Respira.
Sta calma.
Va tutto bene, devi solo mettere un piede davanti all’altro ed evitare di cadere a terra davanti tutta questa gente.
I tuoi parenti e amici ti guardano sorridenti, tua madre in prima fila non fa altro che piangere… Accanto a lei due posti vuoti, uno per il nonno che è mancato da poco; l’altro per la nonna che ormai non c’è più da due anni ,ma della quale si sente la mancanza tutti i giorni. Due posti simbolici ,per ricordare che le persone più importanti della nostra vita ci sono anche quando in realtà il loro corpo e la loro anima non è più su questa terra.
Sota stringe la presa sul tuo braccio e sorride guardandoti, forse si ricorda ancora della tua minaccia di poco prima, mentre la parrucchiera metteva a posto la rosa rossa tra i tuoi capelli perfettamente acconciati: ti ricordi cosa gli hai detto? Oppure l’emozione ti offusca la mente?
“ Fammi cadere lungo la navata e non ti parlerò per il resto dei miei giorni, lo giuro”
E allora lui stringe la presa e non ti molla, un po’ per paura che tu davvero non gli rivolgerai più la parola, un po’ perché sei sua sorella e non ti farebbe mai fare figuracce in un giorno così importante.
Torni a guardare le persone intorno a te, e la chiesa che vi ospita, i fioristi hanno fatto davvero un gran lavoro, rose rosse e bianche ai lati della navata, e grandi vasi ricchi degli stessi fiori sull’altare, sarebbe strano se qualcuno non capisse che il tema di questo matrimonio è il: bianco e rosso.
E poi eccolo, nel suo smoking nero che lui odia, avrebbe preferito indossare un semplice paio di jeans sotto la giacca, ti guarda con i suoi occhi grandi e profondi come il mare, sembra quasi essere commosso, ti sorride.
Di un sorriso sincero, aperto, solare… bello. Come lui, che nemmeno nel giorno più importante della sua, anzi, vostra vita è riuscito ad essere conformista ed ha deciso di non indossare la cravatta e tiene i primi bottoni della camicia aperta perché “mi sembra di soffocare altrimenti”.
Se foste vicini, se tu fossi meno emozionata,  correresti verso di lui anziché avanzare piano a ritmo del pianoforte, ma almeno tu, solo  per oggi, hai deciso di rimane “tra le righe” e di non essere la solita ragazza che fa tutto di fretta.
Dopo un tempo che sembra infinito, finalmente sei arrivata a destinazione, niente brutte figure, niente ripensamenti, niente intoppi… tutto perfetto, come il calore della sua  mano che adesso stringe la tua e le sue labbra  che ti mimano un “sei bellissima”, mentre osserva meglio il tuo abito in pizzo francese.
Ti giri per passare il bouquet alla damigella d’onore, che tenta in tutti i modi di trattenere le lacrime, non vuole rovinare l’eccellente lavoro della truccatrice che vi ha sopportate per tutta la mattina.
La cerimonia comincia e tutto in torno a voi sparisce, ci siete solo tu e lui. I suoi occhi, i suoi capelli sempre spettinati ed il suo sorriso.
C’è lui che guardandoti ti mette l’anello al dito e che dice al prete “Diavolo se lo voglio” non rendendosi conto che si trova in una chiesa, e suscitando una risata da parte degli invitati non aspetta nemmeno che il celebrante finisca di dire “ puoi baciare la sposa” lui non aspetta, ti prende e ti bacia, come se foste da soli in camera, con passione facendoti inclinare la schiena da tanto ti stringe a sé.
 

Mi sveglio di soprassalto.
Mi guardo a torno per assicurarmi di essere ancora nel mio letto, con il mio uomo che mi stringe a sé e non in una chiesa, non il giorno del mio matrimonio.
Guardo l’orologio, sono solo le tre del mattino, e non credo che riuscirò a riaddormentarmi, non dopo aver fatto un sogno tanto nitido e reale.
Faccio attenzione a non fare troppo rumore e a non svegliare Dereck mentre nel buio della stanza mi alzo e indosso una vestaglia, per poi spostarmi in salotto, dove accendo la tv per fare luce e mi siedo sulla mia poltrona preferita, situata proprio di fronte alle grandi finestre dell’attico in cui Dereck ed io viviamo da un anno.
Da qui posso vedere la vita notturna della città, i taxi che frecciano lungo le strade, le luci delle ambulanze in lontananza ,l’Empire State Bulding.
Amo questa casa proprio per questo… Il panorama.
Amo questa casa perché è al trentaduesimo piano di un enorme palazzo, e da qui la città non può nascondermi nulla.
Il luccichio del mio dito riporta la mia attenzione all’interno della stanza.
Mi fa ripensare al mio sogno, questo anello mi riporta alla realtà.
 
Mi sposo tra cinque mesi, e nessuno ancora lo sa tranne la mia famiglia. Non l’ho nemmeno detto a Sango che si sposa tra due mesi con Miroku e che mi ha chiesto di farle da damigella d’onore ricevendo un “ devo pensarci” come risposta.
Non sono una buona amica.
Incredibile, tutte e due stiamo per convolare a nozze: lei con l’amore della sua vita, io con un ragazzo un po’ strambo di Philadelphia, con gli occhi color del mare, che mi è entrato dentro piano, prima come amico, poi come compagno di avventure notturne, ed infine come fidanzato, facendosi amare ogni giorno sempre di più.
Così, un giorno di un anno fa, è tornato a casa con un mazzo di rose rosse e bianche e sulle note di una canzone di Bruno Mars ,che lui odia ma che per l’occasione secondo lui era perfetta, mi ha chiesto di diventare sua moglie come se fosse la cosa più logica del mondo dopo due anni che stavamo assieme e uno di convivenza.
E io ho detto si, senza esitazioni, senza aver bisogno di pensarci troppo, perché mi piace la mia vita con lui, mi piace svegliarmi la mattina e trovarlo al mio fianco, mi piace il suo modo di guardarmi, come se volesse scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo in me, come se mi vedesse per la prima volta.
E allora perché tutte queste esitazioni?
Perché non ho ancora detto nulla a Sango o a Rin?
Lo sai perché
Si, probabilmente lo so il perché, ma non voglio ammetterlo a me stessa. Sono passati sei anni dannazione,ho un uomo bellissimo che ama, probabilmente più di quanto io riuscirò mai ad amare lui,non posso farmi ancora condizionare da un amore che mi ha distrutta.

Inuyasha
Inuyasha
Inuyasha
 
È a causa sua se ancora non ho dato una risposta a Sango, ho paura di rivederlo, ho paure dell’effetto che mi farà, perché dopo la sua “visita” di sei anni fa non l’ho più visto ne sentito, ma la sua espressione mentre se ne andava mi ha torturata per tutto questo tempo.
 
-Kagome? Che ci fai qui? Sono le tre del mattino-
Due braccia forti che avvolgono da dietro, io che sussulto per la paura.
È di nuovo arrivato a salvarmi il mio Dereck.
Di nuovo mi ha sollevata dai miei pensieri, dalle mie paure, ed è bastato solo il suo tocco.
 
Dereck
Dereck
Dereck

Il mio presente, il mio futuro.
Basta brutti pensieri, basta dubbi.
Lui è l’uomo che amo, l’uomo che mi salva dai miei momenti bui.
Lui è l’uomo che sposerò
 
-Nulla, ho fatto un sogno, domani te lo racconto. Ora torniamo a letto- dico passando una mano tra suoi capelli per poi alzarmi, prenderlo per mano, e portarlo da me in camera da letto.
 
 


Salve popolo di Efp,eccomi qui,di nuovo,nonostante mi fossi ripromessa di non pubblicare nulla per un po’.
Non credo serva dirvi che questo è prologo del sequel de “ Come tutto…” ma ve lo dico cmq XD
Non esattamente cosa dire in queste note,quindi dico solo che spero che il capitolo vi piaccia,e che spero di trovare qualche vostro commento. La vostra opinione per me è molto importante,sia che sia positiva che no ^^