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Autore: cin75    20/09/2014    9 recensioni
Missing moment della fanfiction Preghiere
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Preghiere'
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“Ecco i miei bellissimi ragazzi!!” esclamò al colmo della gioia Donna Ackles, quando vide Jared e Jensen scendere dal taxi che li aveva accompagnati dall’aeroporto.
“Venite qui, fatevi abbracciare!” e non attese oltre che si gettò praticamente tra le loro braccia. I due ragazzi sorrisero e la strinsero, ricambiando il calore di quella madre, mentre Alan, si godeva la scena dal portico della loro casa.
“Papà, vieni a riprenderla o non entreremo mai in casa!!” scherzò Jensen, baciando la madre che ancora lo stringeva.

Subito dopo cena, i due promessi sposi e i genitori di Jensen, restarono a parlare degli ultimi preparativi del matrimonio. Si sarebbero sposati il giorno dopo, nel pomeriggio, alle cinque. Il tramonto in Texas a quell'ora era qualcosa di indescrivibile. Altro che effetti fotografici !!!
"Non sapete quanto sono stata felice quando mi avete chiesto di celebrare qui!!" fece Donna prendendo la mano del marito.
"E tu non sai quanto apprezziamo il fatto che voi abbiate accettato!" disse Jensen.
"Credevi che avremmo detto di no?!" fece con aria seria Alan, guardando i due ragazzi di fronte a lui.
"No!!...ma sa, per quanto qui sia appartato....ci sarà sempre qualcuno che vorrà intrufolarsi...e potrebbe infastidirvi...dato anche quello da cui siamo venuti fuori qualche mese fa!!" fece quasi in imbarazzo Jared.
"Ora voglio che mi ascoltiate. Tutti e due!" fece perentoria Donna, vestendosi di tutta la sua autorità matriarcale. "Voglio dimenticare l'ultimo anno. Ho rischiato di perdere mio figlio. E l'unica cosa che riesco a trovare di positivo in tutta quella storia assurda è il fatto di aver capito quanto Jensen fosse amato e quale persona meravigliosa lo ama..." disse rivolgendosi a Jared che arrossì sorridendole.
Poi si rivolse al figlio. " Domani vi sposerete in questa casa e non c'è niente o nessuno che mi impedirà di essere la madre e la futura suocera più felice ed orgogliosa della terra! Intesi?!" fece autoritaria.
I due la guardarono stupiti dalla dolce ma decisa convinzione con cui Donna si era rivolta loro.
"I direi di sì, se fossi in voi, ragazzi!" suggerì sornione, Alan.
"Sì!!" fecero immediatamente dopo i due fidanzati.
Il maggiore non resistette. La madre era ancora seduta. Jensen le si avvicinò, le prese le mani che aveva incrociate in grembo e la tirò a sé. L'abbracciò, l’abbracciò forte.
"Lo sai quanto ti voglio bene, vero?!" le sussurrò nell'orecchio dopo averle dato un dolcissimo bacio.
"Sì, ma mi piace sempre tanto quanto me lo dici!" rispose Donna con la voce leggermente rotta dall'emozione, mentre ricambiava il bacio del figlio.
Gli altri due presenti, osservarono la scena, in silenzio e senza intervenire. Sapevano che era un momento tra madre e figlio e anche se erano lì a guardarli, sapevano di dover  lasciare loro quel momento.
Fu Donna a mettere fine a quell'attimo di dolcezza, ma solo perchè voleva evitare di scoppiare in lacrime. Tirò su col naso e sistemando la maglietta leggermente stropicciata del figlio che ancora le teneva le mani, disse a tutti che era ora di andare a letto perchè il giorno dopo sarebbe stata una giornata impegnativa per tutti.
"Ok! vi mostro dove dormirete!" fece cercando anche la mano di Jared. Il giovane la strinse e anche lui le diede un bacio che venne prontamente ricambiato da una carezza amorevole.

Andarono al piano di sopra e Donna aprì la stanza di Jensen come la prima volta che andarono da loro come coppia. "Tesoro, la tua stanza. Come sempre!!" fece sorridente al figlio.
"Grazie, Ma' !!" ed entrò. Jared fece per entrare nella stanza ma un braccio di Donna si mise fra lui e il resto della stanza. Il giovane la guardò stupito e con un sorriso incerto.
"Tu dove credi di andare!!?" gli chiese quasi con aria severa.
"Io...insomma..." balbettò Jared mentre anche Jensen si avvicinava ai due, sorpreso da quello che stava vedendo.
"Mamma che significa!?"
"Cosa crede di fare ?!" chiese al figlio indicando Jared solo con un cenno della testa.
"Andare a letto!!?" rispose ironico Jensen.
"Con chi?!" chiese ironicamente.
"....con..me?!" balbettò leggermente in imbarazzo il figlio.
"Non esiste!" fu la risposta secca e decisa.
"ma cosa.....come...." fece incredulo Jared.
"Stai scherzando??...mamma?! Se lo avessi dimenticato, io e Jared ci sposiamo domani!!" le fece presente senza essere maleducato.
"C'hai preso in pieno! Ed è per questo che non esiste che lui stasera dorma con te. Nello stesso letto. Nella stessa stanza. Passi per lo stesso tetto. Ma la vostra vicinanza si ferma qui. Almeno per stasera!!" spiegò categorica. E poi guardando quasi con aria truce il povero Jared che ascoltava senza mettere bocca, gli disse che la sua stanza era quella che una volta era quella di Josh. In fondo al corridoio e ben lontana da quella di Jensen.
"Mamma, ma..."
"Non esiste che passiate la notte insieme!" ripetè convinta.
"Mamma..."
"Stai forse replicando quello dice tua madre!?"
"Io non vorrei, ma..."
" Jensen Ross Ackles, metti in discussione quello che sto dicendo?!" e a quel richiamo così ufficiale Jensen sembrò ammutolirsi e Jared si fece stranamente serio e preoccupato.
"Jensen, ti ha chiamato con il tuo nome per intero!" sussurrò tra i denti e Jensen guardandolo di sfuggita, annuì. Quando o Donna o Alan li richiamavano in quel modo così ufficiale, i tre figli Ackles, non avevano altra possibilità che, abbozzare ed obbedire. Regola della casa.
"Allora ?!" e poi spostando lo sguardo incredibilmente serio anche sul giovane fidanzato, rincarò. "Vuoi che usi anche il tuo di nome per intero. Sappi che tua madre, che tra l'altro arriverà domani mattina presto, è del mio stesso parere!" e a quella rivelazione, Jared deglutì. Ed ebbe un segreto terrore di quelle due madri in combutta contro di loro.
"Ok! In fondo al corridoio. Ultima stanza. Buonanotte Jensen!" girò sui tacchi e si avviò verso la camera indicata.
"Ma...Jared??!"
"Ehi! E' tua madre e ha chiamato anche la mia. Io voglio un matrimonio domani e non un funerale!!" dichiarò sconfitto il giovane.
"Sei un vigliacco!!" lo rimproverò bonariamente Jensen.
"No. E' solo più intelligente e furbo di te!" lo riprese la madre. E spingendo all'interno della stanza, il figlio, gli chiuse la porta in faccia e andò ad accompagnare Jared.
Quando fu sicura che entrambi i suoi ospiti fossero nelle loro stanze, fece per andarsene. Poi si girò e al vuoto del corridoio disse ad alta voce.
"Provate ad uscire dalle vostre stanze stanotte e vi giuro che il vostro sedere sarà talmente rosso, che dovrete rimandare la prima notte di nozze!" e sorrise silenziosamente quando sentì provenire un imbarazzato "Oh mio Dio!!" dalla stanza di Jared ed un esasperato "Ma'!! per favore!!" da quella di Jensen.

Erano le undici di sera e i due ragazzi nelle loro stanze, pensavano a tutto quello che avevano passato prima di arrivare ad un passo dalle loro nozze. La paura per la consapevolezza dei loro sentimenti, il dover tenere al segreto quegli stessi sentimenti, la passione che li legava, l'amore profondo che provavano l'uno per l'altro. Per non parlare del rapimento di Jensen e di tutte le sue conseguenze. Anche se divisi da qualche metro quadro di mura, i pensieri e le sensazioni legate a quei pensieri, erano gli stessi.
“Al diavolo!!” imprecò Jensen. “Non passerò la mia ultima notte da scapolo, lontano da Jared.” e così dicendo si avvicinò alla finestra della sua camera. Il pergolato che decorava le mura della villa, correva lungo tutto il perimetro della casa, quindi di certo passava anche sotto la finestra di Jared e visto che la camera dei suoi era dall’altro lato, aveva completa via libera. Si infilò un paio di pantaloni e scavalcò il piccolo davanzale.
Una volta sul pergolato diede una rapida occhiata in giro per essere sicuro che non ci fosse nessuno e ogni volta che doveva passare davanti ad una finestra, si accucciava per evitare di essere visto.
Quando arrivò alla finestra di quella che era la vecchia stanza di Josh, bussò al vetro. Facendo attenzione a non esagerare.
 
Jared, era nella stanza, era a letto e pensava a quello che avrebbe fatto l’indomani pomeriggio. Sposare Jensen Ackles. Sposare quel meraviglioso ragazzo che era diventato prima un suo collega di lavoro. Poi il suo migliore amico. Poi qualcosa di più e poi ancora, quando capì e capirono ciò che sentivano l’uno per l’altro, era diventato l’amore della sua vita.
Amava Jensen come mai avrebbe immaginato di poter amare e questo se lo ripetevano spesso, da quando Jensen gli fece quella meravigliosa dichiarazione prima che lui partisse per aiutare Jeff e prima di quell’assurdo rapimento e di tutto il resto.
Amava Jensen ogni giorno di più. Era la sua metà. La sua anima gemella. La perfetta conclusione di tutto ciò che in lui era incompleto. Non avrebbe potuto vivere senza Jensen. Non più ormai. E la cosa meravigliosa e inebriante era sapere che Jensen provava per lui le stesse cose e gli stessi sentimenti.
Sorrise mentre teneva la testa affondata nel cuscino.
“Al diavolo!!” esclamò deciso sul da farsi. “Non passerò la mia ultima notte da scapolo lontano da Jensen!!” e in quel momento sentì qualcuno bussare. Anche se il rumore era strano, molto leggero…quasi tintinnante.

“Sì??” chiese guardando verso la porta. Nessuno rispose. Solo quel rumore ripetuto.
“Ma che…” si disse. Si alzò dal letto e mentre stava per raggiungere la porta ed aprirla, quel suono un po’ più accentuato lo costrinse a guardare verso la finestra. Spalancò la bocca dalla sorpresa. Jensen!!! Fuori dalla finestra gli sorrideva e gli faceva cenno di aprirla. Il giovane corse verso il compagno disertore e aprì la piccola vetrata.
“Ma che diavolo fai!!?” gli chiese mentre lo aiutava ad entrare e richiudeva la finestra.
“Oh, andiamo, piccolo!! Non dirmi che vuoi passare davvero questa notte da solo!!??” lo provocò Jensen, abbracciandolo e accarezzandogli la schiena forte, e rinsaldando quella presa quando sentì Jared ricambiare lo stesso abbraccio.
“Jensen, se tua madre scopre che sei qui, come minimo ci mette alla gogna!!” provò a rimproverarlo Jared, anche se era immensamente felice di quell’azzardo amoroso da parte del compagno.
“Mia madre non può sentirci perchè dorme dall’altro lato della casa. E poi rischierei anche la gogna per te, amore mio!!” cercò di rassicurare Jared. “Ascolta!” disse poi serio e fissando il giovane, che ancora si stringeva a lui, con quei suoi maledettissimi occhi verdi che riusciva a far brillare anche se non c’era sole. “Ascoltami!, volevo starti vicino stanotte. Volevo svegliarmi accanto a te il giorno delle nostre nozze. Volevo solo vedere i tuoi occhi come prima cosa quando mi sarei svegliato domani, ricordi?!” disse dolcemente e Jared annuì quasi incantato da quelle parole.
Il giovane, a volte, proprio non si spiegava come una persona timida come lo era Jensen, riuscisse a dire cose tanto emozionanti. E lo amava per questo, lo amava disperatamente. Stava per dirglielo, ma Jensen a quanto pare ancora non aveva finito.
“Volevo solo dirti “ti amo” prima di addormentarmi e dirtelo di nuovo appena svegli, ma se stanotte vuoi stare da solo, se stanotte hai bisogno di startene per conto tuo, lo capisco. Te lo giuro, lo capisco. Da domani non ci sarà niente e nessuno che potrà separarci, nemmeno per un giorno.” lo rassicurò di cuore. “Perciò, amore mio, ti amo!” disse con un tono dolcissimo e dopo avergli dato un bacio leggero sulle labbra ancora piegate in un sorriso quasi timido, fece per andarsene da dove era venuto.
Jared, per qualche secondo restò imbambolato. Poi, si riebbe. Allungò una mano e afferrò Jensen per il polso. “Prova a passare di nuovo da quella finestra e giurò che diventerò vedovo prima di sposarmi!!” esclamò sorridendo e tirando verso di sé, Jensen.
“Ma io credevo che…tu..volessi…” balbettò il maggiore a quella reazione.
“Sei uno stupido!! Da chi credi stessi andando quando hai bussato alla mia finestra?!”
“Tu ..stavi…”
“Certo!!” esclamò abbracciandoselo. “Non resistevo all’idea di starti lontano questa sera, questa notte. Tu mi ha solo preceduto!” e più dava quelle sue spiegazioni, più spingeva Jensen verso il suo letto, fin quando il maggiore non si ritrovò imprigionato tra il materasso e  il corpo del compagno che lo sovrastava completamente.
“Ma tu non eri quello che aveva paura delle nostre madri?!” domandò sorridendo Jensen, mentre maliziosamente, cominciava a subire le amorose attenzioni del giovane.
“Lo hai detto tu che tua madre dorme lontano da qui, e la mia è ancora a casa sua,  perciò, se mi prometti di….stare tranquillo!!..” lo ammonì ammiccando, “…forse possiamo fare una prova della prima notte di nozze. Che ne dici?!” suggerì mentre si tuffava sul collo del compagno e iniziava a torturalo di baci languidi, sensuali e tocchi audaci.
“Io posso anche promettertelo, ma se questo è l’inizio, chi dovrà stare tranquillo sei tu, piccolo!!” cercò di rispondere , infilando le parole tra un sospiro e un fremito.

Quello che avvenne poi, fu solo amore. L’amore che strugge, che conquista, che fa soffrire e che sana le ferite. Quell’amore fatto di baci appassionati, carezze voluttuose , tocchi intimi.
Quello che avvenne fu l’unione di due anime, di due corpi, di due vite che si erano scelte, si erano trovate e si erano completate.  Tutto ciò che si dissero tra quei sospiri affannati,  il modo in cui si donarono l’uno all’altro, i gemiti soffocati nei cuscini, i brividi di piacere placati nel collo dell’amante, la passione e la dolcezza che li spingeva ad appartenersi completamente, fu la consacrazione di tutto quello che di più sacro potesse esistere: il loro amore.

Jensen non andò subito via quella notte, il suo corpo glielo impediva. Quella forza invisibile che lo legava a doppio filo a Jared , glielo impediva.
Contro ogni razionalità, ogni suo muscolo voleva trovare pace accanto al corpo di Jared e così, sconfitto,  lasciò che Jared lo abbracciasse da dietro, tenendolo stretto contro il suo petto e godendo del calore del compagno.
Si addormentarono così, abbracciati, felici, innamorati e certi che quella notte avrebbe portato loro lo stesso sogno. Quello di una vita insieme.
 
Quando la luce dell’alba cominciò ad illuminare la stanza , fu Jensen, quello che si destò per primo dal sonno. Era ancora tra le braccia forti di Jared. Non si erano nemmeno mossi da quella posizione.
Il maggiore si rigirò piano e quando si trovò il volto del compagno di fronte al suo, sorrise nel vedere la straordinaria bellezza di quel ragazzo che gli aveva sconvolto, stravolto, distrutto e ricostruito non la vita ma l’intera esistenza e mentre continuava a studiare i bei lineamenti del compagno, questi si ritrovò a sorridergli.
“Smettila di  guardarmi!” gli disse tenendo ancora gli occhi chiusi.
“Ok! Allora mi troverò qualcun altro da guardare!” lo provocò, ricevendo in cambio una stretta più forte tra le braccia di Jared.
“Buongiorno!” fece il giovane, aprendo finalmente gli occhi e mostrando a Jensen tutto l’amore che vi era nascosto e protetto.
“Buongiorno anche a te!!” rispose ricambiando quel segreto e baciandolo sulle labbra leggermente curvate da un flebile sorriso. “E’ meglio che io vada! Perché se mia madre scopre che non sono in camera verrà diretta qui e scoppierà l’Inferno!”
“Già, ti vorrei davvero tutto intero per il dopo ricevimento!!” ammiccò baciandolo a sua volta.
“Non credi di aver avuto abbastanza , dopo stanotte!?” fece malizioso mostrando a Jared un segno decisamente rosso che presto sarebbe diventato livido su un suo fianco.
“Sono stato…io?!” chiese quasi mortificato il giovane.
“E poi ero io quello che doveva stare tranquillo!” scherzò e baciandolo ancora, per togliergli dalla faccia quell’inutile senso di colpa.

Si alzarono entrambi e Jensen andò verso la porta, ma quando fece per aprirla capì che come loro non tutti dormivano ancora. “Cambio di programma. Mi tocca il percorso di stanotte!” fece ridacchiando mentre andava verso la finestra della stanza.
“Sei…sei sicuro!?” chiese Jared. Non gli andava proprio che Jensen rischiasse inutilmente come un ragazzino che non vuole farsi trovare nella stanza del fidanzato. “E’ abbastanza alto!”
“Grazie, tesoro!! Non lo sapevo!” ironizzò. “Ma se ci sono riuscito al buio, ce la faccio anche di giorno. Che diavolo!! Sono o non sono Dean Winchester!?”disse battendosi una mano sul torace impettito.
“Non lo so. L’unica cosa che so è che sei mio e ti voglio tutto intero!, quindi sta’ attento!” lo ammonì, Jared, prima di baciarlo. Lo vide scavalcare il piccolo davanzale e sistemare il precario equilibrio sul pergolato.
“Sa tanto di Giulietta e Romeo!” fece scherzando Jared.
“Allora credo che reclamerò l’ennesimo bacio prima dell’addio!” suggerì avvicinandosi alle labbra del ragazzo. Jared non se lo fece ripetere due volte. Gli circondò il volto con le mani e lo baciò lasciandogli sulle labbra il suo sapore e tenendo sulle sue quello del compagno. E mentre i due si salutavano, qualcosa o meglio qualcuno li interruppe. E non fu un bene!

“Ma che scena toccante e romantica!!” fece una voce squittente che proveniva dal basso.
“Mac ??!” fece Jensen, squadrando la sorellina che con aria soddisfatta li studiava dal giardino sottostante.
“Senti…non è …non è come …come pensi!” balbettò il maggiore degli Ackles, colto decisamente in flagrante.
“No, infatti!!” fece sorridendo furba. “Io non sto vedendo mio fratello uscire dalla stanza del suo fidanzato dopo che la mamma glielo aveva categoricamente proibito ieri sera!!”
“Andiamo, Makie!!” provò anche Jared, sfoderando gli occhi da cucciolo di Sam. “Fa’ la brava!, se tua madre lo scopre: niente matrimonio!!”
Ma Mac non poteva non cogliere l’occasione di ricattare il fratello e quella meraviglia di fidanzato che si era accaparrato alla faccia di migliaia di fangirl. Quando le sarebbe capitata un'altra chance del genere!!
“Vediamo…cosa mi può servire!” disse pensierosa.
“Da-davvero??!!...mi vuoi ricattare ?!” fece con tono deluso Jensen.
“Noooo!!” fece offesa la ragazza, mettendosi la mano sul petto. “Voglio ricattare entrambi!...” li spiazzò e poi guardando Jared “..dato che tua madre è appena arrivata!!”
“Cavolo!!” mormorò Jared.
“Ok! Cosa vuoi!?” troncò la questione Jensen. “Concerti….red carpet…autografi assurdi.. cosa?!”
 La ragazza scrutandoli come per capire quanto potesse ricavarne da quella situazione che onestamente la stava facendo scompisciare di risate non manifestate ma che c’erano, incrociò le mani sul petto e tentennò. “Vediamo…quanto può valere una sveltina mattutina ?!” azzardò, senza sapere che c’era stata un intera notte di passione!!
“Ehi!! ragazzina! Linguaggio o giuro che vengo giù è ti prendo a sculacciate!!” la richiamò Jensen puntandole l’indice contro, ma nel farlo si sbilanciò e stava quasi per scivolare verso il basso se non fosse stato per Jared che lo trattenne per un braccio.
“Ok!Ok!...finiamola qui! Tesoro, che cosa vuoi?!” fece Jared mentre aiutava a rimettere in piedi Jensen.
“Devo pensarci bene. La posta in gioco è alta e non voglio giocarmela male!!”
“Cavolo, devi smetterla di guardare Boardwalk of Empire!!” fece Jensen anche se pure lui adorava quella serie.
“Ma cosa..”
“Senti, adesso basta!!” provò usando il tono severo da fratello maggiore. “Terrai la bocca chiusa o…” ma Mac lo anticipò.
“Oh…cosa sento??….credo che siano la mamma e Shelly che vengono da questa parte…forse loro possono aiutarmi a decidere cosa…” disse mentre fece per andare.
“Ok! Andata!! Hai vinto!!!” fecero i due ragazzi. La ragazza li scrutò decidendo se fidarsi di quella loro resa. “Hai vinto, Mac!”
“Bene, bene!!, ma non credete che me ne dimentichi. Non state al patto e spiffero tutto alla mamma!!” li ammonì seria.
“Tanto ormai saremo sposati!” sussurrò Jared all’orecchio di Jensen credendo di essere in vantaggio sulla provetta ricattatrice.
“Jared….un paio di anni fa, mia madre ha scoperto che al liceo ho fumato qualche sigaretta  e se non fossi stato a Vancouver per girare, sarei ancora in punizione in camera mia!!” li spiegò Jensen.
“Cosa?!”
“Nel codice penale di Donna Ackles non esiste la decadenza del reato!!” ironizzò cercando di spiegare le regole della madre.
“Quindi la piccola Mac ci tiene in pugno!?”
“Pugno, braccio, spalle e tutto il resto!!” spiegò sconfitto.
Da sotto, Mac li richiamò. “Ehi! Romeo??! Le due regine stanno venendo sul serio da questa parte adesso. Io le porto verso il padiglione ricevimento , tu vedi di filare via da lì, ok!?” li avvertì mentre se ne andava e in effetti i due ragazzi la sentirono avvisare la madre che c’erano dei problemi logistici nel gazebo per il ricevimento.
“Via libera!!” fece Jared.
“Ok! Ci vediamo di sotto per la colazione!” rispose l’altro sorridendogli.
“Jensen??!” lo richiamò e l’altro si girò appena per non perdere l’equilibrio. Il maggiore lo guardò in attesa. “Ti amo, Jensen!”
Jensen lo guardò e una luce stupenda gli illuminò il viso. se non fosse stato costretto a quella sorta di fuga, sarebbe sicuramente tornato indietro e approfondito la questione, ma, porca miseria!!, davvero non poteva.
“Ti amo anche io , piccolo!” a sgattaiolò via sul pergolato.

La giornata passò tranquilla, serena e soprattutto indaffarata. Per tutti.  Le due madri continuavano a controllare ogni particolare, mentre i due padri erano stati confinati semplicemente allo smistamento di tavoli e sedie. Al massimo potevano rispondere al telefono di casa!!
Jared e Jensen venivano spesso interrotti dalle loro cose, dai telefonini che squillavano. O erano amici che volevano congratularsi, o erano i loro PA che chiedevano fino a che punto potevano rivelare ai quotidiani. Perché per quanto avessero deciso per una cerimonia privata con gli amici dello show e quelli di famiglia, la voce del loro matrimonio si era sparsa in fretta anche perché la luce sul rapimento di Jensen ancora non era del tutto spenta e quindi i riflettori in un modo o nell’altro erano ancora puntati su di loro.

Erano le tre del pomeriggio e Jared e Jensen erano seduti vicini nel portico dove tempo prima si erano “rifugiati” dall’ennesima trasgressione delle regole di casa Ackles. Se ne stavano in silenzio, occhi negli occhi, a fissarsi e nel silenzio di quel momento si dicevano tutto. Tutto quello che solo loro dovevano dirsi e sentire.
Fu Shelly, la madre di Jared ad interrompere quel loro discorso silenzioso.
“Mi dispiace ragazzi, ma i vostri vestiti sono pronti ed è ora che incominciate a darvi una sistemata!!”
“Grazie, Ma’!” fece Jared e lo stesso ringraziamento venne anche da Jensen.

Andarono entrambi nelle loro stanze, si fecero la doccia, poi la barba, poi si sistemarono i capelli con il gel. Anche se in stanze diverse i due sembravano compiere gli stessi movimenti, avere gli stessi pensieri.
Ogni tanto si fermavano a guardarsi allo specchio e a sorridere non per quello che vedevano ma per la felicità che leggevano sui loro volti. E ogni tanto guardavano quel dito dove almeno per il momento la preziosa fedina non c’era più. Avevano voluto apportare una piccola modifica e avevano deciso che se le sarebbero scambiato durante il rito celebrato da un giudice amico di famiglia.

Ormai era quasi ora e anche quando l’ultimo degli invitati fu messo a suo agio , il giudice fece cenno agli intrattenitori musicali di iniziare. Jared e Jensen avevano scelto una musica che per loro significava tanto. Era parte dello show che li aveva fatti incontrare, conoscere e innamorare e in alcuni episodi sottolineava i momenti più emozionanti e toccanti che riguardavano i due fratelli. Così, mentre L’Americana risuonava nel patio, Jared e Jensen presero posto di fronte al giudice. Al loro fianco, dal lato di Jensen, Josh e Mac. Al fianco di Jared, c’erano Jeff e Megan.

Fratelli, fratelli, ovunque fratelli!!

“Siamo qui riuniti, in questo giorno, per unire in matrimonio, due persone speciali. Due cuori innamorati. Due anime gemelle. Due spiriti eletti!” fu il prologo che l’anziano giudice leggeva  da un libro di riti civili. “Prima dello scambio delle fedi, Jared e Jensen desiderano scambiarsi  delle promesse che loro stessi hanno scritto.” e sorridendo, invitò Jared ad iniziare. Il giovane sorrise timidamente, deglutì l’emozione e provò a ricordare quello che fino a qualche momento fa, continuava a ripetere nella sua mente.
Dio!, pensò per un attimo, sono un attore. Dovrei essere abituato a ricordarmi le cose!!

Fu quasi preso dal panico, quando una luce calda sembrò avvolgerlo e calmarlo. Alzò solo di un po’ gli occhi e capì. Nessuna luce. Solo gli occhi di Jensen che lo guardavano. Tutto gli tornò in mente. Prese un respiro profondo e iniziò.
“ Quando ci siamo conosciuti credevo di aver trovato finalmente colui che avrei davvero potuto chiamare “migliore amico”. Poi tutto è cambiato! Nella maniera più assurda ed imprevedibile. Mi sono innamorato di te. E tutto davanti ai miei occhi è cambiato. L’idea stessa dell’amore è mutata divenendo qualcosa di talmente prezioso che a volte vorrei tenerla segreta solo per me. Non mi vergogno a dire che ho iniziato a vivere quando ti ho detto “ti amo” per la prima volta ma soprattutto quando tu lo hai detto a me. Nulla potrà mai separarci. Tu sei tutto quello che voglio per il resto della mia vita. Ti amo, Jensen e da oggi, consacro il mio amore al tuo amore e a te, a te solo concedo tutto me stesso per il resto della mia vita!”, quando arrivò alla fine della frase, per un attimo Jared restò senza fiato, perché si rese conto di quanto fossero vere le parole che aveva appena recitato. Non esisteva per lui una vita senza Jensen e quando vide negli del compagno e futuro marito, il luccichio tipico delle lacrime, con la mano gli accarezzò il braccio.
Sapeva che ora sarebbe toccato  a lui e sapeva quando Jensen temesse il dover esprimere i suoi sentimenti davanti a tutti. Così fece quello che faceva ogni volta che dovevano uscire sul un palco davanti a centinaia di persone. Serrò la presa sul braccio di Jensen per dargli conforto, coraggio…amore.

Gli teneva ancora la mano sul braccio, quando il giudice, invitò Jensen a ricambiare la promessa. Se per Jared era stato difficile, per Jensen, quel momento era peggio dell’Inferno di Dean. Non perché non amasse Jared  e non volesse sposarlo. Tutt’altro. Non chiedeva altro dalla vita. Ma quella sua innata e dannata timidezza, gli seccò la gola e aspirò via ogni briciolo di ossigeno dai suoi polmoni. Poi sentì la presa di Jared, sentì il calore invadergli il corpo e non ebbe più timore di nulla.
Guardò il compagno davanti lui e poi si volse verso suo fratello Josh, alle sue spalle. Gli fece cenno di passargli qualcosa e quando tutti videro l’oggetto, non poterono non ridere. Mark dal suo posto si lasciò perfino sfuggire un “E’ proprio il momento adatto per un goccetto, Ackles!!”, ma lo sguardo furioso con cui le due madri lo fulminarono, lo fecero zittire e sentire come un bimbo scoperto con le mani nella marmellata. E gli ospiti risero di più.

Quando Jared vide tra le mani di Jensen una bottiglia , lo guardò stupito.
“Ma cosa..”
“La riconosci?!” chiese sorridendogli Jensen. Jared per un po’ guardo l’oggetto, perplesso, confuso. Poi la sua mente lo illuminò.
“E’ impossibile! Non…non puoi averla tenuta per tutto questo tempo!” fece sinceramente e completamente colpito. Jensen aveva tra le mani la bottiglia che fu la causa del loro primo bacio.
“Fu per raccogliere questa che ci baciammo la prima volta. E visto dove siamo oggi, mi sento così stupido a ripensare il modo assurdo in cui ho reagito quella volta. Dio!!, Ricordi?, non ci parlammo per quasi una settimana. Uscivamo ad orari diversi pur di evitarci, anche se avevamo gli stessi orari per le riprese. Inventavamo scuse assurde pur di non stare insieme. E poi? …poi ti sei incrinato tre costole e io credevo di impazzire quando ti ho visto piegato in due a terra. Da allora non ci siamo più lasciati!”
“ No…non ci siamo più lasciati!!” non potè evitare di ripetere come un eco Jared, con gli occhi ormai colmi di lacrime, ma che comunque si faceva forza per non cedere.
“Da oggi giuro e prometto, che sarai l’unico uomo per me. L’unico che amerò e da cui mi lascerò amare. Sarai l’unico che vorrò accanto a me per tutto il resto della mia vita. Ti amo, Jared e non chiedo altro da questa vita che averti al mio fianco per sempre!” concluse mentre baciava la mano di Jared che pian piano durante la sua promesse era scivolata via, sconfitta da quelle parole così amorevoli.

“Gli anelli!” fece il giudice. Li prese e dopo averne consegnato uno a Jensen e uno a Jared, proferì le classiche parole del rito nuziale.
“Jensen, vuoi prendere Jared come tuo marito e consacrare la tua vita a lui fin che morte non vi separi?!”
“Lo voglio!” e in quella promessa mise l’anello al dito di Jared. Ora sulla fedina, non più liscia e immacolata,  c’era una delicata J scritta in corsivo.
“Jared, vuoi prendere Jensen come tuo marito e consacrare la tua vita a lui fin che morte non vi separi?!”
“Lo voglio!” e anche Jared compì lo stesso gesto. I due per un po’ restarono mani nelle mani, mentre il giudice compiaciuto concluse il rito. “Secondo le leggi dello Stato, ora siete legati ufficialmente e legalmente dal vincolo matrimoniale e da tutti gli obblighi e i doveri che questo comporta. Nessuno osi separare ciò che il destino ha unito!”

A quelle parole un enorme applauso riecheggiò ovunque, soprattutto quando Jared non resistette più e baciò Jensen e non appena i due si baciarono, Misha in accordo con la banda che avrebbe animato la festa, fece loro un segnale e un secondo dopo la canzone “Carry on, my wayward son…” dei Kansas lasciò tutti interdetti. Solo quando Jared e Jensen scoppiarono a ridere, tutti si accodarono alle loro risate.
Il ricevimento fu un vero ritrovo di amici, congratulazioni, festeggiamenti e felicità. Poi arrivò il momento del primo ballo. Quello ufficiale per i novelli sposi e il solista della band, li chiamò al centro della pista. Ma i due sposi, però, vennero trattenuti.
 
“Bene ragazzi, credo che sia ora che io riscuota il mio “premio”!!” fece Mac avvicinandosi ai due ragazzi che stavano per fare il loro primo ballo ufficiale.
“Proprio adesso?!” fece Jared.
“Tempismo perfetto, direi!” rispose la ragazza.
“Non credi che sia ora di smetterla sorellina!?” sembrò rimproverarla il maggiore.
“Datemi quello che voglio o vado dritta al microfono!” li minacciò con aria quasi seria.
“Ok! Cosa vuoi!?” fece , alla fine, esasperato, Jensen.
“Voglio il primo ballo!” fu la richiesta secca e decisa.
“Cosa??!!” fecero all’unisono.
“Con mio fratello!” fece poi con un tono dolcissimo e la voce all’improvviso rotta dal pianto.
“Mac!” sospirò Jensen emozionato, mentre Jared rimaneva senza parole.
“Ho rischiato di perderti.” continuò con gli occhi ormai pieni di lacrime. “E il pensiero che una cosa del genere stava per succedere sul serio, mi terrorizza ancora!” confessò quasi imbarazzata.
Jensen non le fece dire altro, l’attirò a se e l’abbracciò forte, mentre Jared si avvicinava e le accarezzava le spalle scoperte dal vestito. Le posò un bacio sulla testa affondata nel petto del fratello.
“Tranquilla, è qui, con noi ed è salvo. Va’ tutto bene!” la rassicurò mentre Jensen ancora la stringeva forte.
“Sì, ma adesso tu te lo porti via!” disse , alzando la testa e guardando Jared. I due avevano entrambi gli occhi lucidi ed entrambi nel cuore un unico bene: quello per Jensen.
“Non ti preoccupare!! Te lo posso prestare qualche volta, basta che poi me lo rimandi a casa!!” scherzò mentre asciugava una lacrima che le era scivolata sulla guancia.
Jensen guardò la sorellina, le baciò la fronte e poi guardò il suo compagno che non ebbe bisogno di alcuna spiegazione ma gli annuì dolcemente e comprensivo.
“Sorellina, mi concedi questo ballo?!” e la ragazza quasi volò tra le braccia forti del fratello.

A quella scena, tutti i presenti applaudirono, mentre Jared, che veniva raggiunto da Donna, cercava ancora di trattenere le lacrime per quella confessione così dolce e forse disperata da parte della piccola Mac.
“E’ stato molto bello quello che hai fatto per loro!” le disse la donna accarezzandogli il viso.
“Se per me è stato un inferno l’idea di perderlo, non posso nemmeno immaginare quello che avete passato voi o Mac o Josh…!!” disse senza distogliere lo sguardo dai due al centro della pista. “Voi…voi lo avete amato prima di me, in un modo che io non posso osare raggiungere, per quanto lo ami!” si trovò a confessare il giovane.
“Tesoro mio, guardalo! E’ felice, sereno…innamorato. E ha appena sposato l’amore della sua vita. Tutto questo lo deve solo a te. E’ vero! Noi c’eravamo prima , ma quello che ha adesso lo deve solo a te e all’amore con cui lo ami!” e Jared a quelle parole non resistette.
Lasciò che le lacrime avesse libero sfogo e che Donna le asciugasse, mentre lo teneva stretto come una madre tiene stretto un figlio il giorno del suo matrimonio.
L’applauso che segnò la fine del ballo con cui Jensen e Mac si erano esibiti, risuonò festante sotto il padiglione adibito ai festeggiamenti.

Jensen sorrise a tutti e mentre accompagnava ad un tavolo la sorella, cercò con lo sguardo Jared.
“Bene!!, ora, almeno che anche mio fratello non voglio ballare con me…” ma Josh ci tenne a precisare che preferiva stringere sua moglie e non lui, “…vorrei avere davvero l’onore di  ballare con mio….marito!” e per un po’ rimase pensieroso.

“Marito”, forse era la prima volta che lo diceva da quando si erano sposati. Ed era così strano. Ma non nel senso dell’imbarazzo. No. Era meraviglioso. Era la sensazione che ora nessuno poteva separarli. Erano uno dell’altro. Si appartenevano davanti a Dio e al mondo. E non appena razionalizzò quel pensiero, sorrise a Jared e si sentì completamente appagato dalla vita.
I due raggiunsero il centro della pista, lentamente come se si stessero gustando anche ogni singolo passo che li avrebbe avvicinati e quando la musica partì, fu Jared a prendere la mano di Jensen. La strinse nella sua e piano attirò verso di lui, il maggiore che si lasciò abbracciare completamente dall’amore della sua vita.

“Ti amo, come non ho mai amato nella mia vita!” fece Jensen.
“E come mai avrei potuto sperare di amare o essere amato!” gli fece eco Jared, prima di baciarlo.

Ora era solo il tempo di essere felici. Ci sarebbe stata la festa con gli amici. Ci sarebbe stato il viaggio di nozze. Ci sarebbe stato il tempo per l’amore. Tanto amore, tutto l’amore che potevano dimostrarsi e quando sarebbero stati stanchi , avrebbero parlato di quell’amore.
Perché avrebbe significato parlare di loro.

 
N.d.A.: Una volta una mia cara amica, Studentessa, mi chiese perché non fare un sequel di Preghiere. Le dissi che ormai quella storia aveva avuto una sua….storia!! e onestamente gliene ho fatte passare talmente tante a quei poveri J2 nella ff, che davvero non saprei che altro combinargli. ( per chi conosce Preghiere, sa di che cosa parlo!!)
Però forse questa shot, potrebbe farle lo stesso piacere!!
Un ringraziamento va anche a Immika che mi ha incoraggiato a scriverla e a pubblicarla!!
E naturalmente spero che piaccia anche a voi. Fatemi sapere se vi va!!
Cin.
   
 
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