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Autore: aloneinthedark92    20/09/2014    0 recensioni
Ciao a tutti, mi riprongo con una long sulla Gran Bretagna ai tempi del medioevo, tra parti, governatori, usurpatori ed una ragazza che cambierà il destino di un intero paese. Buona lettura!
Dal testo:
Quando ormai il sole tramontava all’orizzonte, colorando di rosa, blu scuro ed arancione il cielo e spuntava la prima stella, dalla stanzetta scoppiarono grida di felicità, mentre uno degli infermieri si apprestava a compiere le azioni che avrebbe permesso al nascituro di respirare. Quando ebbe finito e lo ebbe avvolto in una copertina di lana, si avvicinò a Dawn
- Congratulazioni, è una femmina- Esclamò, soddisfatto. Dopodichè la mise in braccio alla ragazza, che iniziò a cullarla con una ninnananna.
Genere: Drammatico, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Era notte fonda sull’Inghilterra, la luna piena brillava alta nel cielo, coperta da alcuni banchi di nuvole nere come la pece di passaggio che non facevano presagire nulla di buono. L’atmosfera era immobile e silenzioso, come se fosse la quiete prima della tempesta, ed anche il castello in cima alla collina, teatro di una sanguinosa battaglia che si sarebbe verificata da lì a pochi minuti, era immerso nella calma.

Come stabilito nel piano, Robin e Jo iniziarono il loro lavoro di pulizia delle sentinelle, mentre John e Destiny attendevano sotto le mura ad est; il primo era impaziente e scalpitava per entrare in azione, sbuffando in continuazione e marciando in circolo, chiedendosi più volte quanto ancora i due compagni ci avrebbero messo, la ragazza invece era agitata e tremava come una foglia, l’iniziale determinazione che l’aveva accompagnata fino a quel momento andava scemando. Aveva paura: stava per incontrare nuovamente il Viandante, e le immagini del loro primo incontro erano ancora vivide nella sua mente, di come avesse ucciso a sangue freddo il suo papà adottivo e di come lei avesse cercato di vendicarlo, uscendone viva proprio per miracolo grazie all’intervento di Cody, che le aveva permesso di sfuggire a morte certa. Certo, da allora erano passati tre mesi, si era allenata con spada ed arco, attendendo il momento in cui lo avrebbe rivisto, ma era sicura di non essere ancora all’altezza dell’avversario. Rafforzò la presa sull’elsa della spada, preoccupata: e se avesse fallito? Cosa ne sarebbe stato di lei? Sentiva un opprimente peso sulle sue spalle, come se il destino di un intero paese dipendesse dalle azioni che avrebbe compiuto quella sera, ed la sua agitazione crebbe; cercò di togliersela di dosso con una vigorosa scrollata di testa, ma non funzionò.

-Non ti preoccupare- disse invece l’amico, percependo i suoi dubbi, sorridendole e mettendole una mano sulla spalla per rassicurarla- Andrà tutto bene, vedrai- un pochino rincuorata, la rossa gli sorrise di rimando, poi fece un respiro profondo per calmarsi. Il ragazzo aveva ragione: non aveva senso preoccuparsi in quel modo, bastava attenersi al piano e sarebbe andato tutto liscio; e finchè aveva John al suo fianco, sentiva che nulla sarebbe andato storto. Ma allora che cos’era quel brutto presentimento che sentiva?

A ridestarla dai suoi pensieri ci pensò il compagno, che sussurrò, ora serio ed un po’ agitato: -E’ ora- dopodiché lanciò in aria una fune, alla quale estremità vi era un rampino, che svanì nella notte, ma un rumore metallico che si sentì pochi secondi dopo gli confermò che si era incastrato a dovere.

Dopo aver dato qualche strattone di sicurezza per sincerarsi che fosse sicuro, si voltò verso di lei e le chiese, senza smettere di sorridere: -Destiny, sai come si fa, giusto?- -Beh, si..- fece lei, incerta- Da piccola mi arrampicavo sopra agli alberi per cogliere delle mele, immagino che sia la stessa cosa..-

-Brava ragazza- rispose lui, poi iniziò ad arrampicarsi, seguito a ruota da una sempre più tesa e preoccupata 17enne.

Raggiunsero la vetta pochi minuti dopo, poi, dopo essersi assicurati che il cammino di ronda fosse sgombro da qualsivoglia guardie, corsero verso le mura nord, giungendo poco dopo sotto la finestra che dava sugli alloggi reali.

-Sei pronta?- chiese serio John, al che la rossa annuì, nonostante ora fosse ancora più in ansia di prima, così il ragazzo tirò nuovamente la fune verso l’alto, ed il rampino si incastrò sul davanzale, dopodiché si arrampicarono, raggiungendo l’apertura che dopo un lavoro di forcine, si aprì, lasciandoli entrare.

Destiny sgranò gli occhi, sorpresa, emettendo un basso ma ben udibile “Wow..!”; non era mai stata negli alloggi reali del castello, ma ora che era lì, non voleva più andarsene: la camera era enorme e circolare, il centro occupato da un enorme letto a baldacchino con tanto di tende in seta, i muri in pietra ospitavano degli arazzi che raffiguravano le battaglie vittoriose sostenute da ogni membro della famiglia Roman, mentre i mobili, in legno di mogano, accoglievano scrigni dorati, candelabri ed ogni altra sorte di oggetti di valore.

-Destiny, abbiamo del lavoro da fare- le sussurrò John, facendola tornare coi piedi per terra e gli occhi perdere ogni sorta di luccichio di ammirazione che li contraddistinguevano fino a pochi secondi fa. Abbassò lo sguardo, arrossendo e vergognandosi come una ladra: aveva totalmente dimenticato il motivo per cui erano arrivati fino a lì, ovvero uccidere quella carogna di Duncan.

-Scusa..- mormorò di rimando, ma quello le soffiò, serio: -Non fa nulla, ma cerca di rimanere concentrata: basta un solo passo falso per mandare in fumo tutto il lavoro svolto fino ad ora- la rossa annuì, dandosi nuovamente della stupida per essersi lasciata distrarre dalla ricchezza di quel posto. Vedendola avvilita dal suo ultimo richiamo, il ragazzo si rilassò un pochino, sorridendo: dopotutto, era la prima volta da quando era nata che non vedeva più il castello, come poteva darle torto? Forse anche lui, se fosse stato nell’amica, avrebbe reagito nello stesso modo.

-Ok- bisbigliò, sospirando lievemente- Non abbiamo molto tempo, è quasi l’alba, dobbiamo sbrigarci- detto questo, si mosse verso il giaciglio dove, a giudicare dal rigonfiamento delle coperte, dormiva il loro obbiettivo; Destiny fece per seguirlo, mentre la brutta sensazione che sentiva aumentava di secondo in secondo, ma all’ultimo momento si fermò, spalancando gli occhi, preoccupata: a pochi centimetri dal piede dell’amico, nascosta completamente dall’oscurità, c’era una cordicella di spago sorretta da due bastoncini su entrambe le estremità.

-John, attento!- esclamò per avvertire l’amico, in ansia, ma era già troppo tardi: calpestata dal passo del ragazzo, la funicella si spezzò. Allarmato, estrasse la spada dal fodero, guardingo, ma quando i secondi iniziarono a scorrere e sembrò che non succedesse nulla, entrambi sospirarono di sollievo per lo scampato pericolo, abbassando la guardia. Fu allora che la trappola scattò: scoccate da delle balestre attaccate al soffitto e perfettamente nascoste dalle tenebre, dieci frecce si diressero verso i due intrusi, sibilando e fendendo l’aria.

Successe tutto nel giro di pochi secondi: la rossa aveva chiuso gli occhi, pensando che stavolta fosse finita per lei, mentre vedeva il film della sua vita passarle davanti ed il suo nome urlato dall’amico, lontano. Quando capì che non le era successo nulla, li riaprì, perplessa, per poi sgranarli, sorpresa e preoccupata allo stesso tempo: davanti a se vi era il corpo del ragazzo, a braccia spalancate.

-N-Non sei ferita, vero?- sussurrò, un lieve ghigno che gli si apriva sul volto. Le lacrime invece iniziarono ad affiorare alla 17enne, che finalmente comprese cos’era successo: John gli aveva fatto da scudo, prendendosi le lame al posto suo, ed ora si era accasciato al suolo, morente.

-John! John!- lo chiamò più volte, disperata- Ti prego non morire..- si diede della codarda mentalmente: se solo non avesse chiuso gli occhi, forse il suo amico non sarebbe stato costretto a salvarla! Ed ora lo stava perdendo.. Come per prenderla in giro, la mente le rievocò il momento in cui suo padre adottivo stava morendo, ma lei scacciò l’immagine: non avrebbe permesso che qualcun altro morisse per colpa sua.

-John, resisti- disse, cercando di farlo alzare- Ti porto via da qui, vedrai che andrà tutto bene, guarirai e tornerai in forma- -E’ troppo tardi per me, Destiny- ribattè lui, sorridendo- Sto morendo.. La tua vita è più importante della mia, e sono contento di averla sacrificata per te, ma ora va, scappa, prima che sia..-

-Troppo tardi- finì la frase una seconda voce maschile, sprizzante di gioia da tutti i pori e che fece gelare il sangue nelle vene alla 17enne; l’aveva riconosciuto, ma volle lo stesso controllare. Così si voltò, mentre il tempo sembrava dilatarsi, ed eccolo lì: sulla soglia della porta d’ingresso, con un sorriso raggiante di vittoria dipinto sul volto che perfino il cappuccio faceva fatica a nascondere, vi era il peggior incubo che tormentava la rossa da quando era nata, Duncan.

Angolo Autore:

Colpo di scena, il piano sembra essere fallito, in qualche modo il Viandante ha scoperto tutto ed ora le vite di John e Destiny sembrano essere appese ad un filo! Come andrà a finire? Riusciranno i nostri eroi a sfuggire dalle grinfie del Viandante ancora una volta? Ringrazio tutti quelli che sono arrivati a leggere fino a qui, scusandomi per eventuali errori di battitura e/o descrizioni venute male, e se volete vi aspetto nel prossimo capitolo

A presto

Aloneinthedark92  
  
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