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Autore: Kathryn Krystine    17/09/2014    0 recensioni
"Una ruga di confusione andò formandosi al centro della fronte di Kameron. Tra tutti gli scenari  bizzarri che si era immaginato, quello della sua migliore amica che giocava a fare l’equilibrista sopra il massiccio tavolo da cucina era decisamente l’ultima cosa possibile.
(...) Il piede di Kameron, mosso per compiere qualche passo verso il mobile su cui sedeva Pan, si fermò a mezz’aria. Nel vederlo in quella posa ridicola, Pan ridacchiò sotto i baffi.
“Scusa, è che stavi per calpestarlo.”
Calpestare
cosa?
“C’è un topo lì sul pavimento. Credo stia aspettando che scenda dalla sedia per azzannarmi i piedi.”

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Storia scritta per il contest "Megalomania Momentanea" indetto da Yvaine0, è basata sui personaggi della sua storia "Cows and Jeans" ma può essere letta anche senza conoscere l'opera di origine.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Le verità del topo
 

La prima cosa che Kameron notò, appena sceso dal suo pick-up, fu che casa Fletcher quel giorno era fin troppo silenziosa. Non solo non si vedevano nei dintorni né il vecchio Abe né Dean (fin qui tutto normale: potevano essere andati in paese a fare qualche commissione), ma persino gli animali della fattoria sembravano essersi adeguati a quel bizzarro silenzio, e se ne stavano quieti quieti nei loro spazi, senza emettere verso. Non si sentivano nemmeno i soliti rombi di aspirapolvere o scrosci di acqua, dovuti alle pulizie che Pan era solita fare a quell’ora.
Strano. Eppure, quando la sera prima aveva telefonato per avvertirla della sua visita, l’amica gli aveva assicurato che sarebbe stata in casa...

Il ragazzo si avvicinò con circospezione all’abitazione, indeciso se farsi avanti o restare sulla soglia e aspettare che qualcuno si facesse vivo. Ma quando giunse a pochi metri dalla porta principale poté constatare che questa era stranamente socchiusa.
Eppure nessuno lascia mai la porta aperta qui... ” rifletté il ragazzo. Che fosse successo qualcosa? Magari erano entrati dei ladri e avevano preso in ostaggio tutta la famiglia?
Naaah, impossibile. Se in giro c’era Dean di buon umore come al solito, saranno stati i ladri a spaventarsi e a consegnare spontaneamente i loro portafogli.”
Soddisfatto della propria battuta, Kameron ridacchiò tra sé per qualche istante, dopodiché si decise a varcare la soglia di casa Fletcher e scoprire il motivo di tanto silenzio.
PAAAAN! C’è nessuno? Ho portato ad Abe un paio di sacchi del mangime che aveva chiesto!” esclamò ad alta voce in modo che, se per caso c’erano davvero dei ladri, avvertissero la presenza di un estraneo e andassero via.
Ma la voce che giunse fioca dalla cucina non era quella di un ladro, anzi, era decisamente familiare.
Kam? Sei tu?”
Sì, si trattava senza dubbio di Pan. Era in casa, quindi. Perché non veniva fuori dal suo nascondiglio per andare a salutarlo?
Ovvio che sono io” rispose allora.Ma dove ti sei cacciata? Vieni fuori, così mi dai una mano a scaricare i sacchi!”
Io... Non posso uscire!” pigolò la voce dalla cucina.
Oh, ora sì che era tutto più chiaro. E perché? Dì la verità, pigrona, è che non hai voglia di aiutarmi!”
Il tono piccato con cui Pan gli rispose gli fece capire che non aveva apprezzato la sua sottile ironia.
Non dire cavolate. Io...” La ragazza sospirò. Insomma, vieni qui e guarda con i tuoi occhi!” finì, in tono quasi rassegnato.
Kameron si strinse nelle spalle. Ci stava capendo, se possibile, ancora meno di prima. Che cosa poteva essere che tratteneva Pan nella cucina? Forse aveva escluso troppo presto l’ipotesi dei ladri? Beh, c’era un solo modo per scoprirlo. Il ragazzo si avviò verso la stanza da cui proveniva la voce di Pan, attraversando il piccolo ingresso e il corridoio fresco a causa dell’aria del mattino.
La porta della cucina era anch’essa socchiusa, come l’ingresso. Se non fosse stato per il tono preoccupato della voce di Pan, Kam avrebbe iniziato a sospettare che si trattava di uno scherzo.
Eccomi qui, madamigella...” esordì con fare teatrale, e aprì lentamente la porta della cucina, concedendosi qualche secondo di fermo sulla soglia per esaminare la stanza prima di entrarci.
E sarebbe stato tutto perfettamente normale se non fosse stato per Pan, che nell’altro lato della stanza se ne stava beatamente seduta su di una sedia piazzata sopra il tavolo.

Una ruga di confusione andò formandosi al centro della fronte di Kameron. Tra tutti gli scenari  bizzarri che si era immaginato, quello della sua migliore amica che giocava a fare l’equilibrista sopra il massiccio tavolo da cucina era decisamente l’ultima cosa possibile. Eppure era lì, davanti ai suoi occhi, appollaiata su una delle sedie che solitamente venivano disposte attorno al tavolo.
Pan, all’alto del suo trono improvvisato, lo guardava con un’espressione di sollievo stampata sul viso. Meno male che sei arrivato!” sospirò. Il nonno e Dean sono usciti per andare in paese, e in casa non c’era nessun altro che potesse... ATTENTO, FERMATI!”
Il piede di Kameron, mosso per compiere qualche passo verso il mobile su cui sedeva Pan, si fermò a mezz’aria. Nel vederlo in quella posa ridicola, Pan ridacchiò sotto i baffi.
Scusa, è che stavi per calpestarlo.”
Calpestare cosa?
C’è un topo lì sul pavimento. Credo stia aspettando che scenda dalla sedia per azzannarmi i piedi.”
Il ragazzo buttò un’occhiata veloce al pavimento. In effetti c’era una cosetta rosa, accucciata immobile proprio nel punto in cui stava per poggiare il piede. Doveva essere un topo addormentato... E Pan aveva fatto tutta quella scena per un misero topolino di campagna? Insomma, viveva da mesi in una fattoria in cui era facile imbattersi in bisce feroci, ragni giganteschi e galli assatanati (no, sul serio: uno di loro aveva ferocemente beccato Kam una volta che gli aveva allungato la mano per gettargli qualche briciola di cibo. Da allora si detestavano cordialmente.) e aveva paura di un... topo?
Pur sapendo che così facendo avrebbe attirato su di sé l’ira della ragazza, Kameron non riuscì a non scoppiare a ridere. Quell’aria sconvolta... L’accampamento in cima al tavolo... Tutto per un minuscolo roditore.
Sghignazzava di gusto ormai da qualche minuto, quando una Pan decisamente imbronciata lo richiamò all’ordine.
Bene, ora che ti sei divertito alle mie spalle ti dispiacerebbe aiutarmi? Io non mi muovo di qui finché quella cosa  rimane nella mia cucina.” sbottò. Lo scoppio d’ilarità dell’amico non sembrava esserle piaciuto granché.
Il suo palese imbarazzo fece quasi tenerezza a Kameron. Non capitava spesso che Pan, solitamente decisa e sicura di sé, lasciasse trasparire il suo lato più timido.
Con un’ultima risatina, Kam recuperò finalmente il controllo di sé.  
D’accordo, ora lo porto fuori.” concesse senza discutere ulteriormente, e si inchinò per prendere in mano la bestiola e andare a liberarla nei campi.


*


Fin dalla prima occhiata capì che in quel topo c’era qualcosa di sbagliato.
Inizialmente non ci aveva badato molto, distratto com’era dal nuovo posto a tavola di Pan. Ma ora che ce l’aveva tra le mani e lo osservava attentamente poteva notare che, pur standogli comodamente tra i palmi, l’animaletto era un po’ troppo grande per essere un topo.  Anche i due dentoni che sporgevano dal muso rosa erano decisamente sproporzionati rispetto ad un qualunque roditore di campagna. Per non parlare della coda, che di solito nei topi era lunga e scura, mentre alla bestiolina mancava. O meglio, l’aveva, ma era una sorta di mozzicone di una coda normale.
E poi i topi avevano il pelo nero, o perlomeno grigio. Magari qualcuno diventava un po’ spelacchiato se si azzuffava con altri roditori, ma comunque Kam non aveva mai visto un topo completamente glabro, come invece era la creatura che teneva in mano.
Le zampette robuste e dotate di unghie lunghe furono la prova finale: quella cosa che aveva tanto spaventato Pan decisamente non era un topo.
Facendo molta attenzione, Kameron strinse appena l’animale tra le mani per impedirgli di scivolare per sbaglio, e si avvicinò a Pan per mostrargli la sua scoperta.
Che fai?” esclamò lei, un’espressione terrorizzata sul viso, mentre si ritraeva più che poteva sulla sedia.Non volevo quel topo sul pavimento, e ti pare che possa volerlo sul tavolo?”
Spiacente di deluderti, ma questo non è un topo!”
Ma certo” replicò Pan in tono pungente. Doveva essere ancora risentita per lo scoppio di risa di poco prima. Infatti sin dall’inizio avevo capito che si trattava dell’ultimo pezzo dell’anima squarciata di Voldemort.”
MolteTort? E cos’era, roba da mangiare? Certe volte Kameron aveva serie difficoltà a capire di cosa diamine stesse parlando quella ragazza.
Se la cosa può consolarti credo che non sia nemmeno un Moltevolt, qualunque cosa significhi” ripeté comunque con pazienza. Fidati. Non sarò una cima a scuola ma di animali ne capisco abbastanza! Questa qui è una talpa.”
Sempre con la stessa delicatezza di prima, portò un dito sotto la zampa dell’animale per osservarla più da vicino.E anche malmessa, a giudicare dalle condizioni della sua zampetta.”
La testa di Pan si allungò quasi automaticamente verso il mostriciattolo rosa, per dargli una seconda occhiata. Sembrava che la curiosità stesse vincendo sul disgusto iniziale. Non prendermi in giro. Le talpe hanno il pelo.”
Quasi tutte” la corresse lui, orgoglioso per una volta di essere quello che sapeva di più sull’argomento. Non era una cosa che capitava troppo spesso, a scuola.Ci sono anche talpe come questa che sono decisamente più rare e di pelo non ne hanno nemmeno un po’. Si chiamano appunto talpe senza pelo. Come le talpe normali hanno l’abitudine di cercare cibo e scavare tunnel nei campi coltivati: forse questa ha perso la bussola ed è per questo che si trova qui... O magari aveva voglia di un po’ di pane e prosciutto, anziché i soliti ortaggi, ed è passata a svuotare il vostro frigo.” Il suo senso dell’umorismo stava toccando nuove vette di genio, quel giorno. Kameron ridacchiò un’altra volta, soddisfatto.
Pan, questa volta con più convinzione, allungò ancora il collo e fissò attentamente l’animaletto.
Una talpa, dici?” fece, ancora dubbiosa. Ma i suoi piedi avevano già abbandonato la sedia, per posarsi cautamente sul piano del tavolo in un gesto di evidente curiosità. Il suo sguardo si concentrò sui dentoni che sporgevano dal muso della talpa.
Eppure dal tavolo sembrava un topo!”  balbettò imbarazzata, passandosi nervosamente una mano tra i capelli. Un topo gigante, certo, ma quei denti somigliavano proprio... Non so come ho fatto a sbagliare. E tu,” aggiunse con foga, puntando il dito contro il petto di Kameron che già iniziava a sghignazzare.Non azzardarti a ridere ancora! Mi sento già abbastanza stupida così.”
Per la seconda volta nel giro di dieci minuti, Kameron l’accontentò di nuovi senza discutere, limitandosi ad un sorrisino divertito mentre le porgeva la mano per aiutarla a scendere dal tavolo.


*


Una volta che Pan ebbe raggiunto Kameron si chinò assieme a lui ad esaminare da vicino la piccola talpa, anche se per principio (“E’ pur sempre un roditore, magari ha qualche malattia!”) si rifiutava di toccarla. Le conclusioni dei due ragazzi furono concordi: l’animale era vivo e in buona forma, anche se i suoi sguardi impauriti e gli squittii mostravano che era piuttosto spaventato. Ma la zampa, evidentemente dolorante, non gli permetteva di difendersi.
Pan rialzò lo sguardo sul viso concentrato dell’amico.E ora che ne facciamo?” chiese con una nota di panico nella voce, incerta sul da farsi.
Ovvio, la portiamo dal veterinario giù in città.” propose Kam con un’alzata di spalle, come ad indicare che fosse la soluzione più ovvia del mondo. E la copriamo bene con un panno, perché questo tipo di talpa soffre molto il freddo, e prendiamo qualche verdura per provare a nutrirla durante il viaggio. Se si è spinta fin qui doveva avere davvero molta fame.” Aggiunse in tono serio.
Per qualche secondo Pan rimase spiazzata e piena di stupore. Era una piacevole sorpresa vedere il ragazzo che per una volta si interessava a qualcosa: strano ma vero, ora snocciolava tutte quelle nozioni sulle talpe e suggeriva soluzioni per curarle come se non avesse mai fatto altro in vita sua.
Di certo non corrispondeva al tipico comportamento di Kameron! Di solito a scuola passava il tempo a fissare il vuoto con la testa fra le nuvole e non avrebbe risposto a una domanda dell’insegnante nemmeno se ne fosse andato della sua vita...
Con uno spiacevole senso di vuoto ad agitarle lo stomaco, Pan si chiese se per tutti quei mesi non avesse sottovalutato il suo migliore amico. Com’è che diceva quel proverbio?Siamo tutti dei genima se un pesce viene giudicato in base alla sua capacità di arrampicarsi su un albero, sembrerà uno stupido .”

Oddio. Si era uniformata ai suoi compagni di scuola che giudicavano le persone solo in base alla loro provenienza. Non le era mai importato di scoprire cosa davvero interessasse al suo amico, quali fossero le sue vere capacità, accontentandosi di giudicarlo su quello che mostrava. Era una superficiale. Era una snob. Era...

Ehi, ti sei incantata?”
La mano di Kam le sventolò davanti agli occhi. Pan si riscosse rapidamente dai suoi pensieri , rispondendo alla domanda dell’amico con un sorrisetto incerto, e si diresse verso i mobili a cercare le cose che le aveva chiesto. Recuperò qualche carota e un paio di patate dalla dispensa, tirò fuori da uno scaffale una vecchia pezza di lana che in passato era servita per asciugare i piatti e passò tutto al ragazzo, lasciando che si occupasse lui di tutto.
Kameron nel frattempo aveva preso con cautela la talpa sulla sola mano destra, stando ben attento che non poggiasse la zampa ferita, mentre con la sinistra aveva acchiappato il panno di lana e lo stava avvolgendo con cura attorno al corpicino dell’animale.
Altro vuoto allo stomaco per Pan: da quand’era che quelle manone impacciate avevano imparato a essere tanto delicate? Non se n’era mai accorta prima.
Il viso del suo migliore amico, spruzzato di lentiggini color carota, era tutto concentrato sulle operazioni che stava svolgendo e Pan si accorse con non poco imbarazzo di essersi incantata a fissarlo. Improvvisamente arrabbiata con sé stessa, si voltò fulminea  verso la direzione opposta. Ci mancava solo che Kam se ne accorgesse e si facesse chissà quali idee!

...Era una sua impressione, o in quella cucina iniziava a fare decisamente troppo caldo?

  
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