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Autore: Dovahlene    19/09/2014    0 recensioni
Skyrim terra dei nord, teatro di battaglie, complotti, e antiche magie. La guerra imperversa quando Alduin il divoratore di mondi fa il suo ritorno da un remoto passato, Dovah è una giovane ragazza che ha un solo sogno: diventare una paladina, un soldato...per difendere la sua amata terra dalle terribili vicende che la stanno distruggendo, cresciuta come un guerriero nella Gilda dei compagni , scoprirà ben presto quale sarà il suo vero destino, ma la vita la metterà davanti ad una scelta difficile, dovrà scegliere quale dei suoi mondi salvare... Tutto ebbe inizio in una notte senza stelle quando un Nord sacrificò la sua vita per proteggere il segreto del Dovahkin, "i miei antenati mi sorridono dall'alto di Sovngarde, imperiali, potete voi dire lo stesso?".
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dovahkiin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte in cui tutto iniziò era senza stelle, un uomo correva silenzioso nella lunga pianura di Whiterun senza guardarsi indietro, aveva un espressione fiera ma profondamente malinconica, stringeva a se un fagotto di stracci, e sembrava estremamente ansioso di raggiungere la città. La pioggia improvvisa rallentò la sua corsa, mentre grida lontane risuonarono nella valle, doveva far presto….doveva arrivare prima di loro, salì la lunga collina di terra dove i Khajiit usavano accamparsi e sbattè violentemente i pugni contro la grande porta lignea della città. Un soldato con lo sguardo profondamente assonnato aprì e con la voce ancora impastata dal sonno gli chiese chi fosse e cosa facesse lì, all’uomo bastò mostrare il ciondolo che aveva al collo e la guardia lo fece passare con un inchino, le piastrelle del distretto delle nuvole bruciavano sotto i suoi piedi veloci, silenziosi come un ombra., nessuna anima a quell’ora era ancora sveglia. Quando l’uomo vide l’enorme statua di Talos che si ergeva ai piedi di Dragonsreach ebbe un sussultò, chinò il capo in segno di profonda riverenza e salì lento gli scalini di Jorrvaskr, il leggendario ritrovo dei compagni, fedeli a Talos e grandi guerrieri. Un tuono squarciò il cielo, e qualcosa all’interno dell’involucro di stracci che l’uomo teneva in mano emise dei flebili vagiti, l’uomo scopri la parte superiore del fagotto mostrando il volto di una neonata: Aveva gli occhi di un blu profondo e i pochi ciuffi di capelli biondi, le ricascavano sul viso dandole un espressione intelligente e incredibilmente dolce, la bambina guardò spaventata l’uomo che la stringeva lui, scosso da un improvviso tremito distolse lo sguardo, sentì gocce calde rigargli lentamente il viso, le asciugò con un gesto veloce  e sorrise a quella piccola Nord, poi si tolse dal collo il ciondolo che aveva mostrato alla guardia e lo mise alla bambina, “le nostre strade si dividono ora, noi guardiani abbiamo atteso la tua nascita per secoli, ma il tempio non è più un luogo sicuro per te, la guerra imperversa e molto sangue sarà versato ora che i Thalmor hanno bandito senza alcun diritto il nostro culto, che Talos ti protegga Dovah, le nostre anime si incontreranno a Sovngarde un giorno e insieme ai nostri antenati brinderemo, addio Dovah… addio Sangue di drago”. Lasciata la bambina davanti a Jorrvaskr l’uomo uscì dalla città, il silenzio era innaturale ora che anche il temporale si era arrestato, l’atmosfera era cupa e fredda in quella notte di Fredas, le stelle sembravano scomparse e la luna così bassa e rossa presagiva ….morte. Le mura della città erano lontane, e solo le brillanti radici di Nirn rischiaravano il cammino dell’uomo quando improvvisamente si arrestò, “Tullius, amico mio pensavo che saresti arrivato prima” sorrise in modo sprezzante, mentre la figura imperiale si avvicinava a lui seguito da un drappello di Thalmor e da una donna, la donna con lo sguardo più arrogante che si potesse mai immaginare, “ho voluto concederti un po’ di vantaggio Aeglas”, “oh non ti saresti dovuto disturbare, vedo che hai portato i tuoi amici elfi”, “si bhe, loro ci tenevano talmente tanto a conoscerti di persona” Tullius fece cenno e due robusti Thalmor afferrarono Aeglas per le braccia, “Aeglas Mantogrigio sei accusato di alto tradimento, contro l’impero Thalmor” “quali sono le accuse?” ringhiò Aeglas a denti stretti “contrabbando di armi, omicidio e  aver divulgato il culto di Talos, illegale in questa terra”, “Talos, è un dio dannati bastardi e come tale il suo culto va professato dannati elfi razzisti…voi e le vostre leggi, state distruggendo Skyrim la terra dei padri la terra dei NORD, siete voi la feccia traditrice”,  uno dei Thalmor che lo teneva bloccato gli sferrò un poderoso pugno sullo stomaco che lo fece gemere, “silenzio criminale, per i crimini da te commessi verrai scortato a Helgen dove sarai giustiziato in nome dell’impero e dell’ambasciata Thalmor”. L’elfo alla sinistra di Aeglas prese una fune e si accinse a legargli i polsi, era l’occasione che stava aspettando, tirò un poderoso calcio al Thalmor e tramortì l’altro con una gomitata scarto in avanti ma Tullius si frappose tra lui e la fuga, spada sguainata, lo sguardo più feroce che Aeglas avesse mai visto, quell’uomo desiderava il suo sangue più di ogni altra cosa, ma per Talos, no! Non sarebbe stato ucciso per mano di quei cani meledetti, con una mossa fulminea estrasse un piccolo pugnale dalla cintura e si colpì a morte, cadde in ginocchio mentre la terra si macchiava di rosso e con l’ultimo sospiro di vita sussurrò, “I miei antenati mi sorridono dall’alto di Sovngarde, potete voi dire lo stesso?” poi cadde morto, lo sguardo ancora fiero negli occhi, era in pace ora.  
  
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