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Autore: LonelyWriter    18/09/2014    0 recensioni
La scatola nera di M.A.R.K. 7 . Tutti i suoi viaggi, tutte le strade percorse e le direzioni prese, raccolte nell'unità di memoria più capiente e resistente a disposizione delle navette interstellari, vengono esaminate accuratamente, portando ad un unica conclusione. La conclusione di questa storia.
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Nulla era molto chiaro, in quella situazione. Quello che tutti potevano ben capire però, era che qualunque cosa fosse, non era terrestre e non era amichevole.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-“Cosa pensi che sia?”-
 
-“Non lo so. Mai visto nulla di simile.”-
 
Un oggetto dalle dimensioni di una casa media zigzagava nel cielo, sbuffando gas da tutte le direzioni, 
e procedeva in maniera quasi verticale verso il suolo.
 
-“Non è una comune roccia spaziale. E c’è da dire che già quelle sono rare a vedersi.”-
 
-“Non hai torto. Cade troppo piano.”-
 
-“Cosa pensi dovremmo fare Xorg?”- 
 
Gli rivolse questa domanda perchè lui era il più anziano.
 
-“Avvisare gli altri ovviamente. Il sole sta per andare a dormire, e noi dovremmo fare lo stesso.”-
 
-“Vediamo se si schianta, prima.”- 
 
Disse il secondo con un eccitazione tipica della sua giovate età, ma il compagnio asserì, curioso.
 
Da come i raggi del sole riflettevano sull’oggetto era chiaro che doveva essere di un qualche materiale duro
e prezioso. Poco prima che l’oggetto rovinasse al suolo, prese fuoco da un lato, la cosa lo rallentò a sufficenza
per atterrare con un effetto meno devastante, tuttavia perse alcune parti nello schianto.
Un paio di pannelli quadrati volarono via rotolando.
 
-“Speravo meglio...Torniamo a casa.”-
 
Concluse il giovane, scontento che la meteora avesse espulso fiamme proprio quando doveva schiantarsi.
 
-“Aspetta un attimo.”-
 
Xorg si sforzò di vedere meglio. 
 
-“Arek, guarda, si muove. Si sta aprendo da un lato.”-
 
 
Continuò il vecchio.
 
Arek osservò attentamente, cercando di vedere attraverso i fumi e le polveri che l’oggetto aveva prodotto.
Era chiaro che due esseri erano usciti dal foro. Erano alquanto informi, simili a loro per qualche aspetto.
Un po’ intimoriti dalla visione, i due si ritirarono velocemente per portare la notizia agli anziani.
Appena raggiunsero il villaggio, fecero radunare l’assemblea e ne discussero.
 
-“Una roccia dallo spazio porta dei nuovi esseri qui?”- 
 
-“Confermo quello che Arek ed io abbiamo visto con certezza. Tramite una sorta di casa volante due alieni sono
atterrati qui. La loro casa è certamente danneggiata dall’accaduto, molti pezzi si sono sparsi per il terreno.”-
 
Un giovane si fece avanti con irruenza.
 
-“Io invece penso che Korg voglia distrarre la nostra attenzione dalla disputa che la mia famiglia
ha con quella di Arek. Chiaramente troppo vino blu o troppa scaltrezza lo spingono a questa oscenità!”-
 
Korg colpì con forza il giovane sulla schiena uccidendolo. Gli anziani annuirono in segno di approvazione.
 
-“Senza ulteriori interruzioni dichiaro di primaria importanza il problema. Qualcuno deve provare a comunicare con le creature.”-
 
Annunciò con voce tonante il più vecchio del consiglio. Tutti annuirono.
 
-“Sono orribili! Mostruosi! Certamente non possono covare buone intenzioni!”-
 
Obbiettò Korg. Alcuni annuirono.
 
-“La tua obiezione è valida Korg, ma io voglio provare a parlargli. Forse vogliono solo far salire di nuovo
la loro casa. Mi offro io per tentare di apprendere la loro lingua, se è possibile.”-
 
Propose Arek. Molti annuirono. A Korg non restò che rimettersi al giudizio dell’anziano.
 
-“Molto bene, è deciso allora. Korg affiancherai Arek in questa missione, proteggiendolo dalle creature
se si dimostrassero malvage quanto dici che paiano.”-
 
Tutti annuirono, il consiglio fu sciolto e il sonno calò sul villaggio. Fu presto mattina,
ed i due si incontrarono al sorgere del sole sulla via, per raggiungere la casa aliena. 
Un giovane trafelato li raggiunse di corsa chiedendo di unirsi a loro.
 
-“Voglio unirmi ache io alla missione.”-
 
-“Non se ne parla, gli anziani hanno deciso.”-
 
-“Ma io sono convinto di poter aiutare.”-
 
-“Allora sei convinto di rompere le regole.”-
 
Il petto del giovane si gonfiò di orgoglio. Korg intanto già si era incamminato per la via prevedendo l’ovvia fine del discorso.
 
-“Io faccio come meglio decido.”-
 
Aveva appena finito la frase che Arek lo colpì, spezzandogli la schiena. Non fu abbastanza veloce da schivare
il colpo. Poi raggiunse Korg.
 
-“Non ti era mai piaciuto tuo cugino vero?”-
 
-“Non molto. Forse è sua la colpa della disputa con la famiglia Enksel.”-
 
-“Stai maturando bene Arek, prendi decisioni sagge e rapide. Sono contento.”-
 
Arek sorrise, fiero del complimento che il compagno più anziano gli aveva rivolto.
Sapeva che presto sarebbe diventato anche lui un anziano.
Avevano raggiunto il crinale della collina, dove le due creature ancora si trovavano.
Furono sorpresi di trovarne altre due. Si erano moltiplicati con tanta rapidità, oppure la sera prima non avevano visto i compagni? 
Con cautela i due si avvicinarono lentamente. Quando furono ad una discreta distanza gli alieni li udirono,
e si avvicinarono tra loro, apparentemente in allarme, emettendo suoni otturati e poco melodiosi. Con quelle che
i due supponevano fossero i loro arti, presero in mano degli oggetti luccicanti come la parete della casa,
ma erano sottili e lunghe.
Korg, dal canto suo, si guardò attorno per identificare un buon sasso da lancio nel caso avesse dovuto difendersi. 
Ma a parte essere orribili, le creature non erano nè grandi, nè tozze, sicuramente il suo eccellente colpo
avrebbe spezzato la schiena ad una di loro, senza nemmeno far cigolare le sue vecchie giunture. 
Si fermò a debita distanza, mentre Arek procedette più lentamente, verso le creature, e cercò di far capire loro come si chiamava.
 
Mike, Anna, Robert e Ken non credevano ai loro occhi vedendo il lucertolone che, ritto in piedi davanti a loro,
emetteva rozzi suoni grutturali, schioccanti dalla sua bocca, posta in verticale ad aprire quasi un due quella
che doveva essere una testa. Era chiaro che stava cercando di parlargli. Il secondo lucertolone era rimasto più
indietro ed il suo sguardo non si staccava un attimo da loro.
Al contrario di quanto avevano subito temuto, i due esseri non erano semplici predatori locali. Erano indigeni.
  
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