Ciao a tutti! ^-^
Questa piccola one-shot parla degli eventi successivi alla partenza di Aoba per la Germania. Ha trascorso un periodo di tempo con Noiz e ora deve ripartire. Il problema è uno solo: deve decidere se la partenza sarà definitiva o solo per prendere il resto delle sue cose nella vecchia casa e riportare il suo culetto da bottom in Germania dal nostro conigliofilo ù.ù Detto ciò, Enjoy! Se vi è piaciuta lasciatemi un commentino <3 Un bacio *^* BittersweetRevenge.
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Non te lo aspettavi tutto questo freddo eh? Tu non l'avevi nemmeno mai vista la neve. Dormi arrotolato nel piumone, una caviglia sfugge al suo caldo abbraccio. Mugugni e cerchi di rinfilarla sotto le coperte. Impresa fallita. Sorrido. Mi muovo piano e spingo il lembo di coperta ribelle al suo posto. Ti guardo. Sorridi un po'. Stai sognando. Chissà cosa poi.
Dalla finestra entra un
po' di luce. Non troppa, non più di quanto una malinconica
luna piena non sappia dare. Già, perché tutto
è malinconico questa notte. La luna è
malinconica, la notte è malinconica, questa città
è malinconica, il mondo è malinconico, e perfino
io. Sono malinconico.
E sotto questa luce la tua pelle sembra marmo. Lo giuro. Un David che
è stato faccia a faccia con la paura ed ha sconfitto il suo
gigante. Ma tu non sei in qualche museo a guardar facce sconosciute
ogni giorno. Tu sei qui, e ti lasci ammirare solo da me. La mia opera
d'arte. Così imperfetta rispetto all'originale ma
infinitamente più bella. E se ti vedessero, tutti i
più grandi scultori si mangerebbero le mani sai?
Mi piacerebbe farti vedere tutto quello che ho visto io, ed il resto,
vorrei scoprirlo tutto con te. Voglio farti questa di promessa. La tua
la stai mantenendo bene.
Se vuoi sapere cos'è il dolore, allora te lo
mostrerò. Adesso ho capito cosa intendevi. E
forse avrei preferito quello fisico a quello che mi stai mostrando tu.
Fa male. Male davvero. Noiz
mi ami?
Quella è stata la mia disfatta. La mia incapacità
di risponderti e per una volta, una sola, dirti quello che volevi
sentirti dire. Il mio silenzio balbuziente. Il tuo, arreso. In quel
momento una vecchia sensazione si è fatta avanti. Il mostro che non
sente nulla. Ecco con chi ho dovuto combattere quel giorno. E poi hai
dato di matto, hai pianto e digrignato i denti. Perché mi hai
trascinato qui? Io non ne ho idea. Volevo solo averti
accanto. Che pensiero egoista eh? E io non lo so
cos'è l'amore. Se non ne ricevi è difficile
sapere cos'è. Di cose ne so davvero poche. So che ho paura
che domani quando partirai mi dirai che non tornerai. Ho paura che tu
non sia al sicuro. Ho paura che tu possa essere felice anche senza di
me. Che me ne faccio io della capacità di sentire se non
posso sentire te? Dicono che quando si è innamorati, anche
se fa male, si lascia andare la persona amata se quello che la rende
felice è lontano da quello che vogliamo noi. E non mento
quando dico che la logica di tutto questo mi sfugge. Se questo
è l'amore, cazzo fa stramaledettamente schifo. Sei davanti
alle acque più belle e pure che tu abbia mai visto, e poi ti
ritrovi ad annasparci dentro senza neanche sapere perché.
Ecco come lo vedo io, l'amore. Però ti giuro che con te
accanto non c'è modo più piacevole di
affogare.
Fra poche ore dovremo alzarci ed andare in aeroporto. Forse dovrei dormire, o forse no. Troppi pensieri. Se solo fossi nella mia testa in questo momento probabilmente rimarresti sgomento. Questo di Noiz, di sicuro non te lo aspetteresti. Ma forse tu hai capito tutto meglio di quanto abbia fatto io. Ora ti stai voltando e appoggi il viso sul mio petto. Respiri piano e per ogni tuo respiro, posso assicurati che uno dei miei soffoca. Ed io, Noiz, non lo so più davvero cosa devo fare. Che stranezza eh? Devo ammettere che è la prima volta che mi succede. Ho paura. Non avevo mai avuto, paura. Ma va bene. Se è per questo, prima di te non me ne era mai fregato un cazzo di nessuno.
La luce del giorno mi
infastidisce. Il mio sguardo vaga in cerca del tuo. Non lo trovo. Tu
sei già in piedi e stai finendo di preparare i bagagli. Mi
alzo a fatica e svolgo ogni minima azione con estrema lentezza. E
sì, sto temporeggiando. Non una parola, non uno sguardo. Sei
assorto nei preparativi, oppure fingi e basta. Non resisto. Mi avvicino
a te e ti sfioro piano i capelli. Non sussulti come tuo solito, sei
rigido e non ti volti.
-Senti, Aoba, se vuoi grandi dichiarazioni d'amore mi spiace ma io...
Non mi lasci finire. Mi spezzi la voce che disobbediente si piega
quando, voltandoti, il tuo sguardo si allaccia dolce e prepotente al
mio.
-Va bene così, tranquillo non sono arrabiato.
E io lo so che non è vero. Lo so quando abbassi lo sguardo
nel dirlo. Lo so quando cerchi tu stesso di convincerti che sia
così baciandomi. Lo so quando sento le tue labbra che
tremano. Lo so. Eppure sorrido, e sorridi anche tu. Da quando non
riusciamo più a parlare? Ma soprattutto, da quando quello
insicuro e sotto scacco sono io?
Sei voluto partire in
anticipo, anche troppo. Il volo partirà fra almeno cinque
ore e noi siamo già in macchina. Hai tutta questa fretta
huh? Sei seduto con le mani sulle cosce e guardi fuori. Si vede che
vorresti sprofondarci in quel sedile. Questo silenzio sta' durando anche
troppo. Io forse ancora non so interagire. Non so dispensare parole
dolci. Non so confortare. Ma una cosa la so fare divinamente: so far
incazzare. Ed ho imparato che per cavarti fuori le parole, quello
è l'unico modo. Fermo la macchina in una delle piazzole
dell'autostrada e tu ti guardi intorno smarrito.
-Perché ti sei fermato?
-Ti è piaciuta la vacanza?
Stai serrando i pugni. Ho vinto.
-Credi che sia stata una vacanza?! Sei sparito per tre mesi e poi sei
risbucato dal nulla e mi hai trascinato qui! Volevi un giocattolo
forse? Che cosa vuoi da me Noiz?!
Troppo facile.
-Volevo offrirti una vita migliore da quella che poteva offrirti
quell'isola dimenticata da chissà quale Dio e quel lavoretto
mediocre in quel negozio altrettanto mediocre.
-Ma quella era la mia vita! La mia casa! E mi piaceva!
Urli e scalpiti e io mi godo la scena. Sorrido con il sorrisetto che ti
fa incazzare tanto. Però dentro me la sto davvero facendo
addosso, ironia della sorte.
-Se ti piaceva così tanto, allora perchè sei
venuto?
E io lo so bene perché. Ma voglio sentirtelo dire. Voglio
sentirtelo dire così saprò che non è
cambiato nulla.
-Perché ti amo Noiz! Ti amo.
Ti si è spezzata la voce. Hai urlato troppo. Il tuo petto si
contrae con un'impeto più forte delle onde del mare in
tempesta. Mi guardi fisso negli occhi. Sono velati di lacrime ma non
piangi. Quelle sono lacrime di rabbia. E più ti guardo,
più ho solo voglia di fare l'amore. A quanto pare non sono
il solo. Neanche due minuti e sei già senza pantaloni sopra
di me. Questa macchina è stramaledettamente stretta. Ma va
bene così.
Siamo vicini all'aeroporto. L'abbiamo fatto una, due, forse anche tre
volte. Il silenzio è di nuovo sceso giù come un
macigno. Però stavolta è diverso. Non
è un silenzio imbarazzante è forzato. E' uno di
quei silenzi che non va rovinato dalle parole.
Stai per entrare nel gate
e dopo io non potrò seguirti. Dunque questo dovrebbe essere
il momento dei saluti, o quello degli addii in lacrime stile film
romantico da quattro soldi. Mi guardi con occhi vuoti. Abbassi lo
sguardo. No, non mi sta bene. Ti prendo il mento con due
dita e ti faccio rialzare il viso.
-Non tornerai vero?
Non rispondi però. Mi baci e io ti prendo il viso fra i
palmi. Appoggio la mia fronte alla tua. Se davvero esistono i
così detti "momenti giusti", ecco, questo è uno
di quelli. Prendo fiato. Un respiro. Uno solo.
-Ti amo, Aoba.
Sospiri sorpreso. Poi allontani poco il viso e sorridi.
-Anch'io.
Una lacrima ti marchia il viso. Mi sono sempre lamentato della tua
emotività a tratti imbarazzante ed ora, ogni passo che
quella lacrima avanza sul tuo viso, è un battito in meno per
me.
Un battito in meno.
Un battito in meno.
In una frazione di secondo e sei già ai controlli. E io sto lì, immobile. Quindi è questa la tua risposta? Non tornerai? Finisce tutto qui, dunque. Ti sei immerso nella folla ma improvvisamente ti volti. Che vuoi? Vuoi forse vedermi piangere o roba del genere? Bhé hai trovato la persona sbagliata. Ti fisso dentro gli occhi. E quello che ti guarda adesso è il mostro. Eppure mi sorprendi ancora. Sorridi ed annuisci. Eccola qui la tua fottuta risposta.Volevi farmi penare un po' huh? Ora ne sono sicuro.
Tornerai.