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Autore: elfetta08    02/10/2008    2 recensioni
"-Buonanotte, Ville- sussurrai nelle tenebre della mia camera da letto prima di chiudere gli occhi e perdermi nei sogni. Sogni che sapevano di mare, di canti, di spiaggia."
A volte un incontro può cambiare la tua vita e quella di chi ti sta intorno. Elise, una giovane giornalista, prova questo cambiamento sulla sua pelle: un articolo di troppo, il doppio carattere di un cantante famoso e un sentimento forte come l'amore la fanno da padrone.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Moon Kissed The Sun

-WHERE IS VILLE?
La notte. La luna. Le stelle. Mi sedetti sulla spiaggia, raccogliendo le gambe contro il petto e rimanendo a fissare il mare. Lasciai tutti i miei problemi alle spalle, concentrandomi solo sul rumore delle onde che mi invitavano ad abbandonare ogni esitazione e di buttarmi in acqua per smettere di essere la giornalista sempre alla ricerca di uno scoop decente. Ma per me era impossibile, il mio lavoro era tutto quello che avevo.
Tolsi velocemente le All Star e mi avvicinai cautamente all’acqua, sfiorandone la superficie gelida con un piede. Sospirai profondamente e con passo deciso avanzai, fino a sentirmi gelare le caviglie.
Chiusi gli occhi, godendomi il canto del mare che si mischiava a quello del vento in un armonia silenziosa ma coinvolgente. Percepivo l’odore salmastro di quel posto incantevole, la sabbia bagnata sotto ai miei piedi e un piacevole brivido corrermi lungo la schiena.
Quell’atmosfera venne spezzata da un paio di note di chissà quale canzone.
Erano taglienti e affilate come coltelli, avevano destato la mia curiosità di giornalista.
Continuai a camminare sulla riva e l’acqua arrivava alle mie impronte cancellandole, come se io non fossi mai esistita.
Ma per eliminare ventiquattro anni di esistenza non bastava così poco.
Superai una piccola roccia senza difficoltà e avvistai un piccolo falò che illuminava l’area circostante a lui… e anche il misterioso artista.
Lo guardai meglio: si capiva chiaramente che qualcosa lo affliggeva e che lo faceva stare male.
Nessuna lacrima solcava il suo viso, ma piangevano le note che strimpellava alla chitarra, piangevano le parole d’amore che sussurrava al vento e che prontamente venivano portate lontane, trascinate sulle onde e affondavano assieme al suo cuore.
Inconsciamente mi avvicinai a lui.
Alzò lo sguardo su di me, continuando a suonare e a cantare, sprigionando la sua sofferenza. Mi fece un cenno con il capo e mi sedetti davanti a lui.

“I see the seasons changing
And in the heart of this autumn I fall
With the leaves from the trees…
I play dead…”

La sua voce era un semplice sussurro, una richiesta d’aiuto e di amore che mi colpiva il cuore anche se non lo conoscevo.
Il suo canto andò ad affievolirsi, fino a diventare un semplice ricordo impresso sulla sabbia, tra le onde. Puntò i suoi occhi verdi nei miei. Divennero lucidi.
-Ciao- disse a bassa voce, portandosi una mano sul viso in un tentativo di asciugarsi le lacrime che volevano scivolare sulle sue guance per potersi finalmente liberare dal peso che gravava sul suo cuore.
-Ciao…- abbozzai un sorriso -Scusami, non volevo interromperti-
Lui prese una sigaretta dal pacchetto che teneva nella tasca del cappotto e se la portò alle labbra con un gesto lento, svogliato e meccanico.
-Forse è stato meglio così- anche lui sorrise, ma era un sorriso forzato, pieno di malinconia, di tristezza, di un amore che non era finito bene, di un amore che anche questa volta l’aveva pugnalato. E mi sentii dispiaciuta per lui.
La sua mano sciolse un piccolo nodo fatto alla sciarpa che portava al collo. Era chiaramente da donna, era di un viola chiaro, tenue e delicato, per niente adatto ad un uomo come lui.
Con lentezza la fece scivolare via dal suo collo, stringendola tra le dita, guardandola e con quello che mi sembrava rimpianto, la gettò nel fuoco che la inghiottì e bruciò i ricordi che lo ferivano.
-Rimarresti qui ancora un po’?- mi domandò con aria afflitta, sedendosi di nuovo per terra, cercando le conchiglie e scavando tra la sabbia con le dita come un bambino.
Era più che evidente che non voleva rimanere solo, la sua voce risuonava come una supplica che non potei ignorare.
Annuii e anche io mossi i piccoli granelli di sabbia dorata, facendola cadere lentamente a terra come il tempo che scorre, come una clessidra appena capovolta.
Il ragazzo si alzò da terra poco dopo e passandomi accanto, lasciò cadere una bella conchiglia a pettine, rosa pallido, lucido.
-Grazie per la compagnia-sussurrò riprendendo la sua chitarra in mano e sparendo nel buio del bosco, il buio lontano della notte.
Mi rigirai tra le mani la conchiglietta che il ragazzo mi aveva dato, fino a quando la mia attenzione venne catturata da una scritta cancellata per metà, fatta sulla sabbia. Tutto ciò che si poteva leggere era “J” e “Ville”. Il resto della frase era cancellato dalle sue impronte, era stato cancellata con forza, forse come voleva che accadesse nella sua mente e nel suo cuore.
Appena tornai a casa, il sonno non era presente nemmeno in minima traccia e così, ancora affascinata dal ragazzo, scrissi un articolo su di lui.
Descrissi il mare, la canzone piena di malinconia, gli occhi verdi pieni di lacrime che non accennavano a mostrarsi, alla scritta forse indecifrabile per molti, me compresa.
Intitolai il mio articolo “Where is Ville?” con la speranza che quel ragazzo così misterioso mi contattasse, mi cercasse, che scambiasse ancora i frammenti della sua vita con me.
Salvai il testo appena scritto su di un dischetto e poi mi catapultai in redazione, veloce come un fulmine, con mille pensieri riguardanti quella particolare serata che mi turbinavano nella mente.
-Che ci fai qui, Elise?- mi domandò Matti, uno dei redattori che stava lavorando ad uno dei suoi soliti pezzi sulla musica metal.
-Vorrei che ci fosse anche questo sull’edizione di oggi- risposi mettendo il disco nel suo computer portatile e facendogli leggere quello che avevo appena sfornato.
Matti strabuzzò gli occhi più volte durante la lettura, mostrava un espressione stupita e interessata allo stesso tempo. Si accese un paio di sigarette, lo lesse e rilesse più volte.
-Questo va in stampa- disse alla fine, guardandomi con i suoi occhi azzurri.
Sorrisi.
-Grazie Matti! Sei il miglior redattore del mondo- dissi sorridendo di nuovo e mettendogli le braccia intorno al collo. Sorrise anche lui, dandomi un bacio sulle labbra.
-Torna a casa, amore. Ci vediamo appena torno- disse infine. Ubbidii e canticchiando la canzone che cantava il mio misterioso ragazzo, mi avviai verso casa, senza smettere nemmeno una volta di pensare a lui.
Mi chiedevo se mai l’avrei conosciuto. Mi chiedevo se avremmo mai avuto un filo invisibile che univa la metà delle persone senza che esse lo sapessero.
-Buonanotte, Ville- sussurrai nelle tenebre della mia camera da letto prima di chiudere gli occhi e perdermi nei sogni. Sogni che sapevano di mare, di canti, di spiaggia.



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Eccomi qui con qualcosa di nuovo. E’ ormai inutile fare dei giri di parole, ovviamente spero che recensiate, che possiate appassionarvi alla fanfic.
Solo un paio di cosette vorrei chiarire prima di ricevere critiche o quant’altro:
1)Non conosco Ville, non mi appartiene, non seguo assiduamente ogni suo movimento [ovvero non seguo tour, interviste, non mi interessa sapere vita, morte e miracoli su di lui, nonostante lo stimi davvero molto sia come cantante sia come uomo (e che uomo XD)]
2)Nel caso la mia fanfic riscontri delle somiglianze con altre, sappiate che non è un tentativo di plagio. Tutto nasce dalla mia mente ^^
  
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