-Percy, cosa ne pensi se...-Gli chiesi.
-Se... cosa?-Disse vostro padre
-Niente Percy, niente-Gli risposi. Pochi secondi dopo, le mie labbra erano incollate alle sue.
Erano le ventidue, e Percy aveva bisogno di me quanto io di lui.
Meno di sedici ore fa entrambi avevamo perso un caro amico. Io ero così... confusa. Mi sentivo come se un tram mi fosse passato sopra. Non era molto facile avere i propri problemi e contemporaneamente reggere pure quelli del proprio fidanzato.
-Percy, io sto cominciando ad essere stanca. Se non ti dispiace vado a dormire-
-Ah si, tranquilla-
-Percy! Percy! Percy!- Sentimmo urlare. Era Caleb Jhonson, un quattordicenne arrivato quell'anno. Ora che ci ripenso i suoi capelli biondi brillavano al chiaro di luna, ma in quel momento ero talmente confusa da non rendermene nemmeno conto.
-Percy! Chirone voleva che ti avvisassi che domani alle otto di mattina arriverà l'oracolo. Vuole che tu ci sia quando varcherà la barriera del campo- Disse lui tutto d'un fiato. Mi chiedo tutt'oggi come mai non svenne.
-Cosa? Rachel qui?- Ribatté Percy. -Va bene Caleb. Grazie-
-Al tuo servizio- Rispose lui prima di andarsene.
-Cosa ci fa Rachel qui?- Le domandai.
-Immagino debba darci una nuova profezia-
-Ma abbiamo appena concluso quella di Crono-
-Qualsiasi cosa sia, aspetterà domattina. Buonanotte Percy-
-Notte amore-
Quella notte ebbi un incubo. Stranamente dal solito era unico. Non cambiava scenati. Ero in una foresta. Scappavo da qualcosa ma non so cosa, so solo che non era un animale, ne un mostro. Era come se l'intera foresta mi stesse inseguendo. Mi sentivo così indifesa. Arrivai ad un burrone. Ma un attimo prima he la creatura giungesse da me mi svegliai. Erano le sette e accanto a me Percy era seduto sul mio letto.
-Hei amore, svegliati- Mi incitò lui.
-Percy? Cosa, cosa ci fai qui?-
-Sono le sette, manca un ora. Svegliati-
-Si certo. Mi sto alzando. Guardai i miei vestiti e vidi che ero già pronta. Non ricordavo di essermi addormentata con i vestiti per uscire addosso.
-Amore alzati-
-Calmati Percy, ti ho detto che mi sto alzando.
-Annabeth Amore- Insistettè lui. Calmati.
-Amor. Amor. Amo- La sua voce si fece sempre più fioca, fino a scomparire totalmente. Solo allora, quando mi svegliai, capì che ciò che avevo appena pasato non era vero.
Mi alzai, mi lavai e mi vestii di corsa. Erano le sette e cinquanta quando in contrai Percy sotto casa mia.
-Buongiorno amore- Disse lui...
-Buon... Percy... Dimmi che non sei mai entrato in camera mia di notte...-Gli chiesi turbata dal sogno.
-No mai. Perchè? Niente, andiamo te lo spiego dopo. Ah e buon giorno- Gli risposi baciandolo.
Arrivammo all'ingresso del campo alle otto in punto, pochi seconfi prima che Rachel scendesse dalla macchina.
-Allora vi siete ricordati di me- Affermò la ragazza prendendo i bagagli-
-Perchè, avevi dubbi?- Replicò Percy.
-In realtà no. Buongiorno ragazzi. Vi sono mancata?-