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Autore: Marte97    20/09/2014    0 recensioni
L'amore ai tempi della seconda guerra mondiale.
L'amore che vince ogni cosa.
L'amore che non conosce confini.
L'amore che combatte ed è più forte di tutto
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Errore fatale

"Zitta, attenta, un passo alla volta, pian pianino" continuava a ripetersi mentre scendeva dal letto, attentissima a non far scricchiolare le doghe. Camminava scalza, muovendo un piede davanti all'altro con grande cautela, i nazisti avrebbero potuto essere ovunque.
Lei e sua madre Muriel abitavano a Bonn e la ragazza non riusciva a capacitarsi del perchè i nazisti non li avessero ancora scoperti e deportati in un campo di concentramento.
Ada aveva diciotto anni e abitava in un vecchio palazzo abbandonato, le cui porte erano chiuse da assi di legno, alla periferia di Bonn. Suo fratello e suo padre erano morti in una violenta sparatoria l'anno prima avvenuta a Berlino ed ora le due erano completamente sole. 
Muriel non poteva uscire di casa perchè sulla mano destra -sia sul palmo che sul retro- le avevano tatuato la stella di Davide a cinque punte, simbolo ebreo per eccellenza. L'unica che potesse evadere da quel palazzo decadente era Ada. 
Bionda, occhi azzurri, magra e alta, Ada pareva una vera tedesca e perciò nessuno osava sospettare la sua vera identità ebrea.
Proprio quel mattino, la ragazza si recò al mercato per fare la spesa e, proprio come ogni volta, il cognome tedesco del padre la salvava. 
Mentre era intenta a scegliere i pomodori più succosi e rossi, si scontrò con un ragazzo.
« Scusate » mormorò impacciato e lei gli sorrise un poco. Iniziarono a chiacchierare amabilmente e lei scoprì che si chiamava Francesco e che era di due anni più grande di lei ma, soprattutto, era nazista. 
Francesco insistette nel portare lui le borse della spesa al posto di Ada e di riaccompagnarla a casa ma lei rispose che non ce n'era bisogno e che ce la faceva benissimo da sola. Non avrebbe mai permesso a qualcuno di scoprire il suo rifugio e di mettere quindi in pericolo la sua vita e quella di Muriel. 
I giorni passavano ed erano tutti uguali, compresi gli incontri con Francesco al mercato. Il ragazzo l'aspettava ogni giorno, a partire dalle nove del mattino, davanti al banchetto del fruttivendolo, passaggio obbligato verso qualsiasi altro negozio e, come ogni giorno, chiacchieravano o, almeno, Francesco le raccontava un sacco di cose, dei lager, di suo padre morto in guerra, mentre Ada raccontava solo un sacco di bugie su sua madre e su di lei ma non importava, era bello lo stesso parlare con quel giovane.
Poi arrivò la notizia che cambiò definitivamente quelle lunghe e amabili conversazioni: Francesco era stato arruolato tra le SS e doveva andare in un lager vicino a Bonn.
La cosa più naturale sarebbe stata per Ada giudicarlo un mostro ma, nonostante tutto, non ci riusciva perchè quel ragazzo, per lei, era più che un semplice compagno di chiacchiere.
Ma una notte qualcosa cambiò. Ada rivelò a Francesco la sua vera identità e lui le promise che non l'avrebbe mai e poi mai rivelata a nessuno. Quello fu il suo più grande errore, un errore fatale. Friederich, il cugino di Francesco, era lì in ascolto e sentì tutto. 
Il mattino dopo Ada fu svegliata dalle urla di sua madre in cucina; si precipitò giù dal letto e vide la casa piena di nazisti. 
Muriel e Ada furono deportate nel campo di concentramento vicino a Bonn. I bei capelli della ragazza, biondi e morbidi come la seta, furono rasati a zero e lei e sua madre vennero divise.
Eppure nonostante tutta la tristezza che Ada provava, sapeva che non poteva essere stato Francesco.
A settembre, dopo un anno che erano lì, la generalessa Frau Mildechstain si ammalò e, non trovando altre sostitute donne, venne inviato un uomo del campo maschile per mantenere la disciplina durante le marce. 
Ada guardò lo spietato generale che impartiva gli ordini senza lasciarsi impietosire da nessuna di loro. E lo riconobbe: Francesco. 
Lo osservò con disprezzo in quel ruolo che non sembrava suo, con quella luce di arroganza e superiorità negli occhi che non gli aveva mai scorto.
Quando gli marciò davanti lui la fissò e parve ricordare. Ricordò tutte le volte che l'aveva aspettata per ore sotto il sole accanto a quel banchetto di frutta e verdura, ricordò i suoi capelli biondi, lunghi e setosi, ricordò il suo sorriso, ormai spento per sempre.
Alcune ore dopo la marcia, mentre Ada stava per coricarsi nella sua cuccetta, il generale entrò con passo deciso. Prese Ada e Muriel conducendole fuori.
La ragazza si mise a piangere.
« Proverò a farvi scappare » fu tutto ciò che disse Francesco. Teneva stretta la mano di Ada a sinistra, mentre a destra stringeva il polso di Muriel. Corsero. Corsero tutti e tre come mai avevano corso prima ma, a pochi passi dall'uscita, Friederich si parò dinanzi a loro con una carabina puntata su Ada. Stava per sparare ma Muriel sfuggì alla presa di Francesco e fece scudo con il suo corpo ad Ada. Francesco puntò alla spalla del cugino e continuarono a correre. 
Presero un'auto del campo e dopo dieci ore raggiunsero la costa ove si imbarcarono diretti in America. 
Quella rivelazione a Francesco fu fatale, aveva portato lei e sua madre in lager e Muriel aveva perso la vita. 
Ada ricominciò una nuova vita: fece la maestra d'asilo in un piccolo paesino della Pennsylvania mentre Francesco lavorava in una fabbrica. Insieme si lasciarono alle spalle l'odiata Germania e tutti i loro errori e combatterono con gli Stati Uniti contro l'impero di Hitler.
   
 
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