Quando arrivo nel vagone dove ci servono i pasti, non è più ora di pranzo da un bel pezzo, ma al tavolo è rimasto Finnick, che siede con le mani intrecciate. Mi ha lasciato un piatto con dentro del pollo spalmato di salsa, piselli e patate arrosto affogate nell'olio. Mi siedo. Lui si sistema sulla sedia e mi sorride. -Ciao, Alison- fa. -Ciao- rispondo io fra una manciata di piselli e l'altra. -Perché sei qui? Non dovresti dare qualche... dritta anche ad Henry?- chiedo per rompere il ghiaccio. Finnick sorride di nuovo, mostrando una formidabile chiostra di denti bianchi e lucenti. -Oh, a quello ci pensa Mags. In quanto tuo mentore personale, ho deciso di aspettare il tuo arrivo-. -Grazie- dico mentre mi metto in bocca una cucchiaiata di pollo dolce di salsa. Finnick poggia i palmi sul tavolo e mi chiede: -Sai quale è il mio animale preferito? Il delfino. E il tuo?-. Scoppio a ridere. Non vorrei ma è più forte di me. -Lo squalo- rispondo poi, posando la forchetta. -Perché?-. Finnick mi guarda con gli occhi verdemare che luccicano e mi spiega: -Sai, Alison, una volta ho letto (non mi ricordo dove, sai?) che dall'animale che preferisci si possono scoprire un sacco di cose su di te. Hai una specie particolare di squalo, in mente?-. Ci penso su. -Squalo nutrice- dico. Finnick sembra stupito. Annuisce, spiegandomi: -Lo squalo nutrice eh? Mmm. Vediamo. Un cacciatore notturno... quindi sei letale, ma anche molto astuta. Potremo sfruttarlo a nostro vantaggio- dice allegramente. Poi corruga la fronte e sposta lo sguardo in basso, la sua espressione si fa seria. Mi preoccupo. -Ma adesso discutiamo seriamente- mi fa, alzando gli occhi e puntandoli dritti sui miei. -Quest'anno niente volontari, quindi niente forti che si possano alleare con i Favoriti. Sbaglio e sei forte come un calamaro gigante arrabbiato, o no?-. -No, non sbagli- rispondo. Mi rendo perfettamente conto di non essere forte quanto un Favorito. Non ci volevo neanche venire, agli Hunger Games. -Allora- continua -credo che non ti opporrai a ciò che ti propongo (anzi, ti IMPONGO) di fare. Vedi, è per il tuo bene. Credo che nessuno ignorerebbe i consigli (anzi, gli ORDINI) di un mentore-. Annuisco. No, nessuno lo farebbe mai. -Bene... ascoltami. Appena daranno il via, farai bene a correre e prendere uno zaino, un'arma anche, se ce la farai. Ma poi fuggi via. Creati un piano, una tabella di marcia, in base all'arena e a quello che trovi nello zaino. Cerca dell'acqua, prima di tutto. Poi procedi come meglio credi. Ma NON nasconderti sempre. Gli strateghi potrebbero stancarsi di vederti giocare a nascondino con gli altri tributi e allora...- fa il gesto del coltello che taglia la gola. Deglutisco a vuoto. Va bene. Farò come ha detto il mio mentore. Guardo il mio piatto ormai vuoto, e faccio per alzarmi. -Grazie, Finnick- gli dico. Mi pare il minimo da dire ad una persona che ti ha conservato il pranzo dopo che tutti se ne sono andati e che ti ha dato consigli per non morire e tornare da coloro che ami di più. -Nulla- mi risponde con un sorriso, e si alza anche lui. Ma proprio mentre stiamo andando via, Finnick mi blocca, prendendomi per una spalla, e dice: -Eccola-. -Cosa?- dico, voltandomi insieme a lui verso il finestrino. -Capitol City-.