Capelli d'oro ondulati, occhi d'argento, sorriso stampato sulla faccia.
Il suo nome era Teresa del Sorriso. Un sorriso che andò spento in quella tragica battaglia al vento. 
Ed eccola lì, fiera come sempre, del suo trofeo di guerra. Rubato ingiustamente da me.
L'Unicorno rosa, tinto di rosso scarlatto. Di un colore che non le apparteneva. 
Odio quell'unicorno! Quell'unicorno mi tolse tutto ciò a cui ero legata! 
E' bastato un attimo, un attimo che sembrò eternità. L'attimo di abbassare leggermente la guardia che già quell'unicorno, di scatto furbizio, fece tingere l'atmosfera di rosso.  
Le mie gambe erano immobili, ma potevo vedere benissimo la faccia soddisfatta del''Unicorno.
Una bambina di allora, non poté far a meno di stringere dolorosamente la testa bionda di un'amica.
Amica, che parolona grossa! Il nostro non era semplice rapporto maestra-allieva, amica-amica, ma mamma-figlia.
Era una madre per me e io per le una figlia. Una figlia destinata a proteggere l'onore della madre da un mostro senza alcun sentimento, nemmeno quello di sorellanza tra Claymore. 

Priscilla, attenta. La numero 45, Claire, sta venendo a tingere la sua claymore dello stesso colore di quella sera.