi.

Con quella barba e quei capelli scompigliati nessuna donna ti aspetterebbe in nessun porto.

Ti radi la pelle e quasi inconsciamente ti prepari per andare a lavorare. Prima però la colazione.

La brioche  alla marmellata non è la tua passione, preferisci il cioccolato, reminescenza di quell’adolescenza golosa ormai lontana, ma stai zitto…tanto sai che quell’essere arruffato che avevi trovato prima nel tuo letto continuerà a comprare quelle che piacciono a lei.

Non era sempre stato così, 7 anni di matrimonio ti tornano d’un tratto in mente mentre inzuppi quel dolce nel latte e caffè. Ti ricordi il suo modo di essere accondiscendente, il suo modo di fare la premurosa con te convincendoti che i tuoi bisogni sarebbero arrivati sempre per primi. Ti ricordi la sua promessa di non lasciarti mai solo…e poi…inzuppando quella dannatissima brioche nel latte, ti rendi conto che nessuna di quelle belle promesse è stata mantenuta.  Ti accorgi che non è stato il matrimonio che avevi  immaginato e che…ormai sono 6 mesi che non vi parlate quasi più…figuriamoci il sesso! Chi si ricorda come si fa?

 

All’improvviso però tutto cambia e due occhi neri che ti guardano da sotto il tavolo ti ricordano che infondo la tua vita non è tanto male e che qualcosa di buono nei tuoi 35 anni l’hai fatto.*

- Ciao papino!

*Eccole le parole più belle del mondo. A pronunciarle è lei la mia piccola stella, il raggio di sole della mia vita, la mia dolce Chibiusa. 3 anni è un cuore grande così. “Menomale che non ha preso da sua madre” mi viene da pensare.

Lei si attacca alle mie gambe, vuole essere presa in braccio. E come dirle di no?! *

-          Amore come stai oggi? Hai dormito bene? Sei pronta per andare al Nido con papà? I tuoi amichetti ti staranno già aspettando.

-          Si papino.

-          Hei, puoi andare tu a riprenderla a ora di pranzo? Io esco con degli amici e non torno per quell’ora.

*E’ stato un miraggio o mia moglie si è degnata di parlarmi?? Nemmeno per nome mi ha chiamato! Wow!!*

-  Si, vado io.

*Ecco che si gira e se ne va…il miraggio è già finito.

Ormai sono mesi che praticamente sto crescendo da solo questa bambina. Sembra abbia cose migliori da fare lei.

E pensare che era stata proprio lei a supplicarmi di avere un figlio. Si deve essere già stancata oltre che di me, anche di lei.

Non mi interessa, non più. Riesco a cavarmela da solo e poi…il fatto di non parlarci più è sicuramente meglio di continuare a litigare come prima.

Rea sembra diventata la mia antagonista, altro che mia moglie.

 

Prendo il mio frugoletto in braccio e andiamo in macchina. Lei ama mettersi sul suo seggiolone con le cinture. La fa sentire grande come il suo papà.

In pochi minuti siamo al nido. Mi fa sempre un po’ male lasciarla tra le braccia delle maestre ma, non posso mica portarla a lavoro con me? Cosa direbbero i miei studenti??

Per loro sono l’irreprensibile docente di archeologia dell’Università di Tokyo. Perderei in immagine tra giochini e tutine.

La mia piccola mi fa ciao con la mano. E’ bellissima.

 

Accendo la radio ma praticamente non la sento. Oggi comincia un nuovo semestre. Mi piacciono gli inizi, sono sempre carichi di speranze e buoni propositi. Speriamo di trovare qualche soggetto valido per organizzare la spedizione in Italia proposta dal rettore. L’anno scorso non si è potuto organizzarla perché non c’era nessun studente davvero idoneo e portato per la materia.

 

Sono arrivato. I corridoi dell’università a quest’ora li preferisco, non c’è tutto il casino delle ore più comode. Ogni anno mi faccio assegnare le prime ore proprio per questo motivo.

Ecco la mia aula. Chissà se ci sono molti studenti?*

 

_________________________________________________________________________

 

* Oddio cosa mi metto? Troverò qualcuno con cui parlare? Riuscirò a cavarmela da sola senza più le mie amiche?

Ma perché ho scelto la facoltà di Lettere? Potevo, che ne so, seguire il gruppo e magari iscrivermi ad architettura o ad ingegneria?

Ah già, sono un disastro in tutte quelle materie! La matematica non mi è molto amica e nel disegno sono proprio negata!

Però avere qualcuno vicino il primo giorno aiuterebbe parecchio. Entrare in una nuova fase della vita come quella dell’università è dura! In questo momento mi sento un po’ come se fossi l’agnello sacrificale da mettere sull’altare della conoscenza.

Però dai, sono riuscita ad affrontare cose peggiori di questa e me la sono sempre cavata. Possibile che ora che ho 20 anni ho paura ad andare ad una lezione da sola?

Ma che cosa c’è che non va oggi? Tutti ce l’hanno con me, anche i capelli?

Perché non vogliono stare in piega? E pensare che avevo deciso che come primo giorno li avrei lasciati liberi e li avrei sistemati semplicemente con un piccolo cerchietto.

Invece a quanto pare devo fare i miei soliti codini, mi piacciono non posso lamentarmi, però volevo dare un’immagine diversa di me il primo giorno.

E’ meglio non pensarci ora, anche perché se continuo così faccio sicuramente tardi e questo non è certo quello che voglio!

Alla fine ce l’ho fatta a prepararmi, un veloce controllo dopo alla borsa e finalmente esco senza salutare nessuno.

Mi accorgo che nel preciso momento in cui esco, il bus che mi deve portare all’università, passa alla mia fermata.

Ti prego, ti prego, aspettami non fare come al solito che chiudi le porte mentre io arrivo di fronte a te!

Cavolo, adesso parlo pure con un autobus??!!
Sembra però che le mie suppliche siano state ascoltate e dopo una corsa da lasciarmi senza fiato riesco a salire sul mezzo.

- Grazie!- dico al conducente, praticamente con l’unico soffio d’aria che improvvisamente si è affacciato nei miei polmoni.

Mi metto a sedere in un posto circa a metà della vettura e metto le cuffiette nelle orecchie.

La musica mi ha sempre rilassato prima di ogni momento importante o comunque durante le situazioni di agitazione, e direi che questa è sicuramente una di queste!

Mentre riprendo fiato, controllo che tutto in me sia a posto.

E’ passata circa mezz’ora da quando sono partita ed improvvisamente all’orizzonte vedo la struttura massiccia dell’università! La mia nuova casa!

L’agitazione che poco prima ero riuscita a far scemare, ecco che si presenta nuovamente e forse anche più forte di prima!

Prendo in mano gli orari delle lezioni e scorro la lista………. Dunque inizio con quale lezione??……. Mmmmmm…. Ah si!  “ Archeologia occidentale!”

E vai !! Almeno comincio con qualcosa che mi piace! Mi ha sempre affascinato questa parte della storia dell’arte , non so come spiegarmelo però,… l’idea dello scavo, l’idea di scoprire cose ignote alla maggior parte delle persone e che vengono poi ritrovate da me…. Che le posso toccare, spolverare, avere tra le mani oggetti di circa 1000 anni prima ma anche più antichi,…bhè la trovo una cosa davvero emozionante!

Spero solo che il prof sia simpatico e non di quelli che magari si vedono a volte nei film, anziani, racchi e cattivi!

Guardo l’orologio e quasi mi viene da piangere per l’emozione!!!

Per una volta nella mia vita sono in perfetto orario!!!! Oddio questo è un segno del destino!! Vorrà dire che sto crescendo e che finalmente sono cambiata?
Speriamo và!

Scendo dalla vettura e con il cuore che mi batte a mille, metto finalmente piede per la prima volta nell’ateneo.

Tutto mi sembra così strano, percepisco un’aria diversa da quella che si respira al liceo, non saprei spiegare la sensazione che sto provando in questo momento: è come se mi trovassi in un mondo lontano da me ma di cui, allo stesso tempo, sento già di far parte.

Rimango per un tempo indefinito a squadrare tutto quello che mi capita sotto gli occhi, qualsiasi cosa mi affascina e mi rapisce. Poi come risvegliatami da un sogno, mi accorgo che devo entrare in aula per seguire la lezione.

Guardo veloce il video di fronte a me che mostra gli insegnamenti del giorno insieme alle relative aule….

Dunque la mia è……. Ah, bene: Aula 18!!!

Si ma dove sarà questa benedetta aula? Mi guardo attorno ancora un po’ spaesata, poi noto delle indicazioni sul muro e seguo le frecce.

In men che non si dica, mi ritrovo davanti ad una porta con sopra scritto “Aula 18”

E’ questa!! Ora posso entrare!

Apro l’uscio e mi ritrovo davanti una sala molto spaziosa e con i banchi sistemati in gradinate e sedie fisse di cui si muove solo il seggiolino.

E ora dove mi siedo? Al centro? In fondo? No magari lì no, potrei dare una brutta impressione!

Alla fine opto per la prima fila, almeno se devo visionare qualcosa riuscirò a vederla meglio, certo non lo faccio per passare come una di quelle che sa tutto e che è una super studiosa!

Passano pochi minuti e finalmente vedo aprirsi la porta vicino alla mia fila di sedie …è arrivato il prof.!

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-    Bene ragazzi, oggi comincia il corso di archeologia occidentale. Io sono Mamoru  Chiba il professore che vi accompagnerà durante tutto il corso e che sceglierà tra di voi, alla fine delle lezioni un’assistente e un gruppo di fortunati che lo accompagneranno a toccare con mano quanto studiato in questo corso.                             

*Che strana acconciatura quella ragazza. È seduta al prima banco ma non mi da proprio l’idea di una secchiona. E’ carina però…ha un’aria buffa.*

  
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