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Autore: Hope Aliena    18/09/2014    1 recensioni
Lydia prevede la morte, Parrish può tornare alla vita. La combinazione dei loro poteri è indispensabile per il branco, alle prese con un nuovo nemico. Come unire le due doti in un'unica arma? Per scoprirlo serve riservatezza, concentrazione e una notte intera nell'ufficio dello sceriffo. Sicuri che Stiles li lascerà tranquilli??
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Non puoi restare qui tutta la notte!”. Stiles camminava da una parte all'altra della stanza scuotendo severamente la testa. Ogni tanto si fermava a guardare prima Lydia poi Parrish, prima Lydia poi Parrish e ricominciava. Alzava le spalle, batteva i piedi, si sfregava le mani. Insomma, si comportava da Stiles.

“La vedi quella? È una pistola. Ti fidi di un tizio che porta la pistola anche quando non è in servizio? (Non ce l'ho con te amico, anzi mi sei simpatico, a proposito quella lì è scarica vero? La usi, che ne so, per intimidire i nemici...)”

“STILES!” tuonò Deaton, un sopracciglio alzato. “Non c'è nulla che tu possa fare, la tua presenza non è necessaria...”

“Stiles, andiamo!” Malia gli aveva preso la mano e già si incamminava verso l'uscita.

L'aveva vista. Aveva visto Lydia distogliere lo sguardo non appena Malia gli si era avvicinata. E questo gli bastava per non arrendersi.

“Ma c'è qualcosa che posso fare!” annunciò con aria trionfante “la guardia!”

Il collo gli si era allungato a dismisura e il sorriso deformato in una smorfia tremolante. Ma gli occhi, quelli preferiva tenerli serrati, dopotutto non aveva il coraggio di guardarla...

“Finalmente una buona idea” lo incalzò Deaton compiaciuto. “Ma vedi di procurarti una mazza da baseball!”

Ora poteva riaprire gli occhi ma meglio farlo poco per volta, c'era una lupacchiotta lì che presto glieli avrebbe fatti neri. Malia,invece, si limitò a fare spallucce, tirare su col naso e scoccargli un bel bacio sulla guancia. “Stai attento!” dopodiché seguì Scott e Deaton fuori dall'ufficio dello sceriffo.

“Stiles, anche tu!” chiamò Deaton dall'uscio “La guardia la puoi fare qui fuori, loro due devono concentrarsi!”.

“Certo certo”. La porta si chiuse davanti a lui, proprio quando finalmente il suo sguardo si incrociava con quello di Lydia.

 

Non si sentiva nulla. Stiles se ne stava abbandonato su una panca fuori dall'ufficio di suo padre. Li aveva osservati tutto il tempo e non si era limitato a questo. La prima volta che era entrato nella stanza stavano solo leggendo un po' troppo vicini.

“Aiutooo!” aveva urlato, ed era corso ad abbracciare Lydia per difenderla. Per tutta risposta lei si era riparata dietro a Parrish, che con la pistola sguainata sopra la testa la rassicurava molto di più.

“Scusate, credevo di aver visto un berseker!”

Ma la seconda volta era pienamente giustificato. Insomma, si stavano tenendo per mano.

“Spuntino di mezzanotte??”

“Stiles, sono le 3!” Lydia aveva tutto il diritto di essere seccata “ma non ti sembra esagerato chiudermi fuori?!” le aveva urlato da dietro i vetri.

Sdraiato sulla panca di legno, aggrappato alla sua adorata mazza da baseball, Stiles malediva Parrish, il perfetto vice sceriffo Parrish, con il suo codice d'onore, i suoi occhi incandescenti e la pistola. Cavolo, quanto voleva una pistola. Malediva Malia per essere arrivata nel momento della sua vita in cui era più vulnerabile, e Deaton che si era inventato quel piano malsano per lasciarli soli. Malediva i suoi progetti inutili e tutti gli sforzi fatti fino ad allora, e più di tutti malediva Lydia che era egoista, presuntuosa e così bella. Ma perché doveva essere così bella.

Sentì lo scatto del chiavistello e balzò in piedi. Parrish si dileguò senza dire nulla, Lydia gli si sedette accanto. Il labbro inferiore sporgeva di proposito, lo faceva sempre quando era pensierosa.

“Tutto bene lì dentro?” provò.

“mmm...”

“Avete trovato una soluzione...?”

“credo di sì” rispondeva a denti stretti, lo sguardo perso nel vuoto.

“Perfetto!” ma era l'unico a pensarlo. Esitò a lungo poi prese coraggio, le mise una mano sulla gamba. “Lydia...”

“Devi uccidermi Stiles...”

“C-cosa??!!”

“Per collegare i nostri poteri, io e Jordan dobbiamo, ecco, scambiarceli in qualche modo. Lui deve prevedere la morte di qualcuno. Può avvertire solo quella di una persona a cui è legato, della sua ancora insomma...bè mi ha confessato che sono io...”

Stiles la guardava dritto negli occhi. “Stiles, lui ha visto la mia morte...”

No, non riusciva ancora a capire.

“Io, io devo morire...” Lydia si sforzava di parlare sempre più lentamente, non voleva affrontare la questione. “perché devo rinascere. Devo morire per rinascere...”

Stiles tirò un sospiro di sollievo, ma lei continuò: “Il fatto è che solo una persona a cui sono legata può riportarmi indietro, la mia ancora capisci...” Lo guardò a lungo negli occhi, inspirò profondamente e disse “Tu! Io credo che sia tu la mia ancora Stiles...”.

Stiles era così felice, voleva saltare, prenderla tra le braccia, accarezzarle i capelli, baciarla...ma si trattenne, era un momento serio quello. E doveva trovare qualcosa di altrettanto serio da dire: “Scusa ma da quand'è che lo chiami Jordan?!”

 

   
 
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